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    Beach Volley: Si torna in campo. A Caorle si gioca per il tricolore 2×2

    CAORLE – Sarà Caorle a ospitare la finale scudetto del Campionato Italiano Assoluto di beach volley in programma dal 27 al 30 di agosto. Quello in Veneto sarà un appuntamento molto atteso a livello nazionale in questa sfortunata stagione sportiva falcidiata dalla pandemia di Covid-19; una manifestazione assolutamente straordinaria che avrà una notevole importanza dato che assegnerà il titolo nazionale.

    Questa particolarissima edizione, la 27esima, che si disputa per la seconda stagione consecutiva nella nota località balneare del nord est Italia, acquista dunque un valore simbolico notevole: dalla spiaggia della PiterPan Beach Arena – JBA Caorle ripartono, infatti, le speranze di migliaia di atleti e appassionati di una disciplina ferma ai box ormai da mesi.

    La FIPAV ha già espresso in più di un’occasione l’estrema delusione per lo stop imposto dalle disposizioni governative, ma con l’organizzazione di questo evento punta a una ripartenza che oltre ad avere un valore simbolico, spera possa rappresentare un momento di sport e sano divertimento. La Federazione ci tiene a sottolineare che l’impegno e l’investimento economico saranno notevoli e saranno prese tutte le precauzioni necessarie per assicurare il massimo livello di protezione per atleti e addetti ai lavori.

    La realizzazione dell’evento, che comunque sarà subordinata all’approvazione governativa del protocollo presentato dalla FIPAV, sarà possibile grazie al prezioso contributo del Comune di Caorle, della JBA e FIPAV Veneto. Sui sei campi da gioco che verranno allestiti si affronteranno le migliori formazioni maschili e femminili a livello nazionale che si contenderanno il titolo nazionale.Il format prevede un main draw a 32 squadre con 24 coppie qualificate in base alla classifica nazionale e 8 provenienti dalle qualificazioni anch’esse con 32 team ai nastri di partenza.Il montepremi sarà di 30mila euro totali.

    Albo d’oro Campionato Italiano AssolutoMaschile: 1994 Cesenatico: Ghiurghi-Lequaglie, 1995 Cervia: Fracascia-Masciarelli, 1996 Cervia: Conte-Sanguanini, 1997 Cervia: Rigo-Marino, 1998 Cervia: Raffaelli-Pimponi, 1999 Marina di Ravenna: Lequaglie-Mascagna, 2000 Catania: Cordovana-Mascagna, 2001 Jesolo: Raffaelli-Pimponi, 2002 Jesolo: Fenili-Galli, 2003 Jesolo: Ghiurghi-Mascagna, 2004 Jesolo: Lione-Varnier, 2005 Jesolo: Lione-Varnier, 2006 Jesolo: Fenili-Tomatis, 2007 Jesolo: Domenghini-Fenili, 2008 Jesolo: Domenghini-Zaytsev, 2009 San Salvo, Nicolai-Varnier, 2010 Jesolo: Ingrosso-Ingrosso, 2011 Jesolo: Fenili-Giumelli, 2012 Jesolo: Casadei-Ficosecco, 2013 Cesenatico: D.Lupo-Nicolai, 2014 Catania: D.Lupo-Ranghieri, 2015 Catania: Carambula-Ranghieri, 2016 Catania: Caminati-Rossi, 2017 Catania: Lupo-Nicolai, 2018 Catania: Caminati-Rossi, 2019 Caorle: Ingrosso Matteo-Ranghieri Alex.
    Femminile: 1994 Cesenatico: Bruschini-De Marinis, 1995 Cervia: Parenzan-Perrotta, 1996 Roma: Solazzi-Turetta, 1997 Barletta: Gattelli-Perrotta, 1998 Porto San Giorgio: Bruschini-Solazzi, 1999 Marina di Ravenna: Bruschini-Solazzi, 2000 Catania: Del Core-De Marinis, 2001 Cesenatico: Bruschini-Solazzi, 2002 Cagliari: Bruschini-Solazzi, 2003 Cagliari: Chiavaro-Malerba, 2004 Rimini: Bruschini-Solazzi, 2005 Sottomarina di Chioggia: Bruschini-Lunardi, 2006 Lido di Ostia: Gattelli-Perrotta, 2007 Lido di Ostia: Gioria-Momoli, 2008 Vasto: Gattelli-Perrotta, 2009 Vasto: Cicolari-Menegatti, 2010 San Salvo: Campanari-Fanella, 2011 San Salvo Marina: Mazzulla-Lo Re, 2012 Pescara: Bacchi-Momoli, Mazzulla-Lo Re, 2013 Cesenatico: Menegatti-Orsi Toth, 2014 Catania: Menegatti-OrsiToth, 2015 Catania: Cicolari-Momoli, 2016 Catania: Giombini-Menegatti, 2017 Catania: Giombini-Zuccarelli, 2018 Catania: Menegatti – Orsi Toth, 2019 Caorle: Toti Giulia-Allegretti Jessica. LEGGI TUTTO

