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    Novak Djokovic tra la finale di Atene e i dubbi sulle ATP Finals: le parole del serbo su Sinner e Alcaraz

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Ogni volta che Novak Djokovic parla, lascia dichiarazioni destinate a far discutere. Dopo aver raggiunto la finale dell’ATP 250 di Atene 2025 battendo Yannick Hanfmann, il serbo ha analizzato il suo momento, ha evitato di sbilanciarsi sulla sua presenza alle ATP Finals e ha commentato l’ascesa di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, ormai protagonisti assoluti del tennis mondiale.Djokovic sta vivendo una settimana speciale in Grecia. Da quando si è saputo che il torneo di Belgrado sarebbe stato trasferito ad Atene — e che lui avrebbe seguito questo percorso trasferendosi con la famiglia nella capitale ellenica — è apparso evidente quanto tenesse a conquistare il titolo. La vittoria su Hanfmann lo ha portato all’ultimo atto, dove lo attende la possibilità di sollevare il trofeo davanti ai suoi nuovi tifosi.
    Le sensazioni dopo il successo su Hanfmann“È stato senza dubbio il mio miglior match della settimana. Sono molto soddisfatto del mio livello di gioco, di come ho mantenuto la concentrazione e di come sono riuscito a reagire nei momenti difficili. Mi sento molto amato ad Atene, è fantastico vedere un’atmosfera così bella nello stadio e tutta la mia famiglia si è adattata perfettamente alla vita qui”, ha dichiarato Djokovic.
    L’eventuale finale contro MusettiIl serbo non ha espresso preferenze, ma ha riconosciuto il fascino di un possibile incrocio con l’azzurro.“Avere una finale tra le prime due teste di serie sarebbe fantastico per il torneo, ma sarà un gran match in ogni caso. Non vedo l’ora che arrivi la finale: ci sarà tennis di alto livello e tanta emozione. Giocare in un ambiente come questo è un grande privilegio”.
    Il giudizio su Sinner e AlcarazDjokovic ha chiarito le sue recenti parole sulle due stelle del tennis contemporaneo.“Non ho mai detto che Jannik e Carlos stiano esprimendo un tennis mai visto prima, ma semplicemente che al momento sono migliori degli altri. Va riconosciuto ciò che stanno facendo, ma bisogna anche rispettare le leggende recenti come Rafa, Roger, Andy e me stesso. Sinner e Alcaraz sono la forza dominante del tennis attuale, ma non dimentichiamo da dove veniamo. Spero possano eguagliare i nostri risultati a fine carriera”.
    Gli obiettivi per il futuroDjokovic ha ribadito che la classifica non è più una priorità.“Non ho intenzione di lottare per il numero 1 il prossimo anno se continuerò a giocare. Il ranking non ha importanza per me in questo momento. Mi concentro sul ritrovare la volontà, la gioia e la motivazione per competere secondo i miei termini e avere buone sensazioni in campo”.
    Djokovic ora punta con decisione al titolo di Atene, simbolo di una nuova fase della sua carriera e della sua vita. La scelta definitiva sulla partecipazione alle ATP Finals arriverà solo dopo la finale, ma al momento, per il serbo, tutto passa dalla Grecia.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic vola in finale ad Atene: prima settimana “greca” da incorniciare

