ROMA – Valentino Rossi sa bene che l’appuntamento austriaco rappresenta un’insidia: a ricordarlo, in maniera eloquente, l’andamento del gran premio dello scorso anno che, come ribadito dallo stesso VR46, lo ha visto soffrire particolarmente. Altro dato statistico: Rossi, in Austria, non è mai andato sul podio in MotoGp (miglior risultato, il quarto posto del 2016). Eppure le parole del pilota Yamaha nel corso della conferenza di Spielberg, per quanto realiste e concrete, hanno lasciato spazio a dosi di ottimismo. E alla solita garanzia che il Dottore rende esplicita con i fatti in ogni occasione: lui ce la metterà tutta per portare a casa il massimo.
CI SARA’ DA SOFFRIRE «E’ una pista molto difficile, l’anno scorso è stata una delle gare più complicate, non sono mai salito sul podio qui, dobbiamo cercare di fare tutto al massimo curando i minimi dettagli, soffriremo un po’ più del solito. A Brno ho cercato di salire sul podio, ma gli altri sono stati più veloci di me. Lunedì abbiamo lavorato tanto ma non siamo riusciti a migliorare granché quindi non cambierà molto per noi. Ho ben chiaro qual è il nostro problema ma non è semplice. E’ importante che la Yamaha lavori, abbiamo bisogno di tempo, ma speriamo di migliorare entro la fine della stagione».
COSA CAMBIARE «Cambiare la moto o la strategia? Se sei bravo riesci a dare il massimo con il tuo assetto, io credo di aver lavorato bene con la mia squadra e siamo riusciti a ottenere il massimo, quindi non so se sia il caso di provare qualcosa di diverso. L’obiettivo è raggiungere i risultati continuando a lavorare in questa direzione. Detto questo, va tenuto conto del fatto che adesso la differenza in gara la fanno le gomme. Con le Michelin bisogna gestire le gomme per arrivare alla fine con più gomma».
LA NUOVA CARENA «Diciamo che la nuova carena è molto diversa dall’esterno. Brno non è la pista migliore per usarla perché è molto larga e veloce, ma se utilizzi quella carena devi portarla avanti per tutta la stagione, quindi continuerò con quella che ho usato finora da qui alla fine del mondiale».