Domenica nella finale del torneo Atp di Chengdu in Cina, Fabio Fognini è andato ad un passo dalla vittoria quando nel tie break del terzo set contro l’australiano Tomic (da oggi n°76 del ranking) era avanti per 6-3 con tre match consecutivi a favore, ma purtroppo si è sciolto sul più bello facendosi prima recuperare sul 6-6 poi dopo essere andato di nuovo avanti di un punto con una palla match a favore (la quarta) ha perso gli ultimi tre punti uscendo sconfitto per 9-7.
Alla 18esima finale in carriera l’azzurro ha fallito l’occasione per centrare il poker di tornei vinti (mai riuscito ad un tennista italiano) nel 2018 dopo i successi di San Paolo, Bastad e Los Cabos fermandosi ad otto successi complessivi fino a questo momento. L’unico tennista nostrano a vincere un torneo in Estremo Oriente rimane ancora Claudio Panatta quando nel 1978 vinse a Tokio battendo in finale lo statunitense Pat Dupre.
Il ligure è sempre numero 13 del ranking mondiale a soli 295 punti dal giapponese Nikishori e 11° nella classifica race; un finale di stagione che vedrà Fognini impegnato su tre fronti: migliorare la tredicesima posizione mondiale (suo best ranking) e quindi eguagliare almeno il record di Paolo Bertolucci che nel 1973 fu n° 12 del mondo; cercare di chiudere l’anno tra i top 10 (è accaduto solo nel 1976 con Panatta settimo e 1978 con Barazzutti decimo) e lottare per uno degli otto posti disponibili per disputare il Masters Atp di fine anno, dove ora l’ottava posizione è occupata dal sudafricano Anderson con 3450 (Fabio ne ha 2345). Il sogno Masters passerà attraverso i tornei di questo mese a cominciare da quello di Pechino di questa settimana dove l’azzurro incontrerà al primo turno il qualificato Albot, passando per il Masters 1000 di Shangai in programma la prossima settimana.
Sicuramente Fognini finchè avrà le possibilità farà di tutto per qualificarsi, considerando che ci sono in palio ancora 2500 punti, al contrario se non ce la dovesse fare, il 2018 per lui sarà comunque ricordato come un’ottima stagione.