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    MotoGp, parla il manager di Quartararo: “Tutto aperto per il 2023”

    ROMA – Fabio Quartararo sta preparando la settimana più importante della sua carriera, quella che potrebbe assicurargli il primo titolo mondiale, ma nonostante ciò il futuro in Yamaha non è certo. Come ormai da consuetudine nelle ultime stagioni, il mercato piloti si muove con abbondante anticipo ed il manager del francese, Eric Mahè, apre ad ogni possibilità. “Ad oggi è tutto aperto, Fabio andrà dove sarà meglio per lui. Per ora non c’è niente di chiaro verso il 2023. Fabio ovviamente è felice delle sue prestazioni, ma c’è bisogno entrare bene nel dettaglio perchè è molto più merito suo che dell’intero pacchetto”, ha affermato ad AutoHebdo.

    Per il futuro c’è tempo
    “La tendenza è firmare un anno, un anno e mezzo prima, ma non c’è fretta, vedremo cosa succederà. Per ora siamo stati contattati da due squadre… e mezzo, due approcci veri, ed una cosa meno seria. Fabio ha tutto il futuro davanti, decideremo con calma e a tempo debito”. Parole che di certo non lasceranno tranquilli i vertici Yamaha, poco propensi a lasciar andar via il pilota in grado di riportare a casa il titolo mondiale. Infine il manager oltre ad eventuali cambi di scuderia, dice la sua sulla stagione 2022 con Quartararo sarà ancora in sella alla sua M1. “I favoriti saranno Fabio, Marquez e Bagnaia, ma aggiungerei Martin e la coppia Fernandez-Gardner, davvero interessante”, conclude Mahè. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Il manager di Quartararo sul futuro: “Per il 2023 già due offerte”

    ROMA – Nonostante la stagione di Fabio Quartararo stia arrivando al momento clou con il mondiale ad un passo, stanno iniziando già a circolare ipotetiche voci di addio per la stagione 2023. Come ormai da consuetudine nelle ultime stagioni, il mercato piloti si muove con abbondante anticipo ed il manager del francese, Eric Mahè, apre ad ogni possibilità. “Ad oggi è tutto aperto, Fabio andrà dove sarà meglio per lui. Per ora non c’è niente di chiaro verso il 2023. Fabio ovviamente è felice delle sue prestazioni, ma c’è bisogno entrare bene nel dettaglio perchè è molto più merito suo che dell’intero pacchetto”, ha affermato ad AutoHebdo.
    Il futuro può attendere
    Suonano perentorie le parole di Mahè con la Yamaha chiamata ora a rispondere con i fatti per non lasciarsi scappar il suo numero uno vicino a riportare a casa il titolo iridato. “La tendenza è firmare un anno, un anno e mezzo prima, ma non c’è fretta, vedremo cosa succederà. Per ora siamo stati contattati da due squadre… e mezzo, due approcci veri, ed una cosa meno seria. Fabio ha tutto il futuro davanti, decideremo con calma e a tempo debito”. Infine il manager butta giù un occhio alla stagione 2022, dove Quartararo sarà ancora in sella alla sua M1. “I favoriti saranno Fabio, Marquez e Bagnaia, ma aggiungerei Martin e la coppia Fernandez-Gardner, davvero interessante”, conclude Mahè. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “La prima volta che ho conosciuto Rossi ero nervosissimo”

    ROMA – “Ricordo la primissima volta che ho incontrato Rossi. Stavamo cenando e lui è entrato assieme al nostro allenatore. Ero nervosissimo, era strano essere davanti al mio idolo e potergli stringere la mano”. Pecco Bagnaia, intervistato ai microfoni della CNN, ha raccontato del primissimo incontro con Valentino Rossi, attualmente suo collega e avversario in MotoGp, anche se tra un mese arriverà il ritiro dal Motomondiale. I due hanno anche collaborato a lungo nella VR46 Academy, essendone il ducatista uno dei membri di spicco.
    L’amicizia con Rossi
    “Penso che ora siamo buoni amici e stiamo parlando molto del mio campionato – ha aggiunto Bagnaia, attualmente secondo in classifica piloti dietro a Fabio Quartararo -. Nell’ultimo mese mi ha sempre incoraggiato a puntare ad essere sempre il migliore e di migliorare ogni volta”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Non ho sentito pressione da campione in carica”

    ROMA – Joan Mir, intervistato durante il podcast ufficiale della MotoGp, ha raccontato il lungo percorso per arrivare in classe regina, dove nel 2020 si è laureato campione, spiegando le difficoltà economiche della famiglia e la perseveranza con cui ha inseguito il sogno fin da piccolo: “Ricordo che io e mio padre non avevamo i soldi per pagare una squadra nel campionato spagnolo – ha raccontato -. Ho dovuto costruire tutto partendo da zero, cercando di vincere i campionati per poter essere notato da altre squadre e per poter salire di livello. Non avevo l’opportunità di pagare un team. Era una grande responsabilità. Quest’anno si diceva che avessi una grande pressione addosso, perché dovevo difendere il titolo. Non penso quella fosse pressione, penso ne avessi molta di più in passato”.
    Sulle fatiche del passato
    “Quella era pressione, perché le aspettative non erano le migliori, ma ero obbligato a vincere per essere contattato da qualcuno e ricevere delle offerte – ha aggiunto Mir -. Non potevo restare due anni nella stessa categoria. Non era divertente, in gara era tutto troppo intenso, però mi sono goduto il percorso e il miglioramento”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Difendere il titolo? Non ho sentito pressione”

    ROMA – “Ricordo che io e mio padre non avevamo i soldi per pagare una squadra nel campionato spagnolo. Ho dovuto costruire tutto partendo da zero, cercando di vincere i campionati per poter essere notato da altre squadre e per poter salire di livello. Non avevo l’opportunità di pagare un team”. Joan Mir, intervistato durante il podcast ufficiale della MotoGp, ha raccontato il lungo percorso per arrivare in classe regina, dove nel 2020 si è laureato campione, spiegando le difficoltà economiche della famiglia e la perseveranza con cui ha inseguito il sogno fin da piccolo. “Era una grande responsabilità – ha detto -. Quest’anno si diceva che avessi una grande pressione addosso, perché dovevo difendere il titolo. Non penso quella fosse pressione, penso ne avessi molta di più in passato”.
    Sul passato
    “Quella era pressione, perché le aspettative non erano le migliori, ma ero obbligato a vincere per essere contattato da qualcuno e ricevere delle offerte – ha aggiunto Mir -. Non potevo restare due anni nella stessa categoria. Non era divertente, in gara era tutto troppo intenso, però mi sono goduto il percorso e il miglioramento”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, il poster del Gp dell'Emilia-Romagna omaggia l'ultima di Rossi a Misano

    ROMA – La prossima gara della MotoGp, in programma a Misano, sarà a suo modo storica: sarà infatti l’ultima volta di Valentino Rossi sul “suo” tracciato. Dopo 26 stagioni e nove titoli mondiali, quindi, il Dottore – che ha già annunciato il ritiro a fine stagione – girerà per l’ultimo weekend sul tracciato intitolato a Marco Simoncelli, situato ad appena 20 minuti da Tavullia, luogo di nascita e meta di pellegrinaggio per tutti i fan del numero 46. Un’edizione storica che il poster del Gp dell’Emilia Romagna, firmato Aldo Drudi, ha voluto celebrare ritraendo proprio il Dottore in sella alla Yamaha nell’atto di salutare.
    Le parole di Aldo Drudi
    E’ stato lo stesso autore della locandina, Aldo Drudi, a spiegare il significato per poster: “L’obiettivo è festeggiare Valentino sul circuito di casa, davanti ai suoi tifosi italiani; è un tributo. Il colore predominante è il giallo, l’unico soggetto della locandina è Rossi, in una posizione diversa dal solito: non è una posizione di corsa, non è esultanza, ma un intimo saluto, con il pubblico in sottofondo. Si chiude un capitolo glorioso e la storia si apre a qualcos’altro”, le sue parole a Sky Sport. LEGGI TUTTO

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    Dieci anni senza Sic: su Rai Play arriva “Simoncelli, il sogno spezzato”

    Il 23 ottobre 2011 muore Marco Simoncelli. Quella montagna di riccioli che era il suo casco naturale non è bastato a proteggerlo dalla terribile scivolata sul circuito di Sepang. La scena del pilota romagnolo esanime in mezzo alla pista, mentre il suo casco, quello vero, rotola via verso l’erba, ammutolisce e toglie ogni speranza. È dedicata al sogno spezzato di Sic, come tutti lo chiamavano, la terza puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo dal 19 ottobre su RaiPlay.
    Dieci anni fa, lo schianto fatale in Malesia. Il pilota a soli 24 anni è già una promessa del motociclismo. È in lotta per la quarta posizione quando perde il controllo della sua Honda che scarta verso il centro della pista. Simoncelli gli resta aggrappato, scivola e viene tamponato dalle due ruote che lo seguono e che non hanno potuto fare nulla per evitarlo e travolgerlo. Sul collo evidenti i segni delle gomme di una moto che procedeva a trecento chilometri orari. Arriva in ospedale già in arresto cardiocircolatorio e alle 11 ore italiane circa, un’ora dopo l’incidente, viene data notizia del decesso.
    La vita di Simoncelli diventa una favola: arriva in libreria “58”
    Un vuoto enorme oltre i confini del motociclismo
    “Non avrei mai pensato di dover raccontare la morte del mio amico Sic”, dice Paolo Beltramo, storico inviato ai box del motomondiale, voce narrante di questa terza puntata. Quello che ricordiamo lascia un vuoto enorme che va oltre i confini del motociclismo. E quella morte in diretta, sotto l’occhio delle telecamere, tragicamente regala a Marco la gloria e l’amore della gente che lui aveva sognato.
    Ossi di Seppia, quello che ricordiamo è la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto… quello che ricordiamo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Beirer: “Terzo team? Dorna non ci ha informato correttamente”

    ROMA – Pit Beirer ha parlato in un’intervista ai microfoni di “Speedweek”. Il direttore del motorsport per KTM ha parlato degli obiettivi della casa motoristica austriaca in MotoGp, mostrando l’ambizione di avere un terzo team in classe regina in futuro: “Nelle ultime stagioni, non abbiamo cercato attivamente alcun partner perché ci è stato detto dalla Dorna che sarebbe stato meglio avere due squadre per ogni produttore. Quindi ci siamo tirati indietro, quando abbiamo notato che stava succedendo qualcosa con Avintia e Gresini. Eppure ora vediamo la Ducati con quattro squadre e noi con due fino al 2024. Ci sembra di non essere stati informati correttamente. Inoltre avere quattro squadre sotto contratto vuol dire avere un grande potere”. 
    Contatti con Cecchinello in passato
    “Abbiamo negoziato con Lucio (Cecchinello, ndr) due anni fa, ma sembra essere un partner Honda molto fedele – ha raccontato Beirer -. Ecco perché non abbiamo mai avuto una conversazione approfondita. Non avrò bisogno di un terzo team finché le nostre squadre occuperanno le ultime due file, come a Misano. Sicuramente, non appena vedremo le formazioni più stabili e prestazioni di alto livello, punteremo ad avere davvero un altro team in MotoGP” – ha concluso. LEGGI TUTTO