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Olga Danilovic, una stella che inizia (finalmente) a brillare di luce propria

Olga Danilovic nasce a Belgrado il 23 gennaio 2001. Inizia a giocare a tennis all’età di sei anni, spinta da una famiglia che di sport se ne intende (il padre, Predrag, ha militato nella Virtus Bologna di basket, prima di andare in NBA con le franchigie di Miami e Dallas), e fin dal circuito Juniores ottiene grandi risultati, vincendo in doppio ben tre prove del Grande Slam e raggiungendo la quinta posizione del ranking U18.

Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 comincia a concentrarsi a pieno ritmo, o quasi, sui tornei ITF, nei quali si contraddistingue per gli ottimi risultati ottenuti fin dalle prime esperienze. Danilovic vince quattro titoli (un successo “italiano”, quest’anno a Santa Margherita di Pula) e scala a grandi passi la classifica mondiale di singolare, ma non azzarda le qualificazioni dei tornei WTA e, dunque, rimane nel limbo dei tornei minori.

Nel mese di febbraio si fa notare in Fed Cup dove, alla prima convocazione con la Serbia, si rende protagonista di tre ottime vittorie contro la bulgara Shinikova, la georgiana Shapatava e, soprattutto, la lettone Sevastova. Tre mesi più tardi viene premiata con una wild card per le qualificazioni del Mandatory di Madrid: sulla terra spagnola, Danilovic batte Bondarenko al primo turno prima di cedere nettamente alla bielorussa Sabalenka.
Chi l’ha vista giocare non ha avuto alcun dubbio a definirla un’autentica promessa, ma ovviamente a diciassette anni sono ampi i margini di miglioramento, soprattutto dal punto di vista della tenuta mentale.

Questi miglioramenti non si fanno attendere. La scorsa settimana, la serba scende in campo al WTA International di Mosca: nel tabellone cadetto approfitta di un ottimo sorteggio per sconfiggere la britannica Heisen all’esordio, ma al secondo turno arriva il ko contro la spagnola Badosa Gibert. Subito dopo la sconfitta Danilovic firma per entrare come lucky loser nel tabellone principale e, poche ore più tardi, esplode di gioia alla notizia che le viene data: giocherà, per la prima volta in carriera, nel main draw di un torneo del circuito maggiore.
All’esordio liquida comodamente Schmiedlova, sciorinando un ottimo tennis, confermando i progressi degli ultimi mesi: Danilovic si ripete ai sedicesimi di finale contro l’estone Kanepi e, in particolare, ai quarti contro la tedesca Goerges, numero uno del seeding (n.10 WTA) alla quale lascia appena tre giochi per set.
Ha già fatto il possibile, perderà al prossimo turno“, è ciò che hanno pensato gran parte degli appassionati, consci delle conseguenze che può provocare, nella testa di una ragazza 17enne, una vittoria su una Top-10 alla prima esperienza in un tabellone principale WTA.
Olga Danilovic, però, non è una ragazza che si accontenta con poco: la serba continua a stupire, batte Sasnovich in tre set e si regala la prima finale in carriera.
All’ultimo atto incontra la russa Anastasia Potapova, con la quale ha dato vita ad un match storico (prima finale tra tenniste nate nel nuovo millennio): le due si conoscono benissimo, essendosi affrontate e allenate insieme anche da Junior, e tutto questo si vede nel corso dell’incontro, molto combattuto. Danilovic conquista il primo set per 7-5 ma perde il secondo al tiebreak: il parziale decisivo è rocambolesco, con la serba che si dimostra più preparata nei momenti caldi e riesce a farlo suo per 6-4.

Al “Game, set & match Danilovic” si lancia in terra la giovanissima giocatrice serba, consapevole di aver scritto un pezzo di storia del tennis femminile mondiale. Una vittoria che la proietta a ridosso della Top-100, una vittoria preziosissima, una vittoria di Olga Danilovic. Da oggi non sarà più “la figlia di Sasha”, da oggi sarà sempre e solo Olga Danilovic. Imparate a conoscere questo nome perché a breve lo troveremo nel gotha del tennis.

Lorenzo Carini


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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