Di Stefano Benzi
Quando si dice il buon esempio: si resta sconcertati di fronte a certe notizie che arrivano dall’estero, e in particolare dagli Stati Uniti dove gli investimenti nello sport scolastico e universitario sono seri e non campati per aria, o promessi e poi negati. In Giappone, Corea del Sud e Cina – d’altronde – questo buon esempio lo stanno seguendo da un pezzo.
Stando alla conferenza stampa tenutasi all’Università della California – per decine di migliaia di tifosi ed ex frequentanti semplicemente la CAL – ha presentato un piano di investimenti da 30 milioni di dollari per costruire un gigantesco impianto di pallavolo con numerosi campi di allenamento che raccoglieranno anche beach e green volley. La vera novità è che il beach volley otterrà più spazio del volley indoor, confermando la California uno degli indotti più importanti e vincenti degli States.
Il cancelliere del governo californiano con delega allo sport, Carol Christ, si è congratulata con l’ateneo per la lungimiranza e la strategicità del progetto che vuole raccogliere non solo gli iscritti all’università ma anche i ragazzi delle high school di Berkeley.
L’impianto sarà realizzato all’interno dello storico Clark Kerr Campus: quattro campi in sabbia con tribune per oltre cinquemila persone, due campi in green più altri due impianti polifuzionali, una palestra indoor con servizi e strutture: bar, ristorante, sala pesi, sala fitness, sala medica, spogliatoi… tutto. Gli impianti di beach all’aperto saranno inaugurati nella primavera dell’anno prossimo: il resto della struttura dovrebbe essere pronto per il 2021. Verrà data la precedenza alle strutture di gioco e poi saranno allestite tribune, palestre complementari e parcheggio.
Attualmente l’Università di Berkeley, uno dei dieci atenei californiani, ospita circa 42mila studenti. Il 92% di loro fa attività sportiva all’interno del campus. Un migliaio giocano a pallavolo e beach volley, almeno cinquanta di questi beneficiano delle borse di studio per l’eccellenza sportiva. Berkley, nonostante un deficit di 17 milioni di dollari, continua a investire in strutture, soprattutto sportive: una tendenza significativa in un momento in cui si parla di recessione dell’economia universitaria americana con alcuni atenei più piccoli costretti a chiudere corsi se non addirittura la sede. La risposta di Berkeley alla crisi è investire: negli ultimi anni ha realizzato due nuove piscine, una struttura per la ginnastica, un court per il basket e tre campi per lo “street” ristrutturando quasi completamente il Memorial Stadium e il Simpson Center, struttura per l’eccellenza sportiva. Costo complessivo quasi mezzo miliardo di dollari. L’università prevede di azzerare il deficit entro il 2020.
Ah… le nuove strutture sportive del volley saranno finanziate da donazioni e investimenti privati. L’ateneo non ha chiesto un solo dollaro alle banche o alle amministrazioni scolastiche californiane…
Qualcuno ha preso appunti?