Paul Biligha è appena rientrato alla Reyer venezia dall’esperienza in Nazionale nella finestra di qualificazione settembrina alla FIBA World Cup 2019. E’ decisamente il nuovo volto dell’Italia di Meo Sacchetti, e fa le sue considerazioni nelle pagine di Tuttosport.
Italia. «Sì, un bel passo, ma tra due mesi dobbiamo finire il lavoro. In due settimane ci siamo preparati bene. Sicuramente l’Italia cambia con i suoi giocatori, del resto è cambiato anche l’allenatore. Serve sempre un po’ di tempo per mettere assieme un gruppo, e tempo in queste finestre non c’è».
Venezia. «Prendo esempio da chi ci riesce da tempo pure nei club, come Andrea Cinciarini, Filloy. Persino Gigi Datarne a volte gioca meno al Fenerbahce. E’ un lavoro mentale, devi tenere alta la concentrazione, seguire il flusso della partita».
Giocatori di colore. «E’ bello mostrare ciò che realmente è l’integrazione. Siamo una squadra che rappresenta la socializzazione, ria italiani nati qui, venuti qui, con genitori immigrati, sposatisi qui, penso che sia la Nazionale di quello che il Paese diventa e diventerà negli anni».
La più forte? Milano. «Vero, basta aver visto qui Jeff Brooks, il collante perfetto. In due giorni e mezzo è si è inserito come se nulla fosse ed è stato uomo chiave in una gara importante, Spero che faccia tanta strada in Eurolega. Ma anche noi ci siamo rinforzati e abbiamo dimensione più atletica con Deron Washington, già mio, compagno a Cremona. E tornato Stone. Non pensiamo a Milano. Almeno non adesso, ma a migliorale la scorsa stagione, correggere gli errori, avere un cammino più lungo in Champions Fiba. Personalmente, poi ho tanto da migliorare, nella tecnica.».