VENEZIA – Dopo sei partite e mezzo di sostanziale equilibrio, bastano dieci minuti perfetti alla Reyer Venezia per festeggiare il secondo scudetto in tre anni. Una raffica sensazionale di Michael Bramos mette in ginocchio la Dinamo Sassari, costretta ad arrendersi alla difesa asfissiante dei lagunari e allo show del greco-americano. Può quindi esultare la squadra di Walter De Raffaele, mentre Gianmarco Pozzecco va soltanto a un passo da un titolo che avrebbe avuto del clamoroso per un coach arrivato a stagione in corso e capace di infilare una striscia positiva incredibile. E’ lo scudetto della profondità del roster di Venezia, che dà il meglio quando riesce a far sparire dal campo gli avversari con la difesa e può contare su giocatori abituati a giocare ad altissimi livelli: dal già citato Bramos, animale da playoff, ai vari Haynes, Stone, Watt e Daye. Si è aggiunto a questo nucleo anche Andrea De Nicolao, andando a compensare le difficoltà di Stefano Tonut. Una tenuta mentale mostruosa, testimoniata dal percorso: quarti, semifinali e finali vinte all’ultimo respiro, due volte in Gara 5 e una in Gara 7. “Siamo stati bravi, questo scudetto è un capolavoro di idee, lavoro e coraggio”, ha dichiarato De Raffaele prima di finire travolto dalla festa della squadra.
Primo tempo
Partita che si apre all’insegna dell’intensità, l’equilibrio regna e non potrebbe essere altrimenti dopo una serie di questo tipo. Venezia prova ad accendersi con una splendida stoppata di Watt su McGee, la difesa reyerina alza i ritmi, i due allenatori devono trattenere il fiato quando proprio Watt, nel tentativo di andare a canestro, frana sul ginocchio di Thomas: attimi di panico per entrambi i coach, per fortuna nessun problema serio per due dei protagonisti di questa finale. Una bomba di Austin Daye regala il +7 ai lagunari (19-12), l’attacco di Sassari è in confusione, Carter inchioda una stoppata su un contropiede di Watt che avrebbe fatto esplodere il Taliercio. Venezia procede spedita a inizio secondo quarto, la Dinamo resta aggrappata con le bombe di Thomas e Smith (25-20). Quando la Reyer riesce a sporcare i possessi di Sassari e volare in contropiede, la partita pende dalla parte dei padroni di casa. Pozzecco rimette nella mischia Cooley che inizia a troneggiare a rimbalzo d’attacco ma non basta per rimettere il Banco di Sardegna in carreggiata, complici i tantissimi errori al tiro dovuti alla grande difesa di Venezia: Bramos è chirurgico dall’altra parte e la Reyer costringe Pozzecco al timeout. Stone piazza la bomba del +9 entrando nell’ultimo minuto del primo tempo, il gap rimane invariato all’intervallo lungo (39-30).
Basket, Venezia campione d’Italia: la festa dei venetiSecondo tempo
Il terzo quarto si apre con due fischi pesanti: terzo fallo di McGee, quarto di Vidmar. Bramos prende per mano Venezia con undici punti che valgono il +18 e un bel pezzo di tricolore, l’esultanza polemica sulla terza bomba davanti alla panchina di Sassari viene punita con un tecnico sacrosanto. Sassari si rianima con uno 0-5 di controparziale (50-36) ma è un’illusione, perché Haynes e Watt rilanciano immediatamente Venezia. Pozzecco ferma l’emorragia sul -20 (57-37) chiamando timeout, l’ennesima tripla di Bramos in chiusura di quarto gela le speranze di rientro di Sassari, che prova a rialzarsi con un tiro dall’arco di Spissu. In uno dei rari errori di Bramos da 3, con una manciata di centesimi sul cronometro del terzo periodo, arriva un fallo gratuito di Carter: il greco fa 3 su 3 e la Reyer entra nei 10′ finali sul 69-47. Il quarto quarto è di accademia nonostante i tentativi sassaresi di non mollare: la Dinamo ha però pochissimo da Thomas e praticamente nulla da Pierre, mentre Venezia ha tantissimo da Haynes, che con un 5-0 di parziale porta i suoi sul 78-54 che di fatto archivia il match con 5′ da giocare. Gli ultimi minuti servono soltanto per le statistiche, il finale è 87-61, è De Raffaele che si inchina davanti ai tifosi di Venezia e il duo Pozzecco-Sardara che esce a testa alta.
Più orgoglioso che deluso a fine partita il coach della Dinamo Sassari Gianmarco Pozzecco: “Il film è finito, la favola è finita, siamo arrivati vicini a vincere lo scudetto. Io non ho vinto tanto in carriera, ma sono orgoglioso di essere stato in cose clamorose come lo scudetto a Varese e l’argento di Atene. Ma questa storia resterà indelebile. Ci tengo particolarmente a fare i complimenti a Venezia, hanno giocato un campionato straordinario e dei playoff intensi. Penso sia doveroso farlo, così come fare i complimenti a De Raffaele. Mi piacerebbe che in Italia ci fosse più rispetto per gli allenatori. Loro hanno avuto un po’ più energia di noi- ha spiegato a Eurosport-. Il loro roster è più lungo e ha inciso. È bello vincere, ma non è tutto. Sarebbe stato bello portare a casa lo Scudetto, non ce l’abbiamo fatta e ci dispiace. Siamo felici per un grande cammino, forse è più facile vincere lo Scudetto che vincere 22 partite di fila come abbiamo fatto. Non abbiamo mai mollato, chiudiamo con una coppa europea e tante soddisfazioni, grazie a tutti”.
UMANA REYER VENEZIA-BANCO DI SARDEGNA SASSARI 87-61
(16-12, 39-30, 69-47, 87-61)
Venezia: Haynes 21, Stone 3, Bramos 22, Tonut, Daye 13, De Nicolao 10, Vidmar 6, Biligha, Giuri, Mazzola, Cerella 2, Watt 10. All.: De Raffaele
Sassari: Spissu 8, Smith 9, McGee 9, Carter 4, Devecchi, Magro, Pierre 3, Gentile, Thomas 16, Polonara 3, Diop, Cooley 9. All.: Pozzecco
Tiri: Venezia 20/39 da 2, 13/32 da 3, 8/10 ai liberi. Sassari 12/35 da 2, 8/26 da 3, 13/25 ai liberi
Rimbalzi: Venezia 46 (12 offensivi), Sassari 42 (15 offensivi)