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    Da Melbourne: Parlano Novak Djokovic e Daniil Medvedev. Djokovic “Capisco le perplessità di chi pensa che non fossi davvero infortunato, anche se a volte l’ho percepite come ingiuste”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    IL DISCORSO DI DJOKOVIC
    “Posso anche dire che l’età è solo un numero, e non mi sento vecchio, ma la realtà biologica è che arrivato a quasi 34 anni devo centellinare le mie energie e programmare la mia stagione in modo da raggiungere la forma migliore negli Slam, perché sono questi gli appuntamenti che contano. Quelli e il numero uno del mondo.Non sono ancora arrivato al record di Nadal a Parigi, ma c’è una storia d’amore con Melbourne e con gli Australian Open che ogni anno si autoalimenta.È difficile spiegare da dove nasca questo feeling, ma ogni anno torno in questo posto, in questo stadio, faccio il pieno di fiducia e rivivo certe sensazioni.È difficile dire se questo sia stato il più difficile, certamente è stato quello che dal punto di vista emotivo ha richiesto molto per le circostanze nelle quali si è svolto il torneo, per il fatto che all’inizio noi tennisti non sembravamo benvenuti da parte del pubblico australiano. E poi per le mie difficoltà fisiche. Ho dovuto investire molto tempo e molte energie con il mio team per superare le avversità e per arrivare a sedermi qui con il trofeo.”

    “Capisco le perplessità di chi pensa che non fossi davvero infortunato, anche se a volte l’ho percepite come ingiuste. Sono un essere umano e certamente mi fanno male certe critiche e certi atteggiamenti, ma l’importante è non permettere a tutti quello che si diceva di influenzare la mia prestazione. E comunque quel che è successo in queste settimane lo vedrete in un documentario che uscirà a fine anno”.
    IL DISCORSO DI MEDVEDEV
    “Ricordo che qualche anno fa, quando ero 500 o 600 del mondo, a Monaco mi sono allenato con lui. Nole era il numero 1 del mondo, aveva appena vinto Wimbledon e cercava qualcuno con cui palleggiare. Io ero intimidito e non riuscivo a spiccicare parola. Djokovic non solo mi mise a mio agio facendomi un sacco di domande, ma si dimostrò molto più e alla mano di quanto lo dipingessero i media”. LEGGI TUTTO

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    Dove vedere Djokovic-Medvedev, streaming e diretta tv Finale Australian Open

    Dopo aver battuto in tre set il greco Stefanos Tsitsipas (6-4, 6-2, 7-5), il russo Daniil Medvedev si prepara ad affrontare Novak Djokovic nella finale degli Australian Open 2021. Djokovic-Medvedev si prospetta una finale ‘vibrante’ e spettacolare tra due tennisti che hanno mostrato nel corso del torneo un’ottima condizione fisica e mentale. In questo articolo vi sono tutte le informazioni necessarie su dove vedere Djokovic-Medvedev, streaming gratis e diretta tv Finale Australian Open?

    Djokovic-Medvedev: orario, luogo e precedenti
    Il match Djokovic-Medvedev, valido per la finale degli Australian Open 2021, si giocherà al Rod Laver Arena a partire dalle ore 9.30 italiane di Domenica 21 Febbraio 2021. Djokovic arriva a questa finale dopo aver battuto Chardy, Tiafoe, Fritz, Raonic, Zverev e Karatsev, avendo concesso 5 set totali agli avversari. Medvedev invece ha raggiunto la finale degli Australian Open battendo Pospisil, Carballes Baena, Krajinovic, Mcdonald, Rublev e Tsitsipas, concedendo ai rispettivi rivali solamente 2 set totali (concessi contro Krajinovic). Vi sono 7 precedenti di Djokovic-Medvedev e il bilancio è il seguente: 4 vittorie per il serbo e 3 per il tennista russo classe ’96.
    Dove vedere Djokovic-Medvedev, streaming gratis e diretta tv in chiaro Supertennis? Finale  Australian Open 2021
    Il match Djokovic-Medvedev, valido per la finale degli Australian Open, verrà trasmesso sul canale Eurosport, disponibile anche sulla piattaforma DAZN per tutti i suoi abbonati. Inoltre per il match sarà disponibile la diretta streaming su Eurosport Player, sottoscrivendo uno dei possibili abbonamenti previsti. Per la finale Djokovic-Medvedev non è disponibile né lo streaming gratis né la diretta tv in chiaro su Supertennis.Segui la Finale degli Australian Open in diretta su Dazn LEGGI TUTTO

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    Boris Becker: “Medvedev è il peggior rivale possibile per Djokovic in finale”

    Boris Becker nella foto

    Boris Becker, ex numero uno del mondo, ex allenatore di Novak Djokovic e ora commentatore su Eurosport Germania, ha confessato proprio nel canale tedesco di aspettarsi molte difficoltà per il 33enne serbo nella finale di questa edizione degli Australian Open, dove Nole cerca il nono titolo in nove finali disputate.

    “Se aveste chiesto a Djokovic chi avrebbe preferito affrontare in finale, avrebbe sicuramente detto Tsitsipas. Medvedev è troppo imprevedibile ed è in una striscia vincente incredibile. È il giocatore del momento, del momento, ma dall’altra parte della rete ci sarà l’otto volte campione del torneo. Djokovic è il favorito ovviamente, ma Medvedev è il peggior rivale possibile da affrontare in questo momento”, ha dichiarato il tedesco prima della finale. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic prepara un documentario sulla sua vita negli ultimi mesi. C’è anche il tema del recupero dal problema addominale

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    L’infortunio addominale di Novak Djokovic è stato uno degli argomenti più discussi durante gli Australian Open. Il serbo dice che commenterà l’argomento solo dopo la fine della sua partecipazione, ma ora c’è una novità. Il numero uno del mondo sta preparando un documentario che spiegherà questo recupero dall’infortunio subito nel terzo turno contro Taylor Fritz.

