La NBA ha vissuto alcuni cambiamenti considerevoli nell’era del Commissioner Adam Silver: non solo mega contratti televisivi, ma anche un rinnovamento dei format All-Star Game e draft-lottery. Ma non è ancora finita; il gran capo della NBA in conferenza stampa ha detto ieri che l’Associazione sta esplorando ulteriori cambiamenti tra cui la riduzione del minutaggio delle partite da 48 a 40 e l’aggiunta di un torneo in mezzo alla stagione.
I giocatori giocano troppo, ad un livello tecnico-atletico esasperante. Tagliare di otto minuti la durata degli incontri per allinearsi alle norme FIBA, ma anche tagliare da 5 a 3 minuti la durata di un overtime regalerebbe più incertezza alle partite e maggiore interesse per il pubblico. Tuttavia bisogna dire che la maggior parte degli atleti desidererebbe giocare meno delle attuali 82 partite previste dal calendario.
Di contraltare, però, ciò significherebbe il calo del minutaggio in campo delle riserve piuttosto che del quintetto base provocando una sensibile diminuzione del loro impatto sul match e dei loro stipendi.
Passare da 82 a, per esempio, 72 partite potrebbe lasciare in calendario un buco interessante da riempire con un torneo in stile Summer League concentrato per format e calendario in una unica sede come potrebbe essere Las Vegas. Può darsi che non accada, ma qualche decisione per aumentare il riposo dei giocatori si dovrà fare: aver diminuito i back-to-back non è stata una scelta che ha risolto il problema.