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic chiuderà la sua settimana d’esordio sul suolo greco nel modo più prestigioso possibile: disputando la finale del Vanda Pharmaceuticals Hellenic Championship di Atene. Il serbo, che da quest’anno risiede proprio nella capitale ellenica, ha superato la semifinale contro il qualificato tedesco Yannick Hanfmann con un solido 6-3, 6-4, trascinato dall’energia di un pubblico che ormai lo considera “uno di casa”.
    Nonostante un breve passaggio a vuoto nel secondo set – il primo in cui ha ceduto il servizio durante tutto il torneo – Djokovic ha immediatamente ristabilito l’ordine, chiudendo in 79 minuti e mantenendo intatta la sua impressionante statistica stagionale: 30-0 nel 2025 dopo aver vinto il primo set.
    Il sette volte campione delle ATP Finals ha inoltre allungato a 3-0 il bilancio dei confronti diretti con Hanfmann, già battuto a Shanghai il mese scorso. La vittoria rappresenta anche un piccolo, significativo spartiacque: Djokovic interrompe infatti una serie di quattro semifinali perse tra Roland Garros, Wimbledon, US Open e Shanghai.Il serbo, oggi n.4 del mondo nel ranking live, centra così la sua 144ª finale ATP in carriera e la terza della stagione, con un chiaro obiettivo in mente: conquistare il 101° titolo nel circuito maggiore.Ad attenderlo sabato ci sarà il vincitore della seconda semifinale tra Lorenzo Musetti e Sebastian Korda. Qualunque sia l’avversario, Djokovic arriva all’atto conclusivo forte di un bilancio stagionale di 38-11 per avere 38 anni, e soprattutto con la sensazione di aver trovato nuova linfa nella sua nuova “casa” tennistica.Per la Grecia, e per Djokovic, una prima settimana insieme che ha già il sapore della storia.
    ATP Athens Novak Djokovic [1]66 Yannick Hanfmann34 Vincitore: Djokovic ServizioSvolgimentoSet 2N. Djokovic 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4Y. Hanfmann 15-0 ace 40-0 ace5-3 → 5-4N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-15 ace4-3 → 5-3Y. Hanfmann 0-15 0-30 15-30 30-30 30-403-3 → 4-3N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3Y. Hanfmann 0-15 0-30 15-30 15-401-3 → 2-3N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 15-401-2 → 1-3Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 ace 40-300-1 → 1-1Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 ace5-3 → 6-3Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-0 ace5-2 → 5-3N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 ace4-2 → 5-2Y. Hanfmann 0-15 0-30 0-40 15-40 30-403-2 → 4-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace2-2 → 3-2Y. Hanfmann 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 40-40 A-402-1 → 2-2N. Djokovic 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-301-1 → 2-1Y. Hanfmann 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace1-0 → 1-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 1-0

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    ATP Finals: sorteggiati i gironi. Sinner con Zverev, Shelton e Auger-Aliassime o Musetti

    Sinner nel primo allenamento a Torino

    Sinner ha pescato Zverev, Shelton e Auger-Aliassime o… Musetti. Questi sono gli avversari di Jannik nel girone intitolato al leggendario Bjorn Borg, l’esito del sorteggio dell’edizione 2025 delle Nitto ATP Finals andato in scena a Torino, alla presenza di autorità politiche e tennistiche (tra cui Angelo Binaghi e Andrea Gaudenzi). C’è ancora una casella con una X, l’ottavo posto, ancora in ballo tra il canadese e l’italiano. Ricordiamo che Musetti per staccare il pass per le Finals dovrà necessariamente vincere l’ATP 250 di Atene, dove oggi scenderà in campo per i quarti di finale. Ma resta anche l’incertezza per la posizione di Novak Djokovic, che in quel di Atene ha ribadito che solo al termine del torneo in corso annuncerà la propria decisione sul prendere parte o meno al torneo di Torino. Ricordiamo che le Finals si giocano con la formula dei gironi all’italiana: i quattro tennisti di ogni gruppo si affrontano tra di loro, e i due migliori di ogni girone si qualificano per le semifinali, il primo di un gruppo contro il secondo dell’altro. La finale è prevista domenica 16 novembre.
    Questi i due giorni delle Nitto ATP Finals 2025, con l’incertezza per l’ottavo posto, Auger-Aliassime o Musetti:
    Gruppo Jimmy Connors
    (1) Carlos Alcaraz
    (4) Novak Djokovic
    (5) Taylor Fritz
    (7) Alex De Minaur

    Gruppo Bjorn Borg
    (2) Jannik Sinner 
    (3) Alexander Zverev
    (6) Ben Shelton
    (8) X (Auger-Aliassime o Musetti)

