Tempi, modi, soldi mancanti. Tutto sembra girare contro la Scandone Avellino nella corsa frenetica all’iscrizione alla serie A.
Entro il 9 luglio la Scandone dovrà pagare la rata di riaffiliazione alla Legabasket. oppure chiedere l’autoretrocessione in A2 o B. E poi ci sarebbe la situazione da definire con l’Erario (che nel dettaglio sia Inps o Iva non fa differenza); tutto deve avvenire non attraverso versamenti da parte della proprietà Sidigas, che è sotto richiesta della Procura di Avellino di fallimento. Pena una azione revocatoria nel caso saltasse il banco il 12 all’udienza in Tribunale.
Scrive così Il Mattino, che ne ha letto le carte dell’indagine, sulla situazione finanziaria della Spa napoletana: «Società con un’esposizione debitoria ingestibile» costituita «in gran parte da debiti erariali» (almeno 95 milioni e 654mila euro). La situazione contabile della Sidigas? «Da anni volutamente confusa e con probabili condotte di falsificazione di bilanci».
De Cesare, unitamente ai suoi avvocati – si aggiunge nell’articolo – è convinto di poter evitare la procedura fallimentare in virtù dei numerosi crediti vantati, a sua volta dalla società di via Vasto, molti dei quali direttamente dallo Stato.
Con queste premesse anche l’annuncio di una possibile cordata, ventilata sempre da Il Mattino, che dalla capitale possa venire in soccorso alla Scandone ci sembra una soluzione aleatoria. Non ci sono margini di trattativa, di verifica conti. L’Auxilium Torino si è data sei mesi per concludere con il gruppo Leonis e abbiamo visto come è andata a finire: Adesso abbiamo sei giorni a disposizione e trovare qualcuno che faccia beneficenza sapendo di poter essere risucchiato nell’eventuale fallimento Sidigas ci semba pura fantascienza.