Giusto il tempo di aggiornare le classifiche e la Formula 1 torna subito in pista sul tracciato di Suzuka che mette sempre a dura prova i piloti e le monoposto.
Il Gran Premio del Giappone è nel calendario del Circus ormai da anni e su questa pista si sono scritte pagine importanti che hanno deciso gli esiti di vari campionati regalando duelli al limite.
Pur essendo l‘unico tracciato a forma di “8”, la pista giapponese è anche famosa per la sua difficoltà, perché le sue curve non permettono errori e i piloti dovranno trovare il ritmo per ottenere un buon risultato.
Non soltanto i piloti sono messi a dura prova, ma anche gli ingegneri devono lavorare duramente per trovare il giusto assetto delle monoposto e consentire ai piloti di trovarsi a proprio agio tra le difficili curve giapponesi.
In tutto questo però il ruolo più importante appartiene agli pneumatici della Pirelli, che tra le curve giapponesi sono chiamati ad una delle sfide più dure di tutto il campionato.
I tecnici della Pirelli hanno deciso di affrontare il week-end di Suzuka con le mescole: Medium (fascia bianca), Soft (fascia gialla) e Supersoft (fascia rossa). Il motivo di questa scelta è da ricercare nei dati fornitici dai tecnici della Pirelli che classificano le varie piste mediante 5 parametri con una scala che va da 1 (minimo) a 5 (massimo).
Partendo dalla Deportanza si vede che il valore è nella media (3) e questo è dovuto ai lunghi rettilinei e alle diverse curve presenti su questa pista. I valori più interessanti però riguardano l’asfalto che ha raggiunto un valore pari a 3 nell’Abrasione e 4 nell’Aderenza.
Questo tracciato è molto usato durante l’anno e presenta uno strato di gomma permanente, per questo raggiungerà fin da subito un livello ideale di gommatura, mentre l’usura per abrasione sarà nella media.
I due valori critici però sono le Forze Laterali e lo Stress che gli pneumatici sono costretti a sopportare. Questi due parametri hanno raggiunto il valore massimo della scala Pirelli (5) e questo perché i lunghi curvoni mettono a dura prova gli pneumatici che passano molto tempo con tutto il carico della monoposto in curva.
Tuttavia anche i cambi di direzione frequenti e le diverse modalità di frenata stressano molto le gomme che saranno chiamate quindi ad una prestazione perfetta per questo week-end.
Per quanto riguarda i dati tecnici la Pirelli ha reso noto:
Pressioni minime alla partenza: 23,0 psi sull’anteriore, 21,0 psi sul posteriore;
Camber massimo consentito: -3,00° sull’anteriore, -1,75° sul posteriore.
GP del Giappone F1 2018: Le scelte dei piloti
Ancora una volta molto aggressiva la scelta della Ferrari che con entrambi i piloti hanno portato ben 10 set di Supersoft, 2 set di Soft e un solo set di Medium, mentre la Mercedes si conferma molto più conservativa con 7 set di Supersoft, 4 Soft e 2 set di Medium.
I due della RedBull invece hanno differenziato leggermente le scelte portando un solo set di Medium entrambi, ma Max Verstappen ha portato 5 Soft e 7 Supersoft, mentre Daniel Ricciardo ha una Soft in meno e una Supersoft in più.
La scelta più conservativa di tutti è stata fatta dai due della McLaren che hanno portato solo 4 set di Supersoft, 5 Soft e 4 Medium, confermando che ormai il reparto tecnico è improntato sullo sviluppo della prossima vettura.
Concludiamo infine con le parole di Mario Isola, responsabile del settore Motorsport della Pirelli, che ci introduce al difficilissimo week-end di Suzuka: “Suzuka impone carichi elevati sui pneumatici, e questo potrebbe portare a livelli di usura e degrado più elevati rispetto al solito. Questo circuito è l’unico che presenta una configurazione ‘a otto’, dove l’usura delle gomme sul lato sinistro è praticamente uguale a quella del lato destro. Nel 2017, Hamilton ha vinto con una strategia a una sosta, ma in passato ci sono spesso state tattiche vincenti sui due pit stop. Sarà molto interessante vedere se quest’anno, con mescole più morbide e le monoposto più veloci di sempre, le strategie saranno diversificate. Tendenzialmente i Team puntano verso una sola sosta, ma per riuscirci dovranno gestire al meglio i pneumatici. Una strategia su due pit stop potrebbe invece rivelarsi la più veloce, anche a seconda di quanto tempo si perderà in pit lane“.