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Cupido: “Prima la salvezza, poi si vedrà. Con Coppa nulla è impossibile”

La play della Sicily by Car Palermo punta sulla forza di un gruppo che fa perno sulle giocatrici confermate e sul carisma del coach. In attesa della Cooper

Rosa Cupido, play di Palermo

Rosa Cupido, play di Palermo

Tra le protagoniste delle splendida cavalcata che ha condotto lo scorso anno la Sicily By Car Palermo Basket alla storica e inattesa promozione, Rosa Cupido sta vivendo  la sua terza esperienza nella massima serie. Dopo le stagioni in A1 con Vigarano (2014/15 e 2017/18), la ventisettenne play nativa di Pompei sembra aver raggiunto la piena maturità in terra siciliana. Lo testimoniano i circa 30 minuti d’impiego medio e i numeri di questo inizio di campionato: 10,8 punti, 2,5 assist e 2 palle recuperate.
 

Che tipo di giocatrice è Rosa Cupido?
Sono un play che cerca di far giocare le compagne, spesso a un mio tiro preferisco servire una compagna libera per una conclusione più agevole. Anche quando ho la tiratrice a fianco, con un’avversaria che la marca in maniera leggermente più stretta rispetto alla mia, le cedo la palla per farla entrare in gioco e prendere ritmo. In generale preferisco l’assist al canestro. Con Santino Coppa si lavora molto in palestra sulla difesa, esercitandoci su vari moduli, a volte dedicando intere sedute esclusivamente a questo fondamentale. Da una buona difesa nascono buoni attacchi, in contropiede, come piace a me. Amo giocare in velocità. Lavoro molto anche sull’aspetto mentale. Mi piacerebbe mantenere la lucidità per tutto il tempo che sono sul parquet, per prendere sempre le scelte giuste e non avere momenti di appannamento“.
Ripercorriamo le tappe della tua carriera prima dell’approdo a Palermo. Come tante tue colleghe hai fatto conoscenza con la palla a spicchi giocando con i maschietti. 
Vero, ho iniziato a giocare a basket con i maschi nella città dove vivevo, Torre del Greco. Raggiunta l’età nella quale ciò non era più possibile, a 13 anni, ho cercato e trovato una squadra femminile a Napoli. Con la Dike, allora Gymnasium, ho svolto tutto il percorso con le giovanili, vincendo uno scudetto con l’under 14 e chiudendo sempre tra le prime quattro i campionati nazionali di categoria. Intanto, verso i 16 anni, ho iniziato a giocare anche con la squadra senior in B e in A2. Attorno ai 22 anni, dopo tanta gavetta, ho guadagnato il posto di titolare in A2, fino alla conquista della promozione in A1 e al successo in Coppa Italia. Poi consensualmente abbiamo deciso di interrompere il rapporto“.
Lo scorso anno, a campionato iniziato e con l’ambizione di poter lottare per lo scudetto, la Dike si è vista costretta ad abbandonare l’attività agonistica, lasciando Napoli senza più squadre di vertice (poco tempo prima aveva chiuso i battenti la gloriosa Phard).
Apprendere la notizia per me è stato un duro colpo. E’ la società che mi ha formato, con la quale ho vissuto anni indimenticabile e che mi ha lanciato nel mondo del basket a certi livelli. Oltre l’aspetto sportivo durante la mia lunga permanenza alla Dike ho conosciuto tante persone con le quali ho stretto ottimi rapporti, che hanno contribuito alla mia crescita come persona. La notizia mi ha colto del tutto di sorpresa, perché non trapelava nulla dei problemi societari all’esterno e per questo è stata ancora più difficile da digerire. Mi dispiace dover pensare di non avere la possibilità di tornare a giocare un giorno nella mia città“.
Dopo aver conquistato l’A1 sul campo a Napoli, hai conosciuto la massima serie a Vigarano.
Esatto. Prima esperienza in A1 e prima esperienza lontano da casa. E’ stata una tappa fondamentale, nella quale ho imparato tante cose, giocando a fianco di atlete forti ed esperte. Prima tra tutte Francesca Zara, che per me era un idolo e di punto in bianco mi sono trovata a giocarci in squadra assieme. Lei e le altre ragazze mi hanno insegnato tanto non solo sotto l’aspetto tecnico ma anche fuori dal campo. Quando vivi lontano da casa per la prima volta tutto è nuovo ed è importante avere delle guide che sappiano darti consigli“.
Dopo Vigarano sei tornata in Campania, ad Arino Irpino, dove hai vissuto una stagione in A2 molto positiva, ripetendoti l’anno dopo a Ferrara. Lì hai avuto modo di conoscere meglio Liliana Miccio, che forma con te la coppia di ‘scugnizze’ che fa sognare Palermo.
