More stories

  • in

    ATP 500 Barcellona: Musetti cede a Schwartzman, grande lotta con l’argentino più consistente

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti non supera l’esame Schwartzman. Nella rivincita della battaglia andata in scena qualche giorno fa a Monte Carlo, l’azzurro cede 6-4 7-5 all’argentino sul rosso dell’ATP 500 di Barcellona. È stata anche oggi una grande lotta, in una giornata non facile per il forte vento che soprattutto nel secondo set imperversava sulla città catalana. Entrambi hanno fatto enorme fatica nei propri turni di servizio (ben 12 break complessivi!), tanto che alla fine la differenza è venuta per la maggior consistenza di Schwartzman, meno falloso e più attento a giocare un tennis concreto nei momenti decisivi. Non una partita “bella”, tanti gli errori commessi. Le solite fiammate di qualità oggi non sono bastate a Musetti, incerto in alcune fasi delicate del match e soprattutto poco sostenuto dal servizio. Troppo poco per resistere agli assalti e pressione di Schwartzman.
    È stata una battaglia “classica” da terra battuta. Pochi punti diretti col servizio, grandi rincorse, scambi discretamente arrotati cercando di allontanare il rivale dalla riga di fondo o spostarlo lateralmente per poi infilarlo nell’angolo scoperto. Purtroppo per Musetti, la consistenza e ritmo di Schwartzman è stata superiore alla sua capacità di variare, cambiare ritmo e trovare soluzioni vincenti.La partita è stata un continuo susseguirsi di break o grandi difficoltà nei turni di servizio, ma la sensazione che Lorenzo oggi non ce la facesse è arrivata sul 4 pari del primo set. Schwartzman ha giocato un game pessimo, ha commesso ben 3 doppi falli, ma nonostante quest’enorme vantaggio Musetti non è riuscito a strappare nemmeno una palla break. Inoltre nel secondo set, l’azzurro è stato avanti 3-1, ma nel sesto game non è riuscito a consolidare il suo vantaggio, con alcuni errori e scelte non perfette.Il match è stato lottato, spesso punto su punto, ma non si è deciso per qualche episodio. La risposta e pressing di Schwartzman è stata complessivamente superiore alla qualità tecnica e variazioni di Musetti. Quando hai un tennis brillante come quello dell’azzurro, e prendi molti rischi nello scambio, non puoi prescindere – nemmeno su terra battuta – da un servizio più efficace, continuo e pungente. Oggi Lorenzo non ha ricavato praticamente niente dalla battuta, tanto che ad uno sporadico Ace ha alzato le braccia al cielo, come dire “finalmente”. Contro un corridore come Diego, abilissimo a rimettere tutto e pressare alla prima occasione, non puoi farcela se non hai un servizio migliore.Inoltre Musetti oggi è stato assai altalenante col diritto. Questo è diventato il termometro del suo tennis. Quando ha preso fiducia, ha lasciato correre il braccio aumentando velocità e profondità, è riuscito ad incidere, a fare la differenza sul rivale. Come era accaduto a Monte Carlo su Felix Auger-Aliassime, per non andare tanto lontani. Non sempre oggi è stato sciolto invece col diritto, spesso ha tirato corto, conservativo, e non solo per la posizione in campo ancora un po’ arretrata. Trovare continuità nella spinta col diritto è un altro passo avanti necessario per crescere. Come nell’attacco alla rete. È un’ottima tattica quella di venire avanti, per variare e non cadere nel ritmo di uno Schwartzman, ma devi farlo con una palla d’approccio più ficcante, profonda o angolata, altrimenti ti esponi ad un rischio eccessivo che, come oggi, gli è costato punti importanti (vedi il match point).Una sconfitta che ci sta, Schwartzman su terra battuta è un avversario ostico, per tutti. Ma sul piano tecnico e anche della costruzione del punto, ci si aspettava un Musetti diverso, più incisivo e meno falloso.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Inizio complicato per l’azzurro, Diego scatta velocissimo con un parziale di 7 punti a 1. Sotto 0-40, Musetti salva le tre palle break consecutive, ma capitola alla quarto. 2-0 Schwartzman. Finalmente entra in partita Lorenzo, spinge col diritto, sposta l’argentino che sbaglia qualcosa. 15-30 e poi 15-40, due palle per il contro break. Scambio di ritmo, sbaglia Diego col diritto. Recupera il break Musetti, serve 1-2. Chiara la tattica dell’azzurro: palle cariche e profonde, per allontanare il rivale dalla riga di fondo ed impedirgli il martellamento di ritmo (suo marchio di fabbrica), e magari sorprenderlo con la smorzata. Impatta 2 pari Musetti. Lorenzo in questa fase ha guadagnato una posizione di campo piuttosto vicina alla riga di fondo, è soprattutto lui a condurre i ritmi dello scambio. Schwartzman è attento a non sbagliare e cerca il contro piede. Qualche bel tocco di Lorenzo, intensità di Diego. Quando Musetti lascia correre il diritto, riesce a spaccare lo scambio a suo favore, mentre la palla corta non gli porta grandi risultati, vista la velocità dell’argentino. Un gran cross stretto col diritto vale a Diego una palla break sul 3-2. Spinge l’azzurro, ma esagera col rovescio incrociato. La palla vola ben larga, BREAK Schwartzman, avanti di nuovo, 4-2 e servizio. Un peccato, Lorenzo era avanti 40-15 nel game ma non è riuscito a chiuderlo (ha perso uno scambio rocambolesco che doveva vincere). Musetti alza il ritmo col diritto in risposta, si mangia il campo e vola 0-40, tre palle per il contro break. Un errore banale di Diego col rovescio, molto scarico con le gambe, lo condanna. Contro Break, Lorenzo serve 3-4. Sul 40 pari di nuovo tenta la smorzata, ma Schwartzman intuisce e si prende il punto. Nuova chance per l’allungo per Diego. Gioca benissimo il punto Lorenzo: lavora col back, respinge l’assalto del rivale e si prende il punto a rete con una volée perfetta di rovescio. Con un Ace si porta 4 pari. Schwartzman si è innervosito per la chance sprecata, commette due orribili doppi falli (palla a mezza rete) che mandano Musetti 15-30. Non approfitta l’azzurro, sbaglia in risposta. Nonostante il terzo DF del game, Schwartzman si porta 5-4. Musetti incassa un gran diritto lungo linea dell’avversario, si ritrova 15-30 e niente prima palla in campo… se la gioca benissimo l’argentino, aggredisce in risposta e poi tocca chiamando avanti l’azzurro, che non può coprire tutto il campo. 15-40 e due Set Point Schwartzman! Rischia la palla corta subito dopo il servizio Lorenzo, gli va bene (non un gran tocco di Diego…). Lungo scambio sulla seconda, Schwartzman guadagna campo diritto dopo diritto, uno cross è davvero molto profondo, Lorenzo non la rimette in gioco. Urla la sua rabbia Musetti, 6-4 Schwartzman. Un set meritato, più continuo e consistente l’argentino.
    Secondo Set. Musetti ha sfogato la rabbia per il set perso e torna in campo molto aggressivo. Si procura in risposta un’immediata palla break, che trasforma con un diritto aggressivo. BREAK, 1-0 avanti. Chi è al servizio fa fatica in questo match, ora è Lorenzo a soffrire. Spinge forte in risposta Diego, sullo 0-30 ne trova una profondissima, che gli vale 3 palle del contro break. Se lo prende alla prima, con un passante “robusto” che Musetti non controlla di volo. Contro Break, 1 pari, tutto da rifare. Il festival dei break continua: da 40-15 ora è Schwartzman a cedere il game di servizio, “Muso” serve avanti 2-1. La lotta continua, punto su punto, una grande battaglia da terra rossa, con un po’ troppi errori a dire il vero rispetto ai vincenti. Lorenzo trova un bellissimo diritto vincente sul 30 pari che lascia fermo Diego, quindi una bella prima gli regala il 3-1, per la prima volta consolida il vantaggio. Sul 3-2, Musetti incassa un gran passante in risposta di Schwartzman (ma l’attacco, di nuovo, un po’ leggero). Siamo 15-40, due palle per tornare in parità. Sbaglia un rovescio in corsa sulla prima l’argentino; spedisce in rete un back difensivo Lorenzo sulla seconda, concedendo l’ennesimo break. 3 pari. Spira un vento fortissimo, le condizioni non sono affatto facili. Lavora bene col diritto inside out Schwartzman, trovando alcuni contro piede ottimi, come quello che gli vale il 4-3. Anche l’azzurro trova un buon gioco di servizio, 40-0 e poi chiude con un Ace al centro, per il 4 pari. Schwartzman va in difficoltà, sotto 0-30. Si butta avanti per mettere pressione a Lorenzo, ma sul 30 pari sbaglia un approccio che gli costa la palla break. Bravissimo Musetti! Si difende nell’angolo destro e trova quindi un diritto aggressivo che sorprende il rivale. BREAK! Avanti 5-4, può servire per il secondo set. Non cambia il canovaccio del match: al servizio non si ricavano punti diretti e si fa fatica. Musetti crolla 0-30 e 15-40. Salva la prima palla break con un attacco in contro tempo sontuoso, ma viene passato sotto rete nella seconda. 5 pari, la lotta è serratissima. Con un rovescio lungo linea spettacolare Schwartzman si issa 6-5. Ora tutta la pressione è su “Muso”, ultima chiamata per allungare il match. Inizia male, fa poco spazio col diritto da sinistra e impatta malamente, 0-15. Per fortuna libera il braccio col diritto, davvero penetrante ed aggressivo, 30-15, ma poi si fa trovare troppo dietro per una volée che muore in rete. 30 pari, a due punti dal match Schwartzman. Attacca con coraggio col diritto lungo linea Lorenzo, c’era spazio, ma la palla è di poco out. Match Point Schwartzman. Servizio e volée… ma si ferma, cerca un taglio col rovescio che esce abbondantemente. Game Set Match Schwartzman, 6-4 7-5. Una vittoria meritata perché Diego è stato più solido, ma c’è rammarico perché in questa grande lotta, Lorenzo aveva a vuoto chance per scappare via. Troppo poco col servizio oggi, così diventa difficile contenere un corridore formidabile per Schwartzman.

