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    Campionato Under 12: la Tennis Training School sul tetto d’Italia

    l’Umbria e la Tennis Training School sul tetto d’Italia. Quattro anni dopo il successo dei ragazzi dello Junior Tennis Perugia nell’under 16, oggi viene riscritta la storia del movimento tennistico regionale. A compiere l’impresa sono state Ginevra Batti e Jasmine De Magistris della Tennis Training School di Foligno che hanno conquistato lo scudetto under 12 […] LEGGI TUTTO

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    Il nuovo Milanino Sporting Club incanta Paolo Lorenzi. Si punta sui giovani e sui tornei di alto livello

    Solo qualche mese fa era il sogno di un imprenditore coraggioso, mentre oggi il Milanino Sporting Club è (di nuovo) una piacevole realtà, con grandi ambizioni e il desiderio di organizzare eventi sempre più importanti. È già stato un successo il primo, domenica 19 settembre, quando sui campi di Villanuova sul Clisi l’intera giornata ha […] LEGGI TUTTO

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    Paolo Lorenzi per il lancio del nuovo Milanino Sporting Club: un ricco Open (e il padel) per ripartire

    Paolo Lorenzi, ex n.33 del ranking Atp, domenica 19 settembre sarà al Milanino Sporting Club di Villanuova sul Clisi, per una giornata ricca di attività

    È da sempre uno dei club più affascinanti della provincia di Brescia, con sei campi da tennis circondati dal verde (più calcetto, beach volley e tanto altro), ma il potenziale del Milanino Sporting Club di Villanuova sul Clisi non è mai stato del tutto valorizzato. Una sfida che dai primi di giugno è passata nelle mani di una nuova proprietà, guidata dall’imprenditore – e presidente del club – Nico Maietta, che ha deciso di investire per rilanciare un sito storico e dalle enormi potenzialità. “Il nostro motore – spiega – è la passione, per il tennis ma anche per il padel: insieme a degli amici cercavamo una soluzione legata proprio a quest’ultima disciplina, poi è nata l’occasione di inserirci in questa realtà e ci è sembrata immediatamente una grande opportunità per ridare linfa a una struttura bellissima”.
    Ma l’idea del padel non è tramontata, tutt’altro: al Milanino sono appena stati costruiti – e già in funzione – tre nuovissimi campi, perfetti per ampliare l’offerta con uno sport che conquista nuovi praticanti ogni singolo giorno. “E poi – aggiunge Maietta – nel corso dell’estate, pur tenendo sempre aperto il club, abbiamo messo a nuovo i campi da tennis e anche la zona bar-ristorante, fondamentale per offrire un servizio di qualità ai nostri frequentatori, e dar loro la possibilità di vivere al meglio il centro sportivo. Ora ci stiamo dedicando alla costruzione della scuola tennis (che sarà diretta dall’esperto maestro Simon Flood, ndr), ma le idee in cantiere sono tante e contiamo di realizzarne il più possibile”.
    La prova è nei primi eventi di rilancio inseriti nel calendario, a partire dal 1° Trofeo Lineastile, un torneo Open da ben 7.500 euro di montepremi (6.000 per la prova maschile, 1.500 per quella femminile) che si colloca immediatamente fra i più ricchi eventi di categoria dell’intero territorio italiano, e dal 15 al 25 settembre promette di portare in provincia di Brescia numerosi giocatori di alto livello. Sarà una prima occasione per mostrare le ambizioni del club, così come l’evento di domenica 19 settembre, quando sui campi di Villanuova sul Clisi ci sarà niente meno che il toscano Paolo Lorenzi, già numero 33 del mondo e numero 1 d’Italia, che ha appena annunciato il ritiro dal tennis ‘pro’ agli US Open. “Visto che le varie restrizioni ancora in atto – dice Maietta – non ci permettevano un’inaugurazione come avremmo voluto, questa ci pare una grande iniziativa per lanciare ufficialmente il nostro club e il 1° Trofeo Lineastile”. Lorenzi sarà al Milanino per l’intera giornata: dalle 10 alle 12 sarà in campo con gli agonisti per uno stage, e poi parteciperà a una conferenza stampa di lancio del club e del torneo Open. In seguito, dalle 15 alle 17 giocherà con i ragazzi della scuola tennis, mentre alle 17.30 sarà protagonista di un incontro di esibizione, per mostrare i numeri che gli sono valsi la stima degli appassionati di tutto il mondo. “Ci aspettiamo una grande giornata – chiude Maietta – che faccia da vetrina ai nostri sforzi e ai progetti futuri. Fra i quali c’è anche l’organizzazione di un torneo internazionale”. Un obiettivo che rappresenta perfettamente le grandi ambizioni del nuovo Milanino Sporting Club. LEGGI TUTTO

