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LBA – Olimpia, Messina: “Vorrei più facce di bronzo”

LBA - Olimpia, Messina: "Vorrei più facce di bronzo"

Ettore Messina scopre Milano. È più allegra e meno austera e grigia di quanto mi aspettassi. Dopo tanti anni all’estero, ho riscoperto con mia moglie la gioia di andare al cinema e fare lunghe passeggiate. Mi piace la zona dell’Università Bocconi, di Porta Romana.

Il più grande problema? il traffico. Milano è una città organizzata ma al traffico non ero più abituato. Passiamo molto tempo in auto perché mio figlio si allena tardi nelle palestre più disparate (gioca nell’Urania Milano, ndr) e non servite dalla metropolitana: mi rendo conto di essere un privilegiato, ho tempo libero mentre per la maggioranza delle famiglie stare dietro ai loro ragazzi non è facile. Mi aspettavo che proprio perché Milano è una città internazionale ci fossero più strutture per fare sport.

Realtà spietata. Mi colpisce quante persone abbiano bisogno di aiuto. Si nota nelle strade, ogni giorno passo davanti all’associazione Pane Quotidiano e impressiona il numero di persone di ogni età e provenienza che hanno bisogno di cose fondamentali per vivere. Come è naturale negli Stati Uniti, dove le istituzioni non sono in grado di occuparsi di questi problemi, anche da noi sostenere chi ha bisogno sta diventando un impegno molto personale.

Olimpia, l’organizzazione. È una delle priorità per arrivare ad ingaggiare giocatori di alto livello che quando scelgono una squadra vogliono avere determinate garanzie. Milano in questo ha una credibilità ma questo va meritato ogni giorno, non è garantito e funziona nei due sensi. È un processo che deve diventare selettivo anche da parte nostra e non solo per i giocatori.

Pressione. Quando sento parlare di pressione dall’esterno dico sempre “andate al Real Madrid…”. A Milano non c’è ma se uno non è un idiota capisce da solo che l’Olimpia, come i grandi club storici, non è una squadra come le altre: la pressione deve nascere dentro ognuno di noi. Così come è evidente che quando abbiamo avuto la possibilità di portare a Milano campioni come Rodriguez e Scola, una spinta l’abbia data la considerazione di poter offrire delle stelle a chi ha visto all’Olimpia giocatori come McAdoo, senza fare paragoni con la forza della squadra di allora. Il rapporto con Rodriguez e Scola, ma anche con Micov o Nedovic, giocatori che hanno visto tutto, è di apertura e confronto continuo.

Facce di bronzo. Un po’ di personalità. Se sei stato chiamato dall’Olimpia non puoi avere il braccìno, passare un tuo tiro o evitare una decisione. Vorrei vedere più facce di bronzo. E voglio dire che sono grato al pubblico di Milano per il sostegno mai scettico e sempre positivo che ha mostrato finora con noi: con la squadra, ha avuto più pazienza di me.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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