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    Il Rolex Paris Masters alla ricerca di un nuovo stadio dopo le critiche. Un cambiamento di vita per Belinda Bencic. Novak Djokovic e il rapporto complicato con il pubblico parigino. Hubert Hurkacz e la mancata qualificazione alle ATP Finals. Gilles Simon e le previsioni su Djokovic

    Belinda Bencic nella foto

    Il prestigioso ATP Rolex Paris Masters si trova di fronte a un futuro incerto, a seguito delle critiche ricevute riguardo la mancanza di adeguate infrastrutture. Proprietà della Federazione Francese di Tennis, il torneo è in procinto di traslocare in una nuova sede, l’imponente Defénse Arena, situata nella città di Nanterre. L’ATP chiede che le nuove strutture soddisfino la necessità di spazi più ampi, in particolare per i campi di competizione, superando di gran lunga la capienza delle attuali campi 1 e 2. Il futuro stadio avrebbe una capienza di 40.000 spettatori, ma il problema risiede nella mancanza di spazio sufficiente per campi di allenamento e di competizione che rispondano agli standard richiesti per un evento di tale livello.
    Il panorama tennistico femminile è stato sorpreso dalla notizia che Belinda Bencic, la famosa tennista svizzera che compirà 27 anni a marzo, ha annunciato attraverso i social media che aspetta un bambino con il suo partner. Questo evento segnerà una pausa nella sua carriera, ma non è necessariamente sinonimo di ritiro. Benché non la vedremo competere frequentemente nel 2024, ci aspettiamo un ritorno energico e motivato nella stagione successiva. Congratulazioni e auguri a Bencic per questa nuova fase della sua vita.
    Durante l’ATP Rolex Paris Masters 2023, Novak Djokovic ha continuato a vivere momenti di tensione con il pubblico francese. Il comportamento scortese di alcuni tifosi ha portato il serbo al limite durante il match contro Griekspoor, tanto da ironizzare con la folla e chiedere ulteriori fischi. Interrogato sul suo comportamento dopo la vittoria, Djokovic ha risposto in modo succinto: “Quando ho chiesto al pubblico di fischiarmi di più, ho vinto otto punti consecutivi. Non era mia intenzione provocare, è semplicemente così che sono le cose. Il pubblico parigino? ‘Speciale’ è sicuramente l’aggettivo giusto”, ha dichiarato a RMC Sports.
    Nonostante la tenace lotta, Hubert Hurkacz non parteciperà alle ATP Finals 2023 di Torino. La sua sconfitta nei quarti di finale del Rolex Paris Masters ha messo fine a ogni speranza di qualificazione tra i primi otto dell’anno. Nemmeno un potenziale titolo al torneo di Metz potrebbe ora garantirgli un posto, concludendo così la stagione senza la desiderata qualificazione a Torino. Tuttavia, la delusione non offusca i brillanti risultati ottenuti nelle ultime settimane, inclusa la vittoria del suo secondo Masters 1000 a Shanghai e il raggiungimento della finale a Basilea.
    Gilles Simon, recentemente ritiratosi dal circuito professionistico ma ora attivo come commentatore, ha condiviso le sue previsioni sul futuro di Novak Djokovic durante una trasmissione del Rolex Paris Masters su BeIN Sports. Simon ha predetto che, nonostante Djokovic continui a concentrarsi sui maggiori tornei, i tempi delle sue migliori stagioni potrebbero essere alle spalle. “Djokovic gioca poco e sa come prepararsi per i grandi eventi. Nonostante la sua forza e professionalità, non può più competere ogni settimana come quando aveva 25 anni. Lo vedo vincere forse uno o due Grand Slam l’anno prossimo, ma non tre per stagione nei prossimi due anni. Non ho nulla contro Novak, ma è la mia previsione”, ha spiegato Simon.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Mondo: Novak Djokovic a quota 1289 partite giocate. Alcaraz e la terza sconfitta in due set nel 2023. Delusione per Monfils. Problemi per Alexander Zverev. Opelka ritorna in campo

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    Stasera, al Masters 1000 di París-Bercy, Novak Djokovic raggiungerà un traguardo storico. Quando metterà piede sul campo centrale per affrontare l’argentino Tomás Martín Etcheverry, le sue partite ufficiali raggiungeranno la cifra impressionante di 1.289. Indipendentemente dal risultato della partita, Djokovic diventerà il quarto giocatore maschile con più partite giocate nella storia del tennis, superando Rafael Nadal. Solo Ivan Lendl, Roger Federer e Jimmy Connors rimangono avanti, ma a una distanza considerevole.
    Intanto, dopo una lunga assenza dai campo, Reilly Opelka ha fatto il suo atteso ritorno. Dopo 15 mesi di riabilitazione a seguito di un intervento all’anca, Opelka ha vinto la sua partita al Challenger di Charlottesville contro Tennys Sandgren con il punteggio di 6-4, 7-5. A 26 anni e attualmente senza ranking, si attendono di vedere quali saranno le condizioni dell’americano nei prossimi incontri.
    Al Rolex Paris Masters 2023, il favorito Carlos Alcaraz è stato sconfitto al suo debutto da Roman Safiullin. Il russo, attualmente 45° nel ranking mondiale, ha sorpreso molti con la sua vittoria. È il terzo tennista, insieme a Fabian Marozsan e Jannik Sinner, a sconfiggere Alcaraz in due set quest’anno.
    Inoltre, Gael Monfils ha espressamente mostrato la sua delusione dopo essere stato eliminato al primo turno dal Rolex Paris Masters 2023 da Francisco Cerúndolo, nonostante avesse avuto una palla match a suo favore. Monfils ha riconosciuto di dover migliorare molti aspetti del suo gioco.
    Infine, Alexander Zverev è stato al centro di una controversia. Secondo quanto riportato da The Guardian, un tribunale tedesco ha emesso un’ordinanza di sanzione di 450.000€ contro Zverev per presunte lesioni inflitte alla sua ex fidanzata. L’accusa risale a un incidente avvenuto a Berlino nel maggio 2020. Zverev, tuttavia, ha negato queste accuse e si prevede che la questione possa finire in tribunale. Infatti il tennista tedesco si è opposto a tale sanzione, motivo per cui probabilmente affronterà un processo pubblico.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic critica le palle del circuito ATP, mentre Rune esprime frustrazione verso i fisioterapisti

    Holger Rune – Foto Getty Images

    Le lamentele riguardo alle palline utilizzate nel circuito ATP non si placano. L’ultimo a sollevare la questione è stato Novak Djokovic, numero uno al mondo, al suo ritorno in competizione per il Masters 1000 di Parigi Bercy.Dopo una discussione con Andrea Gaudenzi, Djokovic ha espresso le sue preoccupazioni: “Non sono stato nel circuito per un po’ di tempo, ma ho letto i commenti di molti giocatori. Korda, con cui mi sono allenato, mi ha detto che da cinque settimane gioca sempre con palline diverse. Ciò di cui ci lamentiamo è la mancanza di regolarità, che può causare problemi ai polsi, ai gomiti e alle spalle”.
    Il campione serbo ha sottolineato l’importanza della salvaguardia dell’integrità fisica dei giocatori: “La qualità è relativa, ogni giocatore ha le sue preferenze in base al proprio stile e alla superficie su cui gioca. Spero che ci siano delle riunioni per discutere delle possibili soluzioni. Sarebbe ideale avere una costante nell’uso delle palline, ad esempio giocare sempre con lo stesso tipo prima di Roland Garros. Ci sono molti fattori da considerare in questa decisione, comprese le marche e gli organizzatori dei tornei. Come giocatori, il nostro obiettivo principale è prevenire infortuni”.
    Nel frattempo, Holger Rune ha attraversato un periodo difficile da Wimbledon. Arrivando a Basilea con una sola vittoria dal momento in cui ha raggiunto i quarti di finale al All England Club, la sua qualificazione alle ATP Finals ora appare incerta. Questo è in parte dovuto alla sua sconfitta in semifinale a Basilea contro Felix Auger-Aliassime.
    Questo torneo ha segnato l’inizio della collaborazione tra il danese Rune e il suo nuovo allenatore, Boris Becker. Tuttavia, la sconfitta contro il canadese ha scatenato la frustrazione di Rune, che ha puntato il dito contro i fisioterapisti dell’ATP: “Le mie gambe sono così poco sciolte perché i fisioterapisti dell’ATP non sono abbastanza competenti. Questa è la ragione per cui sto giocando così male. La gente dovrebbe sapere che non sono all’altezza. C’è un fisioterapista che impiega solo 10 minuti per giocatore. La prossima volta porterò il mio fisioterapista personale”.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Medjedovic: “Djokovic ha coperto tutte le mie spese”

