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    Gli Houston Rockets a Orlando senza Harden e Westbrook

    ORLANDO (Usa) – Gli Houston Rockets vanno a Orlando in vista della ripresa della Nba senza le due star James Harden e Russell Westbrook, che hanno anche saltato i primi allenamenti con la squadra. Coach Mike D’Antoni ha spiegato l’assenza dei suoi due giocatori: “Non credo che passeranno troppi giorni. Stanno lavorando da soli. Alcune cose non le puoi controllare totalmente, ma tra qualche giorno saranno qui”. Il tecnico italo-americano non ha nascosto che l’iniziale rinuncia a Harden e Westbrook renderà un po’ più difficile la ripresa della sua squadra: “Non è l’ideale, ma andrà bene e saremo pronti per partire”. Gli Houston Rockets giocheranno per la prima volta al Disney World di Orlando il 31 luglio contro i Dallas Mavericks. LEGGI TUTTO

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    Nba, LeBron ha deciso: nessun messaggio anti-razzismo sulla maglia

    ROMA – LeBron James non metterà alcun messaggio contro il razzismo sulla sua maglia. La stella dei Los Angeles Lakers, insieme ad altri suoi 16 colleghi, ha deciso di non partecipare all’iniziativa, organizzata dal sindacato dei giocatori e i proprietari della Nba, di inserire messaggi sociali sul retro delle divise da gioco. Il cestista americano ha così spiegato la sua decisione: “Non ho bisogno di avere qualcosa sulla maglia perché le persone capiscano la mia missione, di cosa mi occupo e di cosa sono qui per fare”. LeBron non ha nascosto neanche una certa amarezza per non essere stato coinvolto nella pianificazione dell’idea: “Mi sarebbe piaciuto avere voce in capitolo su cosa sarebbe successo sul retro della maglia. Avevo in mente un paio di cose, ma non facevo parte di quel processo”. Marco Belinelli è tra coloro che invece prenderanno parte all’iniziativa mettendo la scritta in italiano ‘uguaglianza’ sulla sua maglietta. LEGGI TUTTO

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    Il medico Nba: “Due settimane di quarantena per i positivi al Coronavirus ” 

    ROMA – “Se nella bolla di Disney World spunterà qualche giocatore positivo al covid-19, prevediamo almeno due settimane di quarantena”. Così il dottor John Di Fiori, ex presidente della Società americana di medicina sportiva e attualmente direttore della medicina sportiva del grande torneo di basket americano, in vista della ripresa delle gare, prevista dal 31 luglio. Le 22 squadre sono già tutte nella bolla di Disney World e alcune hanno già ricominciato gli allenamenti di gruppo dopo la quarantena, le misure anticontagio sono drastiche e i controlli continui, anche alla luce di quanto sta succedendo negli States dove il coronavirus è ancora molto diffuso.
    Secondo John DiFiori “ci sono degli effetti sconosciuti per quel che riguarda la capacità polmonare, così come quelli sulla tenuta cardiaca del cuore. Cosa fare se un giocatore di 24 anni ad esempio ha perfettamente recuperato dalla malattia in 14 giorni, ma ha avuto in passato problemi di circolazione sanguigna? Dovremmo rimandarlo in campo senza conoscere le possibili conseguenze? L’unico concetto che bisogna far passare – spiega il medico a Espn – è che, qualora un giocatore risultati contagiato al Covid-19, è improbabile che torni sul parquet per due settimane. Come minimo, ma potrebbe durare anche di più”. Anzi a dirla tutta, un giocatore contagiato è automaticamente out: “Se resti fuori per così tanto tempo, devi prima allenarti per tornare in forma. Sono tutti passaggi fondamentali che vanno spiegati. Allenatori e staff sanno bene che, in caso di positività, un giocatore difficilmente tornerà a disposizione della squadra nel breve periodo”. LEGGI TUTTO

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    Coronavirus incubo Nba, Stern: “A rischio la ripartenza”

    Proprio nel giorno in cui le 22 squadre della NBA stanno arrivando alla spicciolata ad Orlando, in Florida, il commissioner Adam Silver ha detto che un eventuale sensibile aumento dei casi di positività al coronavirus fra giocatori e staff tecnici potrebbe mettere a rischio la ripartenza del campionato. Parlando con la stampa Usa, Silver ha […] LEGGI TUTTO