Il Giro del 1998
Dopo sfortune indicibili e il ritiro del 1997 Pantani era tornato al Giro con la gialla Mercatone Uno per vincere il Tour: almeno finché Zulle non si azzarderà a “doppiarlo” alla cronometro. “Purtroppo il ciclismo dà molto più spazio ai cronoman, e queste salite per certi distacchi non sono sufficienti”. E allora sai che c’è, che all’ultima settimana ci sono ancora tre tappe dolomitiche per ribaltare 4 minuti di svantaggio. Marco aveva già dato un assaggio alla “talpa svizzera” sul Piancavallo, ma il vecchio Alex non aveva mollato la maglia rosa. La scalata al Giro comincia ufficialmente nell’Asiago-Selva Val Gardena delle 5 stelle: Duran, Staulanza, Marmolada, Pordoi e Sella. L’attacco va sferrato sulla Marmolada, che il romagnolo s’era fatto raccontare dal compagno Roberto Conti. “Oh, ma quand’è che attacchi? Guarda che io non ce la faccio più…”. “Ma quando inizia la Marmolada?”. “Marco, siamo già a metà della Marmolada…”.
Pantani è una furia, sale insieme a Guerini, riprendono Pavel Tonkov, mentre Zulle s’inchioda sul Passo Sella. Arrivano al rettilineo finale che Pantani ha la maglia rosa sulle spalle e lascia vincere il compagno di fuga Guerini. Tonkov non ci sta e all’indomani risponde al Pirata sull’Alpe di Pampeago. Il Giro si decide a Plan di Montecampione, alla penultima tappa. Fa un caldo bestiale, il duello s’infiamma a 16 chilometri dal traguardo: Pantani scatta, Tonkov a ruota. Via il cappellino (Tonkov), via gli occhiali e via il piercing (Pantani). A qualche centinaio di metri dalla vetta il russo è cotto: “Non sentivo più le mani, le gambe, mi sono arreso”. Con la speranza di recuperare il minuto e 33″ che lo separava dal Pirata nella cronometro di Lugano.