C’era una volta, agli albori degli anni 90, un pilota che lottava a bordo di una Ferrari contro un rivale che pareva imbattibile. Si impegnava e tanto per vincere il suo quinto titolo con la Rossa di Maranello, un traguardo ambito da tutti, ma non ci riuscì perché davanti a sé aveva lo strapotere di Ayrton Senna e della McLaren Honda. L’avventura in Ferrari di Alain Prost può assomigliare, per certi versi, a quella attuale di Sebastian Vettel, anche se, ovviamente, i tifosi italiani si aspettano e sperano in un epilogo diverso.
In Ungheria, il tedesco ha raggiunto quota 106 podi che, sommati alle 51 vittorie ed ai 4 titoli mondiali, pareggiano su tutti i fronti le statistiche del “Professore”, anche se Vettel ha impiegato 11 gare in più del francese. Epoche a confronto, tempi diversi, forse nemmeno paragonabili, ma che, comunque, mettono in evidenza la grandezza di questi due piloti che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia di questo sport.
La domanda è: riuscirà Seb Vettel a realizzare il sogno mondiale con la Rossa, riuscire dove Prost fallì? Ad oggi la risposta è delle più difficili da dare; la SF71H c’è e lo dimostra ad ogni week end di gara. Il pilota, invece, deve fare un ulteriore step mentale per riuscire a raggiungere lo stato di grazia del rivalissimo Lewis Hamilton. Obiettivo non pienamente raggiunto da Prost nei confronti di Ayrton Senna. Corsi e ricorsi.
Alain, dopo il fallimento del 1990, venne licenziato l’anno successivo dalla Ferrari per le sue parole poco gradite nei confronti della non veloce 643 (“Sembra di guidare un camion”). Raggiunse, comunque, il fatidico quinto mondiale due anni dopo con la Williams, una macchina nettamente superiore alla concorrenza, anche se i rimpianti del francese riguardo la sua avventura in Rosso rimangono tanti. Rimpianti che spera di non avere Vettel a fine stagione perché sa che dipenderà solo da se stesso: tocca a lui, ora, salire in cattedra e fare il “Professore“. 28 anni dopo.