Rimasto a Trento per un piccolo infortunio, Alessandro Gentile ha seguito la vittoria dei compagni a distanza, e ha rilasciato una intervista a Time Out, l’inserto della Gazzetta dello Sport.
Tornare in EuroLeague. Ci credevo, l’ho sperato. Credo di valerla, ma non mi arrendo. Le scelte non dipendono solo da me. Trento mi ha cercato, mi ha voluto con forza. E alla fine l’importante era fare un passo in avanti rispetto all’Estudiantes, dove non ho giocato in Europa.
NBA un sogno. Spero di no. Melli c’è arrivato a 28 anni e mezzo, Scola a 27. Datemi tempo (ride). Non una malattia, ma un obiettivo.
Virtus Bologna. Ho parlato con Djordjevic, mi voleva, poi è intervenuto Baraldi che non era d’accordo con l’allenatore ed è finita lì.
Proli e l’Olimpia. (Mi ha fatto stare male) quello che è successo con Proli a Milano quando mi tolse la fascia di capitano, annunciandolo con un’intervista proprio alla Gazzetta. Da lì nasce tutto il mio malessere di quei mesi, che poi sono stati tre o quattro. Lo consideravo un secondo padre, se uno come lui fece quello che ha fatto, poi logicamente tutti si sono sentiti in diritto di attaccarmi.
Italiani brocchi. E’ troppo facile nascondersi dietro il “Prendo un americano da 50.000 dollari e vado meglio”. Bisogna avere pazienza, non tutti nascono Gallinari, ma nemmeno tutti brocchi.