FIRENZE – Simone Giannelli è lo specchio umile di questa squadra. Concentrato, determinato, con il focus giusto sul Mondiale.
A chi sottolinea la sua importanza all’interno della squadra, lui risponde così: “Io gioco sempre come so giocare. Gioco così dall’età di 15 anni, la mia idea di gioco è quella, porto in campo quello che so fare, quello che ho imparato in partite e e tornei. Mi sento importante? Sì, ma come tutti all’interno di una squadra. Sia chi gioca, sia chi non gioca. Si è visto anche contro l’Argentina, ottimi ingressi, come quello di Baranowicz che ci ha vinto il set (suo l’ace finale, ndr). Tutti quanti ci vogliamo e dobbiamo sentire importanti. Tutto quello che ognuno di noi può daee è importante”.
Dopo 4 vittorie consecutive qual è il rischio su cui si può inciampare? “Non bisogna pensare alle 4 vittorie. Bisogna stare sereni, tranquilli e capire che il mondiale è molto lungo e bastano due partite per farti trovare in difficoltà. La cosa migliore è affrontare ogni partita come fosse l’ultima e dovremo farlo anche contro la Slovenia”.
La Slovenia è pericolosa perché? “Perché l’abbiamo già vissuta sulla nostra pelle è una squadra che ci ha già battuto nell’Europeo 2015, in semifinale. E’ una partita che mi ricorderò per sempre. E’ una squadra che gioca bene a pallavolo prendono la palla alta, con giocatori di livello internazionale anche giocano nel nostro campionato, hanno esperienza”
Gli avversari della seconda fase? “Non ci abbiano ancora pensato. Stiamo pensando a questa pool pensiamo a partita dopo partita, finire al meglio. Solo dopo aver giocato contro la Slovenia guarderemo a quello che c’è da fare”.
Giocare con il pubblico che vi segue quando esultate o quando inneggiano il tuo cognome nel momento degli ingressi il campo? “E’ bello, perché dopo belle azioni ci si carica tutti insieme e noi da quella carica prendiamo cose positive. Poi quando la gente grida il mio nome è bellissimo, è sempre bello come la prima volta. Noi siamo in campo per rappresentare il Paese e ance chi è lì a seguirci, è un piacere e anche un onore”.