    Questi invece gironi per il torneo di doppio, dove sarà presente anche la coppia italiana Bolelli – Vavassori:
    Gruppo Peter Fleming 
    Cash – Glasspool
    Granoller – Zeballos
    Krawietz – Puetz (i campioni in carica)
    Bolelli – Vavassori

    Gruppo John McEnroe
    Heliovaara – Patten
    Aravelo – Pavic
    Salisbuby – Skupski
    Harrison – King

    Nel corso della cerimonia di sorteggio dei gironi delle Finals, hanno preso la parola anche il Presidente FITP Binaghi e quello dell’ATP Gaudenzi. Binaghi, oltre a ringraziare la città per il grande lavoro svolto nei cinque anni a Torino, ha mostrato dati di un’ulteriore crescita nelle presenze, anche grazie ai nuovi posti a sedere allestiti all’interno dell’Inalpi Arena (circa 700), in pratica è quasi un sold out (oltre il 96% di biglietti venduti). Gaudenzi invece ha sottolineato come le Finals a Torino siano uniche perché “Rispetto ad altre location, quando cammini per la città respiri l’evento, è un’atmosfera unica che non si avvertiva per esempio a Londra. (…) Oltre che per il Prize money più alto dell’anno, si giocherà per il n.1 del mondo, tra Jannik e Carlos. È una posta in gioco enorme, è un grandissimo finale per il tour. Sarà un privilegio che accada proprio qua a Torino. Essere n.1 a fine anno è l’impresa più difficile del nostro sport”. LEGGI TUTTO

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    Djokovic si racconta: “Mi definirei meticoloso. La mia miglior partita? La finale dell’Australian Open 2019”

    Novak Djokovic

    15-0 è un formato del sito ATP nel quale un tennista risponde a una “raffica” di domande con pensieri brevi, spontanei, sul tennis e non solo. In quel di Atene è stato Noval Djokovic a sottoporsi a questa intervista particolare (Q&A), nella quale si spazia tra la sua lunghissima e fortuna carriera ad aspetti più profondi della sua vita privata. Alcune risposte del serbo sono interessanti, la riportiamo integralmente.

    Qual è una frase che ti guida nella vita?Una delle mie preferite è: “Non esiste l’ascensore per il successo, devi salire le scale.”
    Qual è il miglior regalo che tu abbia mai ricevuto?Un dipinto fatto a mano di me insieme alla mia famiglia. È stato un gesto davvero speciale.
    Qual è un consiglio che daresti a tutti i bambini che inseguono i propri sogni?Prima di tutto, è importante credere nei propri sogni e non lasciare che nessuno te li porti via. I bambini hanno una straordinaria capacità di immaginare, di essere creativi e di vedersi già realizzati — nello sport o in qualsiasi altro ambito della vita. Bisogna semplicemente permettere loro di volare con le proprie ali, senza tarpargliele. Lasciarli essere se stessi, perché l’immaginazione dei bambini è qualcosa di incredibile.
    Qual è la lezione più grande che hai imparato dall’essere padre?La lezione più grande è imparare a essere presente. Non fare multitasking quando sei con i tuoi figli, perché loro richiedono la tua piena attenzione, qualunque cosa tu stia facendo. I bambini ti insegnano questo più di ogni altra cosa: essere nel momento, saper perdonare e andare avanti.
    Qual è il tuo piatto preferito?Dipende dai periodi, ma ho un debole per i dolci… quindi direi una acai bowl.
    Qual è la miglior partita che tu abbia mai giocato?La partita più memorabile a cui abbia partecipato è la finale dell’Australian Open 2012 contro Nadal, la più lunga finale di uno Slam nella storia.E naturalmente la finale di Wimbledon 2019 contro Federer. Ma se parliamo del miglior livello di tennis che io abbia espresso, direi la finale dell’Australian Open 2019, sempre contro Nadal. L’ho battuto in tre set e ho giocato un tennis straordinario.
    Hai passato più settimane da numero 1 al mondo di chiunque altro. Che sensazione si prova a stare in cima?È una sensazione fantastica, ma può anche essere un po’ solitaria. Ti senti come il “bersaglio” di tutti. È il massimo traguardo che si possa raggiungere in qualunque sport. Da bambino sognavo di vincere Wimbledon e diventare numero 1 del mondo, e quando ci arrivi, capisci che restarci è una sfida diversa. Da inseguitore diventi il giocatore da battere. È bellissimo, ma può portare anche un po’ di pressione. Il segreto sta tutto nella mentalità: devi continuare a creare, a migliorare, a inseguire nuovi obiettivi. Se pensi solo “sono il numero 1 e tutti vogliono togliermi il posto”, ti carichi di stress inutile.
    Qual è stata la chiave principale del tuo successo?Dedizione. Passione e dedizione. L’amore per questo sport è ciò che mi spinge a essere così devoto e costante in tutto ciò che faccio.
    Chi è il giocatore più sottovalutato che tu abbia mai affrontato?Wawrinka. Penso sia molto sottovalutato, considerando che ha vinto tre Slam. La gente spesso dimentica quanto ha ottenuto. Ha conquistato più di quanto abbia fatto oltre il 90% dei giocatori nella storia del tennis. Quindi direi lui.
    Se potessi allenare il giovane Novak, che consiglio gli daresti?Gli direi di giocare sul lungo periodo, di avere pazienza e fiducia nel processo. E soprattutto di divertirsi lungo il cammino. Bisogna trovare un equilibrio tra la vita privata e quella professionale: lavorare duro, sì, ma senza perdersi nel percorso. Goditi la giovinezza, perché il tempo non torna indietro.
    Se potessi prendere un colpo da un altro giocatore, quale sceglieresti?Il servizio di uno dei “giganti” del circuito: Karlovic, Isner o Opelka. Mi andrebbe bene quello di chiunque superi i due metri!
    Se potessi giocare una partita storica che non fosse una tua, quale sceglieresti?Probabilmente una delle epiche sfide tra Borg e McEnroe. Mi sarebbe piaciuto essere sugli spalti, o magari provare a giocare con una racchetta di legno, giusto per sentire la differenza. Avrei sicuramente faticato a generare topspin, ma amo la storia del tennis e mi affascina vedere come il gioco si sia evoluto, tecnicamente e tecnologicamente, negli ultimi cinquant’anni.
    Hai avuto lunghe rivalità con Federer e Nadal, e ora con Alcaraz e Sinner. Come le confronteresti?Sono rivalità molto diverse. Con Roger e Rafa ho condiviso la maggior parte della mia carriera — oltre 20 anni di battaglie. Con Carlos e Jannik è tutto più recente: abbiamo 15 anni di differenza, quindi le nostre sfide sono solo all’inizio. Ma è bellissimo vedere la nuova rivalità tra Sinner e Alcaraz: stanno giocando partite straordinarie e il tennis ha bisogno proprio di questo.
    Se dovessi descrivere Novak Djokovic con una sola parola?Userei la definizione di Nick Kyrgios: meticoloso.
    Se potessi cambiare un solo risultato nella tua carriera, quale sarebbe?Nessuno. Perché credo che tutto accada per una ragione.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic smentisce Binaghi: “Deciderò dopo Atene se giocherò le ATP Finals”