Con Lili ho avuto modo di consolidare un legame nato ai tempi della Dike. A Ferrara avevamo creato un gruppo molto unito. Nessuno avrebbe scommesso un euro su di noi, eppure grazie all’entusiasmo e alla dedizione riuscimmo ad arrivare alla finale. Purtroppo la perdemmo, sia per meriti delle avversarie sia per la situazione che si era venuta a creare  in ambito societario. La scelta di non proseguire l’attività agonistica era già nota a tutti. Continuiamo a sentirci tutte molto spesso ripetendoci che, se dovesse capitare l’occasione, non esiteremmo a tornare insieme“.
Chiusa l’esperienza in Emilia hai ritrovato l’A1 a Vigarano. Poi è arrivata la chiamata di Palermo. Cosa ti ha spinto ad accettare questa nuova sfida?
La presenza di Santino Coppa mi ha convinto a credere nel progetto di Palermo. E’ un allenatore che conoscevo tramite le parole della mia allenatrice ad Ariano, Iris Ferazzoli, che aveva lavorato con lui da giocatrice. Me ne aveva parlato molto bene, descrivendolo come un coach che ti fa lavorare sodo, anche se con metodi meno moderni rispetto ad altri, pignolo ed estrememente attento ai dettagli, caratteristica non facile da trovare oggi. Lo scorso anno sui nastri di partenza non eravamo certo lo squadrone da battere, ma grazie al nostro impegno e alla sua sapiente guida siamo riuscite a centrare la promozione. Inoltre conoscevo bene Liliana e Francesca Russso. E’ stato un insieme di fattori a determinare la scelta“.
Quale momento ricordi con più piacere della scorsa stagione?
Ho scolpito nella mente ogni singolo attimo dell’anno della promozione. E’ stata una gioia del tutto inattesa, una vittoria conquistata contro ogni aspettativa. Eravamo partite demoralizzate per due infortuni pesanti che rischiavano di compromettere il nostro lavoro, ma siamo riuscite a fare delle difficoltà il nostro punto di forza. Abbiamo fatto gruppo e mattone dopo mattone abbiamo costruito questo miracolo sportivo. Un’emozione continua, culminata con la finale, che ricorderò sempre“.
L’inizio di stagione non è stato dei più semplici. L’imminente arrivo della terza straniera, la lunga americana Shayla Cooper (fresca vincitrice del campionato portoricano), dovrebbe garantirà più solidità sotto le plance. 
“Dobbiamo puntare soprattutto sull’unità di un gruppo consolidato. Siamo in cinque reduci dalla scorsa stagione, inoltre la spagnola Laia Flores Costa non ha avuto difficoltà ad integrarsi, aiutata anche dalla conoscenza della lingua. L’americana Markeisha Gatling ha avuto maggiori problemi sotto questo aspetto, ma credo si stia ambientando bene. L’assenza fino ad ora di una terza straniera ci ha penalizzato non poco, non tanto per una questione tecnica quanto d’impatto fisico. Abbiamo due giocatrici che giocano da 4, che possono andare in difficoltà al cospetto delle pari ruolo avversarie, quasi tutte americane. L’arrivo a giorni di Cooper annullerà questo gap“.        
Il calendario, in questa prima fase della stagione, non vi è stato d’aiuto. A parte Torino (unica gara vinta), avete affrontato squadre di livello superiore che ambiscono a posizioni di vertice o comunque a entrare nei playoff.
Io non lo considero un fattore del tutto negativo. Abbiamo avuto contro squadre più forti, cone le quali te la puoi giocare, ma sai bene che le partite da vincere da neopromossa sono altre. Aver concentrato il ciclo terribile a inizio stagione non credo ci abbia penalizzato più di tanto, ora dovremo essere brave a fare punti con formazioni del nostro livello, che affronteremo con un’americana in più“.
Con chi vi giocherete la permanenza in A1?
A giudicare dalle prime giornate, la lotta dall’ottavo all’ultimo posto riguarderà noi, Costa, Torino, Empoli, Battipaglia e Bologna“.
La salvezza è l’unico obiettivo stagionale?
Sono abituata a non precludermi mai nulla, quindi la porta a qualcosa di più importante la lascio aperta. Coach Coppa poi è uno che non si accontenta. Vedremo“.
Nella prossima giornata al PalaMangano sarà di scena l’atteso derby con la corazzata Ragusa.
Se vogliono i due punti dovranno conquistarli sudando, noi lotteremo su ogni pallone. Come ogni partita scenderemo in campo per vincere, poi complimenti all’avversario se sarà stato più bravo di noi. Avremo dalla nostra parte l’apporto di un pubblico che quest’anno è molto vicino alla squadra, spero ci possa trasmettere l’energia necessaria per realizzare l’impresa di battere Ragusa“. 

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