    “Stiamo facendo un documentario che tutti potranno vedere alla fine del 2021. Stiamo registrando molte cose in questi giorni e saremo in grado di dare alla luce questo documentario in pochi mesi”, ha dichiarato il numero uno del mondo, quando gli è stato chiesto su questo tema.
    Questo docu-film mostrerà l’intero processo avvenuto nelle 24 ore successive con il fisioterapista argentino Ulises Badio. Tuttavia, sarà solo uno dei temi di questo “film”. Ci sarà anche un episodio sulla quarantena che il serbo ha fatto ad Adelaide, così come tutto ciò è accaduto negli ultimi mesi. A questo proposito, c’è da evidenziare anche di come ha affrontato la squalifica dagli US Open, quando ha colpito un giudice di linea negli ottavi di finale. LEGGI TUTTO

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    Chi è il migliore tra Federer, Djokovic e Nadal? Medvedev risponde “Per me, sono, senza dubbio, i tre migliori nella storia del tennis”

    È il grande dibattito nel tennis. Chi mettereste nel posto più alto nella storia del tennis: Roger Federer, Novak Djokovic o Rafael Nadal? Diversi stanno dando la loro opinione e questa volta è stato il turno di Daniil Medvedev ad essere chiamato a “deporre”. Il tennista russo ha fatto una profonda analisi degli avversari e […] LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic: “Se fosse stato un altro torneo, probabilmente mi sarei ritirato”

    C’erano molti dubbi sulla condizione fisica di Novak Djokovic, ma il numero uno del mondo ha risposto con una buona prestazione contro Milos Raonic e il conseguente passaggio ai quarti di finale degli Australian Open dove sfiderà Alexander Zverev. Nonostante la buona prova e non mostrando evidenti limiti fisici, il serbo ha dichiarato che non […] LEGGI TUTTO

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    Federer “trema” nei momenti decisivi? I numeri dicono altro. È il migliore nei tiebreak (di Marco Mazzoni)

    Roger Federer agli Australian Open 2018

    È opinione diffusa (…anche secondo gran parte dei suoi tifosi più accaniti…) che Federer non sia così freddo nei momenti decisivi delle partite, soprattutto quando si gioca un duro testa a testa. Per molti i due match point non trasformati da Roger nella finale di Wimbledon 2019 sono ancora un vero e proprio incubo, come altre occasioni importanti sprecate dallo svizzero.
    Tuttavia un dato numerico complessivo nella carriera di Federer ci racconta tutt’altro. Il collega britannico Chris Goldsmith ha stilato una classifica della percentuale di tiebreak vinti in carriera da quando vengono tenute le statistiche dei match maschili.
    In vetta a questa statistica, che riguarda esattamente la capacità di chiudere un set molto equilibrato, troviamo… Roger Federer, con il 65,3% di tiebreak vinti. In pratica, 2 su 3. Appena sotto Novak Djokovic, insieme al grande campione statunitense Arthur Ashe. Tra i migliori ma con una percentuale peggiore Rafa Nadal, al 60,7%.

    Ecco la classifica dei migliori 15
    65,3% – Roger Federer
    65,0% – Novak Djokovic
    65,0% – Arthur Ashe
    63,2% – Andres Gomez
    62,8% – Pete Sampras
    62,2% – Andy Murray
    62,1% – Andy Roddick
    62,1% – Guillermo Perez Roldan
    61,9% – Milos Raonic
    61,8% – John McEnroe
    61,0% – John Newcombe
    60,7% – John Isner
    60,7% – Rafael Nadal
    60,4% – Ivan Lendl
    60,3% – Nicolas Escude

    I numeri sono importanti, ma sempre ricordiamo che i numeri vanno saputi leggere. Restando all’indimenticabile finale dei Championships 2019, Federer perse i tre tiebreak (incluso quello decisivo sul 12 pari), e la sensazione personale in tutta la carriera dello svizzero resta quella di un Roger fortissimo, leggendario, ma soprattutto quando è riuscito ad imporre la sua classe, staccando il rivale prima di un “pericoloso” arrivo al fotofinish.
    Inoltre escluso qualche eccezione (Perez Roldan e Gomez) o campioni tra i più forti, in questa classifica troviamo tennisti dotati di grandi servizi, colpo decisivo in ogni tiebreak. Ma non solo: il servizio resta sempre un colpo inserito in un contesto, e solo i “campioni” non tremano quando la tensione è altissima (tiebreak). Un esempio? Goran Ivanisevic, dotato di uno dei servizi più incredibili della storia, nella finale di Wimbledon persa contro Agassi nel ’92 non imbroccò un Ace nella stretta finale; idem nell’altra finale dei Championships persa vs. Sampras nel ’94, con i primi due set ceduti al tiebreak senza alcuna differenza alla battuta per il croato, mentre Pete fu un un vero “killer” con la prima in quei delicati frangenti. Non è un caso quindi che Sampras figuri in questa statistica, mentre Ivanisevic no.
    Alla fine, saper vincere i tiebreak, sia col servizio che con grandi risposte e costruendosi il punto, resta un’arte suprema nel gioco. La differenza dei campioni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO