NEW YORK – La Leonessa tira indietro gli artigli. Francesca Schiavone a 38 anni, scivolata al n. 454 del mondo, ha deciso di dire basta. Si ritira dopo 20 stagioni di onorata carriera, culminata nel primo titolo di un’italiana in una prova del Grande Slam, la vittoria al Roland Garros del 2010, che per sempre le assicura un posto nella storia. “Dico addio al tennis con tutto il mio cuore. Avevo due sogni nella mia carriera: vincere il Roland Garros e diventare una Top 10. Li ho realizzati e sono davvero felice”, dice senza rimpianti la milanese.
UNA DECISIONE DEFINITIVA – Stavolta non ci saranno ripensamenti. La decisione di appendere la racchetta al chiodo, più volte ventilata in queste due ultime stagioni, è stata presa, definitivamente. La campionessa azzurra ha scelto di comunicarla a Flushing Meadows, dove per la prima volta, nel 2000, aveva giocato nel tabellone principale di un Major (arrivò al terzo turno, partendo dalle qualificazioni, prima di perdere dalla Dokic). Sempre agli Us Open, nel 2003, finì sulla prima pagina del New York Times per un match di secondo turno giocato su quattro giorni (con ben tre cambi di campo) a causa della pioggia, vinto contro la giapponese Ai Sugiyama.
PRIMA AZZURRA A TRIONFARE IN UNO SLAM – Di certo sarà ricordata per sempre, anche dai posteri per la data storica del 5 giugno 2010: il giorno del primo trionfo azzurro al femminile in un torneo dello Slam, a Parigi. “Il Roland Garros farà sempre parte della mia vita. Ho partecipato a 18 edizioni di fila, l’ho vinto nel 2010 e sono arrivata in finale l’anno successivo. Conosco ogni angolo di quel torneo, gli umori e la passione della gente sulle tribune”, ha detto recentemente in un’intervista. Francesca superò in finale per 6-4, 7-6 (7/2) l’australiana Samantha Stosur sdraiandosi poi a baciare la terra del “Philippe Chatrier” prima di abbracciare forte forte il suo meraviglioso trofeo.
Tennis, Francesca Schiavone dice basta: a 38 anni si ritira la regina del Roland GarrosVOGLIO DIVENTARE COACH – “E’ arrivato il momento di dire basta adesso e ho deciso di comunicarlo”, ha detto schietta come al suo solito, con queste semplici parole, Francesca Schiavone. “Era nella mia testa già da un po’, da dopo il Roland Garros, poi mi sono serviti alcuni mesi per focalizzarlo al meglio e capire che era la cosa giusta da fare. Amo questo sport e sono pronta a trasmettere la mia esperienza e la mia passione”, ha concluso anticipando la sua voglia di diventare coach. Senza dimenticare la racchetta: “Tornerò al piacere di giocare a tennis solo per colpire la palla, nient’altro”.
E’ STATA NUMERO 4 DEL MONDO – Di tornei Major in carriera (nel main draw) l’azzurra ne ha giocati 70, di cui 61 di fila (dagli Us Open del 2000 a quelli del 2015), ad un passo dal record, 62 consecutivi, di Ai Sugiyama. E se gli organizzatori degli Australian Open del 2016 non le avessero fatto lo “sgarbo” di non concederle una wild card per il tabellone principale il primato della giapponese sarebbe sicuramente caduto. Eppure proprio a Melbourne Francesca era stata protagonista con Svetlana Kuznetsova, negli ottavi del 2011, del match più lungo della storia: 4 ore e 44′ al termine dei quali l’azzurra si era imposta per 6-4 1-6 16-14, con il set decisivo durato la bellezza di 180′. Nei quarti avrebbe poi pagato la fatica cedendo in tre set alla Wozniacki ma il suo miglior risultato nello Slam Down Under le avrebbe poi regalato un best ranking stellare: numero 4 Wta.
HA VINTO 15 TITOLI WTA E 3 FED CUP – Francesca Schiavone non sarà però ricordata solo per gli Slam: chiude la carriera, oltre Parigi (“Ho rivisto quel matchpoint migliaia di volte, in tanti parlano ancora di quella partita”), con altri 14 titoli (7 in singolare e 7 in doppio) e 3 prestigiose vittorie con la Nazionale in Fed Cup (2006, 2009, 2010). Forse le resterà un pizzico di rimpianto per aver non aver conquistato altri due trofei dello Slam, sempre a Parigi – quando perse la finale di singolare nel 2011, sconfitta dalla cinese Na Li per 6-4, 7-6 (7/0) e quella del doppio, nel 2008, battuta 2-6, 7-5, 6-4, in coppia con l’australiana Casey Dell’Acqua, da Cara Black e Lisa Raymond -, ma può comunque consolarsi all’idea che ha raggiunto il traguardo di entrare tra le prime 8 in singolare e tra le prime 4 coppie in doppio in tutte e 4 le prove dello Slam.