More stories

  • in

    Rune “Il mio obiettivo è diventare n.1 del mondo”

    Holger Rune, classe 2003

    Holger Rune sta vivendo una settimana magica a Monaco di Baviera. Ha sconfitto il favorito del torneo Zverev, ha mostrato un tennis molto solido che gli ha permesso di issarsi in finale, la sua primissima finale a livello ATP. Oggi sfiderà per il titolo l’olandese Botic van de Zandschulp, anch’esso protagonista di un’eccellente cavalcata, con la splendida vittoria ieri sull’emergente Kecmanovic. Sarà un match interessante e dal pronostico incerto.
    Rune ai microfoni del torneo dopo la vittoria di ieri era raggiante, e non nasconde i suoi obiettivi. “Sto migliorando giorno dopo giorno ed è la cosa più importante perché ho un obiettivo, diventare il n.1 del mondo. Per farlo devo iniziare da qualche parte, sono felice di farlo da Monaco“.

    “I have a goal to be No. 1 in the world”
    He’s into a first ATP final, but this could just be the beginning for @holgerrune2003… pic.twitter.com/atXYg9b7KM
    — Tennis TV (@TennisTV) April 30, 2022

    Un po’ di sfrontatezza non guasta quando sei ancora un teenager, hai un indubbio talento e hai investito tutta la tua vita sul tennis. La madre di Holger ha raccontato che quando suo figlio era piccolo (6-7 anni), si lagnava con lei ogni volta che lo portava nei weekend ad un festicciola di compleanno di un suo amico, perché il piccolissimo Rune già le diceva “Voglio giocare a tennis per allenarmi, non mi interessano i compleanni”. Una determinazione, focus e attitudine che ricorda quella di moltissimi campioni, tipo quella di Novak Djokovic quando si presentò a 6 anni dalla maestra Jelena Gencic affermando “Sono qua perché voglio diventare il n.1 e vincere Wimbledon”.
    Rune sta crescendo moltissimo nel suo gioco. Nel 2022 ha migliorato l’intensità del suo scambio, commette meno errori ed è più ordinato. Sceglie con più attenzione i momenti in cui attaccare, sta avanzando la sua posizione per sfruttare la spinta dei suoi colpi e così chiudere più rapidamente il punto. Attualmente n.70 del mondo, al suo best ranking, scalerà diverse posizioni nella nuova classifica di domani, ma sarà molto probabile ritrovarlo già a ridosso della top 30 prima che la stagione volga al termine. O forse ancor più su…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Ons Jabeur: “Sport e politica non si devono mischiare, ci sono bambini che muoiono ogni giorno per le guerre, come in Palestina da 74 anni”