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    La Nazionale dell’Uzbekistan in ritiro alla Tennis Training

    Arrivata ad inizio settembre la nazionale dell’Uzbekistan si allenerà a Villa Candida fino a sabato prossimo. In programma allenamenti congiunti con lo staff tecnico e con i giocatori della Tennis Training. Un vero e proprio gemellaggio quello tra la Tennis Training School e la nazionale uzbeka di tennis che in questi giorni si trova a […] LEGGI TUTTO

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    Antonio Campo va come un treno: al palermitano l’Open Erca di Bagnatica

    Un solo game lasciato per strada in semifinale, appena due concessi in finale. Così, il siciliano Antonio Campo ha letteralmente ammazzato la concorrenza nella sesta edizione dell’Open Erca del Tennis Club Bagnatica, che in provincia di Bergamo ha chiuso due settimane di full immersion nel circuito più importante a livello nazionale. Prima era toccato alle […] LEGGI TUTTO

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    La flessibilità cognitiva, il tennis e le Olimpiadi

    Flavia Pennetta nella foto

    Quando assistiamo a un match di tennis e facciamo il tifo per uno dei nostri beniamini, può capitare di domandarsi, forse con una certa ingenuità, come mai, a un certo punto della partita, il giocatore non si accorga che sia giunto il momento di variare il proprio gioco perchè in balia dell’avversario.Quello che invece capita spesso di osservare, è l’utilizzo incessante di schemi tattici ripetitivi o colpi “monocorde” che difficilmente cambiano l’andamento di un match.Ma allora come mai qualcosa che sembra così semplice e osservabile dall’esterno, risulta così complicato da mettere in atto quando si agisce in prima persona?
    Per capirlo è necessario approfondire uno degli aspetti centrali delle funzioni esecutive, la flessibilità cognitiva.Come ho indicato in un articolo precedente, le funzioni esecutive rappresentano quei processi mentali in grado di produrre una risposta adattiva funzionale di fronte a condizioni ambientali nuove e impegnative, cioè in situazioni e compiti in cui comportamenti e abilità di routine non sono più sufficienti per ottenere un successo.
    In particolare, la flessibilità cognitiva può essere definita come la capacità di adattare un comportamento o un modo di pensare a situazioni nuove o inaspettate, cosi da agire in modo più adeguato e adatto alle situazioni che l’ambiente ci porta a fronteggiare.
    I buoni osservatori e i più esperti della racchetta, si saranno sicuramente resi conto che esistono nel circuito giocatori più bravi di altri in questo tipo di abilità.Tuttavia, confrontare stili di gioco diversi, come quello tra Camila Giorgi e quello che mostrava Roberta Vinci, o tra l’esplosività di Sinner e l’estro di Musetti, non è sufficiente per capire come la flessibilità cognitiva influenzi le abilità di problem solving di un giocatore.Essere cognitivamente flessibili non si traduce necessariamente nell’avere una grande varietà di colpi, ma piuttosto consiste nell’ accorgersi della necessità di applicare e mettere in atto una variazione del proprio gioco al fine di aumentarne l’efficacia.Se è vero che ci sono giocatori più accorti di altri nel riconoscere il momento adatto per imprimere un cambio tattico o strategico al proprio gioco, perchè risulta cosi complicato sviluppare queste capacità attraverso l’allenamento?Nel tempo sono stati elaborati programmi specifici nel tentativo di migliorare queste abilità, ma i risultati ottenuti sono ancora occasione di forte dibattito, vista anche la difficoltà nel misurarne la reale efficacia.Per farla breve, la pillola magica sembra non sia stata ancora inventata.Se da una parte non si può o risulta difficile intervenire direttamente sullo sviluppo della flessibilità cognitiva nel singolo individuo, dall’altra parte agire direttamente su alcuni elementi dell’ambiente che circondano un giocatore potrebbe portare a risultati ben più interessanti.Se a qualcuno è capitato di vivere all’estero, si sarà accorto che alcuni comportamenti o modi di fare che risultavano immodificabili in un determinato paese o nazione, diventavano molto più semplici da mettere in atto nella nuova località. Mi viene da pensare all’utilizzo della propria automobile quando si vive nella propria città, e alla semplicità di utilizzare mezzi pubblici quando si vive all’estero. Oppure la tendenza a mangiare sempre nello stesso ristorante, e quella di sperimentare pietanze nuove quando ci si trova in vacanza lontani da casa.
    In situazioni di contesto nuove, infatti, riconoscere uno schema di riferimento pre-esistente da applicare risulta meno accessibile al nostro sistema cognitivo e questo ci rende più aperti alla sperimentazione di nuove soluzioni. Ecco perchè risulta più semplice assaggiare un piatto esotico quando siamo in vacanza, o evitare di noleggiare un auto per affidarci ai mezzi pubblici se ci troviamo a vivere in un’altra città per qualche tempo.In generale, i comportamenti routinari vengono messi in atto perchè danno sicurezza e ci fanno consumare meno risorse cognitive, e il nostro cervello è un organo che predilige il risparmio energetico, anche se all’interno di una performance sportiva ciò potrebbe limitarne le probabilità di successo finale.Se trasferiamo queste riflessioni in un campo da tennis, possiamo quindi comprendere come non sia facile riconoscere e mettere in atto un cambiamento del proprio gioco all’interno di un match o di una competizione. Per essere in grado di farlo, un giocatore dovrebbe avere, oltre alla consapevolezza della necessità di dover cambiare qualcosa, anche la capacità di inibire un comportamento routinario per uno nuovo e poco conosciuto, l’accettazione del rischio di poter peggiorare la situazione, e naturalmente un grande dispendio di risorse cognitive. Se non siete persone impulsive, provate a pensare a quelle volte in cui avete percepito la necessità di dover cambiare qualcosa nella vostra vita, magari un lavoro o una relazione, salvo poi ritrovarvi impantanati nella stessa quotidianità per paura di modificare il vostro equilibrio. Se vi è capitato qualcosa di simile, allora capirete bene quello di cui parliamo.Tuttavia, per i grandi campioni fare scelte importanti fuori o dentro sembra quasi una sfida stimolante. Ma perché solo alcuni ci riescono? È probabile che questo tipo di giocatori o giocatrici abbia sperimentato e ricevuto rinforzi positivi dai cambiamenti, e la valutazione del rischio non abbia avuto un impatto eccessivamente negativo nelle loro scelte. Ed è probabile che abbiano fatto esperienza, nel corso della loro carriera, che la modifica del proprio contesto ambientale, che nel tennis può coincidere con un cambio di allenatore o di accademia, un trasferimento in una nuova città o nazione, come accadde ad esempio a Flavia Pennetta, abbia rappresentato per loro l’unica strada percorribile per migliorare il loro gioco in un dato momento.Potrebbero aver compreso, facendone tesoro, che a volte è necessario rischiare di sbagliare una scelta per diventare giocatori di maggior successo.In conclusione, se il cambio di contesto assume una tale rilevanza, verrebbe da chiedersi se anche la partecipazione a un evento eccezionale, come ad esempio un Olimpiade, possa configurarsi, inaspettatamente, come l’elemento in grado di rendere la mente di un giocatore o una giocatrice più aperta e disponibile alla sperimentazione di nuove e più efficaci soluzioni, facendo in modo che le esperienze e le informazioni acquisite vengano poi assimilate e incorporate all’interno degli schemi già in possesso, aumentandone conseguentemente le capacità di problem solving. Forse Tokyo 2020 potrà fornirci qualche risposta.
    Dott. Marco CaocciPsicologo LEGGI TUTTO