Per aumentare la bagarre e di conseguenza lo spettacolo in Formula 1 vengono costantemente proposte varie idee. Una tra queste, discusse già in passato, è quella di introdurre tre monoposto per scuderia in modo tale da avere una griglia più folta e un maggior numero di piloti in grado di sfidarsi. Questo modello è già presente nelle formule minori, ad esempio in GP3 e Formula 3, dove arrivano addirittura a quattro vetture per squadra. Tuttavia, nella categoria regina questa struttura è stata accantonata per una serie di ragioni: in primis quelle di natura economica. I costi nella massima serie del motorsport sono molto elevati e risulterebbe complicato per i team, soprattutto per i più piccoli, sostenere finanziariamente l’aggiunta di una monoposto.
Nonostante ciò, a risollevare la questione delle tre monoposto in questi giorni è stato il direttore esecutivo della Mercedes Toto Wolff, che è anche alla ricerca disperata di un sedile per il suo pupillo Esteban Ocon, a rischio di rimanere appiedato al termine della stagione. Il direttore di gara del Circus Charlie Whiting ha accolto nuovamente l’idea, dichiarando di essere a favore ma ammettendo che c’è una scarsa possibilità di ottenere abbastanza supporto per concretizzarla. Infatti, oltre ai motivi economici, il modello delle tre vetture per scuderia non è attuabile principalmente a causa della riluttanza delle squadre di metà schieramento, timorose di vedere ancora più posizioni di vertice occupate solamente dai top team e quindi di avere ancor meno opportunità di conquistare punti importanti o qualche podio.
Ai microfoni di Autosport Whiting ha chiarito la sua visione: “La mia opinione personale è che sarebbe bello avere qualche macchina in più, ma onestamente penso che sia molto improbabile. È abbastanza semplice: l’argomentazione a sfavore riguarda il fatto che se hai un team dominante con tre vetture, tutti gli altri lottano per la quarta posizione e non per un posto sul podio. Se hai tre squadre dominanti, gli altri lottano per la decima posizione. Posso capire perché tutti vorrebbero evitare questa situazione”. Il direttore di gara ha inoltre puntualizzato: “Ovviamente sarebbe bello avere un po’ più di scuderie in grado di vincere, ma già quest’anno c’è più competizione e la lotta è più aperta di quanto non lo sia mai stata dall’inizio di questa era di motori”. Il duello tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel e tra la Ferrari e la Mercedes, con l’aggiunta della Red Bull in alcuni Gran Premi, sta infiammando la stagione 2018, decretandola come quella più battagliata e incerta dell’era turbo ibrida.
Nonostante le possibili ripercussioni negative e indubbiamente indesiderate dai team di centro gruppo, Whiting non nasconde di riconoscere anche dei benefici nell’idea delle tre monoposto per scuderia e, quasi paradossalmente, proprio sul lato economico: “Allo stesso modo, se si avesse uno schieramento più competitivo, le tre vetture rappresenterebbero un buon modello economico, per quanto si può vedere. Questo è il motivo per cui la GP3 ha sempre avuto tre monoposto per squadra. Per la FIA Formula 3 Internazionale del prossimo anno i piani prevedono 10 team con tre monoposto ciascuno, perché è un buon modello di business, perché permette di abbassare il prezzo della terza vettura”. Al termine di queste analisi, il direttore di gara del Circus ha costatato: “Penso che funzionerebbe anche in Formula 1”.
Tuttavia, oltre ad ascoltare le opinioni delle squadre e valutare le loro perplessità sull’introduzione della terza monoposto, un altro fattore importante da prendere in considerazione sarebbe l’aumento di staff richiesto e consentito. Whiting ha riflettuto anche su questo: “Le regole sono basate intorno a team da due macchine, quindi bisognerebbe vagliare molte cose. Sono permessi 60 membri del personale operativo. Quanti ne avrebbero bisogno in più? C’è una grande differenza tra ciò che avrebbero bisogno e ciò che direbbero di aver bisogno. Dovremmo decidere qual è il numero giusto. Non sarebbero 30, potrebbero essere 10”. Infine, il direttore di gara si è mostrato fiducioso sul fatto che si riuscirebbero ad affrontare le conseguenti sfide logistiche, come ad esempio la capacità dei box: “Saremmo in grado di gestire la cosa. Le persone dovrebbero stringersi un po’ e non avrebbero così tanto spazio”.
Un’idea dunque quella di avere tre monoposto per scuderia in Formula 1 che indubbiamente alletta molti ma ne spaventa altrettanti, portando con sé pro e contro, benefici e rischi. Ovviamente questo modello offrirebbe più posti disponibili nella classe regina, nella speranza che questi possano essere riempiti dai talenti che spesso non trovano sedili liberi perché occupati da piloti carichi di somme importanti di budget che servono alle squadre. Inoltre, se con tre top team sono sei vetture a contendersi la vittoria e i podi, con l’introduzione della terza monoposto questo numero aumenterebbe a nove e dunque favorirebbe lo spettacolo, aprendo maggiormente la lotta sia nei singoli gran premi che nei campionati piloti e costruttori. Probabilmente una griglia più folta alzerebbe l’asticella sia dal punto di vista agonistico sia da quello tecnico e incrementerebbe la competizione sia nel gruppo di testa sia nel resto dello schieramento. Tuttavia, diminuirebbero le possibilità per i team minori di ottenere risultati di rilievo e si potrebbe presentare uno scenario, monotono e poco stimolante per le scuderie inferiori, dove ci sono quasi unicamente le macchine delle squadre dominanti a occupare la zona punti o comunque le posizioni di vertice.
Occorrerebbe ragionarci attentamente, ma in ogni caso è un’idea che sicuramente non si concretizzerà nel breve termine e quindi non rimane che aspettare e vedere che decisioni verranno prese da Liberty Media per rendere questa Formula 1 ancor più entusiasmante e appassionante.
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