ROMA – La lunga onda azzurra non si ferma alla Vuelta. Dopo la doppietta di Viviani arriva il turno di Alessandro De Marchi, che vince alla sua maniera: va in fuga, logora i tanti compagni con scatti continui fino alla stoccata definitiva. Il suo arrivo a Luintra, 207,8 km dopo la partanza da Mombuey è di grande effetto: solitario, in un misto di pioggia scrosciante illuminata dal sole, dopo una giornata caratterizzata da tanta salita e da un attacco – fallito – alla maglia rossa di Simon Yates (che la tiene per il solito piccolo secondo su Alejandro Valverde) portato da Thibaut Pinot. Un filo, quello di De Marchi con la Vuelta, che si riannoda dopo una carriera nella quale il ‘Rosso di Buja’ aveva già conquistato due tappe di montagna (2014 e 2015) oltre ad altrettante crono a squadre. Il terzo posto di Franco Pellizotti ed i suoi 40 anni portati in quota con disinvoltura darebbe un senso trionfale alla spedizione italiana, ma c’è anche un rovescio della medaglia. Fabio Aru non tiene il ritmo dei migliori e perde una quarantina di secondi. Di per sè non sarebbe un margine eccessivo, ma di fatto il segnale, in vista del trittico in montagna che inizierà venerdì, non promette granché.
La storia della tappa è più fa Vuelta che da Tour o da Giro. E’ quella di una fuga che arriva. Tra gli altri, oltre a De Marchi, Pellizotti, Henao, Mollema, Rolland, ne fa parte anche Thibaut Pinot. Il percorso è duro, le media è elevata, dal francese arriva un attacco diretto alla maglia rossa. A conti fatti non se ne fa nulla (rosicchiati pochi secondi), ma l’azione è di livello e per parecchi km pone il francese nelle condizioni di leader virtuale. In precedenza, incoraggiante forcing di Vincenzo Nibali: nessuna velleità di rompere la gara, ma una prova di un rodaggio che, in prospettiva mondiale, inizia a funzionare.
Jonathan Restrepo è l’oggetto misterioro. Dopo una gara selettiva, è l’unico a tenere la ruota di De Marchi. Poco conosciuto e per queto pericoloso. Si sa però di una attività proficua su pista, lo sa anche De Marchi che infatti…: “Se avessi fatto lo sprint sarei arrivato secondo – spiega dopo l’arrivo – L’unica possibilità era muoversi prima, sapevo di poter provare sull’ultimo strappo, non mi sentivo con le gambe migliori ma era l’unica mossa che potevo fare. E’ stata una battaglia tutto il giorno. Ogni mossa avrebbe potuto essere quella buona, è stato molto difficile ma ho dato il massimo di quello che avevo. Tante volte ci provi ma non arriva il risultato e allora perdi un pò di fiducia in te stesso, invece è bello ogni tanto tagliare il traguardo per primo”.
ORDINE D’ARRIVO
1. Alessandro De Marchi (Ita, Bmc) in 4h52’38”
2. Jhonatan Restrepo (Col, Katusha) a 0’28”
3. Franco Pellizotti (Ita, Bahrain) a 0’59”
4. Nans Peters (Fra) a 1’24”
5. Dylan Teuns (Bel) a 1’45”
6. Tiesj Benoot (Bel) a 1’46”
7. Rafal Majka (Pol) s.t.
8. Nicolas Roche (Irl) a 1’48”
9. Sergio Luis Henao (Col) a 1’50”
10. Thibaut Pinot (Fra) s.t.
12. Alejandro Valverde (Esp) a 2’02”
14. Jon Izaguirre (Esp) s.t.
16. Simon Yates (Gbr) s.t.
33. Fabio Aru (Ita) a 2’43”
73. Vincenzo Nibali (Ita) a 5’50”
CLASSIFICA GENERALE
1. Simon Yates (Gbr, Mitchelton Scott) in 45h57’40”
2. Alejandro Valverde (Esp, Movistar) a 00’01”
3. Nairo Quintana (Col, Movistar) a 00’14”
4. Jon Izaguirre (Esp) a 00’17”
5. Tony Gallopin (Fra) a 00’24”
6. Emanuel Buchmann (Ger) s.t.
7. Miguel Angel Lopez (Col) a 00’27”
8. Rigoberto Uran (Col) a 00’32”
9. Steven Kruijswijk (Ned) a 00’43”
10. George Bennett (Nzl) a 00’47”
13. Fabio Aru (Ita) a 01’49”