    Ons Jabeur, prima tennista araba in top10

    Ons Jabber è una delle tenniste più talentose del tour. La tunisina, fiera di essere un prodotto del suo paese, è una delle giocatrici più attese nei grandi tornei su terra, dove il suo tennis ricco di variazioni e cambi di ritmo è assai temibile per tutte le avversarie. In attesa di scendere in campo nel WTA 1000 di Madrid, ha parlato con la stampa, e la discussione è scivolata inevitabilmente sul tema caldissimo della guerra in corso, sull’esclusione dei tennisti russi e bielorussi da Wimbledon, su come il mondo dello sport dovrebbe comportarsi. Su questi temi politici e sociali, il pensiero di Ons è netto: sport e politica devono restare distanti, quando lo fanno la cosa non funziona, e nel mondo ci sono tante situazioni calde che necessitano di attenzione e che, invece, vengono dimenticate, come la drammatica situazione dei palestinesi da lei direttamente citata. Ecco alcuni passaggi del pensiero della tunisina, intervistata da Arab News per Reem Abulleil.
    “È una decisione molto difficile, capisco cosa sta passando il popolo ucraino e sono totalmente contraria alla guerra”, ha detto la numero 10 del mondo, “Ma quello che reputo importante e che mi è sempre stato insegnato è di non mescolare mai sport e politica. Ho vissuto alcune situazioni in prima persona, specialmente nel 2020 in BJK Cup quando avremmo dovuto giocare contro Israele. Sono molto dispiaciuta per il popolo palestinese, per quei bambini che muoiono ogni giorno da 74 anni. Quindi non capisco come ora per questa situazione vada bene mischiare politica e sport.Che dire di tutti gli altri paesi in cui persone e bambini muoiono ogni giorno?”
    “Non credo che dovremmo mischiare politica e sport. È molto triste quello che sta succedendo nel mondo e una cosa che odio in questo mondo è la politica. È molto sporca e non possiamo mai avere il quadro completo. Quindi spero che questa situazione si risolva molto presto, non so cosa accadrà. Ma so che anche russi e bielorussi hanno le loro famiglie a casa, quindi non sono sicuro di quanto possano parlarne. È una situazione molto difficile per entrambi, soprattutto per gli ucraini. E onestamente, spero che questa guerra finisca presto, ma spero anche che le persone possano guardare al dramma dei palestinesi perché questo argomento mi tocca davvero come donna araba, non è giusto e spero che non mescoliamo politica e sport”.
    Nell’intervista, Jabeur parla del suo rapporto di collaborazione con la la psicologa sportiva Melanie Maillard, che ritiene molto importante per la sua crescita. “Ho fatto alcuni tornei con lei, uno di questi è stato Wimbledon l’anno scorso”, quando Jabeur è diventata la prima donna araba nella storia a raggiungere i quarti di finale di Wimbledon. “Quindi mentalmente, tutta la pressione è su di lei, deve prepararmi per il torneo” scherza Ons. “Mi piace avere Melanie intorno a me perché non ci vediamo molto spesso. Di solito parliamo su WhatsApp o chattiamo online, ma non mi piace molto il mondo virtuale, quindi cerco di portarla il più possibile con me, ma ha anche altri atleti da seguire. Sono migliorata tantissimo sul piano atletico, è stato decisivo per la mia crescita, ma allo stesso tempo il lavoro con Melanie mi fa pensare molto in modo più positivo”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Badosa: “Ogni volta capisco di più la decisione di Ash Barty, il circuito è duro”

    Paula Badosa

    Paula Badosa si presenta a Madrid come grande favorita, non solo del pubblico visto il forfait dell’ultimo minuto di Iga Swiatek, dominatrice assoluta delle ultime settimane sul tour WTA. In un’intervista rilasciata al quotidiano AS, Paula parla di quanto sia duro il circuito, tanto da comprendere la scelta di Ash Barty di appendere la racchetta al chiodo da n.1.
    “Comprendo sempre di più la decisione di Ashleigh Barty. È un circuito molto duro il nostro, che ti richiede il massimo ogni settimana. Si parte sempre da zero in un torneo, è tutto molto difficile, devi cercare di arrivare alle fasi finali, soprattutto se si è in una posizione in cui le persone si aspettano grandi risultati da te. È molto stress e molte settimane di competizione. Troppo forse, ma è sempre stato così e devo adattarmi e regolarmi con la mia squadra per fare del mio meglio”.
    “Come affronto tutto questo? Vado giorno per giorno, cercando di godermi le pause, calcolando bene il calendario, con una squadra che mi aiuta a godermi gli allenamenti. Nella competizione c’è già poco da fare, oltre a cercare di dare il meglio in ogni momento. Il lavoro va bene, proprio come l’anno”.
    Scontata la domanda sulla decisione di Wimbledon. La spagnola è contro la scelta di Londra: “Non ha alcun senso per me. Una guerra è qualcosa di molto forte che non dovrebbe nemmeno esistere, ma mescolare la politica con lo sport, soprattutto con il tennis in cui si gioca con la nostra bandiera ma ognuno di noi rappresenta se stesso, non mi sembra giusto”.
    Punta al n.1? Sì, ma non adesso: “Ora il numero uno è lontano. Swiatek sta facendo molto bene e la sua posizione è pienamente meritata perché vince quasi sempre. Essere la numero due è la posizione più vicina alla vetta, spero che tra qualche mese lotterò per quella posizione e per vincere i grandi tornei, il mio sogno”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ATP 250 Belgrado: Rublev troppo forte, Fognini sconfitto in due set