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Le parole di Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), avevano fatto rapidamente il giro del mondo: “Djokovic sarà alle Finals di Torino”, aveva dichiarato con sicurezza. Ma poche ore dopo è arrivata la smentita diretta del campione serbo, che ha voluto chiarire la situazione dopo la vittoria al debutto nell’ATP 250 di Atene.
    “Non so da dove Angelo abbia preso quell’informazione,” ha detto Djokovic ai giornalisti. “Di certo non da me né dal mio team. Deciderò al termine di questo torneo.”Parole che lasciano intendere come la presenza del numero uno serbo alle ATP Finals di Torino 2025 non sia affatto certa. Djokovic, che già lo scorso anno aveva rinunciato a partecipare al torneo dei maestri nonostante fosse qualificato, ha preferito rimandare ogni decisione alla conclusione del suo percorso in Grecia, dove ha appena iniziato la sua avventura nel torneo organizzato proprio dalla sua famiglia.
    La replica di Nole mette quindi in dubbio le affermazioni di Binaghi, che probabilmente si era lasciato trasportare dall’ottimismo o da semplici sensazioni. Fino a quando non arriverà una conferma ufficiale dal diretto interessato, la partecipazione di Djokovic a Torino resta sospesa.Una decisione che, come ha precisato il serbo, dipenderà dalle sue condizioni fisiche e mentali al termine della settimana di Atene.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic debutta ad Atene contro Tabilo: tra passione, famiglia e la voglia di continuare a scrivere la storia “Gioco ancora perché amo il tennis, non per i record”. Deciderà se giocare le Finals dopo Atene

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Il ritorno in campo di Novak Djokovic è imminente. Il campione serbo è pronto a esordire al torneo ATP 250 di Atene, dove affronterà il cileno Alejandro Tabilo. Ma per Djokovic non si tratta di un evento qualsiasi: l’ATP di Atene è infatti di proprietà sua e della sua famiglia, un progetto che rappresenta tanto un investimento sportivo quanto personale. Ecco perché, pur essendo un torneo minore, il numero uno serbo non lo considera affatto come un semplice appuntamento di routine: vuole vincere, e farlo “in casa”.La sua partecipazione arriva in un momento in cui resta incerta la presenza alle ATP Finals di Torino, dove la sua partecipazione è stata confermata dalla FITP ma resta comunque legata alle sue condizioni fisiche dopo l’impegno greco.
    Dopo aver conquistato l’oro olimpico ai Giochi di Parigi 2024, molti avevano ipotizzato che Djokovic potesse considerare quella vittoria come il traguardo perfetto per chiudere la carriera. A 38 anni, con 24 titoli del Grande Slam e una bacheca ineguagliabile, sembrava il momento ideale per dire addio.Ma il serbo ha fugato ogni dubbio: “Molti pensavano che dopo i Giochi Olimpici mi sarei ritirato, ma non gioco a tennis solo per i risultati o i trofei. Gioco perché amo competere, perché mi piace il processo e tutto ciò che il tennis mi dà, a livello personale, familiare e umano”.
    Djokovic ha ribadito che la sua motivazione non si misura solo in trofei: “So che, finché sarò in campo, avrò gli occhi del mondo addosso. È una responsabilità che accetto volentieri. Voglio lasciare un’eredità, contribuire allo sviluppo e alla popolarità del tennis”.
    Una nuova vita in Grecia con la famigliaNel corso dell’intervista concessa al media greco SDNA, Djokovic ha parlato anche della sua recente decisione di trasferirsi a vivere in Grecia con la moglie Jelena e i due figli.“Non era un piano a lungo termine – ha spiegato – ma negli ultimi due anni sono cambiate molte cose nella nostra vita, personali e professionali. Abbiamo due bambini piccoli e la priorità è creare per loro un ambiente sano, sereno e stimolante. In Grecia ci sentiamo accolti: la gente è gentile, generosa, e come famiglia abbiamo più tempo per stare insieme.”Per Djokovic, dunque, Atene non è solo una tappa del calendario: è un punto d’inizio. Una nuova casa, un nuovo equilibrio familiare e una nuova energia per continuare a competere.
    Un campione che non vuole fermarsiNonostante la crescita di Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, che nel 2025 hanno dominato il circuito, Djokovic ha dimostrato di poter ancora competere ai massimi livelli, raggiungendo le semifinali in tutti e quattro i tornei del Grande Slam.Il futuro resta un’incognita, ma una cosa è certa: finché Novak Djokovic si divertirà in campo, non appenderà la racchetta al chiodo.E chissà che il suo nuovo capitolo ad Atene — nel torneo di casa, davanti al suo pubblico adottivo — non segni l’inizio di un’altra sorprendente rinascita.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Binaghi: “Abbiamo la conferma, Djokovic ci sarà” — ma sarà davvero così?