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    Fipav: Aggiornati gli organici di serie B maschile, B1 e B2 femminile stagione 2020/21

    ROMA – Il Settore Campionati della Federazione Italiana Pallavolo rende noto un aggiornamento degli organici delle formazioni partecipanti ai campionati di Serie B nella stagione 2020-2021.Il numero di formazioni partecipanti rimane invariato: alla serie B Maschile saranno ammesse 120 squadre al massimo, alla serie B1 Femminile 60 formazioni, mentre alla B2 Femminile 144.

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    Covid19: Il Consiglio dei Ministri non muta i protocolli… La Fipav, delusa, studia un protocollo ad hoc

    ROMA – Il Consiglio dei Ministri del 30 luglio ha approvato un decreto-legge con il quale restano in vigore, fino all’adozione dei prossimi DPCM e non oltre dieci giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso, le disposizioni contenuto nel DPCM del 14 luglio.La decisione governativa si è dunque tradotta nell’impossibilità di apporre cambiamenti all’attuale versione del protocollo (la numero 6) di ripresa degli allenamenti.Tutto ciò preoccupa molto la Federazione Italiana Pallavolo che ancora una volta esprime delusione per una situazione di stallo che così continuando, non permette la ripresa di alcuna forma di attività: sia essa indoor (pallavolo e sitting volley) o sulla sabbia.

    Proprio per quanto riguarda più dettagliatamente il beach volley, la Federazione presenterà al Governo un protocollo ad hoc che possa consentire lo svolgimento di attività di carattere nazionale evitando che la stagione vada completamente persa.

    Al di là delle perplessità sul protrarsi della situazione, la FIPAV rende noto che è in corso in questo periodo la stesura di un protocollo che possa garantire la ripresa dell’attività di alto livello, ma allo stesso tempo è impegnata nella compilazione della documentazione necessaria per far sì che l’intero movimento possa intraprendere un processo di progressiva normalizzazione dell’attività sportiva.

    I piani di analisi e di lavoro sono, dunque, due. Da una parte cercare la soluzione migliore che possa permettere all’attività di alto livello di tornare al lavoro in massima sicurezza (d’accordo con entrambe le Leghe di Serie A), dall’altra cercare nel minore tempo possibile le soluzioni più adatte e meno dispendiose dal punto di vista economico per le migliaia di società che garantiscono l’attività di base.

    I due aspetti, al momento, non paiono essere conciliabili dati anche i recenti fatti di cronaca sportiva (vd la FIGC che ha richiesto un alleggerimento di alcune procedure perché giudicate insostenibili dal punto di vista economico sul lungo periodo; richiesta respinta dal Comitato Tecnico Scientifico); ma la FIPAV rimane fiduciosa e soprattutto convinta che il Governo sarà in grado di prendere le decisioni migliori che permetteranno di trovare il giusto compromesso tra le esigenze di tutti i protagonisti.
    In ultimo, è doveroso ricordare ancora una volta che l’attuale documento FIPAV non fa che seguire le disposizioni governative in essere e di conseguenza consente unicamente l’attività degli allenamenti e si basa su principi fondanti quali: il rispetto del distanziamento sociale, le porte chiuse della struttura e il divieto di assembramento.

    La Federazione Italiana Pallavolo, confidando nel senso di responsabilità dei propri tesserati e degli addetti ai lavori, tiene a ribadire che resta di fondamentale importanza l’adottare comportamenti di buon senso sempre nel rispetto delle prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da Covid-19; così come è di primaria importanza la tutela dei rappresentati legali delle società. LEGGI TUTTO

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    Fipav: Serie B maschile, B1 e B2 femminile 2020/21… Gli elenchi delle squadre al via

    ROMA – Il Settore Campionati della Federazione Italiana Pallavolo ha ufficializzato gli organici delle formazioni partecipanti ai campionati di Serie B nella stagione 2020-2021. Gli organici sono naturalmente aggiornati alla conclusione della finestra di cessione e acquisizione dei titoli.Alla serie B Maschile saranno ammesse 120 squadre al massimo, alla serie B1 Femminile 60 formazioni, mentre alla B2 Femminile 144.

