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Di Redazione
Dalla stagione 1995-96 ha giocato ininterrottamente in serie A1. Ha fatto la fortuna di squadre del calibro di Padova, Macerata, Treviso, Latina e Piacenza. Alessandro Fei ora assaporerà anche il clima della serie A2.
Alessandro Fei giocherà in A2 dopo 23 stagioni da protagonista nella massima serie, dopo tanti trofei vinti sia con i propri club, sia con la nazionale. Ha deciso di sposare il nuovo progetto della Gas Sales Piacenza di Elisabetta Curti, dicendo sì all’amico Hristo Zlatanov, direttore generale della nuova società. «Avevo sempre detto – sottolinea Fei a pochi giorni dalla partenza per le vacanze – che mi sarebbe piaciuto rimanere a Piacenza ancora una stagione, finire la mia carriera da giocatore a Piacenza. Logico che mi sarebbe piaciuto chiudere in Superlega, ma sapete tutti come è andata a finire. Poi è arrivata la chiamata di Zlatanov che mi chiedeva se mela sentivo di dare una mano ad una nuova società, se volevo giocare ancora a Piacenza in A2. Ho detto di sì».
C’è rammarico per essere sceso di categoria?
«No, stavo per firmare per Bergamo sempre in A2 quando Zlatanov mi ha chiamato facendomi al sua proposta. Ho accettato senza troppi indugi perché a Piacenza mi trovo bene. E’ stata una scelta di amicizia, di cuore più che di testa, perché qui adesso c’è da costruire tutta una squadra e il tempo non è tanto. Ma l’affetto verso Piacenza, il progetto che mi sembra serio, l’ambiente che conosco da una vita, la familiarità che qui che qui ho sempre respirato, mi hanno fatto dire sì nonostante qualche altra proposto parecchio interessante ci sia stata. Ripeto, è stata una scelta di cuore».
Serie A2, una categoria a te sconosciuta.
«Onestamente non so cosa aspettarmi, si dice che il livello sia parecchio inferiore a quello della Superlega, ma si dice anche che l’agonismo non mancherà di certo. Ragazzi forti ce ne sono, le trasferte saranno ancora più impegnative in fatto di calore di pubblico: vedremo sarà una scoperta tutta nuova domenica dopo domenica».
E dalla Gas Sales cosa ti aspetti?
«Che venga approntata una squadra in grado di divertire, ricca di entusiasmo come mi sembra si respiri già in giro e, perché no, che possa arrivare a giocare qualche partita importante».
Le difficoltà non mancheranno, visto che si parte da zero.
«Mi rendo conto che le difficoltà non mancheranno, che non sarà semplice ma va bene così, ogni cosa nuova porta sorprese. I giocatori in questo momento sono quasi tutti accasati, bisognerà essere bravi a scegliere soprattutto gli stranieri giusti e un palleggiatore italiano per poter puntare sul mercato estero per altri ruoli».
Quanto è stato determinante Zlatanov nella tua scelta?
«Diciamo che è stato importante. Siamo amici da anni, ci sentiamo spesso. Il progetto mi sembra serio, anche la scelta di dare continuità alla scuola dei figli ha pesato. Diciamo che avrei fatto altre scelte se il progetto non mi fosse parso serio».
(Fonte: Libertà)