di Simone Serafini
All’apparenza le formazioni iniziali di una partita di volley non sembrano di grande importanza. Attenzione, non formazioni nel senso dei nomi dei giocatori in campo, ma nel senso delle “Rotazioni”. Lo schierare in una certa “P” (Position, che viene individuata dalla posizione del Palleggiatore) al fischio d’inizio cela uno studio tattico e strategico notevole. Quindi il partire in una data “P” comporterà per quella frazione (perché ad ogni inizio set ogni allenatore può decidere, quindi anche cambiare dal set precedente) determinate situazioni e conseguenze.
COME FUNZIONANO LE ROTAZIONI – Per regolamento a pallavolo le due squadre cambiano P in senso orario ogni qual volta vincono lo scambio iniziato dalla battuta avversaria. Questo fa si che, una volta stabilite le P di partenza, per quel set le Rotazioni di ambedue le squadre sono “fisse”, nel senso che ogni giocatore al suo turno di servizio incontrerà sempre la stessa “P” avversaria (e di conseguenza l’attaccante lo stesso muratore eccetera). Facciamo un esempio pratico guardando l’ultima partita Italia – Serbia femminile. Nel primo set la squadra di Terzic inizia in battuta P1, Mazzanti in ricezione P1. Significa che ogni volta che la regista serba batterà noi saremo sempre nella stessa fase di P1. Date le formazioni, si sa già per quel set quale saranno le Rotazioni “contro”. Guardando ad esempio i giri al servizio delle azzurre, Pietrini batterà sempre sulla P1 della Serbia, Fahr sulla P6, Egonu sulla P5, Bosetti sulla P4, Danesi sulla P3, Malinov sulla P2. Sapendo questo, per quel set si possono attuare tutte le strategie e le accortezze del caso.
DIETRO LE QUINTE DELLA SCELTA DELLE ROTAZIONI – Il fatto di avere “Rotazioni” bloccate permette a tutti i tecnici di poter fare delle considerazioni a tavolino per cercare di avere un “vantaggio” rispetto all’avversario per quel set. Che tipi di vantaggi? Beh, ce ne sono molteplici e riguardano un po’ tutti i fondamentali. Ad esempio, sfruttare il proprio migliore attaccante sul muro più debole avversario. Oppure un proprio battitore forte su delle Rotazioni di cambio palla meno efficienti degli altri. Oppure al contrario, avere una propria Rotazione “sicura” su dei battitori avversari pericolosi, o schierare il proprio miglior muro contro l’attaccante ritenuto più forte. Alle volte riuscire ad avere dei vantaggi nell’incastro delle Rotazioni e sfruttarle può essere decisivo nell’aggiudicarsi il set. Ma, c’è un grosso MA. La formazione iniziale dell’altra squadra non si conosce, quindi tutti i ragionamenti sui vantaggi, le congetture e (diciamolo) le speranze possono svanire allo schierarsi delle squadre in campo. Nel decidere la Rotazione iniziale si “scommette” su come partirà l’avversario in quel set. Molto dello studio è sul “pregresso”, cioè si guarda come si è comportata l’altra squadra nelle partite precedenti (se inizia sempre con la stessa “P”, se cambia dopo un set perso eccetera). Si congiurano ipotesi, non ci sono certezze assolute. Per questo alcuni allenatori decidono di pensare solo “a se stessi” e schierano la formazione basandosi solo sui propri punti di forza, senza stare troppo a pensare a cosa potrebbe fare l’altra squadra.
LE QUATTRO SEMIFINALISTE MASCHILI: COSA HANNO FATTO FINO AD ORA…E COSA FARANNO? – Abbiamo analizzato le Rotazioni di partenza delle quattro semifinaliste maschili in tutte le loro partite disputate finora. Andiamo nel dettaglio, ci sono curiosità interessanti.Russia: Sammuelvo pare essere uno dei seguaci della teoria “io penso a me, sono gli altri che si adattino”. Il ROC (Russia) ha iniziato sempre ogni set in P6 (tranne il quarto parziale con gli Stati Uniti, ma nel sestetto figurava il secondo palleggiatore). Motivazioni? Partire sempre in P6 ti evita per più tempo la famigerata P1. Forse anche per i russi è una Rotazione più complicata, quindi meno volte si incontra, meglio è.Brasile: Anche Renan è della parrocchia dell’allenatore finlandese della Russia (ROC). Praticamente Rotazione iniziale sempre P6, tranne l’inizio partita con gli Stati Uniti (set perso, infatti dal secondo set ha cambiato), un paio di modifiche contro l’Argentina per poi ritornare in P6, e il terzo set contro la Russia (ma sotto due set a zero sembra più “mossa della disperazione”). Alla base della scelta, forse anche qui la “fobia” della P1.Francia: con la formazione transalpina troviamo più varietà. Tillie ha differenziato parecchio nelle precedenti uscite. Intanto c’è da fare un distinguo, perché si sono alternati al palleggio Toniutti e Brizard. Che hanno caratteristiche diverse. Toniutti è meno alto e sempre (tranne in un’occasione) ha iniziato il set in seconda linea (così da dover essere impegnato a muro meno volte). Brizard invece non patisce in quel fondamentale (anzi) e in più ha un ottimo servizio. Infatti spesso ma soprattutto nel quarto di finale è stato scelto come primo battitore (quindi formazione iniziale P2 in ricezione, P1 in battuta). A quanto pare, Tillie non soffre della “sindrome della P1”.Argentina: Mendez si colloca a metà tra lo “staticismo” di Renan e Sammuelvo e il “dinamismo” di Tillie. Ha variato più di una volta partenza ma si rifugia spesso nella P6 come inizio (specie proprio nel primo set). Per poi smentire gli studi, perché con l’Italia nel quarto di finale ha cominciato in P2. Per quattro set, per poi virare sulla P6. Probabilmente, dopo il quarto set perso malamente, ha provato (con successo) a invertire la rotta.
Visto che le quattro semifinaliste si sono già affrontate, cosa possiamo aspettarci dalle Rotazioni? Russia e Brasile anche nel loro precedente confermano la loro tendenza, quindi partenza in P6 per entrambi. Però, visto il risultato (3-0 abbastanza netto per i russi), chissà se Renan non intenda cambiare qualcosa? Francia e Argentina è un terno al lotto. Anche perché sia Tillie che Mendez probabilmente scelgono la Rotazione iniziale (anche) in base agli interpreti (i registi in casa francese, mentre il tecnico argentino l’ultimo set con l’Italia ha invertito la posizione degli schiacciatori).
SemifinaliGiovedì 5 AgostoOre 06.00 Brasile – ROC (Russia)Ore 14.00 Argentina – Francia LEGGI TUTTO