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    Fipav: Campionati di categoria 2020/21, definiti i periodi di svolgimento

    ROMA – Sono state definite le date per lo svolgimento dei campionati di categoria della stagione 2020-2021.Di seguito gli schemi del settore maschile e femminile.

    MASCHILEFase territoriale: U19, U17, U15, U13 (3vs3), U13 (6vs6) stabilito dalle consulte regionali.Fase regionale: U19 (entro 30 aprile), U17 (entro 9 maggio), U15 (entro 15 maggio), U13 3vs3 e 6vs6 (stabilito dalleconsulte regionali).Fase nazionale: U19 (18-23 maggio), U17 (25-30 maggio), U15 (1-6 giugno).

    FEMMINILEFase territoriale: U19, U17, U15, U13 stabilito dalle consulte regionali.Fase regionale: U19 (entro 30 aprile), U17 (entro 9 maggio), U15 (entro 15 maggio), U13 (stabilito dalleconsulte regionali).Fase nazionale: U19 (18-23 maggio), U17 (25-30 maggio), U15 (1-6 giugno).

    In merito all’organizzazione delle finali nazionale i comitati regionali già assegnatari per la stagione 2019/2020 avranno “diritto di prelazione” per la conferma dell’organizzazione entro il 7 dicembre.Questo lo schema dei comitati assegnatari per la stagione 2019/2020

    Finale U19-M: Cr Marche; Finale U19-F: Cr Carmpania.Finale U17-M: Cr Puglia; Finale U17-F: Cr Emilia Romagna.Finale U15-M: Cr Liguria; Finale U15-F: Cr Sicilia. LEGGI TUTTO

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    Riflessioni: Mauro Berruto, “E’ in arrivo un asteroide sullo sport… Non siate come i dinosauri…”

    MODENA – Mauro Berruto, da sempre attento al mondo sportivo nel suo insieme non manca di lanciare un allarme social.

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    di Mauro Berruto

    SETTEMBRE 2020: UN METEORITE CADRÀ SUL MONDO DELLO SPORT.POST LUNGO, MA SE CREDETE NEL VALORE DELLO SPORT VI CHIEDO 3 MINUTI. PER LEGGERE E POI AGIRE.

    Nel nostro Paese, per ragioni che non starò qui ad elencare, il mondo della scuola dal secondo dopoguerra ha abdicato al compito di diffusione della pratica sportiva, che a me piace chiamare cultura del movimento. Questa enorme missione è stata raccolta da una capillare rete di associazioni sportive che, Dio le benedica, hanno tenuto in piedi un modello appoggiato su tre colonne portanti:
    1. Il finanziamento, spesso in forma di mecenatismo, da parte della media/piccola (o piccolissima) impresa. Denaro privato, dunque.

    2. Le famiglie che, pagando quote associative, hanno investito sul futuro dei propri figli credendo nello sport come scuola di inclusione, salute, fatica, rispetto delle regole.
    3. L’utilizzo di impianti, nella stragrande maggioranza le palestre delle scuole, in un percorso clamorosamente a ostacoli fra dirigenti scolastici che talvolta gestiscono un bene pubblico come se fosse privato, custodi ostativi e impianti non all’altezza. Un modello feudale, diciamo così.
    Poi c’è una quarta, gigantesca, colonna portante. Quella del volontariato: un esercito di dirigenti, accompagnatori e addetti alla logistica, ma all’occorrenza anche un po’ arbitri, autisti, refertisti, tecnici, psicologi, massaggiatori, tifosi. Chi vive il mondo dello sport di base sa esattamente a cosa mi riferisco.
    Ho avuto la fortuna di crescere nello sport più di base che si possa immaginare, in Borgo San Paolo a Torino, e poi il privilegio di essere arrivato al sogno più grande che potessi sognare: allenare la squadra nazionale del mio Paese vincendo una medaglia olimpica, a Londra nel 2012.
    Proprio per questo sento il dovere di urlare che fra 6-8 settimane sul nostro sport sta per precipitare un meteorite. Succederà qualcosa di mai visto prima.
    Quelle tre colonne portanti stanno per implodere: la medio-piccola-piccolissima impresa dovrà occuparsi della propria esistenza in vita, le famiglie vedranno ridursi la propria disponibilità economica e, lo sappiamo tutti, saranno costrette a eliminare voci di spesa (ahimè, sappiamo anche questo, lo sport sarà la prima cosa a saltare) e, infine, si aprirà un gigantesco problema relativo all’utilizzo delle palestre.I dirigenti scolastici le utilizzeranno per altri scopi didattici? Quante ragazze e ragazzi potranno entrarci? Chi si occuperà dei processi di sanificazione? Insomma: saremo di fronte al più gigantesco sfratto della storia dello sport del Paese.
    Quando arriva un meteorite ci si può comportare in tre modi: non rendersene conto (come successe ai dinosauri, il finale lo conoscete), terrorizzarsi (e quando si ha paura, è umano, si cerca prima di tutto di mettere in salvo se stessi) oppure, me lo hanno insegnato le mie squadre, si possono mettere insieme creatività e intelligenza collettiva. Occorre unirsi, trovare soluzione comuni e mettere a sistema competenze. Nessuno si salva da solo: se non l’abbiamo imparato negli ultimi mesi… che cosa altro deve succedere?
    Le soluzioni passeranno necessariamente attraverso la capacità di quel meraviglioso e pacifico esercito di cittadini (non solo i praticanti, ma tutti quei volontari di cui ho scritto) di chiedere, insieme e a gran voce, a questo Paese di considerare la cultura del movimento come un bene pubblico! Sì, un bene pubblico! Per mille ragioni che chi ama lo sport conosce, ma soprattutto per una, molto concreta: la cultura del movimento è il più straordinario generatore di risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. Mi sono stufato di partecipare a convegni o di mostrare migliaia di pagine di letteratura scientifica, che testimoniano che un euro investito in cultura del movimento ne fa risparmiare quattro, a distanza di cinque anni, alla pubblica amministrazione. Un euro investito, quattro risparmiati per esempio nella lotta a quelle pandemie, dallo storytelling meno affascinante, come le malattie cardiovascolari o il diabete. Un euro investito, quattro risparmiati, senza contare il valore aggiunto in termini di prevenzione, inclusione, minori ospedalizzazioni e assenza sul posto di lavoro, qualità della vita.Io non voglio più fare questi calcoli. Vorrei invece un Paese che metta la cultura del movimento al centro delle proprie politiche, pensandola come un diritto/dovere civico, nel modo più democratico e ampio, per bambini, adolescenti, adulti, anziani, donne, uomini e con un’attenzione particolare alla disabilità.Come fare, considerato che la parola sport non è scritta nella nostra Costituzione? Abbiamo visto arrivare dei bonus (vacanze, biciclette), ovvero assegni da spendere per rimettere in moto alcune micro-economie. Perché non pensare a un bonus, a settembre, da mettere a disposizione delle famiglie (quelle che ne hanno bisogno) da poter spendere per la pratica sportiva? Quell’assegno, mai come in questo caso, sarebbe un investimento capace di restituere alla pubblica amministrazione, dopo cinque anni, il suo valore moltiplicato per quattro. Non è un’opinione, è una certezza. Così come è una certezza la necessità di identificare incentivi fiscali per chiunque intenderà (o potrà) ancora mettere a disposizione liquidità per lo sport di base.
    Vorrei anche vivessimo in città capaci di mettere la cultura del movimento al centro delle proprie politiche, capaci di rispondere all’imminente emergenza impianti riscrivendo i modelli (feudali e anti-storici) dei bandi di concessione, dell’assegnazione delle palestre scolastiche del recupero e dell’affidamento di aree dismesse e, a maggior ragione in questo momento, cambiando il paradigma di utilizzo di quelle risorse (che per esempio Torino possiede, eccome) che sono i parchi, i giardini, i fiumi, la collina per far sì che diventino luoghi sicuri, attrezzati, presidiati e capaci di far migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini e generare risparmio. Ci sono aree dismesse (e dunque oggi costose) della città che con interventi minimi potrebbero diventare luoghi della salute, di relazione, inclusione e qualità della vita, ci sono parchi e fiumi che hanno segnato la storia di Torino e, soprattutto, c’è un esercito pacifico e competente di persone che non vede l’ora di potersi prendere cura di un pezzo di città e renderla più bella. Un esempio concreto di economia circolare, insomma, e di rispetto, cura affetto per il paesaggio cittadino.Parlo di Torino perché quello è il pezzo di mondo in cui sono nato, ma spero che queste riflessioni possano allagarsi a tutte le città e i comuni del nostro meraviglioso e fragile Paese.
    Fra sei-otto settimane arriverà un asteroide: bisogna scegliere se essere dinosauri oppure costruttori del nostro futuro, pensando e agendo come una squadra. LEGGI TUTTO

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    Fipav Lazio: Doppia onorificenza per gli arbitri Spanò e Di Biasi

    Spanò e Di Blasi

    ROMA – Un altro importante riconoscimento per il settore arbitrale del Comitato Regionale FIPAV Lazio e del Comitato FIPAV Roma. La Federazione Italiana Pallavolo ha conferito la benemerenza, il massimo riconoscimento federale alla carriera, a due fischietti del territorio: per la qualifica di delegato arbitrale a Gianfranco Spanò e per quella di arbitro a Giuseppe Maria Di Blasi.

    Spanò, 52 anni, ha iniziato da ufficiale di gara nel 1993. Dopo una sola stagione è stato promosso al ruolo regionale e nel 2001 è diventato arbitro nazionale fino a raggiungere la Serie B1. Dal 1998 al 2003 ha ricoperto il ruolo di designatore della FIPAV Lazio e subito dopo ha iniziato l’attività di osservatore. Nel 2010 è stato proposto al ruolo di Osservatore Nazionale e nel 2015 a quello di Delegato Arbitrale, fino al 2019 quando ha dato le dimissioni rimanendo però Osservatore Regionale. Dal 2013 è docente regionale e responsabile del ranking arbitri della FIPAV Lazio. 

    Di Blasi, 44 anni, ha iniziato la sua carriera a Trapani, in Sicilia, e nella stagione 1995-96 è diventato arbitro regionale. La sua avventura ai massimi livelli ha vissuto tanti momenti significativi: dalla Serie A (“conquistata” nel 2013-14) alle Universiadi, passando per gli Europei Juniores, Coppa Italia e Supercoppa. Nel 2002 è stato promosso al ruolo nazionale, mentre nel 2008 ha ottenuto il trasferimento a Roma. Al termine della stagione 2018-19 ha appeso il fischietto al chiodo, continuando a collaborare nella Commissione Arbitri del CT Fipav Roma.

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    Fipav Milano-Monza-Lecco: Il Comitato territoriale delibera ulteriori interventi per la base. 61.000€ in più

    MILANO – Un intervento economico da 61.000 euro che si aggiunge alla restituzione dei contributi gara per le partite non disputate a causa del Coronavirus per 170.000 euro. È quanto stabilito dal Consiglio del Comitato Territoriale di Milano Monza Lecco per dare un aiuto concreto alle proprie Società in vista della stagione 2020/2021 che ovviamente risentirà ancora dei danni causati dalla pandemia.

    Per quanto riguarda il settore giovanile, gli interventi si concretizzeranno nel rendere completamente gratuiti oltre a tutti i Campionati di Categoria come stabilito dalla Federazione, anche i relativi Tornei Promozionali e tutta l’attività di Volley S3.

    Inoltre, saranno rimossi anche tutti i contributi per le spese di gestione (diritti di segreteria) non solo in tutte le attività del settore giovanile ma anche nei Campionati di Serie. Aiuti importanti in aggiunta a quelli della Fipav Nazionale che, grazie al Presidente Cattaneo ed al Consiglio Federale, aveva preso immediatamente “provvedimenti” per un totale di 5 milioni di euro con il triplice obiettivo di difendere le proprie Società, sostenere i propri tesserati e ripartire dai giovani.

    Massimo Sala presidente teritoriale
    “Dal vertice alla base, tutti stiamo facendo quanto è nelle nostre possibilità per attenuare i danni provocati dalla pandemia. Siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo affrontando e di quelle che ancora ci attendono. I nostri interventi, in linea con la strada scelta dalla Fipav Nazionale, coinvolgono tutti i settori con un occhio di maggior riguardo a quello giovanile perché vogliamo assicurare la continuità del presente garantendo la solidità anche per il futuro”. È il commento di Massimo Sala, Presidente dal Comitato di Milano Monza Lecco che prosegue: “Nel 2020/2021 saranno diverse le tempistiche, le formule dei campionati e il modo di svolgere l’attività. Proprio per queste ragioni l’impegno per organizzare la prossima stagione, già elevato in situazione di “normalità”, sarà ancora maggiore”. LEGGI TUTTO