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    Roddick: “Tsitsipas? Deve imparare a vincere quando gioca male”

    Stefanos Tsitsipas, n.6 del ranking

    Cosa manca a Stefanos Tsitsipas per diventare un vero campione? Imparare a vincere le partite quando non riesce a giocare il suo miglior tennis. Parole e musica di Andy Roddick, ex n.1 statunitense, oggi apprezzato opinionista a Tennis Channel. In un servizio sul canale tv, Andy ha parlato di alcuni dei giovani emergenti. Roddick considera Medvedev come tennista molto abile sul piano tattico, ma ancora incapace di giocare tutto un torneo al massimo livello. Adora i colpi di Shapovalov, ma è ancora lontano come continuità di prestazione, non lo vede vincere un grandissimo torneo a breve.
    Andy pensa che Tsitsipas abbia un tennis molto completo e vincente, ma il suo limite sia relativo al carattere, in particolare nell’affrontare i momenti “no”, le giornate in cui non tutto gli riesce come vorrebbe. “Vorrei vedere Stefanos Tsitsipas fare meglio nelle sue brutte giornate, capita ad ogni sportivo di non riuscire a dare il massimo ad ogni partita. Quando riesce a giocare al suo livello più alto, non è in discussione, è un grandissimo tennista. Quando sta “volando in alto” ha una capacità di tirare grandi colpi pazzesca, è bellissimo da vedere e molto forte. Penso che l’unica cosa che lo separa dalla vetta del gioco in questo momento è quando si ritrovare a navigare “nel terzo regno”, ossia quando non ha un bel feeling con la palla e non gli riescono le sue giocate. In quelle occasioni esterna una frustrazione che lo penalizza anche nei confronti dell’avversario, che lo vede in difficoltà. Qua deve migliorare, deve trovare una via d’uscita per non uscire dal match, deve reagire e trovare in ogni modo la strada per girare la partita a suo favore. Ritengo sia la cosa più importante per lui adesso, forse ha solo bisogno di altra esperienza per farcela, credo riuscirà a compiere questo passo in futuro”.

    Forse il buon Stefanos potrebbe comprare e leggere una copia del mitico “Winning Ugly” di Brad Gilbert, in cui l’ex top1o USA e poi coach (tra gli altri di Andre Agassi) spiega con molti dettagli come vincere “sporco”, non nel senso di ingannare ma cavandosi fuori da situazioni e momenti delicati con visione e astuzia, massimizzando i momenti negativi di incontro che sta girando male. Battute a parte, concordiamo sulla riflessione di Roddick: a livello di capacità di “lotta”, Tsitsipas è ancora indietro rispetto ai due supercampioni Nadal e Djokovic, ma anche rispetto a Thiem e Medvedev, o altri ottimi giocatori più dietro in classifica (Schwartzman o Carreno Busta, per citarne un paio) ma assai tosti sul piano agonistico.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Caccia agli Slam 2021: cosa manca agli “inseguitori”? (di Marco Mazzoni)

    Stefanos Tsitsipas, semifinalista a Roland Garros 2020

    Il 2021 tennistico maschile scatta oggi tra Antalya e Delray Beach, tra le mille incertezze dovute alla pandemia, possibili nuovi spostamenti e cancellazioni. Ci apprestiamo a seguire una stagione che, come mai prima, saremo costretti a vivere giorno per giorno, sperando che le vaccinazioni di massa in corso in molti paesi possano rappresentare la fine del tunnel verso quella “normalità” perduta che oggi ci manca terribilmente.
    In questo scenario di totale incertezza, lanciarsi in previsioni sugli Slam 2021 sarebbe a dir poco ardito. La sensazione è che Novak Djokovic e Rafa Nadal saranno – tanto per cambiare – ancora gli uomini da battere. Nonostante i loro (prossimi) 34 e 35 anni, con mille battaglie nelle gambe e nella testa, la fortissima motivazione di segnare record storici (numero di Slam, settimane al n.1) li farà scattare in pole position, a meno di infortuni o situazioni imprevedibili.
    Altra certezza, la posizione di Dominic Thiem, ormai al pari dei due super campioni. L’austriaco è stato il primo nato nei ’90s a vincere un Major a New York, dopo aver perso finali a Parigi e Melbourne. Ormai Dominic è a tutti gli effetti il terzo incomodo, pronto a vincere a Melbourne, Parigi e New York. E gli altri?
    Nel primo approfondimento del 2021 parliamo degli inseguitori, quella pattuglia variopinta, interessante e ricca di talento quasi pronta a spiccare il volo verso la prima vittoria in uno Slam. Accadrà nel 2021? Non v’è certezza, ma è assai probabile che almeno uno di loro possa finalmente imporsi in uno dei quattro tornei principali della stagione. Ci sono molti segnali concordanti in tal senso. Il disgraziato 2020 ha mostrato per alcuni di loro importanti segnali di crescita, come la finale a US Open di Zverev, la vittoria alle ATP Finals di Medvedev spazzando via i primi tre al mondo, la semifinale di Tsitsipas a Roland Garros (dopo quella a Melbourne del 2019). Andiamo a vederli uno per uno, focalizzando l’attenzione su quel che (a fine 2020) mancava per compiere l’impresa e sedersi al banchetto dei veri Campioni. Per tutti loro sarà fondamentale elevare la “continuità di prestazione”, ossia la capacità di giocare il proprio miglior tennis più a lungo possibile, ma non solo.

    Daniil Medvedev (24 anni) – Continuità con la prima di servizio. È già andato molto vicino a vincere uno Slam, a New York 2019, quando solo l’enorme cuore e classe di Nadal hanno impedito al russo l’impresa, a coronare la sua estate magica. Medvedev ha il tennis più “rognoso” tra gli emergenti: tattico, di difficile lettura, molto personale. Ti porta a giocare male, con quella ragnatela di palle lente, “storte”, senza peso, e poi un improvviso strappo a spezzarti il ritmo e le gambe. Ti manda “in bestia”, ti toglie ritmo e fiducia. Quando Medvedev è davvero centrato, è un bruttissimo cliente per tutti. Però il suo tennis così complesso e personale richiede una perfetta condizione atletica, è assai dispendioso in energie fisiche e psicologiche, perché lui non spazza via il rivale, lo lavora ai fianchi, spesso in match lunghi e faticosi. Per questo il rendimento della prima di servizio diventa fondamentale: ricavare molti punti diretti per non spremersi in ogni scambio, ed allo stesso tempo elevare la frustrazione dell’avversario, è conditio sine qua non per vincere contro i big. Lo si è visto alle Finals, e praticamente in ogni suo grande successo. Ancora la prima di Daniil non è sempre al top. A volte stenta a prendere ritmo, oppure scompare per alcuni games. In uno Slam, con Rafa, Novak o Dominic al di là della rete, non te lo puoi permettere. Se nel 2021 Daniil troverà un servizio ancor più pungente e costante, potrà vincere il suo primo Slam.

    Stefanos Tsitsipas (22 anni) – Intensità e propensione offensiva. Il giovane “Dio greco” del tennis affascina per la sua eleganza nel gesto, completezza tecnica e versatilità. Dalla sua racchetta possono uscire traiettorie splendide da ogni posizione di campo, anche dal diritto, assai migliorato e reso più stabile nell’ultimo periodo. Tuttavia Stefanos ancora difetta in intensità. Nelle grandi e lunghe sfide, ha ancora la tendenza a prendersi delle pause in cui aspetta troppo l’avversario, si mette a scambiare come per rifiatare, ritrovare energie fisiche e mentali. Puntualmente in quei frangenti un rivale top ne approfitta, mette le marce alte e scappa via. Tsitsipas spesso riesce a rientrare, ma compie un grande sforzo che poi finisce per pagare nella fasi decisive (tiebreak, quarto e quinto set). È diventato un discreto lottatore, ma deve riuscire a concentrare gli sforzi in un rendimento medio più alto, cancellando quei momenti un po’ abulici in cui sembra tirare i remi in barca. Allo stesso tempo, deve trovare la fiducia per produrre un tennis più incisivo perché ha tutti i mezzi e colpi per riuscirci. Quando il greco tiene l’iniziativa, affonda i colpi, viene avanti giocando molto aggressivo, produce un tennis non solo bellissimo ma anche vincente ed efficace. Resterà sempre un creativo, soggetto a sbagliare e prendere decisioni tattiche pericolose, ma deve incanalare il suo gioco verso il rischio, con una posizione più avanzata e cercando di tenere in mano l’iniziativa il più possibile, visto che in modalità “creative” è assai più forte rispetto a quando è costretto a rincorrere. E magari usare maggiormente il rovescio slice per togliere ritmo ai molti picchiatori del tour e quindi entrare con i suoi colpi in anticipo.

