E’ un Sebastian Vettel per certi versi inedito quello che si è concesso per un’intervista ai microfoni di Sky. Si è trattato della prima intervista interamente in italiano per il driver tedesco, che ha parlato del suo rapporto con l’Italia, con la Ferrari e con i suoi tifosi.
Stimolato da Carlo Vanzini, ha cominciato parlando dei team radio in italiano alla fine della gara: “Sì, sono spontanei. Io so che sono tedesco, e si sente.- ha continuato Seb- Però in questo momento mi sento un po’ italiano. La Ferrari è in Italia, devo parlare un po’ italiano. Non è facile ma ci provo, e spero di migliorare. Con la squadra parliamo inglese perchè c’è gente da tutto il mondo, ma il nostro cuore è italiano, e questo è molto importante e perciò provo a parlare in italiano”. A Singapore 2015, dopo la pole, ha addirittura cantato Toto Cutugno: “E’ stato un bel momento, anche se dopo mi sono vergognato un po’. Non so perchè mi è venuto, due settimane prima ho preso una lezione di italiano e ho sentito la canzone, forse è per quello”.
A proposito dell’Italia, Vettel ha detto: “Mi piace il vostro Paese, il cibo, la gente, ho anche imparato a gesticolare! Quattro anni con gli italiani mi hanno cambiato”. Anche il rapporto con Monza è speciale: “Lì mi sento a casa. Quando ho vinto la prima volta, nel 2008 con la Toro Rosso, erano tutti molto felici, anche perchè avevo un motore Ferrari. Quando vincevo con la Red Bull mi fischiavano, ma è normale. Gli ultimi anni con Ferrari sono stati incredibili; adesso voglio vincere in rosso”.
“A me piace guidare la Ferrari, e quando faccio una bella gara o una brutta, l’importante è saperlo e conoscere i motivi. I tifosi hanno ragione ad essere delusi se la gara non va bene, è normale: lo sono anch’io. Però importante è sapere perchè guidi, per chi guidi: per me, per la mia squadra e per i tifosi della Rossa. Qualcosa di più grande di me. Non so se è diverso da vincere un mondiale con Red Bull, ma voglio saperlo!”.
Il discorso si è poi spostato su quel “a casa loro” detto a Silverstone: “Non è per loro, è perché a Silverstone ha sempre vinto Mercedes, sono molto forti lì, e quest’anno invece abbiamo vinto noi. Quando vinci tanto in un posto è un po’ casa tua”. Per quanto riguarda gli errori commessi quest’anno, Vettel non vuole tracciare un bilancio fino a che non è finita la stagione: “Non so quanti punti ho perso, la stagione non è finita”.
Nel 2008, dopo la vittoria, Riccardo Patrese, in diretta televisiva, lo aveva definito il migliore. Ma Seb, oggi, si sente il migliore? “A volte sì a volte no. Impossibile essere sempre il migliore, lo puoi essere quasi sempre come Michael. L’importante è essere contenti con la gara, perchè significa che hai dato il massimo. Se vince qualcun’altro, è stato migliore di te. L’importante è essere il migliore alla fine del Mondiale”.
Infine, quando gli è stato chiesto se volesse chiudere la carriera vestito di rosso, Vettel ha risposto: “Non ho mai pensato a un futuro così lontano; forse chiuderò la carriera con Ferrari, ma ancora non lo so. Adesso non è importante, adesso dobbiamo concentrarci sul Campionato”.
Il tedesco è apparso rilassato ma concentrato sul suo target mondiale, e pronto a tuffarsi nel GP di casa, che sarà molto importante per tutta la Scuderia Ferrari.