    [6] Diego Schwartzman vs Lorenzo Musetti ATP Barcelona Diego Schwartzman [6]67 Lorenzo Musetti45 Vincitore: Schwartzman ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-406-5 → 7-5D. Schwartzman 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 40-305-5 → 6-5L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-40 30-404-5 → 5-5D. Schwartzman 0-15 df 0-30 15-30 30-30 30-404-4 → 4-5L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 ace4-3 → 4-4D. Schwartzman 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df3-3 → 4-3L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-40 30-402-3 → 3-3D. Schwartzman 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-3 → 2-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 1-3D. Schwartzman 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A1-1 → 1-2L. Musetti 0-15 0-30 0-400-1 → 1-1D. Schwartzman 0-15 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-4 → 6-4D. Schwartzman 15-0 15-15 df 15-30 df 30-30 40-30 40-40 df A-404-4 → 5-4L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 ace4-3 → 4-4D. Schwartzman 0-15 0-30 df 0-404-2 → 4-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A3-2 → 4-2D. Schwartzman 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-2 → 3-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2D. Schwartzman 15-0 15-15 15-30 15-402-0 → 2-1L. Musetti 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0D. Schwartzman 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0
    1 ACES 26 DOUBLE FAULTS 043/68 (63%) FIRST SERVE 46/72 (64%)25/43 (58%) 1ST SERVE POINTS WON 23/46 (50%)9/25 (36%) 2ND SERVE POINTS WON 9/26 (35%)0/5 (0%) BREAK POINTS SAVED 7/14 (50%)11 SERVICE GAMES PLAYED 1123/46 (50%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 18/43 (42%)17/26 (65%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 16/25 (64%)7/14 (50%) BREAK POINTS CONVERTED 5/5 (100%)11 RETURN GAMES PLAYED 1134/68 (50%) SERVICE POINTS WON 32/72 (44%)40/72 (56%) RETURN POINTS WON 34/68 (50%)74/140 (53%) TOTAL POINTS WON 66/140 (47%) LEGGI TUTTO

  • in

    Roma come Wimbledon? Il governo ci sta pensando. Djokovic: “Quando la politica entra nello sport non finisce mai bene”

    Roma vietata ai giocatori russi e bielorussi?

    La clamorosa decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi dall’edizione 2022 dei Championships potrebbe essere replicata anche ai prossimi Internazionali BNL d’Italia. Secondo diversi organi di stampa (tra cui il GR1 e Corriere della Sera), il governo italiano ed in primis il premier Mario Draghi starebbero valutando seriamente di adottare la linea più dura e intransigente contro la Russia di Putin. Per il governo la situazione chiara: c’è un paese aggressore che ne ha invaso un altro, perpetrando crimini di guerra, rifiutando una trattativa per il cessate il fuoco e la pace. Per questo ogni azione contro la dittatura di Putin e la guerra in atto deve essere adottata, inclusa l’esclusione dei singoli atleti russi e bielorussi da ogni competizione in Italia, anche come singoli individui. In pratica la posizione del governo britannico e della LTA.
    Nonostante le critiche pesanti ricevute dal governo britannico per la decisione di bandire anche i singoli atleti russi e bielorussi dalle competizioni nel paese, sembra che per il governo italiano quella sia la linea corretta da seguire. Una cosiddetta “moral suasion”, ossia l’invito a correggere o rivedere la scelta di continuare l’invasione in Ucraina senza accettare alcuna soluzione di pace, e per questo adottare come ritorsione le misure più severe possibili.
    Sarebbe un’azione clamorosa, contraria alle dichiarazioni di ATP e WTA e di gran parte del mondo sportivo, anche extra tennistico.
    Ieri Djokovic ha dichiarato fermamente che “Quando la politica interferisce nello sport, non finisce mai bene”. Continua il n.1 serbo, che conosce molto bene la guerra, avendo vissuto da piccolo quella sanguinosa dei Balcani: “Sarò sempre il primo a condannare la guerra. Conosco bene il trauma emotivo che lascia un conflitto. Io sono un figlio della guerra… so cosa significa. Noi in Serbia, sappiamo cos’è successo nel 1999. Finisce per soffrire sempre la gente comune. Abbiamo avuto molte guerre nel Balcani. Chiarito questo, però, non posso essere favorevole alla decisione presa da Wimbledon. Non è colpa degli atleti quello che sta accadendo”.
    Arriva anche una breve dichiarazione di Andrey Rublev: “Ciò che sta accadendo è completamente discriminatorio nei nostri confronti. Le ragioni che ci sono state fornite da Wimbledon sono illogiche. Non hanno nessun senso. Escluderci da Wimbledon non serve a niente, sarebbe meglio che potessimo partecipare e così donare alle vittime il Prize money ottenuto”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ATP risponde a Wimbledon: “Decisione è ingiusta, ha il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco”