    Alexander Zverev (23 anni) – Posizione di campo e attitudine. Sono passati diversi mesi, ma ancora resta incredibile la rimonta subita a NY da Thiem nella finale di US Open 2020. Sasha aveva dominato i primi due set, mostrando finalmente un tennis facile, sicuro, offensivo. Thiem fu forse fin troppo dimesso, e la sua scossa nel terzo finì per far ripiombare il tedesco nella propria palude, quella in cui si arrocca con un tennis consistente ma poco incisivo, tanto da annegare. Qua passa tutta la differenza tra un Campione ed un ottimo giocatore. Zverev in carriera ha vinto Masters 1000, le ATP Finals, ha battuto tutti i migliori perché possiede la qualità per farlo. Tuttavia continua non convincere perché riesce in queste imprese solo quando libera testa a braccio, producendo un gioco geometrico e veloce, aggressivo. In questi match, gioca con i piedi più vicini alla riga di fondo, con la prima apre il campo e quindi entra col rovescio poderoso, o lavora lo scambio col diritto cross, lungo e preciso. Quando tiene questa attitudine offensiva insieme ad una posizione avanzata, è un Top player, pronto a vincere uno Slam. Purtroppo ancora gli accade di rado, in modo completamente imprevedibile. È quindi una questione mentale, di fiducia, di presenza in campo. Nella sua giovane carriera, Alexander ha macinato tanti avversari quanti coach… vediamo se David Ferrer sarà quello “buono”. L’iberico fu un esempio di applicazione ed attitudine, proprio quella che manca al suo assistito.

    Andrey Rublev (23 anni) – Piano B. Rublev è stato uno dei giocatori migliori nel 2020. 5 tornei vinti, una crescita importante che l’ha giustamente portato a vincere anche l’ATP Award (insieme al suo coach, Fernando Vicente). Tuttavia i numeri vanno saputi leggere, e questi parlano chiaro: contro i migliori e negli Slam, Rublev ancora fa fatica. Non ha ancora superato la barriera dei quarti in uno Slam, ha battuto pochi Top, tenendo invece un livello medio molto alto contro gli altri. Il motivo di quest’andamento è squisitamente tecnico: il tennis di Rublev è formidabile ma ancora mono dimensionale. Il suo pressing ad altissimo ritmo e grande rischio è il suo marchio di fabbrica, con cui macina moltissimi avversari; ma potrebbe diventare anche la sua maledizione se non riuscirà a costruirsi un piano B per le situazioni in cui non riesce a sfondare l’avversario. Con i piedi vicini alla riga di fondo, Andrey spinge come un forsennato, palla dopo palla, costringendo l’avversario ad accorciare e aprendosi uno spiraglio per l’affondo, o portandolo all’errore. Ma… se questo non avviene? Se l’avversario si appoggia e non sbaglia? O se l’avversario risponde con palle lavorate e lo manda fuori ritmo? Sconfitta, perché Rublev ancora non è riuscito a trovare una via di fuga, una soluzione. Questa potrebbe essere un’incursione a rete (ma la tecnica di volo e posizione sono ancora rivedibili), oppure lavorare per stringere gli angoli con meno velocità e più rotazione, visto che il vero cambio di ritmo non è nelle sue corde. Rublev sembra un tennista già piuttosto formato sul piano tecnico, e con precise qualità ma anche limiti. Magari potrebbe trovare due settimane in cui, sostenuto da una condizione fisica eccezionale e grande sicurezza, riuscirà a travolgere ogni avversario, ma per trovare uno Slam del genere sembrano molti i pianeti che dovrebbero allinearsi alla perfezione…