    Hamad Medjedovic insieme a Novak Djokovic

    Novak Djokovic non solo “sindacalista” dei diritti dei giocatori, ma anche “mecenate” dei giovani talenti serbi. Questo ha rivelato Hamad Medjedovic, 20enne di Novi Pazar impegnato nella scalata verso il grande tennis. Il recente semifinalista all’ATP 250 di Astana, miglior risultato sul tour maggiore insieme all’altra “semi” della scorsa estate a Gstaad, ha raccontato al media serbo Sportal il peso decisivo del sostegno ricevuto da Djokovic nella delicata fase di crescita della propria carriera, economicamente e non solo. Il connazionale è sempre stato pronto a dispensare consigli, allenarsi con lui e soprattutto aprire senza problemi le proprie casse per far sentire Hamad tranquillo e focalizzato solo sul gioco, senza patemi finanziari. Un aiuto importantissimo, decisivo a far decollare la carriera del ventenne.
    “Djokovic mi ha aiutato finanziariamente, mi ha dato tutto ciò di cui avevo bisogno per iniziare e proseguire la mia carriera. Ha coperto tutto” racconta Medjedovic. “Mi ha aiutato quando ne avevo bisogno e mi sta ancora aiutando in ogni modo possibile. Sono felice che sia lì per me, disponibile. Indovina chi è stato il primo a congratularsi con me per il mio primo titolo: Novak! Quando ho preso il telefono, ho visto il suo messaggio vocale, mi ha parlato per più di un minuto. È stata una sorpresa incredibile. Novak è un mito perché è sempre disponibile per un consiglio”.
    Nell’intervista, anche il papà di Medjedovic ha speso parole al miele per Djokovic, ringraziandolo per il suo incredibile supporto a 360°, non solo finanziario. “È incredibile quel che Novak sta facendo per Hamad. Lo sostiene in tutti i modi… finanziariamente, mentalmente e socialmente. Ricordo una conversazione con Novak. Abbiamo parlato nello specifico delle tappe della carriera di Hamad. Ero incredulo durante quella chiacchiera, per convincermi che tutto questo stesse accadendo per davvero. Novak stava tracciando la rotta, dando idee concrete su cosa fare con Hamad, il percorso giusto da seguire. Ricordo di avergli detto: ‘Nole, mi dispiace, ma tutto questo costa troppo!’ Lui è restato calmo, ha continuato a dire le sue idee e programmi, ha suggerito un allenatore e altri programmi, aggiungendo: ‘Sta a Hamad allenarsi, io farò il resto!‘ Non potevo credere che il miglior giocatore del mondo chiamasse mio figlio per lavorare insieme nella preseason e volesse sostenerlo così, in tutto. Questo genere di cose sono rare nel mondo di oggi, ma grazie a Dio ci sono ancora persone a cui non interessa solo il denaro, ma anche il lato umano delle cose”.
    Conclude così il papà di Medjedovic: “Novak ci ha rassicurato totalmente, dicendomi di non fare tutto questo per soldi, perché lui ne ha già e sa dove guadagnarli. ‘Semplicemente, il mio ruolo e il mio compito è aiutare. Che tipo di persona sarei se non aiutassi i bambini che se lo meritano, che amano il tennis?’. Non potrò mai dimenticare queste parole e il suo aiuto”.
    Novak aveva parlato alla stampa del giovane connazionale appena prima di Wimbledon 2022, poco dopo la prima vittoria in un Challenger di Hamad (in quel di Luedenscheid, in Germania): “È stato fenomenale, Hamad ha vincto il suo primo titolo Challenger dopo esser passato dalle qualificazioni, è un risultato enorme e mi sono congratulato con lui. Il suo salto in classifica (Medjedovic era n. 259 al mondo all’epoca) significherà molto per il futuro. Ho molti amici che sono bloccati nella seconda fascia, tra Futures e Challenger, è difficile sfondare, ma Hamad è ormai vicino a giocare le qualificazioni per i tornei del Grande Slam”.
    Da lì è partito l’aiuto concreto del super campione: soldi, programmi, consigli, allenamenti insieme alla giovane promessa. Una promessa che sta mantenendo le attese: attualmente Medjedovic è al n.107 del ranking ATP, appena sotto al proprio Best di 102 toccato dieci giorni fa. Si trova al nono posto della ATP Race to Jeddah, ma è praticamente sicuro di potervi partecipare (impossibile che Alcaraz e Rune vi prendano parte, e non solo loro probabilmente). Djokovic merita solo complimenti per il suo impegno a favore del giovane connazionale. Un esempio che applaudiamo con soddisfazione e che speriamo possa ispirare altri campioni a fare altrettanto.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz il tennista più cercato su Google e social media nel 2023

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Ai nostri giorni un importante indice di popolarità è l’essere cercato su web, in particolare su Google, il motore di ricerca più usato, e sui social media, Instagram su tutti essendo quello più in voga. Per questo la società OLBG stila ogni anno una classifica delle varie personalità più cercate su internet complessivamente inteso (siti web via Google per notizie, risultati e pagine personali; social media; photogallery ecc.). Una ricerca curiosa il cui risultato diventa un metro piuttosto interessante per valutare la notorietà dei vari personaggi, attribuendo loro un discreto valore di settore d’attività e pure “commerciale”, vista l’importanza dell’immagine per veicolare prodotti di ogni genere.
    Nel settore degli sportivi, il risultato della ricerca indica che il tennista più cercato negli ultimi 12 mesi è stato lo spagnolo Carlos Alcaraz, al settimo posto, appena prima di Novak Djokovic. Nella top 10 degli sportivi più cercati sul web è il calcio a farla da padrone, con Cristiano Ronaldo leader di questa classifica insieme ad altri quattro colleghi.
    Questa la top 10:
    1 – Cristiano Ronaldo – 199.4 milioni (calcio)2 – Neymar – 140.9 m (calcio)3 – Lionel Messi – 104.4 m (calcio)4 – LeBron James – 72.1 m (basket)5 – Virat Kohli – 68 m (cricket)6 – Kylian Mbappe – 63.7 m (calcio)7 – Carlos Alcaraz – 60.0 m (tennis)8 – Novak Djokovic – 58.4 m (tennis)9 – Erling Haaland – 43.4 m (calcio)10 – Lewis Hamilton – 34.9 m (formula 1) LEGGI TUTTO

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    Djokovic, Gauff e Osaka tra i 50 atleti con più alto valore commerciale del 2023. Domina il calcio, poi il tennis

    Il banner della classifica 2023 degli atleti a più alto valore commerciale

    Lo sport appassiona miliardi di fan in tutto il mondo, nelle varie discipline, ma ormai è soprattutto un enorme mercato commerciale. Le più grandi stelle dei vari sport sono delle vere e proprie macchine da soldi, tra sponsorizzazioni a tanti zeri e visibilità che va ben oltre il puro fatto agonistico. Per questo da 14 anni Sport Pro Media stila una classifica annuale degli sportivi con più alto valore commerciale, nella “Sports Pro Most Marketable Athlete Award”. Questa classifica è stilata tenendo conto del “punteggio di commerciabilità” di ogni sportivo, valore calcolato attraverso la somma di 3 componenti: Forza del marchio (o immagine), mercato indirizzabile totale e valore economico.
    La classifica 2023 spicca per la più alta percentuale di atlete di sempre (23 su 50), battendo il record dell’anno scorso. L’elenco dei top 50 Athlete Award vede 26 nazioni rappresentate in 13 sport, con il calcio a farla da padrone. È infatti Leo Messi lo sportivo a più alto valore commerciale, con uno score di mercato di 94,81. L’argentino è seguito da LeBron James (NBA, LA Lakers, 92,75 punti) e terza la prima donna, Alex Morgan (Calcio, San Diego Wave, 92,32).
    Sono otto i tennisti inseriti nella top 50. Il primo è Novak Djokovic, all’11esimo posto, con un rate di 87,96 punti, seguito al n.12 da Coco Gauff e alla quattordicesima piazza da Naomi Osaka. Aryna Sabalenka è al n.18, Emma Raducanu n.21, Rafael Nadal n.41, Petra Kvitova n.43, chiude Ons Jabeur al n.50.

