Niente o quasi vacanze per Meo Sacchetti che, appena sceso dall’aereo di ritorno dalla Cina era già a Pavia – pur da semplice spettatore – per vedere l’amichevole della sua Vanoli Cremona contro Varese. Il C.T. azzurro ha fatto le sue ultime considerazioni sui Mondiali 2019 con Fabrizio Barbieri de La Provincia. Ecco alcuni passaggi.
Minimo sindacale. Abbiamo fatto il minimo sindacale, niente di più e niente di meno. È stata un’estate di tante parole e chiacchiere. Quando giochi una competizione così importante è normale, soprattutto quando vieni eliminato. Ho una certa esperienza e so come vanno le cose. Bisogna accettare tutto.
Vivere il Mondiale. Particolare, ma sempre affascinante e bello. Vedi e affronti i migliori giocatori del mondo. Ma il bello è anche quello di scoprire tanti talenti incredibili che non conoscevi cosi bene prima della competizione. L’ambiente cinese poi è sicuramente particolare. La Cina è un posto incredibile, ma proiettato nel futuro. Siamo stati in diverse città, tutte molto moderne e grandi. La sensazione è quella di essere sempre in metropoli non diverse da quelle europee e americane. Certe differenze le capisci solamente dai cartelloni luminosi scritti in mandarino.
Anche gli USA in difficoltà. Anche loro hanno avuto dei problemi. Non avevano dei lunghi competitivi. La gente si aspetta sempre che gli Stati Uniti possano vincere le partite anche al minimo del gas, ma non è così. Si sono trovati di fronte a tante squadre di livello e team attrezzati. Vincere non è mai facile, per nessuno e questa è la prova più significativa.
Italia: continuità o svolta? Adesso ho voglia di pensare al club e poi ci sarà il tempo delle valutazioni. Ricambio generazionale o meno, non è questo il momento per parlarne. Spero solo che tutti i giocatori capiscano che l’unico modo per competere è lavorare sodo sotto ogni aspetto non risparmiandosi mai e andando sempre oltre i propri limiti.
Polemiche Vitali. Non voglio e non devo rispondere a nessuno, sono molto sereno. Ognuno ha opinioni diverse e dice quello che pensa. Non è la prima volta e non sarà l’unica che un allenatore viene attaccato per le proprie scelte. C’è libertà di parola in questo mondo.
Italia supponente piuttosto che operaia. Lasciatemi qualche tempo e poi vi darò una risposta più precisa anche su questa questione.