    Matteo Berrettini (24 anni) – Salute e forma fisica. Di fatto il 2020 dell’azzurro non è valutabile. Ha giocato pochissimo, forte del ranking protetto sui risultati 2019, e quando l’ha fatto non stava quasi mai bene. Lo si sapeva, fin dall’inizio. Nel 2019 il tennis fantastico di Matteo è stato sostenuto da un’annata fortunatamente senza grandi intoppi sul lato fisico. Quando ti porti dietro un corpo così importante, il problema è dietro l’angolo. Con questo dovrà convivere l’azzurro, per tutta la carriera, l’augurio e speranza è che grazie ad un eccellente lavoro si possa preservarne il più possibile la salute, in modo da esplodere in campo quella potenza e qualità che l’hanno portato alla SF a US Open e giocare il Masters di fine anno, chiudendo tra i primi 8 al mondo la stagione 2019. Matteo come tennis può crescere ancora in molte cose: più qualità in risposta, qualche accelerazione di rovescio improvvisa, qualche miglioria nella volée e nell’approccio, una seconda di servizio sempre più incisiva. Ma il miglior Berrettini, seppur incompleto, è già un tennista fortissimo, che se la gioca con i migliori, perché ha un tennis “moderno”, efficace su ogni superficie, a patto di stare bene. L’augurio è di ritrovarlo nel 2021 al 100% sul lato atletico, perché solo con la miglior condizione gioca libero di testa e con fiducia.

    Denis Shapovalov (anni 21) – Ordine e prima di servizio. “Showtime Shapo” ha infiammato il Foro Italico nel 2020, mostrando anche sul rosso quel tennis irresistibile, una macchina da tennis infernale, imprevedibile, bellissima. Capace di creare meraviglie tecniche che ti lasciano a bocca aperta, ma allo stesso tempo distruggere tutto con la stessa velocità. Tra i giocatori di cui ho parlato è il più giovane, in tutti sensi. Quando si è così creativi, quando il padreterno ti regala così tanto talento e possibilità, incastrare il tutto in un piano razionale ed efficace è sempre più complesso. Ancor più se hai una personalità spiccata, vuoi imporre il suo gioco senza compromessi. Per questo solo trovando ancor più ordine e logica, Denis potrà salire di livello trovando quella continuità di rendimento all’interno dello stesso torneo che ancora gli manca. Non ha superato lo scoglio dei quarti in uno Slam, segnale di come faccia ancora fatica a trovare stabilità. Per farlo, oltre ad un lavoro importante sul piano mentale e tattico – auguri Youzhny – sarà necessaria anche una crescita nel rendimento con la prima di servizio. È la storia del gioco che lo dice: tutti i tennisti altamente creativi e con un tennis molto rischioso hanno iniziato a vincere solo quando sono riusciti a ricavare molti punti diretti con la prima. Perché metti sotto pressione il rivale, perché prendi fiducia nel tuo gioco, perché rischiando tanto, qualcosa concedi. Uno Shapo che si gioca uno Slam sarebbe il miglior biglietto da visita per il nostro sport.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Finals 2020: Rafael Nadal elimina Stefanos Tsitsipas ed è in semifinale

    Rafael Nadal classe 1986 e n.2 del mondo

    Rafael Nadal (ATP 2) ha dovuto attingere a molte delle sue risorse tecniche e caratteriali per battere 6-4 4-6 6-2 Stefanos Tsitsipas (6) e guadagnarsi l’accesso alle semifinali delle ATP Finals di Londra. L’iberico, qualificatosi come secondo del Gruppo Londra 2020, sulla strada verso il suo primo titolo nel torneo che chiude la stagione sfiderà ora in semifinale Daniil Medvedev (4).
    La sfida si è sviluppata sin dai primi scambi su alti livelli. Nonostante il buon avvio, Tsitsipas ha avuto un passaggio a vuoto, culminato in un doppio fallo che ha regalato al maiorchino il break decisivo nel primo set. Nella seconda frazione, stesso copione, ma a ruoli invertiti: il vincitore dell’ultimo Roland Garros ha smarrito la battuta sul più bello, permettendo al greco di portare il match al terzo set. Lì, dopo un botta e risposta di break conquistati, è stato Nadal a prendere il largo in via definitiva chiudendo la partita per 6 a 2.

    ATP Nitto ATP Finals

    Rafael Nadal [2]
    6
    4
    6

    Stefanos Tsitsipas [6]
    4
    6
    2

    Vincitore: R. NADAL

    Servizio
    Svolgimento
    Set 3

    R. Nadal

    0-15
    0-30
    15-30
    30-30
    40-30
    ace
    40-40
    A-40

    5-2 → 6-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40

    4-2 → 5-2

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    40-0

    3-2 → 4-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    ace
    15-15
    30-15
    40-15

    3-1 → 3-2

    R. Nadal

    0-15
    0-30
    15-30
    30-30
    40-30

    2-1 → 3-1

    S. Tsitsipas

    0-15
    0-30
    0-40

    1-1 → 2-1

    R. Nadal

    15-0
    15-15
    30-15
    30-30
    30-40

    1-0 → 1-1

    S. Tsitsipas

    0-15
    df
    0-30
    15-30
    15-40

    0-0 → 1-0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 2

    R. Nadal

    0-15
    0-30
    15-30
    15-40
    30-40
    df

    4-5 → 4-6

    S. Tsitsipas

    15-0
    30-0
    ace
    40-0

    4-4 → 4-5

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    40-0
    ace
    ace

    3-4 → 4-4

    S. Tsitsipas

    0-15
    df
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30

    3-3 → 3-4

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    2-3 → 3-3

    S. Tsitsipas

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    40-30

    2-2 → 2-3

    R. Nadal

    15-0
    ace
    30-0
    40-0

    1-2 → 2-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    ace
    30-0
    40-0

    1-1 → 1-2

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    40-0

    0-1 → 1-1

    S. Tsitsipas

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    40-30
    40-40
    40-A
    40-40
    A-40

    0-0 → 0-1

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    R. Nadal

    15-0
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30
    ace
    ace

    5-4 → 6-4

    S. Tsitsipas

    0-15
    15-15
    30-15
    ace
    30-30
    30-40
    df

    4-4 → 5-4

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    3-4 → 4-4

    S. Tsitsipas

    0-15
    df
    15-15
    ace
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    A-40

    3-3 → 3-4

    R. Nadal

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    ace

    2-3 → 3-3

    S. Tsitsipas

    15-0
    15-15
    30-15
    ace
    40-15
    40-30

    2-2 → 2-3

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    40-0
    ace
    40-15

    1-2 → 2-2

    S. Tsitsipas

    15-0
    ace
    30-0
    40-0
    ace

    1-1 → 1-2

    R. Nadal

    15-0
    30-0
    40-0

    0-1 → 1-1

    S. Tsitsipas

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15

    0-0 → 0-1

    LONDON 2020 groupRafael Nadal 2V 1S (4-3) Qualificato al secondo posto1) Dominic Thiem 2V 1S (4-3) – Qualificato al primo postoStefanos Tsitsipas 1V 2S (4-6)Andrey Rublev 1V 2S (3-4) LEGGI TUTTO

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    Tennis, dove vedere Nadal-Tsitsipas: streaming e diretta tv Atp Finals

