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    GP Valencia: Valentino Rossi domani in sella alla M1

    VALENCIA – Tampone negativo e ok per salire in moto. Valentino Rossi sarà così regolarmente in pista per il Gran Premio della Comunità Valenciana in programma domenica al Ricardo Tomo di Valencia Il Dottore era risultato nuovamente positivo al coronavirus in un test a cui si era sottoposto martedì, ma i successivi due tamponi – eseguiti fra ieri e oggi – hanno dato esito negativo e dunque Rossi potra’ salire in sella alla sua M1 già dalle libere di domani mattina che apriranno ufficialmente la penultima prova del Motomondiale 2020 di MotoGP.
    Annuncio Yamaha
    La Yamaha ha emesso un comunicato ufficiale per annunciare l’esito del tampone: “Rossi ha ricevuto la conferma che potrà prendere parte al Gp della Comunità Valenciana di questo fine settimana. A seguito di un test PCR marginalmente positivo eseguito martedì scorso, l’italiano ha subito altri due esami, entrambi risultati negativi per il Covid-19. La casa giapponese e il team sono lieti di confermare che Rossi potrà uscire dall’autoisolamento e potrà gareggiare in questo fine settimana”. LEGGI TUTTO

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    GP Valencia: Valentino Rossi potrebbe non correre

    VALENCIA – Non c’è pace per Valentino Rossi in questo finale del Mondiale di MotoGP a causa del Covid-19 che, per la passata positività delle scorse settimane ha già fatto saltare al pilota di Tavullia due Gran Premi. 
    In serata la decisione
    Il Dottore, infatti, è risultato positivo al Covid-19 in un test effettuato martedì in Italia. Nelle successive 24 ore il pesarese della Yamaha si è sottoposto a un secondo tampone che invece è risultato negativo. A seguito di questo referto, il centauro della Yamaha, nel pieno rispetto del protocollo che prevede una pausa di 24 ore tra due tamponi, ne ha effettuato un terzo. L’esito di quest’ultimo test è atteso in serata. Se il tampone sarà negativo, il ‘Dottore sarà regolarmente in pista venerdì nelle prime due sessioni di prove libere del Gp di Valencia. Nel pomeriggio è previsto l’arrivo di Rossi nella città spagnola dove rimarrà in isolamento fino all’esito del tampone. LEGGI TUTTO

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    GP Valencia, Dovizioso: “Vorrei finire il campionato almeno in seconda o terza posizione”

    ROMA – “Anche se il titolo ormai è quasi impossibile, ovviamente, lotterò fino alla fine: sarebbe bello finire il campionato almeno in seconda o terza posizione”. È la promessa di Andrea Dovizioso, pilota della Ducati, in vista del prossimo appuntamento del Motomondiale, il Gran Premio della Comunità Valenciana. “Il risultato ottenuto nel primo Gp a Valencia non era certo in linea con le nostre aspettative, ma comunque la scorsa settimana siamo riusciti a capire alcuni aspetti importanti”, ha spiegato il forlivese che in classifica ha 45 punti di svantaggio rispetto al leader Joan Mir. “Nella seconda parte di gara il mio passo era buono, e siamo riusciti ad avere qualche informazione interessante a riguardo. Se il tempo è stabile per tutto il weekend – ha proseguito – possiamo affrontare questo Gran Premio con più ottimismo. Dovremmo poter guadagnare più velocità con le nuove gomme”.
    Petrucci ci crede
    “Se il tempo sarà migliore questo fine settimana credo che ci possano essere tutte le condizioni per migliorare significativamente le nostre prestazioni su questa pista”, gli ha fatto eco il compagno di squadra Danilo Petrucci. “Infatti quest’anno, nella seconda gara disputata sulla stessa pista, siamo purtroppo sempre peggiorati, ma avendo più tempo a disposizione per lavorare sono convinto che si possa fare una gara migliore rispetto alla scorsa settimana”, ha continuato il pilota di Terni. “Il nostro primo obiettivo sarà quello di migliorare la nostra posizione di partenza in griglia per poter lottare per risultati più ambiziosi in gara”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    GP Valencia, Valentino Rossi: “Non sarà facile, ma abbiamo un'altra possibilità”

    ROMA – “Rispetto alla scorsa settimana, possiamo affrontare questo Gran Premio molto più tranquilli. Questa volta so che sarò in grado di guidare la mia moto, quindi questo toglie un po’ di stress a me e alla squadra. Ora possiamo concentrarci su come migliorare il lavoro dello scorso fine settimana”. Lo ha detto Valentino Rossi, in vista del prossimo appuntamento del Motomondiale, il Gran Premio della Comunità Valenciana in programma nel weekend, ancora sul circuito Ricardo Tormo. “È stato un peccato non poter finire quella gara”, ha spiegato il pilota della Yamaha tornando al Gran Premio d’Europa che lo ha visto costretto al ritiro. “Ma domenica abbiamo un’altra possibilità. Sappiamo che non sarà facile. Abbiamo faticato con il grip la scorsa settimana, quindi è quello su cui ci concentreremo per migliorare”, ha concluso il ‘Dottore’.
    Viñales fiducioso
    “Lo scorso weekend di gara non è stato il nostro weekend. Lottare per il campionato sarà difficile ora, pertanto non voglio concentrarmi troppo su questo”, ha invece affermato il compagno di squadra Maverick Viñales. “Lavoreremo, invece, per migliorare la moto e proveremo a goderci questa seconda opportunità di fare una buona gara a Valencia. Non abbiamo davvero nulla da perdere, quindi – ha aggiunto lo spagnolo – faremo del nostro meglio per ottenere il miglior risultato possibile”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pernat: “Sentenza Iannone precedente pericoloso”

    ROMA – “Penso che sia una sentenza scandalosa”. Carlo Pernat, ex manager di Andrea Iannone, non usa mezze misure quando analizza la sentenza del Tas che ha deciso di sospendere fino a dicembre 2023 il pilota di Vasto.
    Precedente pericoloso
    Una delle figure più conosciute nel Motomondiale non usa mezzi termini quando analizza la situazione: “La Wada ha gestito molto male questa operazione: si occupa di Giochi Olimpici, quattro anni si danno a chi è dopato sul serio” le parole di Pernat ai microfoni di Skysport24. “Qui si parla di alimentazione, di intossicazione alimentare: è un precedente bruttissimo per il nostro mondo, significa che ogni pilota deve essere molto attento a cosa mangia e a dove va”.
    L’ex manager chiede una presa di posizione netta in difesa dell’italiano: “Questa secondo me è una sentenza che non ha nulla a che vedere con lo sport, credo il nostro mondo dovrebbe prendere posizione a cominciare dai piloti e dalla federazione italiana. È un precedente, purtroppo per Iannone, bruttissimo e pericolosissimo, con una pena sproporzionata. Diciotto mesi erano già troppi, una stagione probabilmente sarebbe stato il giusto” conclude Pernat. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dovizioso: “Adoro le gare: tornerò in pista”

    VALENCIA – Andrea Dovizioso ha parlato. Come spesso accade ha utilizzato i social per comunicare ufficialmente una verità ormai conosciuta da tutti: si fermerà nel 2021 in attesa di rientrare in pista.
    Passione per le gare
    Il pilota di Forlì, che a fine stagione dirà addio alla Ducati dopo otto stagioni insieme in MotoGp, ha deciso di fermarsi nonostante il corteggiamento di altre case, compresa l’Aprilia, appena rimasta priva di Andrea Iannone, squalificato per quattro anni per doping. “Nel corso degli ultimi mesi ho ricevuto le proposte di alcune Case per partecipare nel 2021 come test rider al lavoro di sviluppo dei loro progetti in MotoGP” le parole di Dovizioso sui suoi canali social. “La cosa mi ha fatto molto piacere e sono grato per la considerazione ricevuta. Nonostante queste opportunità ho deciso di non prendere nessun impegno e di rimanere libero per ora da accordi formali”.
    L’attuale numero 4 della Rossa di Borgo Panigale però non vuole dire addio al Motomondiale: “Ho un’immensa passione per le gare e ho ancora l’ambizione di voler correre e lottare per la vittoria. Tornerò quindi in MotoGP se e quando troverò un progetto guidato da altrettanta passione e ambizione e all’interno di un’organizzazione che condivida obiettivi, valori e metodo di lavoro. Ora sono focalizzato nel terminare il Mondiale nel miglior modo possibile e ho già iniziato a sviluppare alcuni progetti con i miei partner per il futuro”. LEGGI TUTTO

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    Iannone, le bistecche del Tas non sono buone

    Scandalosa. Intollerabile. Inaccettabile. Non ci sono aggettivi più appropriati per bollare il verdetto del Tribunale per l’Arbitrato Sportivo che a Iannone ha tirato una mazzata senza logica, emettendo una sentenza che sa di emmenthal, tanti sono i buchi scavati in questa assurda vicenda. Iannone è innocente e lo sapevamo sin da prima che il 17 dicembre 2019, la Corte Disciplinare Internazionale della federazione internazionale motociclistica gli comminasse l’iniziale squalifica di 18 mesi. Dite voi come si potesse affermare che il pilota fosse comunque colpevole, nonostante egli ignorasse palesemente che nella bistecca malese addentata a Sepang ci fosse una sostanza proibita. Dite voi come fosse possibile conclamare una simile facezia, assodata l’assenza di colpe di Iannone, punito per il solo fatto di essere risultato positivo.
    Bella forza: se il drostanolone rientra nella lista dei dopanti è evidente che scatti la sanzione, una volta acclarata la sua presenza dalle analisi. Ma credere alla buona fede di Andrea, no? Ma a nessuno del collegio giudicante è passato per l’anticamera del cervello che Iannone di mestiere fa il pilota, non il cuoco, non lavora manco in un ristorante della Malesia e non cucina mai di persona le bistecche servite al suo tavolo? Macché. E siccome quando si tocca il fondo, c’è sempre qualcuno che comincia a scavare, il Tas ha usato pala e piccone, recependo in toto il ricorso della Wada e stangando Iannone senza pietà. Che razza di lotta al doping è mai questa? Com’è possibile calpestare la solare, evidente, marchiana assenza di dolo del campione dell’Aprilia? E come mai ci sono bistecche contaminate che in marzo vengono digerite dal Tas e in novembre al Tas restano sullo stomaco? Vogliamo parlare del precedente di Jarrion Lawson? Ventisei anni, americano, nel 2016 è entrato nella storia dell’atletica collegiale per avere eguagliato un’impresa firmata dal mitico Jesse Owens: nelle finali nazionali della lega collegiale americana, Lawson vince 100, 200 e salto in lungo (10.22 con -2,3, 20.19 con -0,2 e il lungo con 8,15 con +1,6).
    Nello stesso anno, egli si piazza quarto ai Giochi di Rio, nel 2017 diventa vicecampione del mondo di salto in lungo dietro al sudafricano Luvo Manyonga. Il 3 agosto 2018, Lawson viene fermato «temporaneamente» dopo il controllo antidoping cui era stato sottoposto il 2 giugno precedente; nel giugno 2019, l’atleta è sospeso per 4 anni dal tribunale indipendente dell’atletica in quanto trovato positivo all’epitrenbolone, uno steroide anabolizzante. Inutilmente, i legali dell’americano presentano ai giudici il conto di un ristorante giapponese dell’Arkansas dove Lawson aveva mangiato un piatto a base di carne («Teriyaki Beef Bowl»), diciannove ore prima del controllo. Di più: gli stessi avvocati documentano il possibile uso dello steroide nell’allevamento di provenienza della carne. Niente da fare, il tribunale sentenzia: «Lawson ha stabilito una possibile, ma non sufficientemente probabile causa di contaminazione e quindi di positività».
    Il 9 marzo 2020, il Tas ribalta tutto: all’atleta non può essere addossata «nessuna colpa o negligenza», perché la bistecca dell’Arkansas era contaminata a sua insaputa. Esattamente com’è capitato a Iannone. Naturalmente, nessuno ha risarcito il campione americano per i 19 mesi vissuti nel limbo dell’attesa. Iannone, invece, è stato messo sulla graticola per «soli» undici mesi: agli augusti guardiani del tempio bisognerebbe chiedere come mai ci mettano sempre così tanto tempo per decidere, a costo di compromettere le carriere di chi giudicano. Inquietante, poi, è lo scenario dischiuso dalle parole dell’avvocato De Rensis, raccolte da Mirco Melloni e pubblicate nella pagina accanto: «Riporto quanto hanno dichiarato gli avvocati della Wada nell’udienza: “Se la sentenza che ha condannato a 18 mesi Iannone, dovesse passare in giudicato, per la Wada sarebbe una catastrofe”. Penso sia arrivato il momento di privare la Wada dello strapotere con cui partecipa ai processi nei confronti degli atleti». Iannone è stato sacrificato sull’altare del Sistema Antidoping. Per questo noi saremo sempre dalla parte di Iannone.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Iannone: “Grande ingiustizia, motivazioni prive di senso logico”

    ROMA – “Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere. Mi hanno strappato il cuore separandomi dal mio grande amore”. Così Andrea Iannone commenta sul suo profilo Instagram la notizia della sospensione per 4 anni confermata dal TAS. “Le motivazioni sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati. Per questo ci sarà luogo e tempo opportuni… perché di certo non mi arrendo”, aggiunge il pilota abruzzese dell’Aprilia. “Sapevo di affrontare i poteri forti – scrive ancora Iannone – ma speravo. Speravo nell’onestà intellettuale e nell’affermazione della giustizia”. “In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita – prosegue – presto capirà quanta forza ho dentro il cuore. La forza dell’innocenza e soprattutto… la coscienza pulita”. “Una sentenza può modificare gli eventi ma non l’uomo”, conclude Iannone.
    Aprilia vicina a Iannone
    “Aprilia Racing prende atto della decisione del Tas di Losanna e della sanzione di quattro anni ad Andrea Iannone. I valori etici e sportivi ai quali Aprilia Racing da sempre si ispira non consentono alcuna tolleranza verso pratiche vietate dai regolamenti e impongono l’accettazione e il rispetto delle sentenze anche se, questa volta, si tratta una decisione dura, che pare andare oltre quello che le carte, le evidenze scientifiche e persino la precedente sentenza emessa dalla Federazione Internazionale lasciavano presagire”. Così invece la casa di Noale sulla sentenza del Tas di Losanna. “Aprilia Racing – si legge nel comunicato – ha scelto, fin dall’inizio di questa vicenda, di rimanere accanto al suo pilota e per coerenza anche in questo momento gli è solidale, avendo creduto e continuando a credere nella sua buona fede”. “Le sentenze si rispettano e si accettano anche se molti elementi di questa decisione destano perplessità, anche dal lato prettamente scientifico”, ha dichiarato Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing. “Non siamo pentiti di essere rimasti vicini ad Andrea e, anzi, gli siamo vicini anche in questo momento. Questa vicenda, con i suoi tempi così lunghi, ha danneggiato pesantemente Aprilia Racing e le nostre strategie per questa e le prossime stagioni, ora però dobbiamo guardare avanti e abbiamo il dovere di trovare velocemente una soluzione di alto livello, che sposi il progetto iniziato con Andrea e che ci permetta di continuare la nostra crescita, che c’è ed è evidente”. LEGGI TUTTO