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Sposito-FITP

    La corsa di Lorenzo Musetti verso le ATP Finals di Torino è ormai una vera e propria missione impossibile. Il tennista toscano ha un solo obiettivo per coronare il sogno di partecipare al torneo dei migliori otto del mondo: vincere il torneo ATP 250 di Atene, l’ultimo appuntamento della stagione. Solo così potrebbe effettuare il controsorpasso su Félix Auger-Aliassime, oggi virtualmente qualificato grazie alla finale conquistata al Masters 1000 di Parigi.
    La conferma che cambia tutto: “Djokovic sarà a Torino”A complicare ulteriormente i piani di Musetti ci ha pensato l’annuncio del presidente FITP Angelo Binaghi, che ha ufficializzato la presenza di Novak Djokovic alle Finals:“Ci è stato confermato che Djokovic sarà a Torino. Poi, certo, quello che accadrà nei prossimi giorni non possiamo saperlo”, ha spiegato Binaghi.Una notizia che pesa come un macigno per il giocatore azzurro: la partecipazione del numero uno serbo chiude definitivamente la porta a eventuali ripescaggi o scenari alternativi. Il torneo di Atene si disputa in Grecia dopo essere stato trasferito da Belgrado, in seguito a contrasti tra l’entourage di Djokovic e il governo serbo.
    Djokovic e la variabile dell’ultimo minutoIl campione serbo, 38 anni, ha infatti abituato tutti a decisioni improvvise. Più volte nel corso della stagione ha rinunciato a tornei all’ultimo istante, dettando i propri tempi in base alla condizione fisica e mentale del momento.Dopo un finale di anno intenso e una condizione non sempre ottimale, la sua partecipazione resta sì confermata, ma tutt’altro che blindata.Molto dipenderà dalle sue sensazioni durante il torneo di Atene, dove Nole dovrebbe tornare in campo per testare la forma in vista di Torino. Se dovessero riaffiorare problemi fisici, non è escluso che possa ripensarci, rinunciando alle Finals per concentrarsi sulla preparazione del 2026.
    Musetti, serve un miracolo ad AteneIl percorso per Musetti è chiaro: quattro vittorie consecutive per conquistare il titolo e superare Auger-Aliassime di appena cinque punti nella Race. Un’impresa complicata, anche perché il canadese — consapevole del proprio vantaggio — ha deciso di saltare il torneo di Metz, dove era iscritto come prima testa di serie.“Non l’ho dato a vedere, ma non sto bene fisicamente — ha dichiarato Auger-Aliassime —. Se Musetti dovesse ribaltare la situazione, tanto di cappello a lui.”
    Un finale amaro dopo la sconfitta con SonegoIl ko nel derby azzurro contro Lorenzo Sonego al Masters 1000 di Parigi ha complicato tutto. Musetti aveva iniziato bene, ma si è fatto rimontare, lasciando per strada punti preziosi e una grande occasione per blindare la qualificazione. Ora non resta che affidarsi alla matematica — e al talento — per provare a compiere l’impresa.
    Come ha ricordato Binaghi:“Musetti avrebbe meritato di giocare le Finals già lo scorso anno. Ha ancora una possibilità, ma dovrà fare qualcosa di straordinario.”Il destino del toscano, insomma, è tutto nelle sue mani: Atene o niente.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic “punta tutto” sull’ATP di Atene: il torneo di famiglia che fa discutere