    Fabio Fognini

    Fabio Fognini s’inchina a un Andrey Rublev fortissimo, quasi perfetto. L’azzurro perde 6-2 6-2 la semifinale dell’ATP 250 di Belgrado in 1h e due minuti, sarà il n.8 del mondo a sfidare super-Djokovic per la coppa del torneo serbo. Il campo ha parlato chiaro: Rublev oggi è stato superiore, troppo continuo e consistente con i suoi colpi da fondo, e molto preciso col servizio. Fognini ha provato a entrare nel tennis del rivale, prima giocando a grande velocità ma commettendo troppi errori; poi variando di più ritmo e traiettorie, ma i rischi non sono stati ripagati. Purtroppo non ha ricavato nulla col proprio servizio e non è mai riuscito ad incidere in risposta, strappando solo una manciata di punti in tutto il match e palle break solo sul 2-5 nel secondo set, quando la partita era ormai compromessa. Un successo limpido per Rublev, non ha commesso quasi errori gratuiti ed è stato implacabile in risposta, trovando sempre profondità e precisione che hanno messo in crisi il tennis di Fognini.
    La partita era molto complicata, Rublev è uno dei tennisti più forti del tour, soprattutto nei tornei 250-500 dove diventa spesso incontenibile arrivando relativamente “fresco” ai match decisivi del torneo. Oggi proprio la costanza nella spinta e la forza di Andrey è parsa superiore alla velocità di braccio di Fabio, forse anche un filo stanco (nel secondo set è sembrato a volte in leggero ritardo nel trovare la palla, anche per la profondità e rapidità dei colpi del rivale).
    Purtroppo Fabio ha pagato un gap netto nei colpi di inizio gioco, non trovando punti col servizio e non riuscendo a rispondere in modo incisivo; al contrario la risposta del russo è stata ficcante, continua, insidiosa. Questo è stato decisivo, ma è andato sotto anche negli negli scambi. Fognini aveva reali chance di farcela solo riuscendo a portare il russo fuori dai suoi schemi preferiti: il pressing di ritmo col diritto da una posizione di “sparo” leggermente a sinistra, dove ama stazionare e spingere con un forcing a tratti irresistibile. Purtroppo non è riuscito a variare senza commettere errori. Nella prima parte del match si è adeguato al ritmo e velocità costante di Rublev, e quella velocità di crociera in pochi hanno speranze. Fabio ha provato a costruire, ma ha commesso troppi errori, soprattutto col diritto. Non è riuscito a rallentare e poi strappare all’improvviso con i suoi cambi di ritmo, a rompere il pressing del rivale, finendone travolto a tratti o sbagliando troppi colpi per uscire da quella morsa. Nel secondo set ha provato ad alzare la parabola col diritto, ma non ha trovato precisione, idem quando ha cercato a stringere l’angolo sul rovescio.
    Oggi esce sconfitto, ma resta un buon torneo per Fognini, che gli regala punti e fiducia in vista dei prossimi eventi sul rosso. Basta pochissimo a “Fogna” per accendersi, ritrovare il miglior feeling col campo e inventare tennis d’autore.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita.