    This year’s #SP50MM top ten…
    1️⃣ Lionel Messi2️⃣ LeBron James3️⃣ Alex Morgan4️⃣ Giannis Antetokounmpo5️⃣ Megan Rapinoe6️⃣ Mikaela Shiffrin7️⃣ Lewis Hamilton8️⃣ Simone Biles9️⃣ Kylian Mbappe🔟 Max Verstappen pic.twitter.com/sxdIFH9TQz
    — SportsPro (@SportsPro) October 17, 2023

    Tra i primi 10 della classifica ci sono 4 calciatori, due giocatori di basket e due piloti di F1. Nella top 50, sono ben 22 i calciatori, seguiti da 8 tennisti e 4 cestisti per importanza della disciplina. Il tennis quindi è il secondo sport per “peso” relativo nella classifica degli atleti con maggior forza commerciale. Altra conferma di quanto sia globale e importante il nostro sport.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic tuona contro il governo del tennis: “È un monopolio. I media non parlano dei problemi, io lo farò finché avrò voce”

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    Dopo lo spettacolare successo a US Open e la fugace apparizione in Coppa Davis, Novak Djokovic si è preso un meritato periodo di riposo e allenamento per preparare il gran finale di stagione, saltando la trasferta in Asia. Non attivo sul tour “Nole”, ma assai loquace in varie interviste con i media nazionali. L’ultima farà sicuramente discutere visto che il 24 volte campione Slam è entrato a gamba testa sul governo del tennis, criticando senza mezzi termini anche i media specializzati, e suo dire complici nel non parlare a sufficienza dei problemi che gravano sulla disciplina. In una dura intervista al media serbo Sportal, Djokovic “ne ha per tutti”, senza giri di parole. Riportiamo alcuni dei passaggi più significativi del suo pensiero.
    “Attualmente nel tennis c’è un monopolio, così come in altri grandi sport mondiali a questo livello, ma posso parlare solo della mia disciplina” dichiara Djokovic, criticando anche i media, “Molti media che si occupano di tennis scelgono di non scrivere su questo argomento perché non è nell’interesse di chi li paga. È un gioco vizioso e un circolo vizioso, ma finché avrò voce in capitolo, la userò”.
    Djokovic ha continuato affermando che le pressioni esercitate da lui stesso e dalla PTPA hanno costretto l’ATP ad affrontare la questione dei guadagni per i giocatori che gravitano nel Challenger tour. Ad agosto, l’ATP ha annunciato Baseline, un programma di sicurezza finanziaria per i tennisti che sarà lanciato nel 2024 come parte di un processo di tre anni. Questo piano include guadagni base che garantiscono livelli di reddito minimi per i primi 250 giocatori nel ranking di singolare.
    “Grazie all’azione della PTPA siamo riusciti, direttamente e indirettamente, a forzare alcune decisione dell’ATP, a riconsiderare alcune scelte. Direttamente un po’ meno, perché non ci permettono di entrare nel sistema e di essere parte del tavolo decisionale, di avere una partecipazione diretta nel sistema, ma indirettamente abbiamo risolto molte cose in modo positivo e provocato una reazione. Soprattutto dove l’ATP ha aumentato le somme di denaro per i giocatori infortunati e assenti dal Tour. Ora viene loro garantita una certa somma di denaro. Hanno fatto questo passo avanti, cosa che ovviamente accolgo con favore”.
    “È sufficiente questo passo? Non lo è, ma ne sono felice e sono sicuro che lo abbiano fatto perché la PTPA e tutti gli attori in causa sostengono queste iniziative e comunicano costantemente idee e problemi su questo tema, dicono quanto sia importante affrontarlo nel modo giusto e parlarne, mentre in passato tutto era visto come un tabù. Parliamo costantemente di quanto guadagna un campione del Grande Slam o un numero uno al mondo, e non parliamo di quanti giocatori riescono a malapena a guadagnarsi da vivere con lo sport che praticano. È un cambio di rotta e continuerò a sottolineare aspetti che sono ovvi e presenti ma che altri non vogliono affrontare“.
    Parole forti quelle del serbo che certamente non passeranno inosservate. L’ATP si è mossa concretamente per migliorare le condizioni di vita di una larga fetta di tennisti che lavorano duramente con l’obiettivo di salire in classifica verso il tennis che conta, e quindi migliorare i propri guadagni, ma Djokovic e gli altri tennisti coinvolti nella PTPA non sembrano intenzionati a fermarsi. Oltre ai guadagni, sul tavolo ci sono altri aspetti scottanti, come il calendario per citare uno dei nodi principali dell’annata tennistica.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ivanisevic: “Spesso discuto con Novak ma è positivo che accada. Nessuno credeva in me come coach”

