More stories

  • in

    Piacenza, Grozer: “Se continuiamo a lavorare possiamo arrivare tra le prime quattro”

    Foto Facebook Gas Sales Bluenergy Piacenza

    Di Redazione
    Arrivato in Italia dopo tanti anni di girovagare per il Mondo, Georg Grozer ha scelto la Superlega convinto del buon progetto della Gas Sales Bluenergy Piacenza e per rimanere vicino alla compagna. Il forte opposto tedesco, ai microfoni del quotidiano Libertà, ha raccontato questo inizio difficile di campionato e le aspettative personali e di squadra per questa stagione.
    Come ti spieghi il primo set della Gas Sales Bluenergy contro Padova? «L’avvio è stato davvero inaspettato, perché la nostra intenzione era mettere subito pressione ai nostri avversari. Padova ha fatto un grande lavoro al servizio mettendoci in difficoltà, ma anche in ricezione e in attacco senza commettere errori. Noi abbiamo iniziato non benissimo anche perché l’intesa con Baranowicz deve ancora crescere. È un grande palleggiatore, ma chiaramente è difficile giocare subito come vorresti».
    Dopo il primo set però siete usciti bene da una situazione difficile. «Sono molto contento perché siamo riusciti a mettere in mostra il nostro carattere e a uscire da squadra da una situazione complicata. Dopo quel primo set siamo cresciuti e abbiamo iniziato a giocare meglio».
    Come sta crescendo la squadra? «Tantissimo. Con Padova si è visto che anche sotto pressione siamo stati capaci e bravi a rialzarci dopo un brutto avvio di gara. Stiamo migliorando anche tatticamente e tecnicamente, anche l’atmosfera che si respira all’interno del gruppo è ottima. Cosi è più semplice concentrarci e migliorare sempre di più».
    Ti aspettavi un avvio di stagione cosi complicato? «Onestamente no, non pensavo che potessimo avere così tanti problemi. È stato molto stressante e difficile ma anche questo ci è servito per imparare la lezione ed uscire dal tunnel in cui ci stavamo infilando».
    Dove può arrivare la Gas Sales Bluenergy? «Il mio obiettivo è conquistare una medaglia con Piacenza. Credo che se continuiamo a lavorare e migliorare possiamo arrivare tra le prime quattro. Ci sono squadre come Civitanova e Perugia che sono fortissime, ma non imbattibili».
    Domenica a Verona: che partita ti aspetti? «Difficile, come tutte del resto. Il campionato italiano è simile a quello russo dove se concedi un solo dito ad una squadra questa si prende il braccio. Sono convinto che però possiamo tornare da Verona con tre punti in più in classifica». LEGGI TUTTO

  • in

    Civitanova, Rychlicki: “Il nostro segreto? Non mollare mai”

    Foto Facebook Cucine Lube Civitanova

    Di Redazione
    La Cucine Lube Civitanova continua il proprio ruolino di marcia vincente con otto vittorie su altrettante partite disputate. Un inizio campionato a tutta “birra” con un solo piccolo inciampo contro Ravenna. La squadra di Fefè De Giorgi è prima in classifica e nella prossima giornata di Superlega si appresta ad affrontare la Top Volley Cisterna, consapevole di non dover abbassare la guardia, come lo stesso giovane opposto Kamil Rychlicki ha dichiarato ai microfoni del Corriere Adriatico Macerata.
    Parliamo della capolista Lube. Otto su otto, c’è un segreto? «Non molliamo mai. Lo abbiamo dimostrato non solo nel primo e nel terzo set contro Modena ma è un atteggiamento che abbiamo assunto già da diverse partite. Riuscire a recuperare anche nelle situazioni di svantaggio è la nostra forza, la capacità di questa squadra di non arrendersi».
    Peccato per quel punto perso in casa contro Ravenna Cosa è successo? «Quello è stato il nostro punto di partenza. Ci siamo un po’ persi nella gestione della partita e il fatto di aver perso un punto ci ha riportato con i piedi per terra. Abbiamo capito che bisogna lottare ogni azione perchè gli avversari non ti regalano nulla».
    Qual’è la cosa più difficile nel giocare senza pubblico? «Mantenere la concentrazione che ti consente di rimanere sempre su un buon livello di gioco».
    È più difficile avere in squadra Simon o Juantorena? «Per fortuna sono miei compagni. Sarebbe stato molto peggio averli come avversari (dice ridendo)».
    Come vi preparerete al testa coda contro Cisterna? «L’esperienza contro Ravenna ci deve insegnare a non abbassare mai la guardia. Loro sono una buona squadra nonostante l’attuale posizione in classifica e non ci dobbiamo fidare. Vogliamo presentarci al big match contro Perugia, in calendario tra due domeniche, nella migliore posizione in classifica».  LEGGI TUTTO

  • in

    Fefè De Giorgi, campione di sorrisi: “La gioia del gioco non si inventa”

    Di Stefano Benzi
    Non c’è alcun dubbio che il mondo dei social abbia completamente rivoluzionato il modo di percepire lo sport e i personaggi pubblici. Inizialmente i social network erano considerati uno strumento prezioso, utile a ridurre la distanza tra la personalità e il fan. Ma da tre, quattro anni a questa parte, quella che inizialmente era stata definita la reputation, ovvero la credibilità di un personaggio, si è trasformata in consideration: la sua potenzialità commerciale. Sui social network si vende: il cosiddetto product placement ha preso il sopravvento sui contenuti e qualsiasi star dei social è un venditore. A volte di oggetti, a volte di se stesso.
    Perdonate la lunga premessa che non ha nulla di narrativo, ma è utile a presentare un personaggio che gli appassionati dell’ultima generazione conoscono come allenatore credibile, autorevole. Persino un po’ serio. Ferdinando De Giorgi.
    L’aveste visto quando nella fase finale della sua attività di giocatore si prestava a fare le imitazioni, il comico, con il talento innato di chi così ci è nato, e non potrebbe mai esserlo a comando, avreste il quadro completo di una personalità che ha fatto molto bene alla pallavolo per la sua attitudine alla divulgazione e al coinvolgimento. Un istrione, un testimonial nato. Oggi sul campo gli toccano camicia bianca e cravatta e farlo sorridere non è facile: tuttavia, può bastare basta una domanda.
    Fefé, perché – indipendentemente dalla pandemia – oggi sembra che tutti si divertano un po’ meno e si fatica a trovare personaggi come lei, seri ma non seriosi? De Giorgi se la ride e si allenta la cravatta: “Prima c’era la stessa pressione che c’è oggi, magari anche di più, eppure si capiva lontano un miglio quanto ci divertissimo. Ogni squadra ha alchimie particolari che non possono essere ricreate artificialmente. Però forse un po’ è vero, anni fa, nonostante stress e pressione eravamo più comunicativi. D’altronde quando si gioca per grandi risultati lo stress è inevitabile e bisogna saperlo gestire”.
    Un paradosso: allora che non c’erano i social, un personaggio come De Giorgi era un comunicatore perfetto. E oggi ci tocca riscontrare che uno come lui, uno che sdogani lo sport come intrattenimento e divertimento anche fuori dai canali ufficiali, non c’è: “Sono tempi diversi, siamo persone diverse, dobbiamo goderci i giocatori che abbiamo oggi e che sono fenomenali indipendentemente dal fatto che magari non sanno scherzare davanti a una telecamera o strappare un sorriso con uno scherzo. È una questione di carattere e magari è anche l’ambiente che è cambiato. Oggi tutti sentono il peso del giudizio delle persone e del dover fare la cosa giusta, per la squadra, per lo sponsor, per l’immagine. Forse ai nostri tempi c’era un’altra leggerezza che oggi non si può costruire a tavolino. O c’è o non c’è. La gioia del gioco non si inventa, bisogna saperla esprimere: soprattutto in momenti come questo”.
    La gioia del gioco: una definizione meravigliosa quella di De Giorgi che ci trova del tutto d’accordo. Ecco cosa ci vorrebbe, ora più che mai, soprattutto adesso, che il distanziamento si definisce “sociale” e i social ci uniscono per finta in modo virtuale ma non virtuoso. Oggi ci occorrerebbero proprio un paio di scherzi di quelli di De Giorgi, come quella volta in cui… ma no. Questa è un’altra storia! LEGGI TUTTO

  • in

    Luciano De Cecco: “Se ci fermiamo ora, la pallavolo rischia di sparire”

    Di Eugenio Peralta
    L’argomento è sulla bocca di tutti nel mondo della pallavolo: i numerosi rinvii dovuti ai casi di positività al coronavirus fanno balenare l’ipotesi di una riformulazione dei campionati, se non addirittura di una loro sospensione. Se ne parla ovviamente in Serie A1 femminile, ma anche in Superlega maschile, dove il fenomeno è ancora contenuto (solo due fin qui le partite rimandate, a cui si aggiungerà Perugia-Modena di domenica), eppure sono diverse le voci che chiedono di fermarsi: da Catia Pedrini a Marco Bonitta.
    Chi non ci sta è invece Luciano De Cecco. Il palleggiatore della Cucine Lube Civitanova, dopo essere intervenuto via Facebook rispondendo ai commenti di alcuni utenti sulla pagina di Volley NEWS, conferma la sua posizione ai nostri microfoni: “Se fermiamo i campionati ora, dove saremo tra un anno? La pallavolo rischia di sparire. In un contesto in cui protocolli e divieti impediscono alle serie minori e alle giovanili di giocare e allenarsi, dire basta anche alle Serie A sarebbe un segnale di resa“. A questo si aggiunge ovviamente il tema professionale: “Qualcuno forse ci vede come miliardari, o pensa che abbiamo la bacchetta magica di Harry Potter. La pallavolo è il mio lavoro e io voglio lavorare, poi naturalmente mi adeguerò alle decisioni che verranno prese, come faccio sempre“.
    Ma il campionato è davvero “falsato”, come ha detto qualcuno? “Falsato? E perché? – risponde De Cecco – Noi ci alleniamo e giochiamo regolarmente, facciamo due tamponi a settimana, non usciamo di casa e rispettiamo tutte le regole. Si sapeva dall’inizio che la situazione con l’emergenza Covid sarebbe stata questa. Le condizioni erano le stesse per tutti al momento delle iscrizioni ai campionati, e tutti le conoscevano“. Nel settore femminile, o in Serie A2 e A3, le cose sono però un po’ diverse, con continui rinvii e – in qualche caso – intere giornate sospese: “Non so perché la situazione sia questa – dice il palleggiatore argentino – ma mi chiedo: i tamponi vengono eseguiti regolarmente da tutti, e le sanificazioni vengono effettuate secondo le norme?“.
    L’ipotesi di una soluzione a “bolle” è forse l’unica che potrebbe garantire la regolarità dei campionati. Un’idea che De Cecco vede con favore: “Certo, sarebbe una buona scelta e credo che si vada in questa direzione anche in alcuni campionati stranieri. Ma finora non ho visto proposte da parte delle istituzioni sportive, soltanto ostacoli, scuse, alibi. Si parla tanto dei costi, ma non è un problema di soldi: le idee non costano niente. Sono due mesi che siamo in campo e si sapeva già che ci sarebbe stato il Covid, dove sono le Leghe e la Federazione? Le società hanno investito tanto per essere al via di questa stagione, e adesso si aspettano delle risposte“.
    Parole, quelle del regista dei cucinieri, che lasciano il segno e aprono un dibattito che si preannuncia infuocato. LEGGI TUTTO

  • in

    Sirci: “Non so se riusciremo a giocare tra due settimane”

    Di Redazione
    La Sir Safety Conad Perugia è sicuramente la squadra della Superlega più “toccata” dal virus. Settimana scorsa è scesa in campo contro Ravenna senza i centrali Ricci e Solè, questa settimana non ha potuto giocare contro Milano per via di cinque positivi e infine, notizia di ieri, altri sette contagiati.
    Molto probabilmente, quindi, salterà anche quella con Modena prevista per domenica 8 novembre. II presidente Gino Sirci, intervostato da La Nazione Umbria commenta così il brutto periodo dei suoi Block Devils: “Non so se riusciremo a giocare tra due settimane, dopo si potrebbe ripartire, ma in questo caso saremo stati fermi tanto tempo e tornare in campo sarà molto dura. Questo virus tra l’altro non è proprio una passeggiata per chi lo ha subìto, confidiamo nella giovane età dei ragazzi e nel loro fisico forte per avere meno conseguenze. Non ce lo aspettavamo e ci ha preso in pieno, fino a due settimane fa tutto procedeva bene, ora ci ritroviamo imbambolati di fronte a questi eventi. Abbiamo molti asintomatici, alcuni elementi del nostro team invece hanno lievi sintomi, qualche linea di febbre, mal di testa e spossatezza, ma tutto sommato stanno bene.
    Sulle voci che si rincorrono oggi di chi sostiene una possibile chiusura risponde: “Non mi preoccupo del campionato, secondo me si riuscirà a portare a termine, fosse anche con una formula diversa. Da qui a un mese il virus sarà meno debilitante e le cure saranno più efficaci. lo resto ottimista, abbiamo i mezzi per combattere la malattia, e tra gennaio e febbraio 2021 avremo il vaccino“. LEGGI TUTTO

  • in

    La proposta di Catia Pedrini: “Il campionato va fermato per due mesi”

    Di Redazione
    È la questione che più sta tenendo banco in questi giorni: blocco o non blocco dei campionati? Molti si stanno esprimendo a riguarda e si passa dalla assoluta voglia dello “stop” da parte di Marco Bonitta alla contrarietà di Lorenzo Bernardi.
    Oggi, intervistata da Il Resto del Carlino Modena, anche la presidente dei canarini, Catia Pedrini, vuole dire la sua sulle retrocessioni e sul periodo che sta passando, in generale, il movimento: “Penso che le regole non vadano cambiate in corsa. La passata stagione non ci sono stati molti scrupoli a scaricare Sora mentre non ci si è riusciti con Vibo. Bonitta ha ragione in assoluto ma bisognerebbe operare sempre con lo stesso criterio”.
    Senza pubblico il volley è tra gli sport economicamente più penalizzati. Arriveranno aiuti? “Il Comitato 4.0 sta lavorando su questo da mesi: se non arriveranno ingenti aiuti forse rimarranno quattro squadre. Tra queste non credo Modena. Con numeri così raccapriccianti della pandemia, il Governo deciderà se sanità, scuola, cultura, musica e sport avranno un futuro in questo paese“.
    I protocolli sanitari di serie A la soddisfano? “I protocolli a oggi sono ridicoli: si gioca fino a tre positivi in squadra. Perugia ha giocato a Ravenna e, a distanza di una settimana, ha praticamente tutti positivi. Trento ha giocato con Mosca che ora ne conta otto: non so dove si voglia arrivare con questo effetto domino che andrebbe scongiurato con ogni mezzo“.
    Ha una proposta? “Sospendere due mesi e riprendere con maggiore sicurezza a gennaio. Si dovrebbe agire con FIVB per non disputare la VNL, in modo da poter giocare il campionato fino a maggio“.
    Però continuare con lo sport di alto livello potrebbe essere un simbolo… “Lo sport va messo assolutamente in condizioni di continuare, ma la priorità è salvaguardare la salute”. LEGGI TUTTO

  • in

    Bernardi: “Fermare tutto perché non c’è pubblico sarebbe un errore gravissimo”

