Dal possibile rilascio su cauzione con il diniego della corte distrettuale di Tokyo ad accettare la richiesta del pubblico ministero di estendere il fermo di altri 10 giorni, al nuovo mandato di arresto. Il braccio di ferro tra i poteri giudiziari giapponesi tiene ancora in carcere a Tokyo Carlos Ghosn, ex potente boss dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.
A poche ore dalla libertà, infatti, un nuovo mandato di arresto dello stesso pm nipponico ha bloccato Ghosn nel centro di detenzione a nord di Tokyo, dove è rinchiuso dallo scorso 19 novembre – insieme al direttore operativo Greg Kelly – dopo due diversi mandati per altrettante imputazioni. L’ultimo, in ordine cronologico, viene giustificato con l’accusa di abuso di fiducia nei confronti della stessa Alleanza e riguarda la copertura di perdite su investimenti pari a 1,85 miliardi di yen, circa 16 milioni di dollari con fondi appartenenti alla Nissan.
E’ esclusa dunque – almeno nelle prossime 48 ore – che si concretizzi la possibilità di uscire dalla prigione per l’ex top manager 64enne che, ricordiamo, è detenuto con l’accusa principale di aver occultato 5 anni di compensi fino al 2014 per un valore di 5 miliardi di yen, circa 44 milioni di dollari. Mentre il secondo mandato, notificato successivamente, riguardava un altro illecito che copriva ulteriori violazioni fino all’anno fiscale 2017. Il pubblico ministero ha formalizzato l’incriminazione il 10 dicembre ma secondo i media nipponici l’ex tycoon ha respinto ogni addebito durante gli interrogatori, asserendo di non aver commesso alcuna infrazione riferita alle remunerazioni non ancora percepite.