Il Gran Premio d’Ungheria ha visto il quinto trionfo stagionale targato Hamilton – Mercedes, successo che ha del clamoroso considerate le premesse della vigilia, poi confermate nel corso delle prove libere. Nonostante questa affermazione, la sesta in carriera tra le curve dell’Hungaroring per il pilota inglese, non può non esserci dell’amaro in bocca per il quinto posto finale di Bottas. Una sensazione che è andata però al di là del risultato in pista, acuita dalle dichiarazioni a caldo di Toto Wolff.
Il Direttore Esecutivo del team con sede a Brackley ha lodato la strenua difesa di Bottas nel finale di gara, arrivando a definire la prestazione dell’alfiere finlandese in Ungheria quella di un “sensazionale gregario”. Le parole di Wolff, nei momenti e nelle ore successive, hanno innestato un andirivieni di battute che avrebbe potuto avere degli strascichi all’interno della squadra. Non solo, ma è anche stato un porgere il fianco a speculazioni dall’esterno, situazione che si è prontamente verificata.
Interpellato a riguardo nel ring delle interviste, Bottas si è infatti mostrato risentito e amareggiato. Oltre che per le ultime cinque tornate che l’hanno visto precipitare dalla seconda alla quinta piazza, anche l’essere apostrofato “gregario” non gli è proprio scivolato addosso. Il numero 77 ha risposto a chi gli riportava il commento estrapolato dalle dichiarazioni di Wolff, esprimendo con poche parole e faccia attonita il proprio dolore: “Prima di tutto, [essere chiamato] gregario fa male”. Valtteri ha anche alluso alla necessità di parlare di questo con i vertici della propria squadra.
Sebbene tra i media di settore il caso sia subito esploso, i diretti protagonisti hanno provato a far rientrare la situazione, chiarendo più approfonditamente le intenzioni e il significato reale delle loro parole. Affidando il proprio pensiero a Twitter, il pilota ha puntato il dito contro notizie frutto di un’interpretazione errata ed eccessivamente polemica: “Circolano alcune news fuori contesto. Non ho richiesto un incontro con i capi per il fatto che Toto ha detto che sono stato un gregario perfetto in questa gara. Non ce n’è alcun bisogno. Ero deluso dal mio risultato in gara e ho visto tutto in luce negativa per un momento. So cosa intendeva e avrebbe detto la stessa cosa di Lewis, se fosse stato nella stessa situazione e avesse condotto una gara simile. Abbiamo lo stesso trattamento e mi fido del team al 100%”.
Sulla stessa linea anche Toto Wolff, che ci ha tenuto a contestualizzare l’accezione di “gregario” da lui utilizzata: “Questo è il motivo per cui le questioni che non vengono discusse faccia a faccia perdono controllo e vanno nella direzione sbagliata. Oggi, partendo dalla seconda posizione e dopo il primo giro, la gara di Valtteri è stata quella del perfetto gregario. Non lo intendo in termini di campionato, perché non abbiamo un numero uno e un numero due, ma era riferito soltanto a come ha gareggiato”.
Le voci che si rincorrono e parole estrapolate dal discorso più ampio spesso alimentano polemiche non necessarie, che pongono in cattiva luce episodi che altrove sono lodati. Attenendosi alla stretta attualità, la prestazione di Raikkonen, specialmente in partenza e quando ha rinunciato a sorpassare Vettel dopo il contatto tra il tedesco e Bottas, è stata elevata dai media a quella di ideale uomo squadra, a tutela della serenità e del quieto vivere in casa Ferrari. Al contrario, ci si stupisce di fronte ad ogni minimo fatto interpretabile in tal senso con protagonista Mercedes, non realizzando che nelle dinamiche di una lotta così serrata certe scelte si rendono obbligate, per l’una e per l’altra squadra.