    La seconda semifinale del Serbia Open scatta con Fognini alla battuta. Gran ritmo col diritto già nel primo punto, lo vince Rublev. Risponde preciso e profondo il russo, 0-40, tre chance per scappare via immediatamente. Il servizio di Fabio entra in moto, con tre ottime prime agguanta la parità. 5 punti di fila, l’ultimo un grande attacco col diritto dopo un ottimo diagonale di rovescio, e 1-0 Fognini. Tutto facile per Rublev nel suo primissimo game, 1 pari. La tattica di “Fogna” è chiara: spostare Andrey dalla sua piazzola di sparo, un paio di metri sulla sinistra, dove ama martellare col suo diritto velocissimo. Si prende rischi l’azzurro, e commetti altri errori che lo condannano ad altre 2 palle break. Purtroppo un doppio fallo (secondo nel game) lo condanna al BREAK, 2-1 e servizio Rublev. Sono troppi gli errori di Fabio, cerca grande velocità con i suoi colpi per non crollare in difesa, ma Rublev è un “muro”, non regala niente. 3-1 avanti il moscovita, con un ottimo game a zero (parziale 12-2). Purtroppo continuano gli errori di Fabio nel tentativo di spostare a destra Rublev, come il rovescio che gli costa il 15-30. Segue una bordata a tutta di Andrey, per il 15-40. Annulla la prima palla break Fognini con un bell’anticipo col diritto; ma incassa una riga in risposta, la palla schizza via, quasi incontrollabile, ma bravissimo il russo a trovare tanta profondità. Doppio BREAK Rublev, avanti 4-1 e servizio, il primo set purtroppo sembra già scivolato via. Sfonda col diritto dal centro, serve bene, tutto fin troppo facile per Andrey, che chiude 6-2 in modo perentorio con un’altra prima vincente. 27 minuti di dominio per Rublev, troppo più solido e continuo. Ha perso solo due punti al servizio il russo, dato inequivocabile della sua superiorità
    Secondo set, Fognini to serve. Trova un buon game l’azzurro, nonostante un doppio fallo, 1-0. Il suo problema è alla risposta, finora non è mai riuscito a scardinare in risposta il servizio e poi il forcing col diritto del rivale. Solo una smorzata davvero mal eseguita dal russo concede un punto in risposta a Fabio. 1 pari. Rischia tanto Fognini alla battuta, ora il diritto è meno impreciso anche se giocato a grandissima velocità, riesce a tenere maggiormente lo scambio, ma ancora niente in risposta. 2 pari. Nel quinto game, “Fogna” va di nuovo in difficoltà. sul 15 pari l’azzurro gioca uno scambio favoloso, disegna il campo, ma spedisce appena largo l’attacco col diritto. Per frustrazione, la racchetta vola via a terra. Rublev indovina un diritto cross difensivo incredibile, che pizzica la riga e scappa via. 15-40, due palle break per il russo che profumano di match point visto l’andamento dell’incontro. Anche un warning per Fabio, per abuso della racchetta. Niente, il break arriva subito per un diritto in rete di Fognini. 3-2 e servizio Rublev, l’accesso in finale e la sfida a Djokovic sembra già a un passo. Avanti 4-2, Rublev strappa di nuovo il servizio all’azzurro sul 30-40, con un rovescio alto lungo linea che punisce uno smash non definitivo di Fabio. 5-2, serve per chiudere il russo. Trova uno splendido vincente col rovescio lungo linea Fognini, una bellezza balistica che gli vale il 15-30. Un bel pressing di Fabio lo porta a 30-40, prima chance di break in tutto l’incontro. La cancella il russo con una prima esterna precisa. Arriva un’altra palla break, sembra doppio fallo ma la giudice di sedia corregge la chiamata, si rigioca il punto e con il primo serve and volley del match chiude il punto Andrey. Forse si è distratto Rublev, ha smarrito la prima e sulla seconda Fognini incide, ma non riesce a sfruttare nemmeno la terza palla break (risposta larga). Chiude l’incontro al secondo Match Point Rublev, con un rovescio cross di “Fogna” che finisce largo. Rublev impatta a 5 pari gli head to head con l’azzurro e si “regala” Djokovic domani. Un buon torneo per Fabio, peccato per una prestazione oggi al di sotto delle sue possibilità, ma l’avversario è stato davvero tosto.

