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    Valentino Rossi: “Abbiamo deciso il nome per mia figlia, ma lo diremo alla nascita”

    ROMA – Valentino Rossi ha avuto alcuni mesi per metabolizzare il ritiro dal Motomondiale dopo 26 anni di carriera. Per il Dottore, però, è quasi giunto il momento di ripartire per una nuova avventura, che lo vedrà impegnato nel GT World Challenge Europe con un’Audi del team Wrt. “Per me questo è un momento abbastanza tranquillo – ha detto ai microfoni di “Radio Deejay” -. Però fra poco inizierò a provare la macchina, perché quest’anno correrò in macchina con Audi. Il primo test sarà il 14 febbraio, a San Valentino. Ma bisognerà capire quando nascerà la bambina”. C’è una novità ben più importante, però, per Valentino, che aspetta la nascita della prima figlia: “Siamo agli sgoccioli. Dovrebbe nascere a ridosso del mio compleanno (16 febbraio, ndr) -. Abbiamo già deciso il nome, ma lo diremo solo quando nascerà. Ormai manca poco, circa una decina di giorni. Non so bene cosa aspettarmi”.
    Le parole di Valentino
    “La cosa più bella è stata avvicinare al motociclismo tanta gente che magari non ne sapeva niente – ha proseguito Rossi -. Penso di aver fatto un bel favore al movimento. Primi test senza di me? Vedremo come mi sentirò vedendoli e soprattutto quando ci sarà la prima gara in Qatar il 6 marzo. Sono contento della mia scelta, era il momento giusto. È difficile pensare di ricominciare ora e ripartire in giro per il mondo e fare 21 gare sempre a tutto gas. Comincio ad avere una certa età”. LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi: “La nascita di mia figlia? Siamo agli sgoccioli. Abbiamo deciso il nome”

    ROMA – “Per me questo è un momento abbastanza tranquillo. Però fra poco inizierò a provare la macchina, perché quest’anno correrò in macchina con Audi. Il primo test sarà il 14 febbraio, a San Valentino. Ma bisognerà capire quando nascerà la bambina”. Valentino Rossi ha avuto alcuni mesi per metabolizzare il ritiro dal Motomondiale dopo 26 anni di carriera. Per il Dottore, però, è quasi giunto il momento di ripartire per una nuova avventura, che lo vedrà impegnato nel GT World Challenge Europe con un’Audi del team Wrt. C’è una novità ben più importante, però, per Valentino, che aspetta la nascita della prima figlia: “Siamo agli sgoccioli – ha detto ai microfoni di “Radio Deejay” -. Dovrebbe nascere a ridosso del mio compleanno (16 febbraio, ndr) -. Abbiamo già deciso il nome, ma lo diremo solo quando nascerà. Ormai manca poco, circa una decina di giorni. Non so bene cosa aspettarmi”.
    Sul ritiro
    “La cosa più bella è stata avvicinare al motociclismo tanta gente che magari non ne sapeva niente – ha proseguito Rossi -. Penso di aver fatto un bel favore al movimento. Primi test senza di me? Vedremo come mi sentirò vedendoli e soprattutto quando ci sarà la prima gara in Qatar il 6 marzo. Sono contento della mia scelta, era il momento giusto. È difficile pensare di ricominciare ora e ripartire in giro per il mondo e fare 21 gare sempre a tutto gas. Comincio ad avere una certa età”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ezpeleta sul finale di F1: “Non lo vorrei mai, non mi piacciono queste cose”