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic ha un obiettivo chiaro per il finale di stagione: giocare l’ATP di Atene. Una scelta che può sembrare sorprendente per un campione abituato a dominare nei grandi palcoscenici, ma che in realtà nasconde motivazioni molto personali. Il nuovo torneo greco, infatti, appartiene alla famiglia Djokovic, e il direttore dell’evento è il fratello minore del campione serbo, Djordje Djokovic.L’ATP di Atene, che debutterà come torneo 250, è di fatto l’erede dell’ATP di Belgrado, manifestazione storicamente organizzata dalla famiglia Djokovic. Tuttavia, la decisione di trasferire il torneo dalla Serbia alla Grecia ha scatenato polemiche e critiche nel Paese balcanico, alimentando le tensioni già esistenti tra Novak Djokovic e il presidente serbo Aleksandar Vučić.
    Djokovic salta Parigi per prepararsi al meglioDjordje Djokovic, in un’intervista concessa a The Tennis Gazette, ha fornito un aggiornamento sulle condizioni fisiche del fratello e spiegato perché il 24 volte campione Slam abbia deciso di concentrarsi su Atene.“Non giocherà il Masters 1000 di Parigi, ma si sta allenando duramente per recuperare. Ha avuto alcuni problemi fisici che si sono aggravati a Shanghai e nel Six Kings Slam, ma ora si sente meglio e sta facendo tutto il possibile per tornare in forma e competere ad Atene.”Il fratello di Nole ha poi aggiunto parole di grande ammirazione:“È un genio nella preparazione e nel recupero, ed è per questo che è il miglior tennista del mondo. Ha già chiarito quanto sia importante per lui giocare ad Atene, davanti al pubblico greco.”
    I motivi del trasferimento in GreciaSecondo Djordje Djokovic, la scelta di spostare il torneo da Belgrado ad Atene è stata dettata da motivi logistici e organizzativi.“Abbiamo organizzato questo evento in Serbia per molti anni, ma ci siamo scontrati con difficoltà operative che non siamo riusciti a risolvere. Le regole ATP richiedono standard molto elevati, e quest’anno non siamo riusciti a rispettarli. Abbiamo quindi deciso di trasferire il torneo, anche se è stata una decisione estremamente difficile.”Già in passato, la famiglia Djokovic aveva dovuto spostare temporaneamente il torneo da Belgrado a Banja Luka, in Bosnia ed Erzegovina, ma questa volta il cambiamento è più radicale.“È stato molto doloroso per noi, perché siamo nati e cresciuti a Belgrado. Avevamo già iniziato i preparativi mesi fa e abbiamo dovuto ricominciare tutto da zero. Ma era l’unica soluzione per garantire la sopravvivenza del torneo.”
    L’obiettivo: due tornei nel 2026Nonostante le critiche, la famiglia Djokovic non intende abbandonare le proprie radici. Djordje ha infatti rivelato il piano per il futuro:“Vogliamo mantenere sia l’ATP di Belgrado che l’ATP di Atene nel calendario entro il 2026. Crediamo che ci sia spazio per entrambi. Ora siamo concentrati su Atene, e non abbiamo intenzione di rinunciarvi. Stiamo lavorando duramente, giorno dopo giorno, per farlo crescere e consolidarlo. La collaborazione in Grecia è stata fantastica, e siamo convinti che sarà un torneo di altissimo livello.”Djordje Djokovic ha anche spiegato che annullare l’evento sarebbe stato impossibile per motivi contrattuali:“Se avessimo cancellato il torneo, avremmo dovuto pagare pesanti penali. La scelta di Atene è stata la migliore possibile, e crediamo che offrirà uno spettacolo straordinario.”
    Novak, pronto a debuttare “in casa”Tutti gli occhi, ora, sono puntati su Novak Djokovic, che punta a tornare in campo proprio ad Atene, nel torneo gestito dalla sua famiglia. Dopo un periodo di riposo forzato, il numero uno del mondo vuole chiudere la stagione dimostrando, ancora una volta, la sua capacità di risorgere nei momenti più delicati.
    L’ATP di Atene, nato tra polemiche e ambizioni, rappresenta così un nuovo capitolo nella complessa storia sportiva e personale dei Djokovic: un progetto familiare che unisce affetti, affari e passione per il tennis, con Nole pronto a guidarlo — come sempre — da protagonista assoluto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO