A metà agosto, per la prima volta, ha visto l’Altopiano di Asiago ed è stata subito “connessione”, come dice lei. E lei è Samantha Ostarello, ala/pivot statunitense di 28 anni in forza al Fila S. Martino di Lupari che in questo fine settimana prenderà parte al torneo “Città di Schio”, ultimo test prima dell’Opening Day che darà il via al campionato.
Un “mordi e fuggi” per raggiungere Canove di Roana, sede del municipio, e dare ufficialmente il via all’iter per ottenere la cittadinanza italiana, perché non è solo una questione di feeling, “Sam” l’Altopiano ce l’ha proprio nel dna. Il bisnonno Beniamino Panozzo Ostarello, classe 1890, era, infatti, originario di Tresche Conca (dove esiste ancora la contrada Ostarelli) e lasciò la frazione di Roana per raggiungere gli Stati Uniti inizialmente Chicago (ci rimase un paio d’anni), poi Greenfield, in California, dove visse con la moglie Alba e i loro quattro figli.
Tra le ipotesi sulla “scomparsa” del cognome Panozzo quella che al momento della compilazione dei documenti sia stata male interpretata la dicitura “surname” (cognome), pensando, invece, per assonanza a soprannome, Ostarello appunto.
«Quando sono arrivata sull’Altopiano – racconta la giocatrice – ho avvertito una connessione con il territorio e la natura. È stato emozionante e certamente ci tornerò, voglio capire e scoprire meglio le mie origini italiane».
D’altronde l’Italia ce l’ha nel sangue e qui ci è pure nata. «A Pozzuoli, quando mio papà Ronald (un sergente pluridecorato) era in servizio con la Marina». Se la procedura andrà a buon fine, dunque, le Lupe potranno presto schierarla come comunitaria, liberando così una casella nel contingente straniero.
«Qui l’atmosfera che si respira è quella di una famiglia. Sono bastati pochi giorni per capirlo. Abbiamo un bel gruppo, ben equilibrato. Sono convinta che potremo dire la nostra e disputare una buona stagione».
Ma alla maglia azzurra ci pensa? «Certamente, per me sarebbe un sogno, ma devo prima guadagnarmela sul Friburgo con cui conquista il titolo.
«Amo viaggiare e adoro “immergermi” negli altri Paesi e nelle loro culture, ognuna diversa, ognuna in grado di arricchirmi. Prendo tutto da ogni esperienza, non sono il tipo di giocatrice che non vede l’ora che ci sia una pausa campo, continuando a lavorare duro».
E Samantha Ostarello non si può certo definire una ragazza qualsiasi. Atleta eclettica fin dai tempi del liceo, dove eccelleva anche nell’atletica leggera (salto in alto, lungo e triplo). Sul parquet, invece, completato il ciclo universitario con Purdue (è laureata in scienze motorie) ha iniziato a girovagare per l’Europa: Turchia, Repubblica Ceca, Italia, a Vigarano nella stagione 2015/16, e lo scorso anno in Svizzera, a del campionato per tornare a casa».
Mala ragazza del Sud Dakota non si limita allo sport, complici i molteplici interessi: «Amo leggere, mi piace cucinare e adoro la musica. Suono nove strumenti, tra cui sax, batteria e chitarra. L’ultimo, da autodidatta, lo scorso anno: mi sono regalata una tastiera elettronica».
E quando, dopo il primo capitolo italiano, si è presa una pausa dalla palla a spicchi ha pensato bene di aprire una società di “personal coaching” per giovani atleti di basket e non. Così, giusto per non annoiarsi.
(da “Il Giornale di Vicenza”, pag. 47 – a firma di Stefano Angonese)