    [6] Fabio Fognini vs [2] Andrey RublevATP Belgrade Fabio Fognini [6]22 Andrey Rublev [2]66 Vincitore: Rublev ServizioSvolgimentoSet 2A. Rublev 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-402-5 → 2-6F. Fognini 15-0 15-15 30-15 30-30 30-402-4 → 2-5A. Rublev 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4F. Fognini 0-15 df 15-15 15-30 15-402-2 → 2-3A. Rublev 15-0 ace 30-0 40-02-1 → 2-2F. Fognini 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 df1-1 → 2-1A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1F. Fognini 15-0 15-15 df 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 0-15 15-15 30-15 40-152-5 → 2-6F. Fognini 15-0 ace 30-0 40-0 40-151-5 → 2-5A. Rublev 15-0 ace 30-0 40-01-4 → 1-5F. Fognini 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-3 → 1-4A. Rublev 15-0 30-0 40-01-2 → 1-3F. Fognini 0-15 df 15-15 15-30 15-40 df1-1 → 1-2A. Rublev 15-0 30-0 ace 30-15 40-15 ace1-0 → 1-1F. Fognini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

  • in

    ATP 500 Barcellona: Musetti cede a Schwartzman, grande lotta con l’argentino più consistente

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti non supera l’esame Schwartzman. Nella rivincita della battaglia andata in scena qualche giorno fa a Monte Carlo, l’azzurro cede 6-4 7-5 all’argentino sul rosso dell’ATP 500 di Barcellona. È stata anche oggi una grande lotta, in una giornata non facile per il forte vento che soprattutto nel secondo set imperversava sulla città catalana. Entrambi hanno fatto enorme fatica nei propri turni di servizio (ben 12 break complessivi!), tanto che alla fine la differenza è venuta per la maggior consistenza di Schwartzman, meno falloso e più attento a giocare un tennis concreto nei momenti decisivi. Non una partita “bella”, tanti gli errori commessi. Le solite fiammate di qualità oggi non sono bastate a Musetti, incerto in alcune fasi delicate del match e soprattutto poco sostenuto dal servizio. Troppo poco per resistere agli assalti e pressione di Schwartzman.
    È stata una battaglia “classica” da terra battuta. Pochi punti diretti col servizio, grandi rincorse, scambi discretamente arrotati cercando di allontanare il rivale dalla riga di fondo o spostarlo lateralmente per poi infilarlo nell’angolo scoperto. Purtroppo per Musetti, la consistenza e ritmo di Schwartzman è stata superiore alla sua capacità di variare, cambiare ritmo e trovare soluzioni vincenti.La partita è stata un continuo susseguirsi di break o grandi difficoltà nei turni di servizio, ma la sensazione che Lorenzo oggi non ce la facesse è arrivata sul 4 pari del primo set. Schwartzman ha giocato un game pessimo, ha commesso ben 3 doppi falli, ma nonostante quest’enorme vantaggio Musetti non è riuscito a strappare nemmeno una palla break. Inoltre nel secondo set, l’azzurro è stato avanti 3-1, ma nel sesto game non è riuscito a consolidare il suo vantaggio, con alcuni errori e scelte non perfette.Il match è stato lottato, spesso punto su punto, ma non si è deciso per qualche episodio. La risposta e pressing di Schwartzman è stata complessivamente superiore alla qualità tecnica e variazioni di Musetti. Quando hai un tennis brillante come quello dell’azzurro, e prendi molti rischi nello scambio, non puoi prescindere – nemmeno su terra battuta – da un servizio più efficace, continuo e pungente. Oggi Lorenzo non ha ricavato praticamente niente dalla battuta, tanto che ad uno sporadico Ace ha alzato le braccia al cielo, come dire “finalmente”. Contro un corridore come Diego, abilissimo a rimettere tutto e pressare alla prima occasione, non puoi farcela se non hai un servizio migliore.Inoltre Musetti oggi è stato assai altalenante col diritto. Questo è diventato il termometro del suo tennis. Quando ha preso fiducia, ha lasciato correre il braccio aumentando velocità e profondità, è riuscito ad incidere, a fare la differenza sul rivale. Come era accaduto a Monte Carlo su Felix Auger-Aliassime, per non andare tanto lontani. Non sempre oggi è stato sciolto invece col diritto, spesso ha tirato corto, conservativo, e non solo per la posizione in campo ancora un po’ arretrata. Trovare continuità nella spinta col diritto è un altro passo avanti necessario per crescere. Come nell’attacco alla rete. È un’ottima tattica quella di venire avanti, per variare e non cadere nel ritmo di uno Schwartzman, ma devi farlo con una palla d’approccio più ficcante, profonda o angolata, altrimenti ti esponi ad un rischio eccessivo che, come oggi, gli è costato punti importanti (vedi il match point).Una sconfitta che ci sta, Schwartzman su terra battuta è un avversario ostico, per tutti. Ma sul piano tecnico e anche della costruzione del punto, ci si aspettava un Musetti diverso, più incisivo e meno falloso.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Inizio complicato per l’azzurro, Diego scatta velocissimo con un parziale di 7 punti a 1. Sotto 0-40, Musetti salva le tre palle break consecutive, ma capitola alla quarto. 2-0 Schwartzman. Finalmente entra in partita Lorenzo, spinge col diritto, sposta l’argentino che sbaglia qualcosa. 