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Lega A – Campionato 2019-20 a diciotto, oppure a sedici squadre?

Lega A - Campionato 2019-20 a diciotto, oppure a sedici squadre?

Se Cantù non si dovesse iscrivere al prossimo campionato di serie A, preferendo una obbligata autoretrocessione in A2, è possibile che alla fine non faccia nemmeno tanto rumore. Sta per cominciare un giugno molto “caldo”, nonostante i cambiamenti climatici in atto, per la pallacanestro di vertice italiana. La prima certezza è che, dalla decisione del tribunale FIP, l’Auxilium Torino è arrivata ultima in serie A per cui si partirà per il 2019-20 con quel campionato a 18 squadre che imprudentemente fu deciso di varare per accontentare la richiesta di due promozioni dalla A2 alla A.

Se al nastro di partenza di settembre saranno meno, sarà solo effetto della selezione naturale di marca darwiniana. E a proposito Claudio Pea sembra certo che la Pallacanestro Cantù si iscriverà al campionato di A2, probabilmente non raggiungendo la massa critica che le consentirebbe la categoria superiore e in attesa che dalla ricostruzione del Pianella possa uscire linfa vitale per il futuro.

Ma ci sono altre situazioni che hanno bisogno di risolvere in fretta i loro problemi di budget? Partendo dal fondo della classifica di serie A, Pistoia che già aveva il bilancio meno ricco delle 16 del 2018-19, deve ricostituire anche la guida manageriale senza continuità per raccogliere il denaro sufficiente. La dirigenza non ha entusiasmato la piazza né brillato per capacità di polso e presenza con la squadra, l’arrivo di Hitachi in città non è stato per nulla sfruttato per beghe interne dopo diverse chiacchiere a vuoto.

Che la Vuelle Pesaro fosse in vendita nell’estate 2018 sembra che sia finito nel dimenticatoio. Ma la situazione oggi è la stessa. Il Consorzio Pesaro basket dovrà ripianare i debiti della gestione Costa di quest’anno come in quelli passati e un eventuale acquirente dovrà sostituirsi e non aggiungersi al consorzio per cui le risorse non aumenteranno. E non è un mistero, tra i misteriosi bilanci delle società in Italia – adottare il sistema francese si che sarebbe una vera riforma! – che Pistoia e Pesaro avessero il montestipendi più risicato della serie A.

Pallacanestro Trieste invece sembra sia stata chiara. Manca, dopo il CdA dell’altroieri, più di 500.000 euro per un budget di 3,5 in flessione dai 5 della passata stagione. Ridimensionamento quindi su tutta la linea che permetterà di rimanere in serie A.

Traslati di un anno invece i problemi di Reggio Emilia. Le dichiarazioni di Stefano Landi l’ha messa in una condizione simile a quella che Treviso subì dal ritiro dei Benetton, e sappiamo come è andata a finire. Sembra certo che ci vogliano 3 milioni di euro per affrontare un campionato di serie A al livello base – il solo monte ingaggi di Milano sarebbe di 7 milioni per fare la pietra di paragone – e per costruire un’alternativa bisognerà lavorare sodo.

Non si può escludere che Avellino potrà in futuro ritrovarsi nella situazione che ha contribuito a falsare in parte il campionato 2018-19, visto che le sue disponibilità dipendono sostanzialmente dalla fortune finanziarie della Sidigas. Qui si dovrebbe agire in sede preventiva, ma quasi nessuno lo vuole visto che le regole non sono mai ad personam…

Dalla A2 salgono Fortitudo Bologna, che ha già annunciato la caccia al budget mancante, e Virtus Roma, la società che si era già una volta autoretrocessa. Legabasket può avere accesso ai bilanci ultimi, visto che sono di pertinenza di Legapallacanestro o dovrà prendersi a scatola chiusa i pacchi-regalo?

Secondo il nostro modesto parere, quello che manca oggi è una regola che impedisca il ripetersi di casi come quello di Boccio a Forlì. La fidejussione non basta, e poi alle neopromosse l’hanno pure abbassata. Una regola che impedisca al presidente di turno di incassare i soldi degli abbonamenti, le rate degli sponsor, campagne acquisti senza congrui riferimenti al budget. Fino ad arrivare, di solito tra novembre e dicembre, a lamentarsi del territorio che non risponde, degli sponsor che non corrono al capezzale della società, del pubblico che non fa sold out, dell’iniqua federazione. tralasciando di pagare gli affitti degli appartamenti dei giocatori piuttosto che i pullman per andare in trasferta. E sperando di arrivare in fondo alla stagione trattenendosi in tasca oltre il 50% dei ricavi per riproporre il giochino con la copertura dei bilanci fasulli nella stagione seguente. Uno schema che potrebbe essere stato seguito nella Mens Sana Basket 1871, visto che Procura e Guardia di finanza stanno indagando sull’ipotesi dell’appropriazione indebita.

Diversificare le fonti di reddito, migliorare quelle esistenti, agire sulla formazione del capitale sociale occorrente. Avere strumenti che possano rendere interessante l’arrivo di investitori anche non appassionati come Giorgio Armani. Un altro Giorgio, Gandolfi sul nostro sito ieri ha provato a indicare le linee guida di un percorso che sembra necessario (qui). Sarebbe venuto il momento di agire.

 

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