    ROMA – Ancora una settimana, e inizierà la nuova stagione di MotoGp. I primi test sono ormai alle porte, con i piloti della classe regina che sfileranno sul circuito di Sepang il 5 febbraio alla ricerca delle prime sensazioni. Per Carmelo Ezpeleta, è il momento giusto per fare un riassunto di quella che è la situazione del campionato a due ruote, facendo anche un paragone con quanto successo in F1, dove non si sono ancora placate le polemiche dopo il finale della scorsa stagione: “Non mi farebbe piacere vedere un finale di MotoGp come quello visto in F1”, ha sentenziato il Ceo di Dorna a Marca. Il dirigente ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe che ci fossero due piloti che lottano per il titolo all’ultima gara, ma il modo in cui è finito… è stato un campionato fantastico, ma il finale ha originato controversie che non vanno bene. Mi piacerebbe, se possibile, avere un campionato aperto fino all’ultimo, ma non mi piace che al termine si crei il dubbio, e che il vicecampione non parli più. Non è una cosa che vorrei. Così come non avrei voluto, nonostante tutto il mondo fu contento dal punto di vista dell’impatto mediatico, il pasticcio successo tra Rossi e Marquez nel 2015. Non mi piacciono queste cose”. 
    “Ultimi due anni di Rossi sottovalutati” 
    La prossima, sarà la prima stagione, dopo 25 anni, senza Valentino Rossi. A proposito del campione di Tavullia, Ezpeleta ha detto: “Valentino non avrebbe potuto correre fino a 60 anni, lo ha fatto finché ha ritenuto di essere in grado di farlo. Credo che si sia dato poco valore agli ultimi due anni di Rossi, perché era sempre indietro. Ma Valentino, a Valencia, ha corso un decimo più lento rispetto a quello che ha vinto, mantenendo un rendimento bestiale. Quello che cambia è che prima quello gli avrebbe permesso di arrivare terzo, ora arriva quindicesimo, decimo, diciottesimo. Posso solo dirgli grazie per tutto, non avrei potuto chiedergli di più. E ha ancora un piede nel Motomondiale, con una squadra con cui ha fatto un lavoro fenomenale: creare la scuola di Tavullia, l’Academy”.
    E sulle prospettive future: “Abbiamo passato due anni difficili; non pensiamo che sia passato tutto e siamo pronti ad agire nello stesso modo, ma speriamo di poter tornare alla normalità nel 2022 e 2023. La pandemia ci ha permesso di imparare molte cose che possono essere migliorate in un anno normale, ed è su questo che stiamo lavorando. Ciò di cui sono più orgoglioso, è l’unione tra tutte le parti coinvolte, nonostante gli interessi diversi. Le squadre hanno capito che il bene generale del campionato richiede di fare cose diverse. Il consenso che abbiamo ottenuto negli ultimi 10-15 anni nonostante la grande diversità di opinioni, è ciò che mi rende più orgoglioso”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ezpeleta: “Non vorrei un finale come quello di F1. Ultimi due anni di Rossi sottovalutati”

    ROMA – Ancora pochissimi giorni, e si apre ufficialmente il sipario sulla stagione 2022 di MotoGp. I primi test sono ormai alle porte, con i piloti della classe regina che sfileranno sul circuito di Sepang il 5 febbraio alla ricerca delle prime sensazioni. Per Carmelo Ezpeleta, è il momento giusto per fare un riassunto di quella che è la situazione del campionato a due ruote, facendo anche un paragone con quanto successo in F1, dove non si sono ancora placate le polemiche dopo il finale della scorsa stagione: “Non mi farebbe piacere vedere un finale di MotoGp come quello visto in F1”, ha sentenziato il Ceo di Dorna a Marca. Il dirigente ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe che ci fossero due piloti che lottano per il titolo all’ultima gara, ma il modo in cui è finito… è stato un campionato fantastico, ma il finale ha originato controversie che non vanno bene. Mi piacerebbe, se possibile, avere un campionato aperto fino all’ultimo, ma non mi piace che al termine si crei il dubbio, e che il vicecampione non parli più. Non è una cosa che vorrei. Così come non avrei voluto, nonostante tutto il mondo fu contento dal punto di vista dell’impatto mediatico, il pasticcio successo tra Rossi e Marquez nel 2015. Non mi piacciono queste cose”. 
    “Non avrei potuto chiedere di più a Rossi” 
    La prossima, sarà la prima stagione, dopo 25 anni, senza Valentino Rossi. A proposito del campione di Tavullia, Ezpeleta ha detto: “Valentino non avrebbe potuto correre fino a 60 anni, lo ha fatto finché ha ritenuto di essere in grado di farlo. Credo che si sia dato poco valore agli ultimi due anni di Rossi, perché era sempre indietro. Ma Valentino, a Valencia, ha corso un decimo più lento rispetto a quello che ha vinto, mantenendo un rendimento bestiale. Quello che cambia è che prima quello gli avrebbe permesso di arrivare terzo, ora arriva quindicesimo, decimo, diciottesimo. Posso solo dirgli grazie per tutto, non avrei potuto chiedergli di più. E ha ancora un piede nel Motomondiale, con una squadra con cui ha fatto un lavoro fenomenale: creare la scuola di Tavullia, l’Academy”.
    E sulle prospettive future: “Abbiamo passato due anni difficili; non pensiamo che sia passato tutto e siamo pronti ad agire nello stesso modo, ma speriamo di poter tornare alla normalità nel 2022 e 2023. La pandemia ci ha permesso di imparare molte cose che possono essere migliorate in un anno normale, ed è su questo che stiamo lavorando. Ciò di cui sono più orgoglioso, è l’unione tra tutte le parti coinvolte, nonostante gli interessi diversi. Le squadre hanno capito che il bene generale del campionato richiede di fare cose diverse. Il consenso che abbiamo ottenuto negli ultimi 10-15 anni nonostante la grande diversità di opinioni, è ciò che mi rende più orgoglioso”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rossi sul 2006: “Sconfitta che mi ha fatto crescere”

    ROMA – Imparare dalle sconfitte per trarre preziosi insegnamenti e tornare a vincere. È quanto acccaduto a Valentino Rossi, che in un episodio della docu-serie prodotta dalla MotoGp “Tales of Valentino”, ripercorre il Mondiale del 2006. In quell’occasione, il Dottore si era reso protagonista di una splendida rimonta nella seconda parte della stagione, presentandosi all’ultima gara con soli otto punti di distacco da Nicky Hayden, salvo poi cadere e consegnare il titolo nelle mani dello statunitense. “Ho fatto un grande step perché ho capito che, se avessi voluto vincere ancora, avrei dovuto cambiare molto le mie abitudini. Più allenamenti e più vita da atleta”, ha spiegato Rossi. 
    Un miglioramento anche dal punto di vista psicologico
    Un radicale cambio di stile di vita, confermato dall’allora capotecnico Jeremy Burgess: “Per la prima volta, Valentino ha iniziato ad allenarsi in palestra. Non lo aveva mai fatto prima: negli anni alla Honda non aveva avuto bisogno di questo tipo di lavoro”. Un miglioramento sensibile non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, come ha sottolineato l’ex team manager della Yamaha Davide Brivio: “Perdere il titolo a Valencia lo ha aiutato negli anni successivi. Forse aveva bisogno di tornare coi piedi per terra. Lo ha aiutato ad accettare gli alti e bassi”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rossi rivela: “Sconfitta 2006 mi ha fatto fare ulteriore step”

    ROMA – Una sconfitta cocente può anche essere un grande stimolo per migliorare il proprio modo di lavorare e tornare a vincere. È quanto acccaduto a Valentino Rossi, che in un episodio della docu-serie prodotta dalla MotoGp “Tales of Valentino”, ripercorre il Mondiale del 2006. In quell’occasione, il Dottore si era reso protagonista di una splendida rimonta nella seconda parte della stagione, presentandosi all’ultima gara con soli otto punti di distacco da Nicky Hayden, salvo poi cadere e consegnare il titolo nelle mani dello statunitense. “Ho fatto un grande step perché ho capito che, se avessi voluto vincere ancora, avrei dovuto cambiare molto le mie abitudini. Più allenamenti e più vita da atleta”, ha spiegato Rossi. 
    “Ha imparato ad accettare gli alti e bassi”
    Un radicale cambio di stile di vita, confermato dall’allora capotecnico Jeremy Burgess: “Per la prima volta, Valentino ha iniziato ad allenarsi in palestra. Non lo aveva mai fatto prima: negli anni alla Honda non aveva avuto bisogno di questo tipo di lavoro”. Un miglioramento sensibile non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, come ha sottolineato l’ex team manager della Yamaha Davide Brivio: “Perdere il titolo a Valencia lo ha aiutato negli anni successivi. Forse aveva bisogno di tornare coi piedi per terra. Lo ha aiutato ad accettare gli alti e bassi”.  LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi sul Sic: “Fu uno schock, piansi a dirotto”

    ROMA – Nello studio del giornalista americano Graham Bensinguer, Valentino Rossi rievoca la tragedia che costò la vita a Marco Simoncelli: “Sono trascorsi 10 anni, eppure mi sembra che sia successo ieri”. Il pilota italiano fu infatti vittima in un grave incidente a Sepang, il 23 ottobre 2011, dove fu coinvolto anche lo stesso Rossi che ricorda: “È stato uno shock perché c’ero anch’io. Fu devastante. Quando ho visto le immagini ho pensato al disastro e dopo un’ora e mezza ci hanno detto che era morto”. Allora Valentino Rossi correva per la Ducati e ripercorre quegli attimi dopo l’annuncio della perdita del “Sic”, che ieri avrebbe compiuto 35 anni: “Sono rimasto in silenzio per un’ora circa, piangevo solamente non sapendo cosa dire”.
    Morbidelli e l’Academy
    Due anni dopo la morte di Simoncelli, Rossi accolse sotto la propria ala Franco Morbidelli, che aveva da poco perso suo padre. Ma da un grande dolore è nata anche una grande avventura: “Volevo solo aiutare Morbidelli e mio fratello Luca Marini. L’Academy – ha spiegato il Dottore – è nata così: all’inizio era solo per divertirsi. Poi abbiamo iniziato a raccogliere risultati incredibili e l’anno prossimo avremo quattro piloti in MotoGp”. Anche sul fronte della vita privata Valentino Rossi sorride, visto che in primaverà diventerà papà: “Se fosse stato un maschio, avrebbe subito pressioni affinché salisse in sella. Ma sarà una bambina e quindi potrà fare quello che desidera”. Dopo il fiocco rosa però ce ne sarà anche uno azzurro? Rossi risponde: “Vediamo come andranno le cose, poi ci piacerebbe avere un maschio”.  LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi: “La morte di Simoncelli fu uno shock”

    ROMA – “Sono trascorsi 10 anni, eppure mi sembra che sia successo ieri”. È un Valentino Rossi con il cuore in mano quello che, in un’intervista concessa al giornalista americano Graham Bensinguer, parla della morte di Marco Simoncelli. Il pilota italiano fu vittima in un grave incidente a Sepang, il 23 ottobre 2011, dove fu coinvolto anche lo stesso Rossi che ricorda: “È stato uno shock perché c’ero anch’io. Fu devastante. Quando ho visto le immagini ho pensato al disastro e dopo un’ora e mezza ci hanno detto che era morto”. Allora Valentino Rossi correva per la Ducati e ripercorre quegli attimi dopo l’annuncio della perdita del “Sic”, che ieri avrebbe compiuto 35 anni: “Sono rimasto in silenzio per un’ora circa, piangevo solamente non sapendo cosa dire”.
    Sul futuro
    Due anni dopo la morte di Simoncelli, Rossi accolse sotto la propria ala Franco Morbidelli, che aveva da poco perso suo padre. Ma da un grande dolore è nata anche una grande avventura: “Volevo solo aiutare Morbidelli e mio fratello Luca Marini. L’Academy – ha spiegato il Dottore – è nata così: all’inizio era solo per divertirsi. Poi abbiamo iniziato a raccogliere risultati incredibili e l’anno prossimo avremo quattro piloti in MotoGp”. Soddisfazioni anche nella vita personale di Valentino Rossi, che diventerà papà in primavera: “Se fosse stato un maschio, avrebbe subito pressioni affinché salisse in sella. Ma sarà una bambina e quindi potrà fare quello che desidera”. Il nove volte campione del mondo però vuole il fiocco azzurro: “Vediamo come andranno le cose, poi ci piacerebbe avere un maschio”.  LEGGI TUTTO