    Goran Ivanisevic e Novak Djokovic

    Goran Ivanisevic è uno fattori più importanti della longevità di Novak Djokovic e degli ultimi miglioramenti nel tennis del super campione serbo. Già nel corso del periodo passato insieme a Boris Becker, il 24 volte campione Slam aveva posto le basi per un gioco ancor più offensivo, come dimostrano i risultati ottenuti a Wimbledon, ma è dall’avvento di Goran che il tennis di Novak si è ancor più affinato, andando a colmare quella che era l’unica vera lacuna, l’efficacia del servizio. Non è solo una sensazione, anche i numeri confermano come nelle ultime stagioni la velocità media della prima e seconda battuta di Djokovic siano cresciute enormemente, così come le percentuali di realizzazione. Ma si va oltre ai riscontri statistici. Novak da qualche stagione trova sempre più punti decisivi col servizio, perfetto nei momenti chiave. Un match, iconico, su tutti: la storica finale di Wimbledon 2019. Federer, per stessa ammissione di Djokovic, giocò meglio, ma… Novak servì alla perfezione nei tre tiebreak, strappando un successo indimenticabile.
    In questo la mano di Ivanisevic è evidente e decisiva. Ha lavorato per un movimento di servizio più compatto, corto ed efficace. Utilizza meglio le rotazioni, varia al massimo gli angoli e la velocità per non dare mai un punto di riferimento al ribattitore. A volte il lancio di palla sulla seconda non è perfetto, ma sono dettagli all’interno di un colpo diventato vera arma tecnica.
    Goran quando parla alla stampa del suo paese rilascia frequentemente interviste un po’ “ruvide”, un po’ come il suo carattere, nelle quali esalta la forza del suo assistito. Stavolta parlando nel corso di un conferenza su sport e business, ha approfondito un tema molto interessante: come convive il lavoro quotidiano con “Nole”, con una certa spigolosità che considera fondamentale per stimolare Novak e creare nuovi spunti su cui lavorare. Si può criticare Djokovic per molti aspetti, ma è un vero monumento per come abbia elevato ad arte la filosofia del miglioramento continuo, anche a 36 anni suonati.
    “Sono felice di allenare un genio, il miglior tennista di tutti i tempi e uno dei migliori atleti in generale” racconta Ivanisevic. “Novak è unico nel suo genere, non ce ne sono molti al mondo come lui, è un vincente. È stato fortunato ad avere davanti a sé persone come Rafa Nadal e Roger Federer, si sono spinti a vicenda, ma lui si motiva da solo. Quando gli dici che non può fare qualcosa è ancora peggio. Ti guarda con un sorriso beffardo e ti dimostra che può farcela. Cerca sempre di trovare il modo di vincere, senza scuse, anche se non sta bene o è infortunato”.
    “Non è facile motivarlo perché ha già vinto tutto, a volte pensi ora cosa possiamo fare? Ma noi abbiamo tracciato la nostra strada. Molte volte non siamo d’accordo, ma è bene discutere, perché c’è rispetto e dalla discussione e da punti di vista diversi nascono gli stimoli a lavorare e superarsi. Se non ci fossero discussioni, sarebbe tutto uguale e alla fine non funzionerebbe“.
    Ivanisevic conferma la difficoltà nel tenere testa a un giocatore con un carattere così forte: “Mi piace il mio lavoro. Puoi fare bene un lavoro solo se lo ami e se ricevi il sostegno della tua famiglia. Se non sai come affrontare lo stress, che è sempre presente, non sarai in grado di svolgere il tuo lavoro. Per me è più facile perché veniamo dalla stessa cultura. Sì, posso dire di essere costantemente stressato. Siamo in cinque in squadra, ma è sempre colpa mia se qualcosa non funziona. Questo è quello che succede quando sei un allenatore, ma va bene così”.
    Molto curiosa l’ammissione di Goran sullo scarso credito che aveva come potenziale coach per il tipo di tennista che era in campo: “La gente mi vedeva come un selvaggio o quasi quando giocavo, ma fuori dal campo sono diverso, sono abbastanza calmo. Nessuno credeva che potessi diventare un buon allenatore. Bisogna capire come seppellire il proprio ego: non sei più importante, l’importante è il giocatore, questo è il primo passo“.
    Effettivamente la carriera sportiva di Ivanisevic è così piena di episodi bizzarri che sarebbe facile scriverne un libro in più capitoli… Tuttavia nessuno ha mai dubitato della sua intelligenza e senso per il gioco. Un po’ folle sì, ma istinto purissimo per il tennis. Goran prima con Cilic e ora con Ivanisevic sta dimostrando di essere un fior di allenatore.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO