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    La battaglia legale della PTPA: Djokovic si fa da parte per il bene collettivo

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Un terremoto giuridico ha scosso il mondo del tennis. La Professional Tennis Players Association (PTPA) ha presentato una denuncia formale contro l’ATP, la WTA, l’ITF e l’ITIA, un’azione che rappresenta il passo più significativo compiuto dal sindacato dalla sua fondazione.
    Il documento legale include una dozzina di tennisti come querelanti, ma molti osservatori hanno notato un’assenza significativa: Novak Djokovic, il grande promotore di questa associazione, non figura tra i firmatari della denuncia.
    Secondo quanto riportato da The Athletic nella sua inchiesta, la ragione dell’assenza di Djokovic è strategica. Il campione serbo ha scelto deliberatamente di non partecipare direttamente all’azione legale per evitare che la questione venisse percepita come uno scontro personale tra “Novak” e “le organizzazioni che controllano questo sport”.Djokovic ha valutato la possibilità di unirsi formalmente alla denuncia, ma alla fine ha deciso di fare un passo indietro, preferendo che l’attenzione rimanesse concentrata sui tennisti come collettivo piuttosto che sulla sua figura individuale.
    Questa mossa sottolinea la volontà del sindacato di presentarsi come una voce unitaria dei giocatori professionisti, affrontando questioni sistemiche che riguardano l’intero mondo del tennis, anziché apparire come una battaglia guidata da una singola figura, per quanto influente.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tursunov avverte Djokovic: “Il corpo è ora il suo più grande avversario”

    Dmitrij Tursunov nella foto

    Dmitrij Tursunov, ex numero 20 del mondo e attuale allenatore di tennis, ha rilasciato dichiarazioni particolarmente pungenti nei confronti di Novak Djokovic alla vigilia del Masters 1000 di Indian Wells. L’ex tennista russo ritiene che il campione serbo “prima o poi dovrà riconciliarsi con il tempo che lo sta raggiungendo”, mettendo in discussione la sua capacità di mantenere il livello di competitività mostrato negli anni.
    “Il suo stesso corpo ora è il suo più grande avversario. Indipendentemente da come cerca di ingannare il tempo, la ‘morte tennistica’ lo aspetterà. Certo, ha ancora la motivazione per giocare ai massimi livelli, ma nel tennis si perde il senso di immortalità molto più rapidamente che in altri sport. I successi precedenti vengono dimenticati velocemente”, ha affermato Tursunov, con parole che non lasciano spazio a interpretazioni.
    L’esperto allenatore ha anche azzardato una previsione sugli imminenti impegni del serbo nel deserto californiano: “Alejandro Davidovich Fokina potrebbe creare una sorpresa contro Novak (potenzialmente si incontreranno al terzo turno), lo ha già battuto a Monte Carlo nel 2022. Djokovic si trova in una situazione molto difficile, le sue possibilità sono scarse se dovesse arrivare a un duello con Carlos Alcaraz”.
    Queste dichiarazioni suonano particolarmente severe considerando che Djokovic ha sconfitto proprio Alcaraz circa un mese e mezzo fa, nei quarti di finale degli Australian Open, con il punteggio di 4:6, 6:4, 6:3, 6:4. Tuttavia, è vero che dopo quella vittoria il serbo è stato costretto a ritirarsi dalla semifinale contro Alexander Zverev a causa di un infortunio, una circostanza che ha riacceso i dubbi sulla sua tenuta fisica.
    Dal ritorno dall’infortunio, la situazione non sembra migliorata: Djokovic ha disputato un solo match, uscendo sconfitto al primo turno del torneo di Doha contro Matteo Berrettini con il punteggio di 6:7, 2:6, una prestazione che ha lasciato l’amaro in bocca ai suoi tifosi e alimentato le perplessità dei critici.
    A Indian Wells, il 24 volte campione Slam è esentato dal primo turno in virtù della sua testa di serie e al secondo turno affronter l’olandese Botic Van de Zandschulp.Il cammino nel Masters 1000 californiano potrebbe rappresentare un test importante per valutare le reali condizioni fisiche del serbo, che a dispetto dei 37 anni e dell’usura accumulata in una carriera straordinaria, ha dimostrato più volte di saper tornare ai massimi livelli anche dopo periodi difficili.
    La verità, come sempre nel tennis, verrà stabilita sul campo: sarà interessante vedere se Djokovic riuscirà a smentire Tursunov e gli altri detrattori, dimostrando che, nonostante l’età e gli acciacchi, resta ancora uno dei giocatori da battere nel circuito.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    All’asta le scarpe storiche di Djokovic: indossate quando superò il record di Federer

