NEW YORK – “Vuoi dire qualcosa a tua madre?”. “Si, che le voglio bene”. E a Serena? “Che voglio bene anche a lei”. Subito dopo avere raggiunto la sua prima finale in un torneo dello Slam, vincendo contro Madison Keys 6-2 6-4, Naomi Osaka, a vent’anni, si è sentita finalmente in pace con il mondo. Le sue parole erano sincere, la tennista giapponese ha cominciato a innamorarsi del tennis guardando giocare la più piccola delle Williams. Questa notte è stata costretta a salvare tredici palle break in un game, in conferenza stampa ha ammesso che per rimanere concentrata e non impazzire ha pensato soltanto: “Gioca da Serena”. Così ha fatto e così ha vinto, diventando la prima giapponese a raggiungere la finale in uno Slam.
Domani notte, dall’altra parte del campo incontrerà proprio Serena, che stanotte ha battuto Anastasia Sevastova 6-3 6-0. Il suo idolo diventerà una nemica da sconfiggere. Tra le due tenniste c’è un unico precedente, nel marzo scorso a Miami: in quell’occasione vinse il futuro, ma il passato stava tornando.
Serena Williams domani farà il suo ingresso numero 103 nell’Arthur Ashe stadium di Flushing Meadows. Nessuno ha giocato più di lei su quel campo. La statunitense, che oggi è numero 26 al mondo, è tornata nel circuito dopo un anno di stop, una gravidanza complicata e un parto cesareo per cui ha rischiato la vita. Gioca con calze contenitive per evitare i rischi di una trombosi, le sue gambe si portano dietro le conseguenze della gravidanza, eppure Serena non vuole fermarsi. Contro Sevastova, stringendo i pugni e i denti, ha recuperato palle corte, ha corso per tutto il campo. Soffre sempre, vince ancora. Domani sarà di nuovo in campo per la sua finale Slam numero 31. La prima che ha giocato è stata contro Martina Hingis nel 1999, diciannove anni fa. La Williams, che compirà trentasette anni il 26 settembre è alla ricerca della sua ventiquattresima vittoria in un torneo del Grande Slam, per eguagliare l’ultimo record che le manca, quello conquistato da Margaret Smith Court. L’ultima volta che ha vinto un major è stato nel gennaio 2017, agli Australian Open contro sua sorella Venus. Serena era già incinta di Olympia. Sono passati meno di due anni, la donna è diventata madre, in campo fa più fatica ma continua a giocare. “Niente del mio corpo è perfetto”, ha detto in un’intervista al Times, “Ma sono perfettamente Serena”. Fino ad ora, in una vita di tennis, le è sempre bastato.