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    MotoGp, Ezpeleta annuncia: “Il prossimo mondiale non inizierà in Qatar”

    ROMA – Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, ha parlato ai microfoni di Marca del futuro della MotoGp, toccando temi come la sostenibilità: “Entro il 2027 dovremo ridurre i consumi, ma stiamo lavorando per far sì che già dal 2024 il 60% della benzina sia sostenibile. Inoltre, insieme alle scuderie stiamo analizzando la questione delle ali”. Lo spagnolo ha poi svelato delle novità in merito al calendario della prossima stagione: “Posso già dire che non cominceremo in Qatar. Il nostro obiettivo è aumentare lo spettacolo perciò, anche se abbiamo già alcuni schemi, potrebbero esserci alcune variazioni”.
    Il pensiero di Ezpeleta
    “Negli anni 80 un livello come quello che vediamo oggi era utopia. I piloti sono tutti di altissimo livello e inoltre ci sono molte più persone competitive. Poi ovviamente sono presenti altri aspetti come la fortuna: se cadi puoi farti male o non farti nulla – ha proseguito Ezpeleta, il quale ha poi analizzato la spinosa situazione relativa ai sorpassi – Sotto questo punto di vista non abbiamo mai riscontrato difficoltà, ma è difficile che possano essercene di più. I due parametri principali restano sicurezza e sostenibilità economica. I team privati oggi possono competere senza il rischio di sparire”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, l'allarme di Repsol (Honda): “Lo spettacolo risente della tecnologia”

    ROMA – Attraverso un lungo articolo pubblicato sul proprio sito, Box Repsol, sponsor di Honda, si interroga sull’attrattività della MotoGp, chiedendosi: “I progressi tecnologici influiscono sullo spettacolo?”. In tale articolo si ripercorre quanto accaduto a partire dal 2002, quando fu introdotta la MotoGP, caratterizzata da un regolamento aperto. Tuttavia “quella diversità e quell’apertura hanno lasciato il posto ad alcune enormi disuguaglianze” si legge. Repsol spiega infatti come, innanzitutto, “non tutti avevano accesso allo stesso tipo di pneumatici, nemmeno i piloti che lavoravano con lo stesso fornitore”.
    Il passo seguente, invece, “è stato compiuto nel 2015 con l’introduzione della ECU unificata. Anche l’elettronica ha fatto un’enorme differenza, perché era molto costosa da sviluppare e non tutti i produttori erano in grado di permettersi una spesa del genere”. L’articolo afferma dunque che tutto ciò “ci ha portato a condizioni di gara molto uguali ed equilibrate, con le gare che non vengono più vinte con ampi margini di secondi, ma sono decise da pochi millesimi di secondo”.

    Repsol, sorgono altri dubbi
    “Poche settimane fa la Grand Prix Commission, ha deciso di vietare dal 2023 l’uso di dispositivi che modificano l’altezza della bici in movimento, i popolarmente noti “holeshot”. Nessuna considerazione, invece, è stata data all’asse posteriore, di cui è consueto anche l’utilizzo di un dispositivo manuale per ridurre l’altezza della bici – prosegue l’articolo, che condanna l’implementazione di nuove tecnologie – Questa tecnologia ha reso la sessione di qualifiche di vitale importanza, mentre partire dietro ti costringe a essere combattivo per recuperare terreno, e in molte gare abbiamo assistito a rimonte spettacolari che hanno dato sapore alla competizione”.
    Fondamentale anche l’influenza sull’aspetto fisico dei piloti: “Le lesioni muscolari negli avambracci stanno diventando sempre più frequenti. Gran parte della responsabilità di questo disagio risiede nell’aerodinamica”. Infine, un altro elemento che potrebbe giocare un ruolo importanza nella presunta assenza di combattività nei Gran Premi “è il prolungamento del campionato, diventato una prova di costanza, ed è quasi più importante non sbagliare o accumulare zeri o brutti punteggi che lo scarso vantaggio che dà una vittoria sul secondo o terzo posto”. Insomma, tante domande e poche risposte, alla quale se ne aggiunge una: Repsol avrà ragione o si starà esagerando? LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Repsol (Honda): “La tecnologia influisce sullo spettacolo”

    ROMA – “I progressi tecnologici influiscono sullo spettacolo in MotoGP?”. Si intitola così il lungo articolo pubblicato da Box Repsol, sponsor di Honda, sul proprio sito. In particolare, ci si interroga sull’attrattività di questo sport, ripercorrendo quanto accaduto a partire dal 2002, quando fu introdotta la MotoGP caratterizzata da un regolamento aperto. Tuttavia “quella diversità e quell’apertura hanno lasciato il posto ad alcune enormi disuguaglianze” si legge. Repsol spiega infatti come, innanzitutto, “non tutti avevano accesso allo stesso tipo di pneumatici, nemmeno i piloti che lavoravano con lo stesso fornitore”.
    Il passo seguente, invece, “è stato compiuto nel 2015 con l’introduzione della ECU unificata. Anche l’elettronica ha fatto un’enorme differenza, perché era molto costosa da sviluppare e non tutti i produttori erano in grado di permettersi una spesa del genere”. L’articolo afferma dunque che tutto ciò “ci ha portato a condizioni di gara molto uguali ed equilibrate, con le gare che non vengono più vinte con ampi margini di secondi, ma sono decise da pochi millesimi di secondo”.

    Le perplessità di Repsol
    Repsol punta quindi il dito contro l’implementazione di nuove tecnologie, colpevoli di rendere i sorpassi sempre più difficili. “Poche settimane fa la Grand Prix Commission, ha deciso di vietare dal 2023 l’uso di dispositivi che modificano l’altezza della bici in movimento, i popolarmente noti “holeshot”. Nessuna considerazione, invece, è stata data all’asse posteriore, di cui è consueto anche l’utilizzo di un dispositivo manuale per ridurre l’altezza della bici – prosegue l’articolo – Questa tecnologia ha reso la sessione di qualifiche di vitale importanza, mentre partire dietro ti costringe a essere combattivo per recuperare terreno, e in molte gare abbiamo assistito a rimonte spettacolari che hanno dato sapore alla competizione”.
    Fondamentale anche l’influenza sull’aspetto fisico dei piloti: “Le lesioni muscolari negli avambracci stanno diventando sempre più frequenti. Gran parte della responsabilità di questo disagio risiede nell’aerodinamica”. Infine, un altro elemento che potrebbe giocare un ruolo importanza nella presunta assenza di combattività nei Gran Premi “è il prolungamento del campionato, diventato una prova di costanza, ed è quasi più importante non sbagliare o accumulare zeri o brutti punteggi che lo scarso vantaggio che dà una vittoria sul secondo o terzo posto. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Quartararo: “A inizio anno ero bloccato, ho pensato solo ad andare veloce”

    ROMA – Nonostante Fabio Quartararo sia al comando della classifica generale del Mondiale 2022 di MotoGp, la sua stagione non è stata tutta rose e fiori. Il francese ha infatti accusato svariati problemi sulla sua Yamaha che hanno rischiato di destabilizzarlo, specialmente a livello mentale. A spiegarlo è stato proprio lui stesso ai microfoni di Motorsport.com: “A inizio stagione ero bloccato. In 18 mesi la moto non aveva guadagnato nulla in velocità di punta né aveva fatto evoluzioni. Ciò mi ha fatto arrabbiare parecchio. Devo ammettere che l’ho vissuta veramente male, specialmente perché nel giro di un anno sono passato dal superare Rins sul rettilineo al farmi superare da lui senza poter reagire”.
    “La rabbia non porta a buoni risultati”
    La svolta nella stagione per ‘El Diablo’ è arrivata a partire da Austin, ma non ha avuto nulla a che fare con la sua guida: “La differenza è che a inizio anno non ero concentrato mentalmente, ma non appena mi sono detto di accettare ciò che avevamo, ovvero la moto lenta e non migliorata, le cose sono cambiate. Il settimo posto a Austin è stato un buon risultato, mentre dopo la vittoria a Portimao ho deciso di concentrarmi esclusivamente sul fatto di andare il più veloce possibile, senza pensare a tutto il resto”. Un cambiamento che Quartararo non ha intrapreso da solo, bensì grazie all’aiuto di uno psicologo, con cui ha iniziato a lavorare nel 2019: “Ho imparato che essere arrabbiati per le cose che non puoi controllare non ha senso perché la rabbia non porta a nulla, tantomeno a buoni risultati. Ho appreso molte cose”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Quartararo: “Non ero concentrato mentalmente a inizio stagione”

    ROMA – Primo in classifica generale, Fabio Quartararo non è stato esente da difficoltà nel MotoMondiale 2022. Il campione del mondo in carica non ha mai nascosto i problemi sulla Yamaha e si è spesso lamentato, tuttavia è riuscito a mettere da parte la sua frustrazione e rispondere in pista a suon di risultati. A spiegarlo è stato proprio lui stesso ai microfoni di Motorsport.com: “A inizio stagione ero bloccato. In 18 mesi la moto non aveva guadagnato nulla in velocità di punta né aveva fatto evoluzioni. Ciò mi ha fatto arrabbiare parecchio. Devo ammettere che l’ho vissuta veramente male, specialmente perché nel giro di un anno sono passato dal superare Rins sul rettilineo al farmi superare da lui senza poter reagire”.
    Il racconto di Quartararo
    Il pilota francese ha poi spiegato cos’è cambiato in questo 2022, specialmente a livello psicologico: “La differenza è che a inizio anno non ero concentrato mentalmente, ma non appena mi sono detto di accettare ciò che avevamo, ovvero una moto lenta e non migliorata, le cose sono cambiate. Il settimo posto a Austin è stato un buon risultato, mentre dopo la vittoria a Portimao ho deciso di concentrarmi esclusivamente sul fatto di andare il più veloce possibile, senza pensare a tutto il resto”. In questo percorso, Quartararo è stato affiancato da uno psicologo, con cui ha iniziato a collaborare nel 2019: “Ho appreso molte cose, soprattutto che essere arrabbiati per le cose che non puoi controllare non ha senso. La rabbia non porta a buoni risultati”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Sarà dura insidiare Quartararo per il mondiale”

    ROMA – La MotoGp di Pecco Bagnaia, alfiere Ducati, si compromette ancor più dopo lo zero del Gran Premio di Catalogna. Fabio Quartararo, leader del mondiale, è lontano 66 punti e il torinese, ai microfoni di “Sky Sport”, passa in rassegna questa prima parte di 2022: “Noi purtroppo siamo partiti a rilento e abbiamo avuto problemi all’inizio di stagione. Non siamo riusciti a sfruttare tutto il potenziale della moto, che abbiamo capito solo adesso. Sarebbe già stato rifficile prima, ora con questo zero lo sarà ancora di più”, dice infatti l’italiano.
    Le parole di Bagnaia
    Con il ritiro a Barcellona il percorso di Bagnaia deve fare i conti anche con la sfortuna oltre che con un Fabio Quartararo dominatore a Barcellona, e che ora punta a consolidare la sua leadership nelle gare a lui più favorevoli. Il ducatista dal canto suo afferma: “Possiamo fare bene su tutte le piste, ma Quartararo ad Assen è veloce. Nonostante questo proveremo a essere competitivi”. In mezzo però c’è il Gran Premio di Germania al Sachsenring, dove la lotta sarà più aperta che mai. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Dopo lo zero in Catalogna sarà dura per il mondiale”

    ROMA – Con la caduta causata da Nakagami a Barcellona, la MotoGp di Pecco Bagnaia, pilota Ducati, si complica ulteriormente. Il leader del Motomondiale, Fabio Quartararo, è distante 66 punti e il torinese analizza ai microfoni di “Sky Sport” le complicazioni fin qui riscontrate a bordo della GP22: “Noi purtroppo siamo partiti a rilento e abbiamo avuto problemi all’inizio di stagione. Non siamo riusciti a sfruttare tutto il potenziale della moto, che abbiamo capito solo adesso. Sarebbe già stato rifficile prima, ora con questo zero lo sarà ancora di più”, dice infatti l’italiano.
    Su Quartararo
    Con il ritiro a Barcellona il percorso di Bagnaia deve fare i conti anche con la sfortuna oltre che con un Fabio Quartararo dominatore a Barcellona, e che ora punta a consolidare la sua leadership nelle gare a lui più favorevoli. Il ducatista dal canto suo afferma: “Possiamo fare bene su tutte le piste, ma Quartararo ad Assen è veloce. Nonostante questo proveremo a essere competitivi”. In mezzo però c’è il Gran Premio di Germania al Sachsenring, dove la lotta sarà più aperta che mai. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Domenicali: “La classifica non dice la verità sul nostro lavoro”

    ROMA – “La classifica non dice il vero sui nostri sforzi. La GP22 non era pronta all’inizio di questo 2022 e questo ha portato i nostri piloti a commettere degli errori che pesano, perché Quartararo e Aleix Espargaro non hanno ancora sbagliato nulla. C’è stata sfortuna, ma non abbiamo raccolto punti in weekend dove avevamo tanto potenziale”. Questo il primo bilancio della MotoGp 2022 della Ducati da parte dell’amministratore delegato della scuderia italiana, Claudio Domenicali, in occasione della presentazione al circuito di Misano della World Ducati Week, in programma dal 22 al 24 luglio.
    Le parole di Domenicali
    Al di là della pista, c’è da considerare anche il mercato piloti. Con Jack Miller alla KTM si apre per la Ducati la caccia al pilota che deve affiancare Pecco Bagnaia. I candidati sono Enea Bastianini e Jorge Martin, ma Domenicali non ha fretta: “Alcuni dicono che i contratti vanno fatti presto per tenere tranquilli i piloti, ma poi gli errori ci sono lo stesso. Sono dei professionisti: corrono senza pensare a queste cose. Sia Enea che Jorge sono piloti che vogliamo avere con noi in futuro, fanno parte dei nostri piani. Entrambi avranno le stesse possibilità, ma posso dirvi che la nazionalità non inciderà”, ha concluso il manager italiano. LEGGI TUTTO