15-30 e poi 15-40, due palle per il contro break. Scambio di ritmo, sbaglia Diego col diritto. Recupera il break Musetti, serve 1-2. Chiara la tattica dell’azzurro: palle cariche e profonde, per allontanare il rivale dalla riga di fondo ed impedirgli il martellamento di ritmo (suo marchio di fabbrica), e magari sorprenderlo con la smorzata. Impatta 2 pari Musetti. Lorenzo in questa fase ha guadagnato una posizione di campo piuttosto vicina alla riga di fondo, è soprattutto lui a condurre i ritmi dello scambio. Schwartzman è attento a non sbagliare e cerca il contro piede. Qualche bel tocco di Lorenzo, intensità di Diego. Quando Musetti lascia correre il diritto, riesce a spaccare lo scambio a suo favore, mentre la palla corta non gli porta grandi risultati, vista la velocità dell’argentino. Un gran cross stretto col diritto vale a Diego una palla break sul 3-2. Spinge l’azzurro, ma esagera col rovescio incrociato. La palla vola ben larga, BREAK Schwartzman, avanti di nuovo, 4-2 e servizio. Un peccato, Lorenzo era avanti 40-15 nel game ma non è riuscito a chiuderlo (ha perso uno scambio rocambolesco che doveva vincere). Musetti alza il ritmo col diritto in risposta, si mangia il campo e vola 0-40, tre palle per il contro break. Un errore banale di Diego col rovescio, molto scarico con le gambe, lo condanna. Contro Break, Lorenzo serve 3-4. Sul 40 pari di nuovo tenta la smorzata, ma Schwartzman intuisce e si prende il punto. Nuova chance per l’allungo per Diego. Gioca benissimo il punto Lorenzo: lavora col back, respinge l’assalto del rivale e si prende il punto a rete con una volée perfetta di rovescio. Con un Ace si porta 4 pari. Schwartzman si è innervosito per la chance sprecata, commette due orribili doppi falli (palla a mezza rete) che mandano Musetti 15-30. Non approfitta l’azzurro, sbaglia in risposta. Nonostante il terzo DF del game, Schwartzman si porta 5-4. Musetti incassa un gran diritto lungo linea dell’avversario, si ritrova 15-30 e niente prima palla in campo… se la gioca benissimo l’argentino, aggredisce in risposta e poi tocca chiamando avanti l’azzurro, che non può coprire tutto il campo. 15-40 e due Set Point Schwartzman! Rischia la palla corta subito dopo il servizio Lorenzo, gli va bene (non un gran tocco di Diego…). Lungo scambio sulla seconda, Schwartzman guadagna campo diritto dopo diritto, uno cross è davvero molto profondo, Lorenzo non la rimette in gioco. Urla la sua rabbia Musetti, 6-4 Schwartzman. Un set meritato, più continuo e consistente l’argentino.
    Secondo Set. Musetti ha sfogato la rabbia per il set perso e torna in campo molto aggressivo. Si procura in risposta un’immediata palla break, che trasforma con un diritto aggressivo. BREAK, 1-0 avanti. Chi è al servizio fa fatica in questo match, ora è Lorenzo a soffrire. Spinge forte in risposta Diego, sullo 0-30 ne trova una profondissima, che gli vale 3 palle del contro break. Se lo prende alla prima, con un passante “robusto” che Musetti non controlla di volo. Contro Break, 1 pari, tutto da rifare. Il festival dei break continua: da 40-15 ora è Schwartzman a cedere il game di servizio, “Muso” serve avanti 2-1. La lotta continua, punto su punto, una grande battaglia da terra rossa, con un po’ troppi errori a dire il vero rispetto ai vincenti. Lorenzo trova un bellissimo diritto vincente sul 30 pari che lascia fermo Diego, quindi una bella prima gli regala il 3-1, per la prima volta consolida il vantaggio. Sul 3-2, Musetti incassa un gran passante in risposta di Schwartzman (ma l’attacco, di nuovo, un po’ leggero). Siamo 15-40, due palle per tornare in parità. Sbaglia un rovescio in corsa sulla prima l’argentino; spedisce in rete un back difensivo Lorenzo sulla seconda, concedendo l’ennesimo break. 3 pari. Spira un vento fortissimo, le condizioni non sono affatto facili. Lavora bene col diritto inside out Schwartzman, trovando alcuni contro piede ottimi, come quello che gli vale il 4-3. Anche l’azzurro trova un buon gioco di servizio, 40-0 e poi chiude con un Ace al centro, per il 4 pari. Schwartzman va in difficoltà, sotto 0-30. Si butta avanti per mettere pressione a Lorenzo, ma sul 30 pari sbaglia un approccio che gli costa la palla break. Bravissimo Musetti! Si difende nell’angolo destro e trova quindi un diritto aggressivo che sorprende il rivale. BREAK! Avanti 5-4, può servire per il secondo set. Non cambia il canovaccio del match: al servizio non si ricavano punti diretti e si fa fatica. Musetti crolla 0-30 e 15-40. Salva la prima palla break con un attacco in contro tempo sontuoso, ma viene passato sotto rete nella seconda. 5 pari, la lotta è serratissima. Con un rovescio lungo linea spettacolare Schwartzman si issa 6-5. Ora tutta la pressione è su “Muso”, ultima chiamata per allungare il match. Inizia male, fa poco spazio col diritto da sinistra e impatta malamente, 0-15. Per fortuna libera il braccio col diritto, davvero penetrante ed aggressivo, 30-15, ma poi si fa trovare troppo dietro per una volée che muore in rete. 30 pari, a due punti dal match Schwartzman. Attacca con coraggio col diritto lungo linea Lorenzo, c’era spazio, ma la palla è di poco out. Match Point Schwartzman. Servizio e volée… ma si ferma, cerca un taglio col rovescio che esce abbondantemente. Game Set Match Schwartzman, 6-4 7-5. Una vittoria meritata perché Diego è stato più solido, ma c’è rammarico perché in questa grande lotta, Lorenzo aveva a vuoto chance per scappare via. Troppo poco col servizio oggi, così diventa difficile contenere un corridore formidabile per Schwartzman.