    All’asta le scarpe storiche di Djokovic: indossate quando superò il record di Federer

    Sono state messe all’asta le scarpe con cui Novak Djokovic ha scritto una pagina importante della storia del tennis mondiale. Si tratta di un paio di Asics speciali che il campione serbo indossò l’8 marzo 2021, giorno in cui raggiunse le 311 settimane da numero uno del ranking ATP, superando così il precedente record di Roger Federer fermo a 310 settimane.Per celebrare questo traguardo storico, il tennista di Belgrado aveva calzato una versione personalizzata delle sue scarpe Asics, sulle quali era stato appositamente impresso il numero “311” su un lato, a simboleggiare proprio il numero di settimane trascorse in vetta alla classifica mondiale.
    Quel giorno segnò un passaggio di consegne simbolico tra due leggende del tennis: Djokovic superava ufficialmente Federer in una delle statistiche più prestigiose del circuito, confermandosi come uno dei più grandi dominatori della storia di questo sport. Da allora, il serbo ha continuato ad estendere questo record fino a raggiungere l’impressionante cifra di 428 settimane complessive da numero uno al mondo.
    Le scarpe, che portano anche l’autografo del campione, sono state messe all’asta con una base di partenza di 1.500 euro. Tuttavia, gli esperti prevedono che il valore finale potrebbe essere molto più elevato, stimando che il cimelio potrebbe essere venduto per una cifra compresa tra i 10.000 e i 15.000 euro.Questo paio di scarpe rappresenta non solo un oggetto da collezione per gli appassionati di tennis, ma un vero e proprio pezzo di storia sportiva. Indossate in un momento cruciale della carriera di Djokovic, testimoniano uno dei tanti record battuti dal serbo, che nel corso degli anni ha ridefinito i limiti del tennis moderno.
    Per i collezionisti e i fan del tennis, questa asta rappresenta un’opportunità unica per aggiudicarsi un cimelio legato a uno dei momenti più significativi nella carriera di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, quando superò definitivamente il suo storico rivale Roger Federer in una delle statistiche più prestigiose del tennis mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    McEnroe: “Il record più sottovalutato di Djokovic? Le otto stagioni chiuse da numero 1”

    John McEnroe nella foto – foto getty images

    Novak Djokovic è riuscito a conquistare praticamente tutti i record più importanti nel mondo del tennis, ma secondo John McEnroe ce n’è uno in particolare che non riceve la giusta attenzione mediatica: le otto stagioni concluse come numero 1 del ranking mondiale.In una recente intervista rilasciata all’ATP, l’ex campione americano ha condiviso la sua opinione su quale sia il primato più sottovalutato tra quelli detenuti dal serbo, considerato da molti il più grande di tutti i tempi.
    “Tutto dipende, naturalmente, dalle ambizioni e dalle priorità di ciascun giocatore, ma per me la cosa più importante è sempre stata chi finisce l’anno come numero 1”, ha spiegato McEnroe, le cui parole sono state riportate dal portale “Teniski svet”.Il record di Djokovic è davvero impressionante: ha concluso otto volte la stagione in vetta alla classifica mondiale. Al secondo posto di questa speciale graduatoria troviamo Pete Sampras con sei, mentre al terzo posto sono appaiati Roger Federer, Rafael Nadal e Jimmy Connors con cinque ciascuno. Seguono proprio McEnroe e Ivan Lendl con quattro.
    Questo primato rimane spesso in ombra rispetto ad altri traguardi più celebrati, come il numero di titoli del Grande Slam, il totale di settimane trascorse al vertice del ranking, i trofei nei Masters 1000 o le vittorie alle ATP Finals.“Per me, la cosa più importante era finire la stagione come numero 1”, ha aggiunto McEnroe, che ha raggiunto questo obiettivo per quattro anni consecutivi, dal 1981 al 1984. “I miei 12 mesi erano migliori di quelli di chiunque altro”.
    L’americano ricorda ancora con orgoglio il suo debutto in vetta alla classifica. Nel marzo 1980, dopo aver battuto Jimmy Connors a Memphis, superò Bjorn Borg diventando il numero 1 del mondo. In quell’occasione, McEnroe divenne anche il primo tennista a detenere contemporaneamente la prima posizione sia in singolare che in doppio.“Guardavo la classifica mondiale e pensavo: ‘Mio Dio, non c’è nessuno davanti a me’”, racconta “Big Mac”. “Non mi aspettavo di raggiungere questo traguardo mentre crescevo. Ero sorpreso io stesso nel vedere il mio nome davanti a quello di Connors o Borg”.
    McEnroe è salito al vertice del ranking per ben 14 volte durante la sua carriera. L’ultima volta che ha occupato la prima posizione è stato nel settembre 1985. Il suo periodo più lungo al comando è stato tra agosto 1981 e settembre 1982, per ben 58 settimane consecutive. Con un totale di 170 settimane, occupa il settimo posto nella classifica di tutti i tempi per permanenza al numero 1.Durante i quattro anni in cui ha concluso la stagione come leader del ranking, McEnroe ha conquistato tre titoli a Wimbledon e due agli US Open.
    Nonostante ciò, l’americano riconosce l’eccezionalità del record di Djokovic, sottolineando come la capacità di mantenere la prima posizione alla fine dell’anno per ben otto volte sia una dimostrazione straordinaria di costanza ai massimi livelli, forse non celebrata quanto meriterebbe.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic a caccia di storia nel Sunshine Double 2025: Nuovi record all’orizzonte a Indian Wells e Miami

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Se c’è una cosa che Novak Djokovic ha dimostrato durante tutta la sua straordinaria carriera tennistica è la sua innata capacità di motivarsi attraverso sfide storiche. Mentre molti atleti tendono a minimizzare l’importanza delle statistiche con dichiarazioni politicamente corrette e il famoso approccio “partita dopo partita”, il serbo non ha mai nascosto la sua ossessione nel lasciare un’impronta indelebile nei libri di storia del tennis.
    Nel 2025, il leggendario tennista balcanico ha davanti a sé una sfida che potrebbe riaccendere il suo spirito competitivo come poche altre: diventare il giocatore con più titoli di tutti i tempi sia a Indian Wells che a Miami, i primi due Masters 1000 della stagione conosciuti popolarmente come il “Sunshine Double”.Sebbene negli ultimi anni Djokovic sembri riservare il suo miglior tennis esclusivamente per i tornei del Grande Slam, la possibilità di rompere due pareggi storici nel palmarès di questi prestigiosi tornei potrebbe essere lo stimolo perfetto per rivedere la sua versione più devastante.
    A Indian Wells, Novak ha conquistato cinque corone (2008, 2011, 2014, 2015 e 2016), eguagliando Roger Federer in cima alla classifica storica. Superare lo svizzero e affermarsi come il re indiscusso del deserto californiano rappresenterebbe un traguardo significativo per il suo già ricchissimo palmares.D’altra parte, al Miami Open, Djokovic condivide il primato con André Agassi, entrambi con sei titoli. Il serbo ha trionfato in Florida nel 2007, 2011, 2012, 2014, 2015 e 2016, e ora cerca di diventare l’unico campione con il maggior numero di vittorie in uno dei tornei più importanti sul cemento.
    Sebbene Djokovic non parta come favorito in questi tornei, diverse circostanze potrebbero giocare a suo favore. L’assenza forzata di Jannik Sinner, attuale numero uno del ranking, e i dubbi sullo stato di forma di Carlos Alcaraz e Alexander Zverev aprono una finestra di opportunità per il serbo.Inoltre, non si dovrebbe mai sottovalutare il fattore motivazionale in un campione del suo calibro. La possibilità di stabilire nuovi record potrebbe essere la spinta necessaria affinché Novak ritrovi quel livello superlativo che lo ha portato a dominare il tennis per più di un decennio.A 37 anni, Djokovic continua a dimostrare che l’età è solo un numero quando si tratta di competere al massimo livello. Se riuscisse ad aggiungere uno o entrambi i titoli alla sua impressionante collezione, non solo amplierebbe il suo vantaggio come il tennista con più Masters 1000 della storia, ma riaffermerebbe la sua condizione di uno dei più grandi competitori che lo sport abbia mai conosciuto.Il “Sunshine Double” del 2025 potrebbe essere testimone di un nuovo capitolo nell’infinita ricerca dell’eccellenza di Novak Djokovic, un uomo che ha fatto della caccia ai record praticamente uno stile di vita.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas trionfa a Dubai: Djokovic lo celebra con ironia sui social

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Stefanos Tsitsipas ha finalmente conquistato il titolo dell’ATP 500 di Dubai, il suo primo trionfo in questa categoria dopo aver perso tutte le 11 finali disputate fino ad ora. Alla dodicesima occasione, il tennista greco è riuscito finalmente a spezzare la maledizione e alzare un trofeo che gli assegna 500 punti in classifica.

    La vittoria del greco non è passata inosservata nel mondo del tennis, e ha suscitato anche la reazione divertente di Novak Djokovic. Il campione serbo ha infatti lasciato un simpatico commento sul suo account Instagram per congratularsi con Stefanos: “Nessuno può battere Stefanos Tsitsipas 12 volte in un ATP 500!”, ha scritto Djokovic con evidente ironia.Il messaggio del serbo, che aveva sconfitto proprio Tsitsipas nella finale di Dubai nel 2020, si ispira chiaramente alla celebre frase pronunciata da Vitas Gerulaitis dopo aver finalmente battuto Jimmy Connors nel 1980, interrompendo una striscia di 16 sconfitte consecutive: “Nessuno batte Vitas Gerulaitis 17 volte di fila”. Una citazione diventata leggendaria nel mondo del tennis, che Djokovic ha brillantemente adattato alla situazione di Tsitsipas.
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    La storia del tennis raccontata attraverso i record: quali sono le statistiche dei Big 3 da battere?

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Il tennis ATP presenta una storia statistica fatta di grandi gesta, vittorie sorprendenti e scommesse sportive vinte fissando sul muro del ranking i record più imbattibili di sempre. Quando si parla della Big Three entrano in campo mostri sacri del tennis come Djokovic, Nadal e Federer: che hanno disputato 150 incontri tra loro.
    Campioni di scontri diretti: 150 match tra i big threeNadal contro Federer è il classico che ha caratterizzato il tennis dei primi anni Duemila e gli incontri totali tra questi due campioni sono 40 match: 24 risultati vincenti per Nadal, 16 per l’asso svizzero.
    Djokovic ha giocato ben 50 match contro Federer, totalizzando uno score 27 vittorie contro le 23 del mostro elvetico. Ecco la sfida che ha caratterizzato gli ultimi 15 anni, ossia lo scontro a colpi di slam tra le statistiche all time di Djokovic contro Nadal. Su 60 match disputati, il serbo ha chiuso in vantaggio per 31 vittorie a 29, ma lo spagnolo ha sempre dimostrato di giocarsela alla pari, dominando anche la classifica all time per numero di titoli vinti al Grande Slam.
    La classifica all time del Grande SlamNegli ultimi anni Nadal era riuscito a superare Djokovic, ma il serbo ha messo in atto una rimonta formidabile, chiudendo oggi a 24 Open vinti e piazzando il record assoluto, lasciando Nadal a quota 22 titoli in bacheca.
    Al terzo posto c’è Federer con 20 titoli, che fino a dieci anni fa dominava il ranking delle vittorie al Grande Slam. Djokovic detiene anche il record all time di 10 Australian Open vinti in carriera, Nadal è “le roi” del Roland Garros con 14 vittorie, mentre Federer è l’imperatore di Wimbledon con 8 titoli nel palmarès. Il record all time di US Open in bacheca resta quello di Bill Tilden con 7 titoli.
    Classifica eterna dei Big Titles vintiI Big 3 dominano la classifica dei Big Titles, come era prevedibile, in questo speciale ranking vengono inseriti oltre ai Grande Slam anche le ATP Finals, le Olimpiadi e l’ATP Masters Tour 1000.Djokovic domina con un totale di 72 Big Titles, ai 24 Open vanno aggiunti 7 ATP Finals, ben 40 ATP Tour Masters 1000 e un oro alle Olimpiadi.Nadal ha raggiunto una vetta di 59 Big Title vinti e oltre ai 22 Open possiede nel palmarès 36 Masters 1000 e un oro Olimpico. Per Federer sono 54 i Big Title conquistati in carriera: 20 Slam, 6 ATP Finals e 28 Masters 1000.
    Sinner e il suo record di 19 titoliPer battere questi record il tennis italiano deve ancora fare tantissima strada, ma le speranze degli appassionati di questo sport sono tutte riposte in Sinner, che fino a oggi ha vinto già 19 titoli nonostante la sua giovane età, che comprendono 3 Slam, 1 ATP Finals, 4 Masters 1000, 5 Masters 500 e 6 Masters 250: il miglior atleta italiano di sempre.
    Chi sono i tennisti che hanno vinto il Grande SlamIl Calendar Grand Slam, ossia tutti e 4 gli Slam vinti nello stesso anno solare, è un’impresa riuscita soltanto a due tennisti, nel 1938 a Don Budge nell’era dilettanti, e Rod Laver due volte: nel 1962 e nella formula Open del 1969.Djokovic è l’unico che è riuscito a vincere il Grande Slam Virtuale, ossia la vittoria di tutti e quattro gli Slam consecutivi, ma in due anni solari: 2015/2016.Il serbo, insieme a Nadal e Agassi sono gli unici ad aver vinto il Grande Slam d’Oro, ossia tutti e 4 gli Slam vinti in carriera più la medaglia d’oro alle Olimpiadi. LEGGI TUTTO

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    Djokovic dopo il ko con Berrettini: “Nessuna scusa, è stato semplicemente più forte”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic incassa con sportività la sconfitta contro Matteo Berrettini all’ATP 500 di Doha, la sua prima al turno d’esordio dal 2022. Il serbo, al rientro dopo l’infortunio agli Australian Open che lo aveva costretto al ritiro in semifinale contro Zverev, non cerca alibi e riconosce la superiorità dell’avversario in una giornata dove il suo tennis non è stato all’altezza delle aspettative.
    “Non ho avuto alcun dolore o fastidio. Sono stato semplicemente battuto da un giocatore migliore oggi”, ha dichiarato Djokovic in conferenza stampa. “Sì, non ero al livello che desideravo e forse non mi muovo ancora come vorrei, ma ho giocato senza dolore, quindi non ci sono scuse. Berrettini ha giocato una partita magistrale, tatticamente perfetta e ha servito molto bene. Una vittoria meritatissima da parte sua.”
    Il bilancio negli scontri diretti tra i due rimane comunque nettamente a favore del serbo, che conduce per 4-1, ma questa sconfitta evidenzia un momento di forma non ottimale per il 24 volte campione Slam. Il campione serbo, che la scorsa stagione ha vinto l’oro olimpico a Parigi ma per la prima volta dal 2017 non ha conquistato uno Slam, ha anche parlato del suo futuro e di come sta evolvendo il suo approccio al tennis.
    “Sto cercando di migliorare il mio gioco, come tutti. Ma il mio tennis non cambierà drasticamente ora. Non giocherò serve and volley, forse ogni tanto, ma il mio gioco è quello che è, il nucleo rimarrà lo stesso. Cerco di adattarmi a seconda della superficie su cui gioco e delle condizioni.”
    A 37 anni, Djokovic ammette che la gestione fisica è diventata più complessa e richiede maggiore attenzione: “Ci sono più infortuni. Le cose non sono le stesse di 10-15 anni fa. Cerco ancora di prendermi cura del mio corpo quotidianamente, ed è più impegnativo ora, senza dubbio. Ma continuo a dare il massimo, date le circostanze.”
    Il sette volte numero 1 del mondo, che ha annunciato di lavorare con Andy Murray almeno fino alla fine della stagione sulla terra battuta, tornerà in campo al Masters 1000 di Indian Wells, torneo che ha vinto cinque volte in carriera. Con un record stagionale di 7 vittorie e 3 sconfitte nel 2025, Djokovic cercherà di ritrovare il suo miglior tennis in California, dove ha sempre mostrato un feeling particolare con i campi del Tennis Garden.
    La sconfitta contro Berrettini, per quanto inattesa, non sembra preoccupare eccessivamente il serbo, che mantiene la sua proverbiale fiducia e determinazione nel continuare a competere ai massimi livelli, consapevole che il processo di adattamento alle nuove sfide dell’età richiede pazienza e una gestione sempre più accurata del proprio corpo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO