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    Nadal vs. Alcaraz, l’evoluzione della specie

    Rafael Nadal, imbattuto nel 2022

    Che weekend per gli appassionati iberici. Domenica sera arriva il superclassico Real Madrid – Barcellona, partita di football che è molto più di una semplice sfida sportiva. Stasera un antipasto tennistico eccezionale, con Carlos Alcaraz che sfida El Rey Rafael Nadal.
    Gli ingredienti per una partita clamorosa ci sono tutti. Rafa, beh, non ha ancora perso un match nel 2022. Sbarcò in Australia dicendo “chissà se potrò giocare decentemente…”. Il resto è storia. Una rimonta pazzesca su Medvedev a Melbourne, una marcia fin qua inarrestabile. Un tennis non sempre così convincente, ma lui ci mette il resto, quella grinta e capacità di tirare fuori la giocata al momento giusto che è sempre stata il suo marchio di fabbrica e che lo ha elevato tra i più grandi di sempre.
    A sfidarlo Carlitos Alcaraz, classe 2003, giovane che sta riscrivendo record di precocità. L’allievo di JC Ferrero sta crescendo in modo esponenziale, addirittura superiore alle tabelle di marcia ideali stilate nel team valenciano. L’estate scorsa si pensava che Alcaraz potesse arrivare presto tra i migliori, ma non che riuscisse a diventare così competitivo nell’arco di pochi mesi.
    Ha messo a puntino il fisico, ha lavorato su schemi offensivi provati sul finire della scorsa stagione, incluse le NextGen Finals in cui ero presente e nelle quali è stato straripante. Quelle novità sono diventate certezze nel giro di poche settimane, tanto che il suo tennis è arrivato a picchi di qualità assoluti. Chiedere al “povero” Bautista Agut, non proprio l’ultimo arrivato, brutalizzato a furia di pallate di un’intensità e qualità clamorose.
    Per l’appassionato medio è stato fin troppo facile bollare Alcaraz come il “nuovo Nadal”. Mai affermazione è stata tanto fuori strada. Rafa e Carlos si possono assimilare per il passaporto, per la passione per il gioco, per la correttezza in campo, e ora pure per l’iconico smanicato dello sponsor. Stop. I due tennisti sono diversissimi dal punto di vista tecnico e tattico. Hanno una fame incredibile, il giovane Carlos sta diventando sempre più lucido in campo e pronto a difese importanti, ma non è affatto costruito a-la-Nadal. Alcaraz è un formidabile attaccante da fondo, sempre più pronto a venir avanti a prendersi il punto sospinto dalle sue accelerazioni. Rafa è stato costretto a diventare più offensivo perché alla sua veneranda età di sole difese non avrebbe più vinto, la grandezza del Campione capace di costruirsi anno dopo anno, reinventarsi.
    La differenza più grande tra i due giocatori è la gestione del tempo di gioco. Rafa è sempre stato un maestro nel governare in campo il tempo, un po’ come in passato lo era Ivan Lendl, con colpi molti diversi ovviamente. Nessuno come lui riesce a passare da una ragnatela viscida di pallettoni veloci e arrotatissimi che ti sbattono sui teloni e ti fanno sbagliare ad improvvise bordate col diritto appena c’è uno spazio, o rovesci cross che tagliano il campo e le gambe del rivale. Pause tra un punto e l’altro, scambi infiniti e poi all’improvviso veloci. Alcaraz invece sta imponendo un tennis totalmente diverso, modernissimo: tempi di gioco praticamente azzerati. Non un momento tattico, non una pausa. Ti travolge con un anticipo incredibile abbinato a colpi profondi, ficcanti. Non c’è attesa, non c’è tempo di rifiatare. Quando comanda lui ed è intenso – e lo sta diventando sempre di più – sei travolto. Solo con un tennis di grandissima potenza riesci a contenerlo, oppure sporcandogli molto la palla, in modo che non riesca ad entrare subito con i suoi affondi. Vista la giovane età, tende ancora a perdere la pazienza ed esagerare. Esuberanza che appena riuscirà a contenere ed invogliare in un piano tattico positivo lo renderà molto difficile da battere, se non quasi imbattibile.
    Per questo Alcaraz non è il nuovo Nadal, semmai è l’evoluzione della specie. Colpi pesanti ma assai più netti, un modo di stare in campo terribilmente rapido ed offensivo costruiti su di un gran fisico, una testa “giusta”, una voglia di vincere lottare degna del suo predecessore. 
    Stasera probabilmente vincerà Rafa, troppo più esperto e capace di pungolare il giovane rivale nel pertugio ideale a mettergli dubbi e problemi. La palla salta altissima su questi campi e non è così veloce, proprio quel che il maiorchino ama. Sporcherà moltissimo la traiettoria con tutto lo spin possibile per mandarlo fuori giri, quindi Alcaraz avrà di fronte non solo il più grande lottatore del tour ma quello che ha le armi per farlo giocare male. Ma non sarebbe una sorpresa clamorosa una vittoria di Alcaraz, se riuscisse a servire bene e soprattutto rispondere con profondità tale da allontanare il rivale dalla riga di fondo, metterlo a rincorrere senza dargli il tempo di imbastire scambi arrotati e difese efficaci.
    Il tempo sarà la chiave: chi avrà in mano il tempo di gioco, vincerà. Il tempo è dalla parte di Alcaraz, il futuro è suo. Ma forse ancora il suo tempo non è arrivato, perché Rafa di mollare non vuol sapere. Beati spagnoli…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Steve Simon (WTA): “I giocatori non devono essere esclusi dai tornei per motivi politici”

    Steve Simon, CEO WTA

    Il CEO della WTA Steve Simon, dopo aver guidato di persona la protesta con le autorità cinesi per il caso Peng Shuai, adesso non si tira indietro sulla complessa situazione provocata dall’invasione russa all’Ucraina. Da più parti si leva la richiesta di escludere i tennisti russi che non dichiarino apertamente il proprio dissenso contro l’azione militare, tra questi l’Inghilterra. Simon invece è di parere opposto: i giocatori non vanno penalizzati per le “decisioni di una leadership autoritaria”.
    “Non sai mai cosa potrebbe portare il futuro”, ha detto Simon a BBC Sport, “Ma posso assicurarvi che non abbiamo mai vietato agli atleti di partecipare al nostro tour a causa delle posizioni politiche che la loro leadership potrebbe assumere. Quindi ci vorrebbe qualcosa di molto, molto significativo per cambiare, ma ancora una volta non sappiamo dove si sta andando”.
    I board di WTA e ATP hanno sospeso il torneo combined di Mosca in calendario ad ottobre a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, e tutti i tornei ITF in Russia e Bielorussia sono stati cancellati a tempo indeterminato.
    Continua Simon: “Ritengo che i  singoli atleti non dovrebbero essere quelli che vengono penalizzati dalle decisioni di una leadership autoritaria che ovviamente sta facendo cose terribili e riprovevoli. Ma se ciò accade, ossia che tutto questo è parte della strategia generale di far pagare alla Russia e ai cittadini russi le conseguenze per la decisione presa dal loro governo, allora non sarà qualcosa che sosteniamo. Speriamo che si astengano da ciò perché penso che ci siano un sacco di altri problemi che ne derivano. Non penso che si possa limitare solo agli atleti. Cosa hanno intenzione di fare con i rifugiati [russi]? Tratterannoi i rifugiati in modo diverso dagli atleti? Spero che continuiamo con le sanzioni, continuiamo a fare tutto il possibile per ottenere la pace, ma ripeto che queste persone ne sono le vittime innocenti, ed essendo isolate a causa di queste decisioni non penso sia giusto”.
    Ben diversa la posizione del ministro dello sport britannico Nigel Huddleston: ha dichiarato in settimana che i giocatori russi potrebbero dover chiarire che non sono sostenitori di Vladimir Putin per poter competere a Wimbledon quest’anno: “Abbiamo bisogno di qualche assicurazione che non siano sostenitori di Putin, stiamo valutando quali requisiti potremmo aver bisogno per cercare di ottenere alcune assicurazioni in tal senso”.
    Il dibattito è appena partito. La speranza è che la Russia cessi le ostilità il prima possibile e che si possa raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e quindi la pace, in modo che la popolazione ucraina possa ritrovare la sicurezza nel proprio paese.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rivoluzione Slam: in tutti Major sul 6 pari del quinto set si giocherà un tiebreak a 10 punti

    Roland Garros, addio alle maratone al 5° set

    “On behalf of the Australian Open, Roland-Garros, Wimbledon and the US Open, the Grand Slam Board are pleased to announce the joint decision to play a 10-point tie-break at all Grand Slams, to be played when the score reaches six games all in the final set”.
    Questo l’annuncio ufficiale comunicato dal board dei 4 tornei dello Slam. In pratica, anche a Roland Garros, Wimbledon e US Open viene applicata la regola già in vigore agli Australian Open, ossia sul 6 pari del quinto set il match verrà concluso con un tiebreak a 10 punti.
    Finalmente la tanto richiesta uniformità negli Slam è stata raggiunta, e possiamo dire che è un ottimo compromesso. La soluzione di giocare ad oltranza, anche se molto affascinante, era ormai anacronistica (ci perderemo, comunque, qualche maratona leggendaria). La soluzione di Wimbledon con il tiebreak sul 12 pari era alquanto particolare. US Open dovrà invece cambiare il “classico” tiebreak a 7 punti, portandolo a 10. La soluzione degli Australian Open è forse la più convincente, poiché un TB a 10 è, anche se per pochi punti, più complesso da vincere.
    Vedremo le reazioni dei giocatori, ma la norma ci trova favorevoli.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Indians Wells: Berrettini supera Harris in due set, bravo a rimontare nel secondo cancellando tre set point

    Matteo Berrettini

    Matteo Berrettini supera Lloyd Harris e qualche incertezza nel suo tennis, volando per la prima volta agli ottavi di finale del Masters 1000 di Indian Wells. 6-4 7-5 lo score del match, in cui l’azzurro ha giocato senza grande ritmo ma nessun patema nel primo set, vinto con un break ottenuto nel decimo gioco, quasi improvvisamente, e in rimonta nel secondo parziale. Matteo infatti all’avvio del secondo set ha perso sicurezza, è calato al servizio e sono arrivati alcuni errori, che gli sono costati il break. Sotto 2-5 è stato bravo a cancellare ben 3 set point, due servendo 2-5 e uno in risposta sul 3-5. Proprio nel momento di difficoltà è venuto fuori il miglior Berrettini del match: ha ritrovato intensità, velocità nei colpi e nei piedi, ha fatto sentire al rivale la propria presenza mettendogli pressione. Un’impennata di qualità e di “cattiveria agonistica” che l’ha portato a vincere 5 game di fila e il match. Non un ottimo Berrettini sul piano del gioco, ma la vittoria è importantissima proprio per come è venuta, in una giornata grigia e rimontando una situazione complicata. L’ennesima conferma di quanto Matteo sia “giocatore”, di testa e di fisico.
    La prestazione di Berrettini non è stata una delle migliori. Si è visto fin dall’avvio che i suoi piedi non erano velocissimi, gli impatti non così sicuri. Anche col suo formidabile diritto, tanto che più volte si è lamentato col suo angolo, probabilmente non sentiva bene la palla o c’era qualcosa che lo infastidiva. Infatti per quasi tutto il match non ha avuto un atteggiamento positivo, e questo è diventato preoccupante quando ha rischiato di crollare al terzo set. C’erano avvisaglie di una partita che poteva scivolargli via, un po’ come in questo torneo lo scorso ottobre. Invece per fortuna Matteo ha reagito, e l’ha fatto non solo con veemenza, ma nel momento più opportuno. Harris è un buon giocatore, ma non viene da un buon momento, ed in generale non è esattamente granitico… Bravo è stato Matteo a ribellarsi, nel non voler cedere il secondo set. Nemmeno è stato il servizio ad aiutarlo, quanto uno scatto emotivo. Con le spalle al muro, ha ruggito di rabbia, e s’è come liberato. I suoi colpi sono diventati più incisivi, profondi, “cattivi”, non solo il servizio. Aveva risposto maluccio per tutto il match, ma sul 3-5 invece ha messo risposte in campo, ha tagliato col rovescio, ha spinto col diritto. Ha fatto giocare il rivale e gli ha messo dubbi, facendo sentire la sua presenza. Harris si è sciolto come neve di fronte al “fuoco” di Matteo.
    Una bella rimonta, un ottimo segnale mentale e fisico che cancella una prestazione tecnica non eccelsa. Nel primo set non è accaduto nulla fino al decimo game, con un break improvviso a favore, e nel secondo, eccetto gli ultimi 15 minuti (quella della rimonta) non aveva affatto convinto. Tuttavia alla fine ha chiuso con 22 vincenti e 18 errori, un saldo comunque positivo, grazie soprattutto al servizio ma anche ai bei punti ottenuti quando conta. E questo, alla fine, è la cosa più importante: puoi anche non giocare benissimo, ma se riesci ad alzare il livello nelle fasi decisive, i match li porti a casa. La zampata del campione.
    Marco Mazzoni

    La cronaca dell’incontro.
    Harris lancia la prima palla del match, sotto gli occhi del suo coach Xavier Malisse. Non inizia bene col diritto, due errori non forzati. Lo aiuta il servizio, traiettorie esterne micidiali. 1-0 Harris. Berrettini to serve. Ottime prime (1 Ace), una smorzata perfetta ed una “sberla” col diritto, buon ingresso nel match per l’1 pari. Gli scambi sono brevissimi, il servizio domina e il set avanza senza scossoni (ben 3 Ace per Matteo nel quarto game). Harris è più incisivo in risposta rispetto a Berrettini, che ha iniziato il match non così rapido con i piedi ed è in difficoltà ad entrare nello scambio in ribattuta. Dopo il primissimo game, tutto fin troppo facile per Lloyd nei suoi turni. Funziona molto bene il diritto incrociato di Harris, Berrettini è un po’ lento nell’uscita dal servizio e nello spostamento a destra. La prima dell’azzurro però funziona, e sulla seconda carica un bel “kick” sul rovescio del sudafricano, assai meno sicuro nel controllo. Dopo 27 minuti, 4 pari e nessun sussulto (neanche gran tennis, ad esser onesti). Nel nono game Harris mostra qualche “problema” di tocco, cercando una smorzata da metà campo ma spedendo la palla a metà corridoio. 15-30, piccola prima occasione per Berrettini, ma Lloyd spinge bene col diritto e si salva. Male però il sudafricano nello scambio seguente, cade in trappola con un back molto basso di Matteo, 30-40 e palla break, la prima del match. Seconda di servizio… ottima risposta cross di Berrettini, Harris si sposta e carica ma col rovescio termina lungo. Improvviso BREAK per Berrettini, che va a servire sul 5-4. Serve senza problemi l’azzurro, cambia angoli e velocità, incluso un Ace al T imprendibile. 40-0 e tre Set Point! Doppio fallo sul primo, si fa sorprendere da una risposta molto profonda sul secondo, mal valutata. OK il terzo, ACE esterno e urlo di liberazione. 6-4 in 36 minuti, un solo break, arrivato all’improvviso, è stato sufficiente per l’allungo.
    Harris vice ai vantaggi il primo game del secondo set, nessun problema per Matteo. Non cambia il canovaccio tattico, sembra la fotocopia dell’avvio del primo set. Sul 2-1 Harris, Berrettini va in difficoltà nel suo game di battuta. Dal 30-0 (altra bella smorzata), commette un doppio fallo e poi sbaglia un diritto in corsa verso destra. 30 pari. Un errore banale di rovescio in scambio lo condanna alla prima palla break da difendere. La prima non entra, attacca con un diritto cross da tre quarti campo, ma Harris indovina l’angolo e trova un bel passante di diritto, troppo difficile la volée bassa. BREAK Harris, Matteo ha pagato un brutto game di servizio e un errore di rovescio evitabile. Lloyd serve bene, spinge forte col diritto e consolida il vantaggio, portandosi 4-1. Matteo ritrova la prima, resta in scia 2-4, ma ora è necessario incidere in risposta. Su di un erroraccio col diritto, il romano di lamenta col suo angolo, come se avesse difficoltà a sentire la palla o comunque non soddisfatto del suo feeling in campo. Harris non chiude uno smash facile, ne approfitta Matteo per il 30 pari. Piccola chance, ma se la gioca male l’azzurro affossando una risposta su di un seconda tutt’altro che pericolosa, lento a far spazio col corpo. Indovina poi un pallonetto millimetrico, si va ai vantaggi. Con due Ace si porta 5-2. Resta incerto l’azzurro, un errore di rovescio e quindi subisce un rapido attacco del rivale. A due punti dal set Harris. Un altro errore, stavolta col diritto, lo condanna al 15-40, due Set Point Harris! Un’ottima seconda palla carica di spin diventa ingestibile per Lloyd, 30-40. Buono finalmente il diritto di Matteo, cancella anche la seconda chance. Non è un bel momento per Berrettini, sbaglia anche la palla corta con l’avversario metri dietro. Col servizio (e decimo Ace) Berrettini chiude un game molto complicato. 5-3, Harris serve per il secondo parziale. Inizia bene, servizio e diritto, per il 30-0. Poi due errori, e 30 pari. Con coraggio si butta avanti, chiude il punto con un doppio smash, per il terzo Set Point. Bravo Berrettini ad intuire l’attacco a rete, trova un bel lob. Fa il pugno l’azzurro, finalmente una reazione “positiva” dopo qualche lamentela di troppo con se stesso per gli errori. Si scambia, e la tensione ora divora Harris, che sbaglia malamente un rovescio. Palla Break per Berrettini! Altro regalo di Harris, che sparacchia un diritto ben largo. BREAK Berrettini, serve 4-5. La scossa ha reso energia al tennis di Matteo, più incisivo anche da fondo campo e finalmente più intenso in difesa. Servizio e diritto, il suo schema principe, per il 5 pari. L’inerzia del set pare cambiata, da 2-5 sotto Berrettini ora comanda e fa sentire la sua potenza in campo. Sul 15 pari Matteo trova un passante in back clamoroso, una rasoiata micidiale (non esattamente tra i punti forti nel suo repertorio) che sorprendere il rivale. Ora ruggisce davvero “Matte”, con un doppio passante robusto vola 15-40, due palle break per l’allungo! Harris cancella la prima chance buttandosi avanti; sbaglia però col rovescio nella seconda, bravo l’azzurro a tenere alto il ritmo. BREAK Berrettini, il sorpasso è compiuto. Avanti 6-5, serve per chiudere il match. Nessun patema, chiude con l’ACE un game a zero e vola negli ottavi di Indian Wells. Aspetta il vincente di Kecmanovic vs. Van de Zandschulp. Una prestazione non ottimale, ma è stato bravo a reagire nel momento di difficoltà nel secondo set, alzando il livello e facendo sentire la propria presenza in campo. Ha chiuso con +4 tra errori e vincenti, segnale che quando ha spinto, l’ha fatto anche bene.

    ATP Indian Wells Matteo Berrettini [6]67 Lloyd Harris [30]45 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 30-0 40-06-5 → 7-5L. Harris 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-5 → 6-5M. Berrettini 15-0 30-0 ace 30-15 40-154-5 → 5-5L. Harris 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A3-5 → 4-5M. Berrettini 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace2-5 → 3-5ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 ace5-4 → 6-4L. Harris 15-0 15-15 15-30 30-30 30-404-4 → 5-4M. Berrettini 0-15 15-15 ace 30-15 40-153-4 → 4-4L. Harris 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3L. Harris 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 df A-40 ace1-2 → 2-2L. Harris1-1 → 1-2M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace0-1 → 1-1L. Harris 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 40-300-0 → 0-1
    12 ACES 63 DOUBLE FAULTS 041/62 (66%) FIRST SERVE 39/64 (61%)36/41 (88%) 1ST SERVE POINTS WON 31/39 (79%)9/21 (43%) 2ND SERVE POINTS WON 10/25 (40%)2/3 (67%) BREAK POINTS SAVED 1/4 (25%)11 SERVICE GAMES PLAYED 118/39 (21%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 5/41 (12%)15/25 (60%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 12/21 (57%)3/4 (75%) BREAK POINTS CONVERTED 1/3 (33%)11 RETURN GAMES PLAYED 115/6 (83%) NET POINTS WON 8/15 (53%)22 WINNERS 1514 UNFORCED ERRORS 2445/62 (73%) SERVICE POINTS WON 41/64 (64%)23/64 (36%) RETURN POINTS WON 17/62 (27%)68/126 (54%) TOTAL POINTS WON 58/126 (46%)222 km/h MAX SPEED 20 km/h203 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 193 km/h163km/h2ND SERVE AVERAGE SPEED 145 km/h LEGGI TUTTO

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    “Alcaraz è arrivato al suo fisico ideale”, lo afferma il suo preparatore

    Carlos Alcaraz

    La giornata odierna a Indian Wells offre molti spunti di grande interesse. La sfida tra Tsitsipas e Brooskby promette spettacolo, con il giovane americano in ottima forma, come quella tra Kyrgios (fin qua perfetto nel torneo) e Ruud, viste le scintille intercorse tra i due in più di una occasione. Sul campo 3, prima di Paolini e Sinner, ad aprire il programma di giornata il derby iberico tra Bautista Aguta e Alcaraz, altro incontro da non perdere. L’esperto Roberto su questi campi esprime il suo miglior tennis, ma l’ascesa di “Carlito” sembra inarrestabile. Ad inizio stagione ha impressionato il potenziamento muscolare del classe 2003. Secondo Alberto Lledó, preparatore atletico del giovane spagnolo, il corpo del suo assistito è arrivato al punto ottimale di sviluppo. L’ha intervistato Puntodebreak, ecco alcuni passaggi dell’interessante contributo.
    “Era abituato a mangiare pochissimo. Aveva le abitudini di un ragazzo normale, non di un atleta. Questo è ciò che ci è costato di più con lui, era necessario cambiare per dargli la struttura necessaria, con più peso e massa muscolare” racconta Lledó. “La dieta di Carlos si basa sul cibo ‘vero’. Non mangia alimenti trasformati o cose del genere. Anche gli integratori che assumi sono basati su cibo reale. Un atleta ad alte prestazioni, come lui, ha bisogno di glicogeno per funzionare e ottenere energia, molti carboidrati e una parte di grasso. Naturalmente anche le proteine, che sono un recupero e un generatore di massa muscolare, a seconda del lavoro che si fa”.
    “La velocità è una manifestazione di forza. La forza si misura in velocità, in prestazioni elevate. E cercavamo anche la resistenza perché, ad esempio, al Roland Garros, cinque set, puoi passare quattro o cinque ore in campo, quindi devi avere resistenza metabolica per resistere a quei carichi. Devi essere forte e veloce, ma allo stesso tempo resistente. Carlos ha un deficit di massa grassa, che è importante anche per lo sviluppo ormonale, la crescita definitiva. Ora ha una buona percentuale di grasso. Di quei quattro chili, due possono essere muscoli e gli altri due grassi. Anche il grasso è salute. Il grasso è sempre stato insultato nel campo della salute, ma invece è  importante per il corpo. È più importante di quanto pensiamo. Finalmente, grazie al cibo, al riposo e alle abitudini lavorative, ha sviluppato il corpo di un tennista di alto livello. Posso affermare che ha raggiunto il suo corpo ideale“.
    Un tennis così esplosivo, con tempi di gioco rapidissimi e capacità incredibile di coprire il campo necessita di grande energia e capacità di recupero. I prossimi mesi ci diranno se Alcaraz è già pronto anche fisicamente a reggere lunghe battaglie contro i grandi giocatori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Indian Wells: Musetti travolto dal servizio e potenza di Opelka

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti esce al secondo turno di Indian Wells, sconfitto nettamente da Reilly Opelka. 6-1 6-4 lo score di un match purtroppo a senso unico per l’americano, perfetto al servizio ed estremamente aggressivo in risposta. Male Musetti, non tanto per la sconfitta in sé (Opelka è n.17 del mondo ed adora questi campi), ma per come non sia mai riuscito ad entrare davvero in partita, a mettere in difficoltà l’avversario.
    Si sapeva che il match sarebbe stato difficilissimo, per la forza dell’avversario e soprattutto mentalmente per l’azzurro. Affrontando un servizio del genere, sei costretto a giocare i tuoi turni con la massima attenzione, un solo break può esserti fatale, non recuperabile. Purtroppo oggi Musetti ha giocato con tensione anche i suoi game di battuta, ricavando percentuali modeste e trovando mai il giusto ritmo con il colpo. Infatti per non “rischiare” di dover giocare troppe seconde, ha finito per produrre spesso prime palle non così incisive, che un Opelka oggi molto centrato ha spinto come se fossero seconde, commettendo parecchi errori ma mettendo anche grande pressione sull’azzurro. Era evidente che rispondere per Lorenzo sarebbe stato difficile, per la forza del servizio di Opelka, non solo veloce ma per il rimbalzo altissimo sulle seconde; ma Musetti non è mai riuscito a trovare una misura negli impatti, una posizione difendibile. Nel primo set ha risposto dai teloni, posizione troppo arretrata che non gli ha fruttato alcun beneficio; ha provato ad avanzare un po’ nel secondo parziale, ma i risultati sono stati ugualmente modesti. La palla break a favore non è mai arrivata, è salito ai vantaggi in risposta grazie a qualche errore di Reilly, non per suo merito. Nei rari scambi ha lavorato bene col back di rovescio, uniche fasi in cui è riuscito a spostare il rivale e metterlo in difficoltà, ma si è scambiato poco nei propri turni di battuta, praticamente mai in risposta. Musetti ha un tennis che necessita di qualche scambio, ha bisogno di prendere ritmo, di imbastire, di fare i suoi schemi per poi cambiare ritmo e far valere il suo braccio velocissimo. Oggi non ha mai avuto ritmo, non ha avuto tempo per giocare, poche volte anche nei suoi turni di battuta. Il rimbalzo alto, le bordate di Opelka improvvise, anche i tanti errori dell’americano, l’hanno disarmato. Musetti non è riuscito a trovare una chiave per scardinare il rivale o almeno entrare in partita. È sempre stato costretto ad arginare, subire, rincorrere. Soffrirà sempre questo tipo di avversari (e non è l’unico…), ma si sperava in una resistenza superiore, nel vederlo trovare una reazione, tecnica ed emotiva, ad una partita così difficile. Purtroppo non c’è stata. Una dura esperienza, ma necessaria per crescere.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita.
    Il match inizia alle 22 ora italiana, con il gigante americano alla battuta. Servizio e rete Opelka. Poi il primo Ace, imprendibile. Musetti deve avere molta pazienza e restare focalizzato in risposta nonostante il bombardamento del rivale. Due Ace, una seconda palla micidiale che salta sopra la testa dell’azzurro. 1-0 Opelka. Serve Musetti, ma è Reilly a mettere il punto esclamativo con una risposta di rovescio micidiale. La difficoltà per “Muso” sarà prendere ritmo, visto che gli scambi saranno ridossi all’osso, ma appena si scambia la bilancia pende per Lorenzo. Molto bene col back, per proporre palle basse al rivale. Musetti è ovviamente in difficoltà in risposta, contro il servizio formidabile di Opelka, ma inizia con una posizione eccessivamente arretrata, praticamente indifendibile. Sul 2-1 Opelka, Musetti serve un brutto doppio fallo sul 30 pari, errore che gli costa la prima palla break del match. Altro doppio fallo, in rete, anche con un lancio di palla eccessivamente arretrato per dare effetto. Due errori che gli costano il BREAK, 3-1 e servizio Opelka… conoscendo la forza al servizio dell’americano, e la relativa debolezza dell’azzurro in risposta, un break è quasi una condanna per il set. Improvvisamente sul 3-1 Opelka regala due diritti, per la prima volta Lorenzo è ai vantaggi in risposta. Non entra la 1a al gigante, ma Lorenzo risponde davvero sui teloni e la palla gli scappa via. Il quarto Ace del match porta Reilly 4-1. Forte del vantaggio, Opelka punge anche in risposta, bravo a venire avanti a prendersi il punto. Musetti sembra frastornato, non forza a tutta il servizio per non essere aggredito sulla seconda, ma così Reilly entra anche sulla prima, non così incisiva. Crolla 0-40 Lorenzo, bassa la percentuale di prime in campo nonostante non forzi nemmeno a tutta. Prova a lavorare la palla col back l’azzurro per spostare il rivale, ma oggi Opelka è davvero centrato nei colpi, sbaglia poco. Un errore proprio col rovescio tagliato costa a Musetti il secondo break. Serve 5-1 Opelka, è una formalità. Chiude 6-1 in 26 minuti. Spiace scriverlo, ma non c’è stata partita nel primo parziale. Il servizio dell’americano ha dominato, ma Musetti l’ha agevolato servendo molto male e non trovando una via anche solo per provarci in risposta.
    Musetti inizia il secondo set al servizio. Trova un buon game, mette la testa avanti. Il problema è però riuscire a giocare in risposta, trovare una posizione da cui impattare senza stazionare a Los Angeles… Non ci riesce, nonostante provi ad avanzare qualche metro rispetto al primo set. 1 pari. La prima di servizio di “Muso” non va nel terzo game, per fortuna Opelka spara a tutta in risposta, e spara fuori. Torna a funzionare anche il back di rovescio di Lorenzo. Il set avanza spedito sui game di battuta. Splendida la volée bassa che porta Reilly sul 2 pari, controllo misterioso con zero equilibrio (e il passante di Lorenzo era ottimo). Sul 2 pari Musetti si complica la vita (dopo 2 Ace) con un doppio fallo e un attacco a rete troppo morbido. Si va ai vantaggi. Si prende un gran rischio Reilly col diritto e poi chiude uno smash micidiale dalla riga di fondo. Si è guadagna una palla break, la prima del set. Rischia un servizio esterno molto carico, che sorprende l’americano. Scappa però il diritto nel punto seguente, è ancora palla break (e si becca pure un warning per aver spaventato fuori dallo stadio una palla…). Rischia un serve and volley, e stavolta la risposta è nei piedi, ingiocabile. BREAK Opelka, 3-2 e servizio. La partita di fatto si è chiusa qua. Sotto 5-3, Musetti serve ma è ancora in difficoltà. Affronta il primo match point, bravo a cancellarlo con un diritto aggressivo. Si salva, resta aggrappato al match, ma deve incidere in risposta e finora non c’è mai riuscito. Nemmeno nel decimo game la musica non cambia. Chiude 6-4 Opelka, meritando il successo. Tutto troppo facile per lui, fortissimo al servizio, tanto da essere poi molto libero di rischiare alla risposta. Esce mestamente dal campo Musetti, incapace di invertire la rotta di un match in cui non è di fatto mai entrato.

    ATP Indian Wells Reilly Opelka [17]66 Lorenzo Musetti14 Vincitore: Opelka ServizioSvolgimentoSet 2R. Opelka 15-0 30-0 ace 40-0 ace5-4 → 6-4L. Musetti 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-40 40-40 A-405-3 → 5-4R. Opelka 15-0 ace 30-0 40-04-3 → 5-3L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-154-2 → 4-3R. Opelka 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-303-2 → 4-2L. Musetti 15-0 ace 30-0 ace 40-0 40-15 df 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A2-2 → 3-2R. Opelka 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 df 40-301-2 → 2-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2R. Opelka 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1R. Opelka 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 40-305-1 → 6-1L. Musetti 0-15 0-30 0-40 15-404-1 → 5-1R. Opelka 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 ace3-1 → 4-1L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df df2-1 → 3-1R. Opelka 15-0 30-0 ace 30-15 40-151-1 → 2-1L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1R. Opelka 15-0 30-0 ace 40-0 ace0-0 → 1-0
    9 ACES 22 DOUBLE FAULTS 427/47 (57%) FIRST SERVE 30/50 (60%)22/27 (81%) 1ST SERVE POINTS WON 20/30 (67%)15/20 (75%) 2ND SERVE POINTS WON 8/20 (40%)0/0 (0%) BREAK POINTS SAVED 3/6 (50%)9 SERVICE GAMES PLAYED 810/30 (33%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 5/27 (19%)12/20 (60%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 5/20 (25%)3/6 (50%) BREAK POINTS CONVERTED 0/0 (0%)8 RETURN GAMES PLAYED 911/14 (79%)NET POINTS WON 2/5 (40%)37 WINNERS 813 UNFORCED ERRORS 1237/47 (79%) SERVICE POINTS WON 28/50 (56%)22/50 (44%) RETURN POINTS WON 10/47 (21%)59/97 (61%) TOTAL POINTS WON 38/97 (39%)233 km/h MAX SPEED 197 km/h214 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 171 km/h165 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 150 km/h LEGGI TUTTO

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    Andy Murray fa 700

    Andy Murray

    Dopo il bel record segnato da Fabio Fognini, diventato l’italiano più vittorioso sull’ATP Tour, anche Andy Murray raggiunge a Indian Wells un bel risultato statistico. La rimonta su Taro Daniel è stata la sua vittoria n.700 in carriera sul tour Pro. Diventa il quarto tennista in attività con più successi e 18esimo all-time.
    “È un obiettivo che mi sono prefissato dalla fine dello scorso anno e ovviamente sono felice di raggiungerlo”, ha detto Murray a Tennis Channel dopo aver siglato il record. “Non sono molti i colleghi che sono riusciti a farlo, e con tutto quello che mi è successo negli ultimi anni, avrei potuto superare i 700 da molto tempo. Ma ho continuato a combattere e ci sono arrivato. Ora guarderò verso nuovi traguardi. Questo resta uno di quelli buoni”.
    Ecco la lista dei giocatori più vincenti sul tour maggiore nell’era Open (in grassetto i giocatori in attività):
    1,274 vittorie – Jimmy Connors1,251 –  Roger Federer1,068 – Ivan Lendl1,043 – Rafael Nadal (in tabellone ad Indian Wells)991 – Novak Djokovic951 – Guillermo Vilas908 – Ilie Nastase883 – John McEnroe870 – Andre Agassi801 – Stefan Edberg793 – Arthur Ashe779 – Stan Smith762 – Pete Sampras734 – David Ferrer722 – Manuel Orantes713 – Boris Becker702 – Brian Gottfried700 – Andy Murray (in tabellone ad Indian Wells)
    Presto Djokovic entrerà nel ristrettissimo “club dei 1000”, più difficile per Nadal agguantare e superare Federer e Connors, vorrebbe dire per lui giocare – con grandi risultati – altre quattro stagioni. Ci penserà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kostyuk: “Alle russe interessano solo i soldi, nessuna è venuta a chiedermi qualcosa”

    Marta Kostyuk

    Che l’invasione russa all’Ucraina finisse per incendiare anche il mondo sportivo era solo una questione di tempo. La tennista ucraina Marta Kostyuk è letteralmente esplosa nella press conference di Indian Wells, in cui ha accusato senza mezzi termini le colleghe russe. Ecco il passaggio del suo pensiero in merito, insieme alla difficoltà di vivere da lontano ill dramma della sua famiglia e dei suoi connazionali.
    “Non mi sono mai sentita così vicina al mio paese e al popolo ucraino come adesso. Siamo una grande famiglia, un popolo forte, capace di riprendersi da tutto. Tuttavia, è molto deludente quello che succede sul circuito. Nessuna tennista russa è venuta a trovarmi, nessuno ha detto di non sostenere questa guerra o si è scusato con me o con altri tennisti ucraini per quello che sta facendo il loro paese. È scioccante perché sappiamo tutti cosa sta succedendo. Non ho alcuna spiegazione del perché i russi si comportino così. Mi fa arrabbiare arrivare al torneo e vederli lì, il loro unico problema in questo momento è non riuscire a fare bonifici e la cosa scandalosa è che se ne parla. È inaccettabile e non sono d’accordo con il loro permesso di continuare a gareggiare“.
    Difficile per la 19enne vivere da lontano quel che sta accadendo in patria: “Mi sono sentito in colpa per continuare a girare il mondo e giocare a tennis, ma ho capito che pensare questo non è salutare e che ognuno ha il suo ruolo. Questa è la mia professione e devo aiutare il mio paese attraverso il tennis. Mi piacerebbe andare come volontario per aiutare e combattere, ma penso di essere molto più utile rendendo visibile la nostra causa e raccogliendo fondi”.
    “Nei primi giorni della guerra, tutti i miei cari erano nella stessa casa. Se fosse successo qualcosa, avrei perso tutta la mia famiglia in una volta, non voglio nemmeno pensarci. Ho avuto giorni in cui mi sono svegliata e ho pensato solo se le persone che amo fossero ancora vive. Con il passare del tempo ci si abitua a questo stato di tensione, ma quello che provano tutti gli ucraini in circuito è inspiegabile. Puoi impazzire se non provi a disconnetterti un po’”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO