«Abbiamo la consapevolezza che al momento siamo in ritardo, visto quanto successo dal 20 agosto in poi – commenta il patron Matteo Bonetti, in prima fila ieri al PalaLeonessa insieme alla presidentessa Graziella Bragaglio, allo sponsor Mauro Ferrari e al playmaker Luca Vitali -. A voler ben vedere la gara con Milano è una fotocopia della sfida con Varese del Memorial Ferrari e con 1/19 da 3 è difficile dare una chiave di lettura certa della nostra prestazione». Sul piano squisitamente tecnico, Bonetti dà comunque una sua visione a quanto (non) visto con l’Olimpia: «Abbiamo cambiato tanto nel corso della partita, alternando troppi quintetti. Dall’altra parte ci sono state gerarchie più chiare». Che, aggiungiamo noi, sono anche figlie di un gruppo in cui la continuità costituita dal blocco confermato dalla scorsa stagione vuol dire tanto.
«Mercoledì rigiochiamo in Eurocup, sarà importante non cercare alibi ma aver fatto tesoro dall’esperienza di Supercoppa. Non credo che Milano sarà l’ammazzacampionato e per questo dobbiamo tenere a mente che l’atteggiamento tenuto in campo non è stato corretto: giocando così rischiamo di perdere con chiunque». Bonetti, un’esperienza significativa da coach, punta il dito su un paio di aspetti che hanno condizionato la gara: «Cercare in continuazione tiri dettati dalla fretta, senza giocare sul cronometro o, come successo nel secondo tempo rinunciare a tiri aperti, non deve più fare parte del nostro dna». Ma il patron resta fiducioso: «Non possiamo dare giudizi frettolosi o definitivi. Non ora: sapevamo che un gruppo nuovo richiedeva tempo per creare quella conoscenza e confidenza che fanno parte di un gruppo consolidato. L’impegno di coppa servirà a velocizzare questo processo».