    Gas Sales Piacenza Volley

    Di Redazione
    Sfatato il tabù del Palabanca. Proprio alla vigilia del match tra Piacenza e Padova, proprio il centrare rossobianco Polo aveva dichiarato che l’obiettivo primario era quello. E così è stato.
    Piacenza, ha vinto seppur soffrendo, in quattro set con i patavini e ora si ritrova sesta in classifica a quota 12 punti.
    Proprio sulla prima vittoria casalinga, è stato intervistato dalla Libertà il coach emiliano Lorenzo Bernardi: “Non credo a queste cose, credo piuttosto che bisogna giocare bene per vincere“.
    Nel primo set il bel gioco non si è proprio visto: cosa è successo? “Avevamo parlato a lungo sul fatto che avremmo dovuto avere un approccio alla gara convinto e deciso, invece abbiamo subìto Padova in maniera anche imbarazzante. Ho visto troppa tensione in campo e queste sono cose non facili evitare, bisogna capire che con troppa tensione non si va da nessuna parte. Poi le cose sono migliorate e siamo tornati a gestire situazioni anche difficili in maniera migliore”
    Baranowicz in campo dal primo scambio: come giudichi la sua partita? “Lui è un giocatore di talento e qualità, si allena di fatto da una sola settimana con noi e logicamente il feeling coni compagni non è ottimale, ha bisogno di tempo pertrovare il giusto ritmo e sintonia con la squadra“.
    Bonitta ha detto che sarebbe meglio bloccare tutto se si deve giocare senza pubblico e bloccare le retrocessioni: cosa ne pensi? “Fermare tutto perché non c’è pubblico sarebbe un errore gravissimo. Per quanto riguarda il blocco delle retrocessioni io sono sempre stato contrario, se sei in zona retrocessione lavori per cercare di uscirne”. LEGGI TUTTO

  • in

    Kaziyski: “Più che guardare la classifica dobbiamo trovare un buon ritmo di gioco”

    Di Redazione
    Due partite saltate nel weekend di Superlega. Milano – Perugia con praticamente tutti i Block Devils positivi e, notizia di sabato, anche Ravenna – Verona per un caso negli ospiti.
    Veneti che stanno vivendo una stagione in chiaro scuro, occupando ora l’ottava posizione (con una partita in meno), lasciando qualche punto di troppo per strada, come a Milano o con Vibo, ma guadagnando punti d’oro vincendo con Trento.
    Approfittando di questa pausa “imposta” l’Arena ha intervistato il capitano della Nbv Matey Kaziyski per fare il punto della situazione: “Il campionato è molto equilibrato e le squadre di metà classifica sono molto vicine. Secondo me questo è una cosa positiva perché lo rende molto più interessante. E c’è anche tanta pressione perché ogni passo falso si paga caro. Dobbiamo concentrarci partita dopo partita. Più che guardare la classifica dobbiamo pensare a trovare un buon ritmo di gioco visto che abbiamo tanti alti e bassi”.
    La squadra è molto coesa e tu sembri il capitano perfetto: i giocatori hanno grande stima dite. “Per me essere capitano, al di là di cercare di trasmettere fiducia ai compagni, significa anche prendersi le responsabilità nei momenti importanti. Questo è quello che sto cercando di fare. Ma, come detto, devo migliorare per dare più sicurezze alla squadra“.
    Campionato condizionato dal Covid, voi giocatori come vivete in questa bolla? “La situazione sta peggiorando e un po’ di preoccupazione da parte mia c’è. Non tanto per la nostra salute perché si è visto che in generale, finora, noi giocatori se ci ammaliamo ci ammaliamo in modo leggero. C’è però il rischio che si fermi il campionato, di giocare senza pubblico. E un momento difficile e noi facciamo del nostro meglio per proteggerci e evitare contati con l’esterno, più di così non saprei cosa potremmo fare. Aspettiamo che passi questo momento”
    Dove può crescere ancora tanto la squadra? “In tutti i fondamentali. Secondo me dove possiamo fare molto meglio è nella connessione muro-difesa. Qui possiamo crescere per avere poi ottimi numeri anche in contrattacco. I play off sono l’obiettivo della stagione, ma non è così scontato centrarli. Si, i play off sono un obiettivo. U n obiettivo difficile ma dobbiamo dare il massimo per raggiungerlo” LEGGI TUTTO