Alla vigilia della gara casalinga con Treviso (palla a due ore 18:00, diretta su Eurosport player) il coach dell’imbattuta capolista Segafredo Bologna Sasha Djordjevic presenta la situazione in casa e i temi dell’incontro.
“Stiamo per fare il primo allenamento nel palasport in Fiera, che è la notizia del giorno. Abbiamo fatto i primi sopralluoghi, è qualcosa di bello, vediamo che per la società è il primo passo verso dove vogliamo essere in futuro. Speriamo, dalla parte sportiva della cosa, di inaugurarlo nel modo migliore: per noi sarà la prima volta, negli spogliatoi come sul campo. Conosco Treviso, apprezzo Menetti e tutto quello che ha fatto nella sua gestione a Reggio Emilia, ora sta ricominciando un altro progetto importante, con la promozione e un passo importante sia per Treviso che per il basket italiano. Ci aspetta una bella partita, un bell’esame, una gara tosta dal punto di vista fisico e mentale perché loro non mollano mai. Leggevo le dichiarazioni loro, che a loro servirà il killer instinct, e noi dovremo evitare che ce lo abbiano ripartendo soprattutto dalla difesa, per domani e per le prossime gare. Piedi e culo per terra, tanta difesa, tanta concentrazione, le piccole cose che permettono di costruire altri due punti importanti per la classifica”
Le impressioni dopo la gara di Ulm? “A volte ci sono cose che devo sottolineare, quelli erano i miei pensieri, azzeccati, dopo quella partita: noi dobbiamo chiedere a noi stessi sempre qualcosa di più. In allenamento ho visto buone risposte, ora vedremo cosa dirà la partita, ma è tutto un periodo in cui giochiamo tanto e facciamo fatica ad allenarci, ma si va avanti”
Darai riposo a qualche lungo inserendo Delia? “Vedremo. C’è stato turnover per gli acciacchi di Gamble, ora lui sembra sia recuperato, aspettiamo la sosta che ci tocca tra qualche settimana per limitare i problemi fisici. Domattina vedremo che squadra andrà in campo”
Treviso tira bene da 3 e recupera molti palloni, concedendo a rimbalzo. “Sono cose che anche noi abbiamo analizzato, sappiamo che possono variare quintetti. Sono tosti, ben allenati e ben condotti dal play Nikolic, che con Trinchieri e al Partizan è cresciuto tanto. E’ nel posto giusto per migliorare ancora, è uno dei nomi che in estate è stato accoppiato pure a noi e che io apprezzo molto. Poi c’è Fotu, tosto come tutti i neozelandesi”
Durante la sosta potrete anche riposare, o rischiate di perdere il ritmo? “Ci sono cose negative e positive, vediamo dopo queste partite dove avremo bisogno. Magari la sosta arriverà dopo aver fatto cose poco buone, chissà. Ma lavorativamente sarà positiva, ci permetterà di riconoscere alcune cose su cui abbiamo basato la nostra partenza e aggiungere altre cose. Abbiamo aggiunto Teodosic molto tardi, quindi non potevamo introdurre tanto altro, ma ora potremo farlo. Ora però non dimentichiamo che abbiamo trasferte toste da affrontare”
Perché pensi che l’entusiasmo possa essere un fattore negativo per questo gruppo? “Non per questo gruppo, ma per il gruppo in generale. C’è chi ha esperienza, chi no, è un processo mentale di assestamento: parlo dei giocatori in primis, ma anche di tutto il resto, abbiamo componenti della società nuovi che devono capire molte cose, il focalizzare gli obiettivi. C’è un progetto, una idea, la voglia di fare, ma poi c’è anche la necessità di concretizzare altrimenti arrivano i problemi. E’ per questo che chiedo di stare con i piedi per terra e andare avanti un passo per volta. Mi è entrato nell’occhio questo continuo dire ‘la Virtus non faceva queste cose da x anni’: non possiamo ripeterlo sempre, sappiamo quale sia la storia, ma noi siamo qui per sudare, e io mi svegliavo ogni giorno sognando questa possibilità. E io voglio che la gente mi segua in questo modo, senza poi entrare al Paladozza e non toccare il campo con i piedi. E’ lunga, lunghissima, e noi non abbiamo fatto ancora niente. Siamo sempre la squadra che negli ultimi anni non ha mai fatto i playoff, e non è che ora tutto sia scontato. E’ un processo che va rispettato tutti i giorni”
Senza parlare di obiettivi, ma sei oggi dove speravi di essere? “A me non piace perdere, non piace a nessuno. Io voglio far capire che dobbiamo portare in alto questa società, che per i prossimi 10 anni e più si giochi per vincere qualcosa. C’è bisogno di sacrificio, di vincere e di ripartire subito il giorno dopo”
Oggi vedrete il campo nuovo. “Le misure sono le stesse, spero che gli esperti di montatura tengano i canestri alla stessa altezza… La struttura è bellissima, ho la pelle d’oca, mi sono complimentato con la società: un conto è dire di fare le cose, un conto è farle davvero. Poi non so se sarà una cosa fissa per la Virtus, ma è un segnale bellissimo per la pallacanestro. Per una società sportiva avere un impianto è fondamentale, una Segafredo Arena è indispensabile, e noi siamo qua per seguire quello che fa la società, altrimenti mancherebbe qualcosa. Compito nostro è riportare a Bologna la massima competizione europea, titoli o no, per chiudere il cerchio”