Si dice che l’Olimpia Milano voglia riportare in Italia una delle “barbe” più conosciute della pallacanestro europea: Gigi Datome. Che nei giorni precedenti all’uscita di un suo libro (Gioco come sono insieme con Francesco Carotti edito da Rizzoli). Tra l’intervento di pulizia al ginocchio, il “Gigione Day” e la Nazionale per i Mondiali FIBA in Cina, nell’intervista concessa a Antonio Giuliano per L’Avvenire, Datome su un eventuale arrivo alla corte di Ettore Messina dice soltanto: “A Istanbul sto bene e la mia intenzione è restare, però non so che cosa accadrà nel futuro”.
Modelli? Alien Iverson da ragazzino. Poi Bodiroga e Tony Parker. Ma oltre ai mostri sacri Jordan e Lebron James, Ginobili è quello che mi ha trasmesso più emozioni. Sono però stati tutti solo modelli sportivi. Per il resto mi piace discutere e ascoltare persone migliori di me, più intelligenti e con più cultura.
Momenti. Sicuramente il trionfo in Eurolega col Fenerbahce due anni fa è stato il massimo. Ma io non dimentico nulla del mio percorso. Ho faticato tanto per ritagliarmi il mio ruolo a Siena, Roma e all’inizio anche in Nazionale. Ero convinto di poter far ricredere tanti e sono contento di esserci riuscito. La felicità pura però è legata allo “scudettino” allievi vinto con Olbia in cui ho pianto per la prima volta di gioia e ho ancora i brividi.
GGG invece che Gigione Day. Quest’anno si chiamerà “GGG” perché coinvolgerà anche Greg (Gregorio Paltonieri) e Gimbo (Gianmarco Tamberi). Lo faremo il 2 agosto a Cervia (Ravenna). Dopo i bambini autistici e quelli down questa volta vogliamo aiutare l’Ospedale Bambino Gesù. È un evento meraviglioso che mi permette attraverso il basket di far qualcosa per realtà spesso emarginate. Quando ti capita di far salire sulle spalle una bambina down e farla schiacciare tra l’entusiasmo del pubblico? Un’emozione pazzesca.