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Lega A – Rok Stipcevic “Aiutate chi fugge dalla guerra”

Lega A - Rok Stipcevic "Aiutate chi fugge dalla guerra"

Torna a Roma, dopo la straordinaria stagione 2014-15 in maglia Virtus, il playmaker croato Rok Stipcevic. Ma stavolta da avversario, come playmaker della Fortitudo Bologna e con Jerome Dyson dirimpettaio per una sfida che promette belle scintille. Ad Andrea Barocci per il Corriere dello Sport ha rilasciato una bella e toccante intervista, soprattutto nella parte in cui lo vede, bambino di 5 anni, fuggire dalla Croazia all’epoca della guerra civile in Jugoslavia nel 1991.

La guerra. Io so come stavo e come mi sentivo quando ero piccolo: non avevo quasi nulla. Per questo quando mi sveglio e sono grato per avere accanto a me mia moglie e mia figlia Siena di 3 anni e mezzo; per vivere una vita normale, per poter comprare alla mia bambina ciò che più le piace. Però tornare indietro con la memoria, ricordare cosa è successo e di chi era la colpa di quella guerra… No, questo non lo faccio mai: non mi darebbe nulla. Anzi mi farebbe solo male.

Profugo e profughi. In Italia ci sono tanti stranieri che lavorano e sono ben accetti. Me si deve comunque essere sempre consapevoli che dobbiamo aiutare gli altri. I miei genitori mi avevano mandato sei mesi in Slovenia durante la guerra perché erano preoccupati della situazione, e lì tutti mi hanno accettato e aiutato. I mondo è uno, ognuno di noi vive qui: per questo bisogna aiutare le persone che ne hanno bisogno. Perché a volte la gente non ha alcuna altra scelta. Quando è così, credetemi, stai male. E in quella situazione, ti ricordi per tutta la vita di chiunque ti abbia dato una mano. Lo dico sempre: se si spendono miliardi per andare sulla luna, allora si potrebbe spendere qualcosa anche per dare un abbraccio a chi non ha un tetto sulla testa.

Oggi con la Fortitudo. Sono un tipo a cui servono emozioni e passioni: gioco soprattutto per quello. E a Bologna le ho trovate. Finché mi sentirò così, continuerò a giocare. Ma torno con piacere a Roma: anche con tutti gli infortuni die abbiamo avuto in quell’anno con l’Acea, è stata comunque una bella stagione, anche dal punto di vista personale. Sono ancora in contatto con tanti compagni di squadra di allora: parlo con Ejim, Sandri, De Zeeuw, Morgan.

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