ROMA – La pilota di GP3 Tatiana Calderón è determinata a fare il grande salto in Formula 1. Se dovesse riuscirci, sarebbe la prima donna a correre nel Circus dopo quarant’anni. L’ultima a scendere in pista era stata Lella Lombardi nel Gran Premio d’Austria del 1976. La 25enne colombiana sa bene che la questione del genere esiste in questo sport. «Oh sì, è lì, anche se non lo vuoi», dice con un sorriso. «Anche se voglio che le persone mi trattino esattamente come i ragazzi, non è ancora così. È difficile quando arrivi in una nuova squadra e devi guadagnarti il rispetto dagli ingegneri e dai ragazzi con cui gareggi», ha dichiarato in una lunga intervista al sito ufficiale della Formula 1.
QUESTIONE DI GENERE Calderon – nota anche come TCal – ha una lunga esperienza di corse alle spalle. Ha iniziato con il kart quando aveva nove anni. I suoi genitori, Alberto e Maria, provengono da Bogotà dove gestiscono un concessionario di automobili Kia. Dal 2018 è diventata test driver dell’Alfa Sauber anche se continua a correre in GP3. «Il motivo per cui corro in GP3 è perché non voglio permettere alle persone di darmi un’opportunità solo perché sono una donna. Non voglio essere trattata così. Voglio essere presa per quello che sono, un pilota. Penso di avere qualcosa da “portare in tavola”, perché sono molto attenta. Penso che il mio feedback sia abbastanza buono. Voglio davvero guadagnarmi il mio posto». Calderon da un lato sogna, dall’altro è realistica. «La F1 è un altro livello e hanno bisogno di vedere i risultati a fine giornata. Sanno che sono capace. Fernando (Fernando Plata, il suo manager) viene con me nella maggior parte delle gare, e lui può vedere i dati e vede che sono veloce. Dice solo “Okay, abbiamo bisogno di mostrare al mondo che puoi farlo”. Questo è quello che stiamo cercando di fare».