Dopo un giorno cosiddetto di riposo ma in realtà di viaggio e defaticamento delle tossine fisiche e nervose di gara 5 al Taliercio, Gianmarco Pozzecco elabora lo sfogo nella sala stampa, spiegando meglio quello che avrebbe inteso dire con discorsi inframmezzati di parolacce e di frasi talvolta smozzicate con Andrea Tosi de La Gazzetta dello Sport.
Processi mentali. «Non sono mai stato il tipo capace di elaborare processi mentali, non conosco la premeditazione, anzi la respingo. Sono stato un giocatore vero, io sono ancora, per me m campo non esiste la scorciatoia, il mezzuccio per vincere la partita. Perciò quando percepisco una situazione che può alterare il risultato fuori dall’abilità dei giocatori, vado fuori di testa. Reagirò sempre così. I miei toni? Non sono quelli il problema. Il problema è quello che si dice e che si fa intorno alla partita.
Walter De Raffaele. Ci tengo a sottolineare che non ce l’ho con Walter: siamo amici e ha fatto bene lui a ricordarlo. Ce l’ho con tutti, soprattutto con la cultura sportiva italiana dove si persegue il risultato a tutti i costi. È un sistema allucinante. Sono i giocatori che devono vincere o perdere le partite, sono solo loro che possono condizionarne correttamente l’esito. E sul campo con loro ci sono tre persone che hanno il compito di fare rispettare le regole.
Arbitri e il loro metro. Lasciamo che gli arbitri lo facciano serenamente. Io non ho mai parlato di loro prima dei playoff. Il mio maestro Charlie Recalcati mi ha impartito una lezione di recente: nel basket quello che conta è il metro arbitrale. Non è una questione di un fallo in più o di uno in meno. Visto che altri ne parlano, allora lo faccio anch’io. E non mi piace. Rispetto ai miei colleghi credo di avere un modo diverso di allenare, non dico migliore, perché adoro i miei giocatori. Voglio proteggerli sempre, mi butterei nel fuoco per loro. Ho 46 anni, non ho figli naturali, ne ho 12 adottati. Mi hanno regalato una coppa europea e questa finale scudetto. Quattro mesi fa ero un balordo che arrivava da Formentera, oggi sono un allenatore nuovo, molto cambiato anche nella forma ma non sarò mai politicamente corretto.