    La decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi (anche se attesa) ha provocato un discreto terremoto nel mondo del tennis. Ci sono molti pareri favorevoli, come quelli dei giocatori ed ex giocatori ucraini (Dolgopolov tra i primi a congratularsi), ma anche molti cauti o contrari.
    Veloce la reazione dell’ATP, che con un comunicato si dice fermamente contraria alla decisione dell’AELTC. In un comunicato pubblicato sul sito ufficiale, afferma che i tennisti russi e bielorussi potranno continuare a giocare i tornei del tour sotto bandiera neutrale, e che questa scelta di Londra, oltre ad essere ingiusta, può diventare un precedente pericoloso per il tennis, creando una discriminazione. Ecco il comunicato pubblicato sul sito ATP.
    “Condanniamo fermamente la riprovevole invasione dell’Ucraina da parte della Russia e siamo solidali con i milioni di persone innocenti colpite dalla guerra in corso.
    Il nostro sport è orgoglioso di operare secondo i principi fondamentali del merito e dell’equità, in cui i giocatori competono individualmente per guadagnarsi un posto nei tornei basati sulle classifiche ATP. Riteniamo che la decisione unilaterale odierna di Wimbledon e della LTA di escludere i giocatori di Russia e Bielorussia dai tornei britannici di quest’anno sull’erba sia ingiusta e abbia il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco. La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon che afferma che l’ingresso dei giocatori si basa esclusivamente sulle classifiche ATP. Qualsiasi linea di condotta in risposta a questa decisione sarà ora valutata in consultazione con il nostro Consiglio e i consigli dei membri.
    È importante sottolineare che i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia continueranno a essere autorizzati a competere agli eventi ATP sotto una bandiera neutrale, una posizione che è stata finora condivisa dal tennis professionistico. Parallelamente, continueremo il nostro sostegno umanitario congiunto all’Ucraina nell’ambito di Tennis Plays for Peace”.
    Un comunicato duro, inequivocabile, di condanna per la scelta britannica. La guerra in Ucraina rischia di creare una spaccatura anche nel mondo del tennis. Effetti collaterali di una situazione grave, che nessuno di noi si augurava di dover vivere e raccontare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Pam Shriver si confessa: “Quando avevo 17 anni ho avuto una relazione inappropriata con il mio coach 50enne”

    Pam Shriver and Don Candy arriving in Sydney in 1982 – CREDIT: FAIRFAX MEDIA ARCHIVE

    L’ex n.3 statunitense Pam Shriver ha deciso di raccontare una pagina dolorosa della propria vita, legata ai suoi primissimi anni sul tour WTA. L’ha fatto in esclusiva per il quotidiano britannico Telegraph con il collega Simon Briggs, una sofferta confessione per aiutare tutti i giovani sportivi che si ritrovano in un rapporto complicato con il proprio coach o membro del proprio staff, e non sanno come uscirne.
    “Quando la pandemia ha ridotto il mio programma di lavoro l’anno scorso, mi sono resa conto che non potevo più rimandare. Ho finalmente trovato il coraggio di consultare un terapista e di affrontare le mie esperienze di giovane tennista. Ora, un anno dopo, ho deciso di condividere pubblicamente la mia storia” inizia Pam. Il suo racconto è diviso in un riassunto della sua vicenda intima, e poi in una seconda parte (molto dettagliata) in entra in quegli anni per lei molto complicati, fortunati in campo ma difficili per il rapporto che si era venuto a creare con il suo allenatore, Don Candy, oltre 30 anni più grande di lei.
    “Il riassunto di questa storia è che ho avuto una relazione inappropriata e dannosa con il mio allenatore, molto più grande di me, iniziata quando avevo 17 anni ed è durata poco più di cinque anni. Di seguito ho esposto i dettagli del mio viaggio doloroso ed emotivo. Non è stato facile svelare quello che è successo, ma credo che questa sia una questione importante e che deve essere portata allo scoperto. La mia motivazione principale è far sapere alla gente che tutto quel che mi ha successo mi affligge ancora, molto. Credo che le relazioni di coaching che sorpassano il limite siano così comuni nello sport, in modo allarmate. La mia esperienza particolare, però, è nel tennis, dove ho assistito a dozzine di casi nei miei quattro decenni vissuti da giocatrice prima e commentrice poi. Ogni volta che sento parlare di un giocatore che sta uscendo con il proprio allenatore, o vedo un fisio maschio che lavora su un corpo femminile in palestra, il mio campanello d’allarme suona. Non sono solo le donne a soffrire di relazioni di coaching nocive, ma costituiscono la maggioranza. A volte sono ragazze giovani e uomini molto più grandi. A volte le età sono simili e si potrebbe obiettare che due adulti consenzienti hanno il diritto di fare ciò che vogliono. Ma mescolare la tua vita personale e professionale crea ogni sorta di tensione extra, specialmente nel mondo chiuso dello sport. Per qualsiasi giocatore o atleta che leggerà tutto questo, voglio sottolineare gli aspetti negativi del sorpassare i confini personali e professionali. La mia esperienza suggerisce che, quando separi queste due parti della tua vita, non è solo il tuo benessere emotivo a migliorare, ma anche le tue prestazioni in campo. Che dovrebbe essere un incentivo a rompere il ciclo”.
    Riportiamo alcuni estratti del racconto completo, in cui Pam descrive come si sia innamorata fin da piccola del suo coach e di come lui non abbia subito approfittato di lei, ma poi la situazione sia diventata una vera relazione clandestina che lui, l’adulto, non è riuscito a gestire. Shriver conobbe il suo futuro allenatore grazie a delle lezioni intraprese da piccola nel 1971, quando aveva solo 9 anni. L’americana iniziò ad allenarsi con il coach, crescendo velocemente di risultati.
    “Quando avevo intorno a 13 anni, Don mi disse che lui e sua moglie sarebbero tornati a casa ad Adelaide per qualche mese.  Tornai a casa e mi feci la doccia. E poi, con mia sorpresa, ho iniziato a singhiozzare. Non me ne rendevo conto in quel momento, ma stavo appena entrando nella pubertà e stavo iniziando ad innamorarmi di lui”. I due continuarono il loro percorso insieme, con la rapida ascesa di Pam nel tennis Pro.
    “Nel bel mezzo di un mio periodo non facile in torneo, Don e io ci siamo trovati seduti in un’auto a noleggio fuori da un’arena al coperto a Minneapolis. Avevo appena perso un’altra partita al primo turno e Don mi parlava di cose che avrei potuto fare diversamente: il solito tipo di conversazione allenatore-giocatore. Ho iniziato a singhiozzare. Ricordo molto chiaramente di aver detto: “C’è qualcos’altro qui”. Lui mi ha chiesto: “Cosa?”, e ho risposto: “Mi sto innamorando di te”. Avevo 17 anni, lui ne aveva 50. È qui che le cose avrebbero potuto e dovuto prendere una piega diversa. Se Don fosse stato meglio informato, avrebbe potuto essere più furbo riguardo alle potenziali complicazioni che derivano dall’allenare una ragazza adolescente. Chiaramente, non era un predatore. Quando ho parlato in quell”auto a noleggio, non sapeva cosa fare. Ma aveva questo grande talento per le mai, una finalista agli US Open di soli 16 anni (aveva giocato la finale nel 1978, ndr), e non voleva lasciarmi andare. Ho ancora sentimenti contrastanti su Don. Sì, io e lui siamo stati coinvolti in una relazione lunga e inappropriata. Stava tradendo sua moglie. Ma c’era molto in lui che era onesto e autentico. Lo amavo. Lui era l’adulto, avrebbe dovuto essere un adulto degno di fiducia. In un mondo diverso, avrebbe trovato un modo per mantenere le cose professionali. Solo dopo la terapia ho iniziato a sentirmi un po’ meno responsabile. Ora, finalmente, mi sono resa conto che quello che è successo è colpa di lui. La mia relazione con Don è stata un’esperienza traumatica per me. I postumi sono durati ben oltre il tempo trascorso insieme. La nostra relazione ha plasmato la mia intera esperienza di vita romantica. Ha complicato la mia capacità di formare relazioni normali e ha stabilito determinati schemi che si sarebbero ripetuti: la mia continua attrazione per gli uomini più anziani e le mie difficoltà nel capire come mantenere sani confini. I successivi cinque anni furono un periodo in cui tutto diventava sfocato, quando i confini venivano superati. Ero così giovane, non sapevo come chiedere aiuto. Non capivo in cosa mi stavo cacciando e non sono sicura che lo capisse nemmeno lui. La relazione iniziò a diventare fisica, intima. In realtà non abbiamo avuto rapporti fino a quando avevo 20 anni, due anni e mezzo dopo la nostra conversazione nell’auto a noleggio a Minneapolis. Ma abbiamo condiviso le stanze. Abbiamo fatto praticamente tutto quello che due persone attratte l’una dall’altra possono fare. Don non ha mai abusato sessualmente di me, ma c’è stato un abuso emotivo. Ho provato tante emozioni orrende e mi sono sentito così sola”.
    Una confessione dolorosa che, va avanti raccontando come poi il loro rapporto si interruppe e con altri coach non accadde poi niente dal punto di vista sentimentale. Chiusa quella pagina, Pam visse “i migliori anni della mia vita”, libera da quella relazione. Il suo racconto si chiude con un accusa al mondo dello sport, che porta a queste problematiche, una riflessione e una domanda: “Il nostro primo e più grande ostacolo è la cultura del silenzio. Se vogliamo proteggere gli atleti di domani, più persone devono parlare delle loro storie. Stiamo parlando di insidie che colpiscono molte, molte persone. L’intera questione deve uscire dai luoghi oscuri dello sport. Ma le autorità sono pronte ad ascoltare? In passato delle occasioni sono state perse. Nel 1993, il giornalista investigativo Michael Mewshaw scrisse un libro, Ladies of the Court, in cui suggeriva che il tennis ‘deve avvisare i giocatori sul potenziale abuso [e] avvertire gli allenatori che il comportamento di sfruttamento sarà penalizzato’. La sua ricompensa per aver tentato squarciare quel velo di omertà è stata vedere il suo libro bandito dai tornei. Spero che possiamo fare di meglio nel 2022″.
    Pam Shriver ha dimostrato un enorme coraggio nel mettersi a nudo, nel confessare un passato così difficile nella speranza di poter aiutare i giovani che rischiano (o vivono) situazioni simili.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Sonego, l’importanza della fiducia

    Lorenzo Sonego

    Quanto conta la fiducia nel tennis? Si potrebbe azzardare un “tutto”, forse un tantino eccessivo ma non così lontano dalla realtà. La palla corre veloce, il livello è mediamente molto alto, si ambisce a salire verso posizioni che ti consentono di partecipare ad un ricco banchetto. La competizione è feroce, basta poco a farsi superare e restare indietro, invischiato in retrovie per nulla comode. La situazione è ancor più tesa se devi confermare grandi risultati della stagione precedente, magari ottenuti oltre le più rosee aspettative, con la pressione che fa salire a dismisura il barometro. Solo con grande fiducia nei propri mezzi riesci a reggere questa situazione, giocare un ottimo tennis, fare risultati e confermare punti e posizione. Non è un percorso facile, non è scontato farcela.
    Facile associare la parola fiducia ai giocatori più in forma del momento, capaci di grandi risultati; altrettanto additare la mancanza di fiducia come problema principale per coloro che invece stentano. Tra quest’ultimi possiamo inserire il nostro Lorenzo Sonego, che dopo un buon inizio di stagione da metà febbraio si è un po’ fermato, inclusa la brutta sconfitta in Davis in Slovacchia, che sicuramente ha pesato molto sul suo morale.
    Ieri ha vinto una discreta partita contro Elias Ymer a Barcellona (6-4 6-2), che lo porta ad una probabile sfida non facile contro Carreno Busta. La vittoria contro lo svedese è la foto esatta di come la fiducia sia fondamentale per il gioco di Lorenzo, e di quanto ultimamente gli sia mancata. Non sta attraversando un momento eccezionale nemmeno sul piano atletico, un piccolo appannamento che ci sta; ma è soprattutto il lato mentale quello che deve ritrovare, per tornare quel tennista formidabile capace di imprese eroiche, esaltanti.
    Sonego è un ragazzo fenomenale. Ha cavalcato con leggerezza il suo sogno, trasformandolo in realtà meravigliosa e facendone il suo punto di forza, quanto o più dei suoi colpi. Lottatore impavido, lucidissimo, è pronto a spremere ogni stilla di energia in campo, rincorrendo in difesa e scattando come una molla in attacco. Un cliente pericoloso per moltissimi ottimi giocatori, perché quando Lorenzo si esalta nella lotta e fa correre a tutta servizio e diritto, trova giocate che non ti aspetti. Coraggio leonino, visione, trascinatore di se stesso e delle folle. Rischia “Sonny”, o tutto o niente. “La fortuna aiuta gli audaci”. Va di petto contro i propri limiti, sapendo benissimo di poter cadere rovinosamente ma senza la paura di farsi male. Questo è il Sonego di Roma, che se la gioca quasi alla pari col Super-Djokovic in semifinale dopo averne fatti secchi diversi, tra cui Rublev. Il Sonego di tante vittorie conquistate con cuore e colpi.
    Ultimamente quei colpi, soprattutto servizio e diritto, sono stati meno incisivi. Tanti errori, con il braccio meno sciolto. Meno frustate a tutta per cercare il vincente o l’attacco verso la rete, ma palle più lavorate, meno incisive e profonde, preda di vari “martellatori”. Eccelle in difesa, ok, ma a furia di restarci… perdi. Prime palle meno sicure, e troppe seconde non così incisive. Quando hai un tennis a-la-Sonego, fatto di rischio, di sensazioni positive, di coraggio, aver la fiducia per provarci sempre è decisivo. Contro Ymer ieri ha spinto bene, poi qualche errore. Nel momento di chiudere il primo set, ecco la tensione. Colpi più corti, qualche errore. Quindi la liberazione, con una rincorsa splendida chiusa in avanzamento. Urla “Sonny”, scaccia le tensioni. E non si ferma più. Chiude il set, doppio break a suo favore nel secondo e stretta di mano, da vincitore.
    Lo svedese è un tennista alla portata dell’azzurro, ma anche in una “semplice” partita come questa, è stato evidente come il Sonego più libero e in fiducia sia tutt’altro giocatore rispetto a quello che si fa prendere da tensione e dubbi, diventando conservativo, deprimendo oltre misura il proprio potenziale. Questo vale per tutti, ma ancor più quando hai un tennis così sbilanciato verso il limite come quello del piemontese.
    È sempre un grande piacere ammirare una bella partita di Lorenzo, perché dentro ci ritrovi l’essenza di quel che rende bello il tennis. Rischia, vede angoli e ci prova; si difende su tutti gli attacchi, rincorrendo anche quel che sembra impossibile e spesso ci riesce pure. Sbaglia, ma non crolla, anzi ci prova ancor più forte e ancor più convinto. Due diritti d’attacco out? Il terzo sarà ancor più aggressivo se la tattica è quella giusta. Dobbiamo aver pazienza e fiducia in Sonego. Bastano poche belle partite per tornare a volareMarco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic: “Roland Garros è il mio principale obiettivo”

    Novak Djokovic

    Dopo la cocente delusione patita a Monte Carlo al rientro dopo un’altra lunga assenza, Djokovic è tornato a parlare nella sua Belgrado, in attesa di debuttare nel 250 contro il vincente di Djere – Medjedovic (giovane 18enne serbo). Novak si dice fiducioso di poter giocare molto meglio rispetto all’opaca prestazione nel Principato, anche se… Davidovich Fokina ha confermato la bella prestazione contro il n.1 del mondo issandosi addirittura in finale, quindi un bell’”aiutino” alla sconfitta l’ha ricevuto eccome. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Djokovic.
    “Ho intenzione di giocare a Madrid e Roma, ma dipende da come mi sentirò questa settimana. Al termine del torneo, farò delle valutazioni col mio team e decideremo come muoverci”.
    “Non vedo l’ora di tornare in campo. Ho bisogno di più partite per raggiungere il livello che voglio. Ieri ho fatto quattro allenamenti, due di fitness e due di tennis, ero un po’ stanco. Uso ogni momento libero che ho per prepararmi fisicamente, sono consapevole che questo è particolarmente importante per la terra battuta. A Monte Carlo non ero preparato come dovevo, mi manca ancora il ritmo della partita, soprattutto. C’è una grande differenza tra giocare punti in allenamento e giocare partite di torneo. Spero di poter giocare più partite qui rispetto a Monaco. Ho bisogno anche di ricevere il sostegno del pubblico, qualcosa che significa molto per me, come quello che ho ricevuto in Coppa Davis nel 2010 o l’anno scorso prima del Roland Garros. Non avevo mai giocato un torneo la settimana prima del Roland Garros, ma è stata un’ottima decisione, perché avevo bisogno di quell’incoraggiamento per arrivare al meglio Parigi e il pubblico me lo data. Il Roland Garros è il mio più grande obiettivo, voglio essere completamente preparato quando arriverò a Parigi“.
    Quindi si sofferma sul torneo di Belgrado: “Le precedenti esperienze di questo torneo hanno aiutato ad organizzarlo con più attenzione ai dettagli, capendo cosa vogliono i giocatori, allenatori, ospiti e tifosi, con l’obiettivo di ottenere la migliore esperienza. Da giocatore, tengo molto a come si sentono i colleghi, quindi cerchiamo di rendere le infrastrutture, la palestra, il cibo e altro di qualità. Non è facile, è un torneo internazionale e non abbiamo molto spazio, ma cerchiamo di soddisfare le esigenze delle persone. In questo momento potrebbe fare troppo freddo qua, ma non possiamo controllare il tempo… Trasformarlo in ATP 500? Intanto non possediamo questa licenza, la stiamo affittando, anche se abbiamo intenzione di presentare un accordo ai proprietari per ottenerla. Se ciò accade, possiamo passare a prendere altre decisioni. C’è una possibilità, è qualcosa che l’ATP ci ha detto, già ne abbiamo parlato due anni fa, ma non c’è ancora nulla di definitivo al riguardo”.
    Vista la grande forma mostrata da Miomir Kecmanovic in questa prima parte di stagione, assai cresciuto fisicamente e molto più convinto dei suoi mezzi, sarebbe assai interessante una sfida di quarti di finale tra Djokovic e il 22enne seguito da David Nalbandian. Di sicuro se Novak ambisce a confermare la Coppa dei Moschettieri, deve alzare terribilmente il suo livello di gioco rispetto a quel poco mostrato nel 2022. Incredibile pensare che al 19 aprile, Djokovic vanta in stagione 4 partite giocate, con 2 vittorie e 2 sconfitte…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Sinner, con la presenza di ieri sconfiggere Zverev non è impossibile

