SINGAPORE – «Quando si prendono decisioni come questa non si deve guardare solo all’impegno a breve termine, ma anche quello a lungo termine. E ciò vuol dire guardare al futuro, il futuro del team e di come cresceremo un giovane talento e di cosa ci vogliamo aspettare da lui. È semplice, non è una decisione presa da Homer Simpson, ma da me». È stata naturalmente monopolizzata dalla Ferrari e dal suo team principal Maurizio Arrivabene, la conferenza stampa alla vigilia del Gp di Singapore. Arrivabene è stato infatti bombardato dalla domande sulla trattativa per portare Leclerc in Ferrari nella prossima stagione e ha rivendicato la scelta: «Sono diversi i fattori che hanno portato a questa decisione, ma ciò non inficia il rispetto che ho per Raikkonen, un grande come persona e come pilota. Ma se si deve fare una scelta per il futuro del team, io credo sia stata fatta quella giusta per noi e per Kimi».
ASPETTANDO SGHUMI JR – Parlando di futuro Arrivabene ha anche parlato del figlio si Schumacher: «Credo che l’importante sia lasciarlo crescere senza imporgli troppa pressione. I risultati recenti sono stati molto buoni e gli auguro una grande carriera. Con un nome come il suo, che ha scritto pagine di storia della Ferrari, le porte di Maranello sono sempre aperte per lui, ma senza bruciare le tappe. È una decisione familiare, una scelta che spetta alla famiglia Scumacher ma lasciamo che questi ragazzi si divertano. Devono essere concentrati, determinati ma allo stesso tempo devono divertirsi con un passo magari lento ma sicuro. Vedremo quale sarà il loro futuro, ma a Maranello come si può dire no a un nome come il suo?».
COLPA MIA – Infine si è dilungato sulla stagione in corso e gli ultimi “errori” della Ferrari: «Se guardiamo alla F1 tutti commettono errori, grandi o piccoli che siano. Se siamo un team vinciamo e falliamo insieme, non voglio puntare il dito contro Sebastian. Nessuno è stato contento dopo Monza ovviamente, ma pensiamo al resto della squadra. Se i risultati non arrivano la responsabilità è mia, non di Vettel, degli ingegneri o dei meccanici. Se c’è qualcuno a cui volete dare la colpa lo avete davanti agli occhi. Io accetto tutto le critiche, in 3 anni e mezzo non ho chiesto nulla, soprattutto quelle di chi ha vinto prima di me, però se sono in buona fede non in mala fede perché non è corretto. Io sono una persona corretta e mi piacerebbe sentire commenti in buona fede».