    Questa sera alle ore 21 alla O2 Arena di Londra (cemento indoor) si disputerà il match della prima giornata delle Atp Finals (gruppo London 2020) che vedrà in campo Nadal-Tsitsipas. Sarà un vero e proprio spareggio per il secondo del raggruppamento quello tra lo spagnolo e il greco, visto visto che entrambi hanno vinto il loro match contro il russo Rublev e perso invece quello contro l’austriaco Thiem già qualificato per le semifinali in programma sabato pomeriggio. In questo ultimo scorso di stagione Nadal ha vinto il torneo di Acapulco (Messico) e soprattutto il Roland Garros (per la tredicesima volta), arrivando in semifinale al Masters 1000 di Parigi-Bercy, mentre Tsitsipas ha perso la finale del torneo di Colonia ed è arrivato in semifinale allo Slam parigino (persa solo al quinto set contro il serbo Djokovic).

    Leggi anche:  Dove vedere Catania-Vibonese, streaming gratis e diretta tv Serie C

    Sono sei i precedenti tra i due tennisti tutti disputati tra il 2018 e il 2019 con il maiorchino avanti per 5-1: curiosamente l’ultimo si è giocato esattamente un anno fa sempre nel Round Robin delle Atp Finals con vittoria di Nadal per 6-7 (4), 6-4, 7-5, ma con il greco che riuscì a vincere il torneo grazie alla vittoria in finale contro Thiem.
    Dove vedere Nadal-Tsitsipas in tv e streaming
    Il match Nadal-Tsitsipas, valevole per la terza ed ultima giornata del gruppo London 2020 delle Atp Finals, sarà visibile su Sky che anche quest’anno detiene i diritti della manifestazione; i canali di riferimento saranno Sky Sport Uno (ch 201 del decoder) e Sky Sport Arena (ch. 204). La telecronaca sarà a cura della giornalista Elena Pero e il commento tecnico dell’ex tennista Paolo Bertolucci. LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Quest’anno sono cresciuto affrontando la sofferenza, in campo e fuori”

    Stefanos Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas ha rilasciato interessanti dichiarazioni nella press conference introduttiva al torneo di Vienna, dove è la terza testa di serie e sfiderà al primo turno il tedesco Struff. Con un line-up davvero notevole, il torneo ATP 500 di questa settimana sarà una tappa di avvicinamento alle Finals molto probante per Stefanos, campione in carica al Masters di fine anno.
    “Sì, le Finals sono un grande obiettivo, ma adesso non ci sto pensando affatto. Sono del tutto focalizzato su questa settimana, quindi andrò a Bercy e anche lì voglio disputare un ottimo torneo. Sento che in questi tornei posso fare molto bene, portare in campo una versione migliore di Stefanos, sono davvero felice di essere qua adesso. Sono grato per la possibilità di poter giocare questi tornei importanti, nonostante la situazione che stiamo vivendo a livello mondiale”.

    Il greco ha spiegato il perché dell’avvio stentato alla ripresa in America, e poi l’ottimo tennis mostrato sulla terra in Europa, con la finale ad Amburgo e la semifinale a Roland Garros: “E’ stato un periodo in cui ho provato e testato nuove cose in campo, sia durante la US Open swing che a Roma. Quindi ho deciso di ritornare al mio vecchio gioco e mi sono subito sentito a mio agio, ho ritrovato la fiducia in campo e si sono visti i risultati”.
    Tsitsipas crede di esser cambiato in questo 2020 così complicato: “Affrontare il dolore in campo e fuori quest’anno mi ha fatto crescere. Ho imparato un secco di lezioni sul gioco e per la mia vita. Ho giocato diversi match dalla ripresa, ma non quanti speravo di poter disputare. Il Covid-19 ha reso tutto così difficile quest’anno, ma è bello ora essere qua”. LEGGI TUTTO

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    Ivan Lendl rivela i suoi due giovani preferiti che giocano nel circuito

    Ivan Lendl nella foto

    Ivan Lendl, ex n.1 del mondo, ha espresso la sua opinione sulla nuova generazione di tennisti.
    Il campione ceco ritiene che ci siano due nomi che dimostrano già una maturità superiore alla media. “Tsitsipas gioca in modo corretto e senza dubbio è il mio preferito tra i giovani che si distinguono nel circuito”.

    “Ho messo Tsitsipas davanti a Shapovalov, a cui piace molto anche il suo tennis. Non appena questi due acquisiranno esperienza e smetteranno di sbagliare nei momenti più importanti delle partite, saranno giocatori molto difficili da battere”. LEGGI TUTTO

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    Open Court: Felix Auger-Aliassime, sbagliato considerarlo “un perdente” (di Marco Mazzoni)

    Felix Auger-Aliassime

    “È difficile da accettare, quindi non ho molto da dire a parte che sono deluso dal mio livello di oggi in generale. Ci riproverò”. Parole amare quelle di Felix Auger-Aliassime, dopo aver perso piuttosto nettamente la finale di Colonia la scorsa settimana, opposto a Sasha Zverev. Proprio il tedesco ha cercato di consolarlo: “Sei un giocatore incredibile. So che non significa molto in questo momento, ma sono sicuro che non solo vincerai un titolo, ma vincerai più titoli nella tua carriera, tornei più grandi di questo”.
    Parole sagge quelle del tedesco, anche se i numeri del giovane canadese iniziano a farsi pesanti: sei finali disputate, sei sconfitte. Tirando una facile conclusione, lo spettatore più superficiale potrebbe affermare che Auger-Aliassime è un “perdente”. Alt.
    Un’affermazione del genere non solo è sbagliata, ma assai ingenerosa. È indubbio che Felix abbia qualche problema di gestione della tensione al momento di affrontare una finale, lo dice lui stesso affermando che all’atto decisivo non riesce ad esprimere il suo miglior tennis. Ma i numeri vanno saputi leggere, e francobollarlo come un perdente sarebbe un errore.
    A soli 20 anni, il canadese ha toccato un best ranking di n.17 (attualmente è al n.22). Questa la lista delle sue finali disputate: anno, torneo, vincitore.
    2019
    Stoccarda – Berrettini
    Lione – Paire
    Rio de Janeiro – Djere
    2020
    Rotterdam – Monfils
    Marsiglia – Tsitsipas
    Colonia 1 – Zverev
    Match assolutamente non facili, in cui partiva quasi sempre sfavorito. Forse il suo più grande rimpianto è quello di Rio, sconfitto da Djere. Ma era la sua primissima finale ed il serbo quella settimana era in uno stato di forma clamoroso.
    Approfondendo l’analisi sempre coi numeri, se andiamo a vedere come erano messi a 20 anni e 2 due mesi i giocatori emergenti arrivati nei piani alti del ranking, il quadro diventa assai più chiaro.

    Tsitsipas era appena entrato nella top20, aveva disputato tre finali con il successo a Stoccolma e due sconfitte; Medvedeva 20 anni e due mesi era fuori dai primi 200 del ranking, con la prima finale disputata a quasi 21 anni (Chennai 2019); Sasha Zverev è stato assai precoce: all’età di Felix era appena entrato nella top10 dopo il successo al Masters 1000 di Roma e aveva già vinto 4 tornei; Rublev aveva chiuso la stagione al n.39, con una finale raggiunta e vinta ad Umag;Berrettini è esploso più tardi, a 20 anni ancora era assai indietro; il connazionale Shapovalov all’età di Felix stazionava nella top30, senza alcuna finale raggiunta (vincerà Stoccolma qualche mese dopo, suo unico successo in carriera);Khachanov era appena entrato nella top100, dopo qualche mese vincerà il suo primo torneo a Chengdu; Garin a 20 anni era ancora invischiato nelle retrovie; Coric era ad un passo dalla top50, con due finali disputate e perse; Ruud era appena fuori dalla top100, e Fritz dalla top50, con la finale di Memphis persa nel 2016; De Minaur era nella top30, con il titolo di Sydney e altre due finali perse.
    Fermandoci qua nell’analisi, risulta che all’età di Felix Auger-Aliassime la maggior parte dei suoi rivali era assai più indietro come risultati raggiunti. Pronti ad emergere, alcuni in rampa di lancio, ma solo Zverev e Tsitsipas hanno ottenuto risultati davvero migliori di quelli del canadese.
    Passando invece al campo, perché FAA non riesce a sbloccarsi in finale? I motivi sono molti, il tennis non è mai una scienza esatta. Detto della sua tensione, su cui deve assolutamente lavorare, è possibile che il giovane canadese abbia anche un tennis discretamente dispendioso. Spinge molto, scambia forse fin troppo, e questo gli costa preziose energie fisiche e mentali. I suoi colpi da fondo sono potenti e precisi, ma tende a giocarne qualcuno di troppo prima di tentare l’affondo. Un attendismo che non paga. Il suo tennis tattico, in progressione, richiede enorme applicazione e continuità, quella che forse ancora gli manca, e scambiando molto finisce per subire la contro mossa del rivale. Dovrebbe lavorare per ricavare più punti con la prima di servizio, ma anche esser più pungente in risposta. In questo piano di maggior aggressività, non sarebbe male nemmeno spostare il baricentro del suo gioco leggermente più avanti. Non sempre è pronto a correre a rete a raccogliere i frutti del suo pressing, una soluzione che gli consentirebbe di durare meno fatica, accorciare i tempi del match e della sua spinta. Ha buona mano, un ottimo fisico ed è assai elastico, quindi non gli manca niente per compiere questo passo. FAA è un grande talento, ha un tennis molto completo ed efficiente, sarei estremamente sorpreso se restasse un incompiuto, ancorato nel limbo tra i grandi e le promesse non mantenute.
    A soli 20 anni e due mesi, Felix Auger-Aliassime ancora non è riuscito a sbloccarsi in una finale. Sarà importante per lui lavorare su se stesso, sugli aspetti tecnici che abbiamo analizzato, e cercare di farlo abbastanza in fretta, per due motivi. La concorrenza nei piani alti si sta facendo molto agguerrita: molti coetanei stanno esplodendo, altri sono in arrivo (speriamo a brevissimo anche Jannik Sinner) e quando si resta un po’ dietro, poi non è facile recuperare. Inoltre accumulare troppe memorie negative potrebbe diventare un fardello complesso da gestire sul piano mentale, tonnellate di tensione sulle spalle che possono schiacciarti. Auger-Aliassime credo abbia troppo talento e mezzi per restare incastrato in questa morsa, il suo momento arriverà e credo che arriverà anche presto. Oggi il suo record nelle finali è 0-6, ma “ad averne” di perdenti così…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Stefanos Tsitsipas parla del problema fisico accusato nuovamente durante il 5 set nel match contro Djokovic a Parigi

    Stefanos Tsitsipas nella foto

    Era tanto ovvio quanto ingiusto e doloroso vedere Stefanos Tsitsipas non riuscire a dare il meglio di sé nel quinto set nel match di semifinale al Roland Garros contro Novak Djokovic a causa di un disagio fisico di cui non si conosceva l’entità e l’origine.
    Ci sono volute più di 24 ore perché i media greci, vicini al numero 5 del mondo, rivelassero che il problema deriva da una infiammazione ai muscoli della gamba.

    È stato ora riportato da Sport3 in Grecia che la risonanza magnetica ha mostrato un edema, gonfiore causato dalla fuoriuscita di sangue nei tessuti vicini.
    Questo infortunio è sorto già durante la sua partecipazione al torneo di Roma, dove ha perso contro Jannik Sinner, e influenza notevolmente i movimenti laterali e il servizio, quando atterra dopo il salto.
    L’infortunio è destinato a tenerlo fuori per un breve periodo, ma dovrebbe mancare a Vienna ed è in dubbio per il torneo di Bercy. LEGGI TUTTO