    Jannik Sinner, per la prima volta nei quarti al MCCC

    Dolce svegliarsi con le luci, colori e profumi della primavera che accompagnano il caffè mattutino. È ancor più dolce quando hai ancora in testa la prepotente prestazione di Jannik Sinner di ieri sul rosso di Monte Carlo. Jannik aveva iniziato tutt’altro che bene il torneo. Traballa, soffre, sbaglia, forza pallate fuori, non cambia ritmo, ha problemi fisici, addominali, vesciche, ha dubbi tecnici, non tira il lungo linea, fa pochi punti con la seconda… Quest’elenco di mezzi orrori tennistici, letti e strascicati ogni dove potrebbe continuare. Alcune critiche sono anche corrette, basate su sensazioni reali e numeri. Ma… Alla fine arriva al venerdì di uno dei tornei più prestigiosi e importanti dell’anno, e com’è – come non è, Jannik Sinner te lo ritrovi in campo come terzo match sul Court Rainier III. Quel campo ricco di storia che ieri si è esaltato, è diventato una bolgia – e non solo grazie a supporter italiani – sulle bordate di Sinner. Quell’avvio incerto è stato spazzato via da una reazione leonina all’inizio del secondo set. Sotto in un break, quelle due bordate improvvise, senza senso o al contrario pregne di mille significati, hanno spaccato il muro del rivale. Tutto crollato in pochi minuti per Rublev, mentre l’azzurro si è preso il campo, gli angoli, la riga di fondo. La testa di Andrey, e non l’ha mollato più, sino a quella risposta vincente di rovescio sul match point.
    Una grande vittoria, contro un grande avversario. Oggi siamo a quarti. Si avanza nel torneo, si alza l’asticella. Al di là della rete ci sarà Alexander Sasha Zverev. Quasi due metri di potenza e talento, discretamente incasinati in una personalità che definire conflittuale al limite dell’autodistruttivo è dir poco… Forse proprio in questo Sinner deve spingere per provare a vincere una partita molto difficile ma non impossibile. 
    Sinner intanto ha già battuto Zverev. Roland Garros 2020, proprio su terra. Era il loro primo incontro. Jan giocò quello Slam con le ali ai piedi, impressionando tutto il mondo del Grande tennis che ancora poco lo conosceva. Era fresco nell’autunno parigino, i campi non erano granché veloci, zuppi di umidità. La pressione continua e accelerazioni di Sinner scardinarono in 4 set la potenza del tedesco, che non capì molto di quella sconfitta dal punto di vista tattico. Non servì bene, subì per gran parte dell’incontro gli schemi ordinati dell’azzurro, uscendo sconfitto a sorpresa. Sinner era in grandissima forma, tanto che fece partita pari contro un immenso Nadal, fu l’avversario che più lo mise alle corde nel torneo, più di Djokovic sul piano del gioco puro.
    Sono passati due anni da allora. Zverev ha incrociato Jannik altre due volte, prendendosi due rivincite: in condizioni indoor a Colonia (Sasha vinse il torneo) e allo scorso US Open, nel periodo in cui il tedesco ha espresso il suo miglior tennis in carriera, forte dell’Oro olimpico appena vinto.
    Zverev quindi sarà favorito? Sì, ma una eventuale vittoria di Sinner non sarebbe necessariamente un’impresa. Jannik, lo Jannik visto ieri dal secondo set, ha tennis, fisico e testa per battagliare ad armi pari e sconfiggere anche un ottimo Zverev.
    Sottolineo il discorso mentale, della forza e presenza in campo. Ieri ha rimontato e superato il russo soprattutto grazie a quello, una consistenza, forza e fiducia che è esplosa consentendogli di rubare spazio al rivale, di tirare fiammate micidiali col diritto e inchiodare Andrey sul rovescio. Gli ha preso tutto: fiducia, metri di campo, angoli. Una forza brutale, come poche volte si era visto in carriera Pro-Sinner. Contro Zverev dovrà non solo a giocare bene, deve imporre la stessa tigna, quella forza di animo, di fisico e fiducia che rende il suo pressing in campo formidabile.
    Sasha ha un potenziale quasi sterminato. Se servirà come nei giorni migliori, sarà durissima per Jannik, come lo è per tutti. Il tedesco ha già vinto Masters 1000 sul rosso, ha battuto tutti i migliori. Potrebbe partire fortissimo con la battuta, disegnare il campo col rovescio, spingere forte col diritto. Potrebbe “spazzare” via Sinner con bordate potenti e precise, se il servizio lo sostiene. Ma… Sasha è un giocatore molto umorale, può incartarsi da solo quando perde fiducia o diventa nervoso, quando la prima palla non lo sostiene e il rivale lo costringe in difesa o non gli consente di macinare il suo gioco. In quel caso il servizio si inceppa, e la seconda palla è tutt’altro che ottima; perde campo e diventa difensivo. Si mette “a remare”, e cerca di ribaltare il momento difendendosi, giocando troppo dietro, commettendo errore col diritto. Le bordate di Jannik viste ieri, con quella aggressività e continuità (nonostante qualche errore che ci sta, visti i rischi presi) potrebbero esattamente provocare queste reazioni a catena che distruggono le certezze di Zverev e lo mandano in bambola. Sul rovescio può fare quasi partita pari (quello di Zverev è più potente), deve giocare assolutamente bene con i colpi di inizio gioco: prime sicure e risposte ficcanti, per mandare all’indietro Sasha. Deve soprattutto mettergli dubbi, far sentire la sua presenza in campo, che il rivale c’è, è forte e sicuro. Allora la partita potrebbe diventare molto, molto interessante per l’azzurro. Potrebbe diventare un’altra partita bellissima.
    Zverev viene da un periodo tutt’altro che buono. Nella doppietta USA di primavera è uscito malamente a Indian Wells all’esordio, e ha perso giocando piuttosto male contro Ruud a Miami. Era reduce dalla pagina nerissima di Acapulco. Non è in grande confidenza, ha gli occhi del mondo puntati contro, e non sono esattamente “occhio dolci”. Sinner può giocare una grande partita, e vincere. Il Sinner cresciuto così tanto nel torneo non deve temere niente, solo far scorrere il suo gioco, divertendosi ad esplorare il campo, provare nuove soluzioni, vivere intensamente queste partite. I limiti sono fatti per essere superati.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Masters 1000 Monte Carlo: Granitico Sinner! Rimonta Rublev e vola ai quarti contro Zverev

    Jannik sul rosso di Monte Carlo

    Che grinta, che testa e che forza Jannik! Sinner rimonta un set di svantaggio ad Andrey Rublev, regalandosi i quarti di finale al Masters 1000 di Monte Carlo. L’azzurro vince 5-7 6-1 6-3 in poco meno di 2h e 30 di gioco, con una prestazione non perfetta dal punto di vista tecnico ma in grande crescendo, e soprattutto ENORME per agonismo, capacità di reazione e presenza. Era partito male, contro un Rublev centrato e travolgente. Era riuscito a riacciuffare la parità sul 5 pari ma ha perso il primo set 7-5. Sotto subito di un break nel secondo, la partita pareva purtroppo indirizzata dalla parte del russo. Invece ha trovato una grandissima reazione, approfittando di un momento di distrazione di Rublev. Un contro break che ha invertito la partita a suo favore: Jannik è diventato via via sempre più sicuro, incisivo nello scambio, aggressivo. Ha “terrorizzato” il russo con risposte profonde, che l’hanno letteralmente mandato in tilt al servizio. Si è preso di forza il secondo set, e ha continuato a pressare anche nel terzo, con solo un momento di sbandamento (un contro break subito). Ma ormai aveva preso possesso dello scambio, con diritti sempre più profondi, bravissimo ad aprirsi il campo e chiudere di slancio. Qualche errore, per il grande ritmo imposto ed i rischi presi, ma ha vinto di prepotenza, di intensità, di presenza e cattiveria agonistica. Gran livello, si è dimostrato più forte del rivale, come tennis e come testa.
    Una partita davvero intensa, vissuta con grande passione anche dal pubblico del Principato, tutto dalla parte di Sinner, davvero bravissimo per come è cresciuto nel match e nel torneo. Era partita maluccio la settimana dell’azzurro, fastidi fisici, incertezze tecniche, intensità rivedibile. Ma la grande, grandissima, enorme qualità di Sinner, che lo rende Giocatore con G gigante, è quella di saper alzare il livello all’aumentare della sfida, delle difficoltà tecniche e fisiche imposte dal rivale. Oggi la partita era difficile, Rublev è giocatore vero, soprattutto su terra. L’anno scorso aveva tramortito Nadal su quel campo, e oggi era partito altrettanto spavaldo e pimpante, imponendo ritmi forsennati col suo diritto potente. Jannik era stato inizialmente travolto dal suo pressing, non trovava la contro mossa per uscire dalla morsa del moscovita. Non riuscita a trovare la variazione, come uscire col rovescio lungo linea, sporcare la palla col diritto per allontanare il rivale dalla riga di fondo. Però nel primo set, dominato da Andrey come gioco, c’erano stati segnali di risveglio. La prima di servizio cresceva, troppi errori col diritto ma stava studiando come aprirsi il campo e scardinare il rivale. Tutto sembrava crollato sul contro break subito sul 5 pari, 7-5 e poi 1-0 sotto col break. Difficilissimo ribaltare il match. Invece Sinner ha tirato un paio di colpi a tutta, ha fatto il pugno al suo angolo e chiamato il trainer per le “solite” maledette vesciche (terribili, viste dalla tv…). Rublev si è innervosito, si è scavato la fossa da solo perché nel suo minomo momento di buco, Jannik è entrato a gamba testa, fortissimo, gli ha insinuato dubbi, e il braccio del russo si è come bloccato. Andrey ha perso quell’intensità e ritmo meccanico. Sinner ha capito che era il momento per spingere, e l’ha fatto a tutta. Ha spaccato la partita, prendendosi la riga di fondo con diritti terrificanti per violenza e profondità. È riuscito finalmente ad inchiodare Andrey sul rovescio per infilarlo poi col diritto, e anche con qualche lungo linea da sinistra, colpo che forse “Jan” si ostina a cercare fin troppo poco, visto che ce l’ha, eccome.
    Sinner si è preso il centro del campo, si è preso l’angolo a sinistra, che alternava con altre accelerazioni improvvise di diritto lungo linea da sinistra. Si è preso tutto, anche la testa di Rublev che su ogni seconda palla ha tremato, tra doppi falli e palle colpite con velocità da tennis rosa degli anni 80… Solo un momento di buco di Jannik sul 2-1 del terzo, con un contro break subito per un eccesso di spinta (2 diritti troppo esuberanti sparati out) ha reso il parziale meno severo per Rublev, ormai in balia totale dalla foga agonistica e furia tecnica di Sinner. Davvero impressionante il crescendo dell’azzurro, Wagneriano per intensità. Il martellatore non era più Andrey, era Jannik a spaccare la palla da ogni posizione, a prendersi rischi enormi e, nonostante qualche errore, produrre vincenti ed errori forzati.
    Una prestazione maiuscola di Sinner, per come ha ribaltato la partita con una forza mentale brutale. Ma anche un crescendo tecnico notevolissimo. Il servizio è cresciuto tanto, il rovescio è tornato stabile, solido e preciso; col diritto ha sbaragliato il rivale, sempre in anticipo coi piedi e pronto a sfondare con profondità e velocità. In certi fasi è stato letteralmente incontenibile. Più offensivo, più pronto a venire avanti, meno ancorato al “classico” pressing da dietro. Vero che Rublev era mentalmente crollato, ma i meriti dell’azzurro sono totali per come si è preso il match.
    Una vittoria splendida, che gli regala i primi quarti di finale a Monte Carlo e una sfida affascinante contro Zverev. Il tedesco è avversario assai tosto, ma il Sinner della seconda parte dell’incontro di oggi non deve temere nessuno.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita.
    Sinner scatta al servizio. Non c’è il vento terribile di ieri, ma qualche errore di troppo gli costa una palla break. Scambio di ritmo, sbaglia Jannik col diritto in rete. Con 4 punti di fila da 40-15, il russo opera un BREAK immediato. Sinner non trova il campo col diritto e in risposta, Rublev senza grandi meriti vince 8 punti di fila per il 2-0. Non ingrana l’azzurro, doppio fallo e poi una “stecca” che lo condanna allo 0-30 (e decimo punto perso di fila). Interrompe l’emorragia Sinner con un bel forcing, ma è costretto ad affrontare la palla del doppio break sul 30-40 per un altro errore di rovescio. Se la gioca bene, servizio esterno e diritto lungo linea da sinistra vincente. Jannik ha bisogno di tenere fermo sul rovescio Rublev per aprirsi il campo, partendo dalla prima di servizio. Un errore di Andrey consegna il primo game a Jannik. Il set avanza spedito sui turni di servizio, si ricava poco in risposta. Rublev pressa a tutta col diritto, Jannik cerca di inchiodarlo sul rovescio e muovere di più il gioco com improvvise accelerazioni sulla destra del russo, angolo che lascia più scoperto. Sul 3-2 30 pari, una risposta molto profonda di Jannik sorprende Rublev. 30-40 e prima palla break per l’azzurro, che però sbaglia la risposta cercando di essere aggressivo. Il martellamento di Andrey è asfissiante, 4-2 avanti. È cresciuto il servizio di Jannik, che segue con un primo colpo incisivo per non cadere nella morsa del gioco monocorde ma di grande intensità del russo, ma a volte la palla gli scappa via. Cerca la via della rete Rublev, ma non tiene un consistente passante di Sinner. L’azzurro ha iniziato a macinare un tennis discreto, sostenuto dalla prima di servizio, ma è necessario incidere in risposta per riaprire il set. Invece Rublev è una “macchina” nei suoi game, spinge in sicurezza e non rischia quasi niente. Jannik non trova la variazione necessaria ad incrinare lo scudo del rivale. Serve sul 5-4 Rublev. Sul 30-15 Sinner finalmente chiude il rivale nell’angolo sinistro col rovescio e lo infila col rovescio lungo linea. Un insolito errore del russo gli regala la palla break sul 30-40! Niente prima in campo, e… Doppio Fallo! BREAK Sinner, 5 pari, bravissimo Jannik a cogliere subito il minimo varco lasciato dal rivale, e mettergli pressione con quello splendido rovescione vincente. Un classico non forzato col diritto in scambio gli costa un pericoloso 15-30. Altro brutto errore col diritto, cercando di uscire dalla pressione di Andrey. 15-40, due chance per i nuovo allungo per il moscovita. Purtroppo la prima ha abbandonato Jan nel game… Annulla la prima PB con un bel pressing di rovescio; ancora la spinta a tutta sul rovescio salva Sinner. Rischia tanto l’azzurro, un errore col rovescio gli costa un’altra palla break. È costretto ad aggredire una palla corta e bassa a metà campo, ma il diritto muore in rete. Nuovo BREAK Rublev, torna avanti 6-5. Prova a “spaccare la palla” col diritto l’azzurro, e trova un altro bellissimo vincente col rovescio lungo linea. 30 pari da 30-0, stessa situazione vista sul 5-4. Attacca a tutta Jannik, ma che difesa di Rublev, alla fine è Sinner il primo a forzare out. Set Point Rublev. Spara in rete col diritto Andrey. C’è bagarre, sente la tensione il russo, che sbaglia anche sul secondo set point. Chiude al terzo Set Point, con un ritmo insostenibile col diritto. 56 minuti, sempre a rincorrere Jannik, peccato per aver perso il game sul 5 pari, una volta rimontato. 23 errori per Sinner, troppi rispetto ai 13 di Rublev, più costante e consistente per tutto il set.
    Secondo set, scatta Jan alla battuta, ma va subito in difficoltà. Pressa Andrey, e l’azzurro sbaglia. 0-30. Male, malissimo col rovescio da tre quarti campo, classico regalo che porta in dote 3 palle break a Rublev. Uff, sbaglia un rigore a porta vuota il russo sulla prima, graziato l’azzurro. Con una prima al T annulla la 2a; purtroppo il BREAK arriva sulla terza, vola largo un diritto di Jannik. Secondo break consecutivo subito, è evidente come cerchi di andare sovra ritmo per non cadere nella morsa del russo. Nel secondo gioco, sul 30 pari, Jannik si inventa una palla corta micidiale, imprendibile, che taglia le gambe al rivale dopo uno scambio di 26 colpi e gli vale una palla break. Tutto lo stadio lo sostiene. Eccolo! BREAK Sinner, a braccia alzate chiama il pubblico. Rublev invece si arrabbia col giudice di sedia per aver interrotto il suo ritmo al servizio avendo chiamato con la radio il trainer mentre serviva. Lo score che segna 1 pari. Si è innervosito malamente Andrey, mentre Sinner chiude il terzo game (e settimo punto di fila) con un rovescio meraviglioso. 2-1 Sinner. Arriva il trainer, lavora sull’alluce di Jannik una vescica sotto al callo, sanguina. Rublev ha perso la sicurezza nella spinta e il controllo dello scambio. Jannik spinge, comanda, si procura un’altra palla break sul 30-40. Andrey su butta avanti, ma non tocca bene di contro balzo e viene passato all’azzurro. BREAK Sinner, parziale micidiale che gli ha dato grande sicurezza nel suo pressing. Cerca e trova anche la smorzata, chiude l’angolo con grande facilità, mentre Rublev ora sbaglia. Tutto velocissimo per l’azzurro, vola 4-1 in scioltezza (nonostante un doppio fallo) e continua a pressare anche in risposta. Il russo è in confusione: ha perso riferimenti, concentrato e sfiduciato. Come un toro accecato dal rosso, sparacchia fuori pallate, o affossa in rete sulle risposte aggressive di Jannik. Bravo a sfondare col diritto l’azzurro, apre il campo e chiude. Strappa di nuovo il servizio al rivale con un passante di rovescio (male l’affondo di Andrey….) per il terzo BREAK del set, vola 5-1 e chiude 6-1 con un game perfetto, due Ace. Che svolta, Sinner sotto di un break infila 6 games di fila (parziale di 24 punti a 5 dopo il break). Incredibile, quanto conta la testa nel tennis… e quanto un momento può spaccare e invertire una partita che pareva già indirizzata.
    Terzo set, scatta il russo alla battuta. Sembra meno furioso rispetto alla bruttissima conclusione (per lui!) del secondo set. Si lotta, palla su palla e con grande ritmo. Travolgente Jannik col rovescio, chiude l’angolo con una velocità mostruosa, è palla break! Sbaglia in scambio col rovescio l’azzurro, un errore tatticamente grave. La prima del russo non va, la risposta di Jannik è profonda, ma si salva Andrey, 1-0. Bene con la prima l’azzurro e consistente col diritto, 1 pari. Terzo game, Rublev sbaglia di poco due diritti, 0-30, momento critico… arriva il doppio fallo sul 15-30, sente la pressione della risposta di Sinner che è diventata incisiva. 15-40, due palle break per Jan. Ottimo servizio da destra, e poi anche a sinistra, chiuso con un smash facile. Ma nello scambio sente la tensione, il rovescio del moscovita vola via. Terza palla break del game, e seconda palla… Rublev si butta avanti con poco, il rovescio dell’azzurro è consistente, la volée vola via. BREAK SINNER! 2-1 e servizio, ora è Jan controllare il gioco e mentalmente la partita, mentre la tensione divora letteralmente il russo, come dimostra la sua paura sulle seconde palle, tirate e velocità ridicole. Purtroppo il quarto game è complicato per Sinner, commette un paio di errori col diritto che lo condannano al 15-40. Si aggrappa al servizio e chiude sotto rete, cancellando la 1a chance; spedisce malamente in rete un rovescio in scambio. Sembrava in controllo, 3 errori gli costano il Contro Break, 2 pari, tutto da rifare. Rublev resta in grave difficoltà a difendersi sulla seconda di servizio, Sinner è molto aggressivo, piedi in campo. Le pressione gli fa commettere un doppio fallo sul 30 pari, e Jannik lo trafigge con un vincente di diritto, per l’ennesimo BREAK. 3-2 e servizio Sinner, di nuovo in vantaggio, ora è il momento di non sbandare più e chiudere la partita col servizio, con tennis solido, senza regali. Si inventa un’altra smorzata Jan, giocata benissimo dopo aver allontanato l’avversario. Esulta con il suo angolo dopo la giocata, e poi serve con consistenza e spara uno smash di diritto, imprendibile. Stavolta consolida il vantaggio, 4-2, a due games dai quarti di finale, con tutto il pubblico dalla sua parte. Il servizio di Rublev è totalmente andato, non solo la seconda è tremebonda, anche la prima è calata come percentuale. Sinner vuole chiuderla qua, impone un ritmo forsennato, ormai Andrey è chiuso in difesa. Un altro doppio fallo condanna Rublev ad una palla break che profuma di match point… Se la gioca con coraggio, prima esterna veloce e diritto incisivo. Si salva ancora il russo, resta in scia 3-4. Solid as Rock Jannik, gioca in modo autorevole l’ottavo game, 2 Ace e un gran diritto, per il 5-3. Vuole chiuderla qua Jan, scarica pallate violente e precise, Rublev è disarmato. Sul 15-40 ha due Match Point. Chiude subito, con una risposta di rovescio vincente SPAZIALE! Una vittoria in rimonta, difficile, strappata con le unghie. Una prestazione in crescendo, sia come tecnica ma soprattutto come forza mentale ed agonistica. Si è dimostrato più forte del rivale, nel senso pieno del termine. Bravo! Ora i quarti, contro Zverev.

    [5] Andrey Rublev vs [9] Jannik Sinner ATP Monte Carlo Andrey Rublev [5]713 Jannik Sinner [9]566 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 3A. Rublev 15-0 15-15 15-30 15-403-5 → 3-6J. Sinner 15-0 30-0 ace 30-15 40-15 ace3-4 → 3-5A. Rublev 15-0 30-0 30-15 df 30-30 40-40 A-40 40-40 40-A df 40-40 A-402-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4A. Rublev 15-0 15-15 df 15-30 30-30 30-40 df2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 2-2A. Rublev 0-15 0-30 15-30 15-40 df 30-40 40-40 40-A1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1A. Rublev 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 ace 30-0 ace 40-01-5 → 1-6A. Rublev 15-0 15-15 15-30 15-401-4 → 1-5J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 df1-3 → 1-4A. Rublev 0-15 0-30 15-30 30-30 30-401-2 → 1-3J. Sinner 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2A. Rublev 15-0 15-15 df 30-15 30-30 30-401-0 → 1-1J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-406-5 → 7-5J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A5-5 → 6-5A. Rublev 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 df5-4 → 5-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-3 → 5-4A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 5-3J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-404-2 → 4-3A. Rublev 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-403-2 → 4-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-153-1 → 3-2A. Rublev 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1J. Sinner 0-15 df 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-402-0 → 2-1A. Rublev 15-0 30-0 40-01-0 → 2-0J. Sinner 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-30 40-40 40-A0-0 → 1-0
    0 ACES 67 DOUBLE FAULTS 265/100 (65%) FIRST SERVE 48/85 (56%)39/65 (60%) 1ST SERVE POINTS WON 34/48 (71%)12/35 (34%) 2ND SERVE POINTS WON 19/37 (51%)5/12 (42%) BREAK POINTS SAVED 6/10 (60%)14 SERVICE GAMES PLAYED 1414/48 (29%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 26/65 (40%)18/37 (49%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 23/35 (66%)4/10 (40%) BREAK POINTS CONVERTED 7/12 (58%)14 RETURN GAMES PLAYED 1419 WINNERS 3931 UNFORCED ERRORS 4351/100 (51%) SERVICE POINTS WON 53/85 (62%)32/85 (38%) RETURN POINTS WON 49/100 (49%)83/185 (45%) TOTAL POINTS WON 102/185 (55%)220 km/h MAX SPEED 221 km/h169 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 196 km/h129 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 157 km/h LEGGI TUTTO