    [6] Diego Schwartzman vs Lorenzo Musetti ATP Barcelona Diego Schwartzman [6]67 Lorenzo Musetti45 Vincitore: Schwartzman ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-406-5 → 7-5D. Schwartzman 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 40-305-5 → 6-5L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-40 30-404-5 → 5-5D. Schwartzman 0-15 df 0-30 15-30 30-30 30-404-4 → 4-5L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 ace4-3 → 4-4D. Schwartzman 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df3-3 → 4-3L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-40 30-402-3 → 3-3D. Schwartzman 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-3 → 2-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 1-3D. Schwartzman 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A1-1 → 1-2L. Musetti 0-15 0-30 0-400-1 → 1-1D. Schwartzman 0-15 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-4 → 6-4D. Schwartzman 15-0 15-15 df 15-30 df 30-30 40-30 40-40 df A-404-4 → 5-4L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 ace4-3 → 4-4D. Schwartzman 0-15 0-30 df 0-404-2 → 4-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A3-2 → 4-2D. Schwartzman 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-2 → 3-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2D. Schwartzman 15-0 15-15 15-30 15-402-0 → 2-1L. Musetti 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0D. Schwartzman 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0
    1 ACES 26 DOUBLE FAULTS 043/68 (63%) FIRST SERVE 46/72 (64%)25/43 (58%) 1ST SERVE POINTS WON 23/46 (50%)9/25 (36%) 2ND SERVE POINTS WON 9/26 (35%)0/5 (0%) BREAK POINTS SAVED 7/14 (50%)11 SERVICE GAMES PLAYED 1123/46 (50%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 18/43 (42%)17/26 (65%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 16/25 (64%)7/14 (50%) BREAK POINTS CONVERTED 5/5 (100%)11 RETURN GAMES PLAYED 1134/68 (50%) SERVICE POINTS WON 32/72 (44%)40/72 (56%) RETURN POINTS WON 34/68 (50%)74/140 (53%) TOTAL POINTS WON 66/140 (47%) LEGGI TUTTO

  • in

    Roma come Wimbledon? Il governo ci sta pensando. Djokovic: “Quando la politica entra nello sport non finisce mai bene”

    Roma vietata ai giocatori russi e bielorussi?

    La clamorosa decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi dall’edizione 2022 dei Championships potrebbe essere replicata anche ai prossimi Internazionali BNL d’Italia. Secondo diversi organi di stampa (tra cui il GR1 e Corriere della Sera), il governo italiano ed in primis il premier Mario Draghi starebbero valutando seriamente di adottare la linea più dura e intransigente contro la Russia di Putin. Per il governo la situazione chiara: c’è un paese aggressore che ne ha invaso un altro, perpetrando crimini di guerra, rifiutando una trattativa per il cessate il fuoco e la pace. Per questo ogni azione contro la dittatura di Putin e la guerra in atto deve essere adottata, inclusa l’esclusione dei singoli atleti russi e bielorussi da ogni competizione in Italia, anche come singoli individui. In pratica la posizione del governo britannico e della LTA.
    Nonostante le critiche pesanti ricevute dal governo britannico per la decisione di bandire anche i singoli atleti russi e bielorussi dalle competizioni nel paese, sembra che per il governo italiano quella sia la linea corretta da seguire. Una cosiddetta “moral suasion”, ossia l’invito a correggere o rivedere la scelta di continuare l’invasione in Ucraina senza accettare alcuna soluzione di pace, e per questo adottare come ritorsione le misure più severe possibili.
    Sarebbe un’azione clamorosa, contraria alle dichiarazioni di ATP e WTA e di gran parte del mondo sportivo, anche extra tennistico.
    Ieri Djokovic ha dichiarato fermamente che “Quando la politica interferisce nello sport, non finisce mai bene”. Continua il n.1 serbo, che conosce molto bene la guerra, avendo vissuto da piccolo quella sanguinosa dei Balcani: “Sarò sempre il primo a condannare la guerra. Conosco bene il trauma emotivo che lascia un conflitto. Io sono un figlio della guerra… so cosa significa. Noi in Serbia, sappiamo cos’è successo nel 1999. Finisce per soffrire sempre la gente comune. Abbiamo avuto molte guerre nel Balcani. Chiarito questo, però, non posso essere favorevole alla decisione presa da Wimbledon. Non è colpa degli atleti quello che sta accadendo”.
    Arriva anche una breve dichiarazione di Andrey Rublev: “Ciò che sta accadendo è completamente discriminatorio nei nostri confronti. Le ragioni che ci sono state fornite da Wimbledon sono illogiche. Non hanno nessun senso. Escluderci da Wimbledon non serve a niente, sarebbe meglio che potessimo partecipare e così donare alle vittime il Prize money ottenuto”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ATP risponde a Wimbledon: “Decisione è ingiusta, ha il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco”

    La decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi (anche se attesa) ha provocato un discreto terremoto nel mondo del tennis. Ci sono molti pareri favorevoli, come quelli dei giocatori ed ex giocatori ucraini (Dolgopolov tra i primi a congratularsi), ma anche molti cauti o contrari.
    Veloce la reazione dell’ATP, che con un comunicato si dice fermamente contraria alla decisione dell’AELTC. In un comunicato pubblicato sul sito ufficiale, afferma che i tennisti russi e bielorussi potranno continuare a giocare i tornei del tour sotto bandiera neutrale, e che questa scelta di Londra, oltre ad essere ingiusta, può diventare un precedente pericoloso per il tennis, creando una discriminazione. Ecco il comunicato pubblicato sul sito ATP.
    “Condanniamo fermamente la riprovevole invasione dell’Ucraina da parte della Russia e siamo solidali con i milioni di persone innocenti colpite dalla guerra in corso.
    Il nostro sport è orgoglioso di operare secondo i principi fondamentali del merito e dell’equità, in cui i giocatori competono individualmente per guadagnarsi un posto nei tornei basati sulle classifiche ATP. Riteniamo che la decisione unilaterale odierna di Wimbledon e della LTA di escludere i giocatori di Russia e Bielorussia dai tornei britannici di quest’anno sull’erba sia ingiusta e abbia il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco. La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon che afferma che l’ingresso dei giocatori si basa esclusivamente sulle classifiche ATP. Qualsiasi linea di condotta in risposta a questa decisione sarà ora valutata in consultazione con il nostro Consiglio e i consigli dei membri.
    È importante sottolineare che i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia continueranno a essere autorizzati a competere agli eventi ATP sotto una bandiera neutrale, una posizione che è stata finora condivisa dal tennis professionistico. Parallelamente, continueremo il nostro sostegno umanitario congiunto all’Ucraina nell’ambito di Tennis Plays for Peace”.
    Un comunicato duro, inequivocabile, di condanna per la scelta britannica. La guerra in Ucraina rischia di creare una spaccatura anche nel mondo del tennis. Effetti collaterali di una situazione grave, che nessuno di noi si augurava di dover vivere e raccontare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Pam Shriver si confessa: “Quando avevo 17 anni ho avuto una relazione inappropriata con il mio coach 50enne”

    Pam Shriver and Don Candy arriving in Sydney in 1982 – CREDIT: FAIRFAX MEDIA ARCHIVE

    L’ex n.3 statunitense Pam Shriver ha deciso di raccontare una pagina dolorosa della propria vita, legata ai suoi primissimi anni sul tour WTA. L’ha fatto in esclusiva per il quotidiano britannico Telegraph con il collega Simon Briggs, una sofferta confessione per aiutare tutti i giovani sportivi che si ritrovano in un rapporto complicato con il proprio coach o membro del proprio staff, e non sanno come uscirne.
    “Quando la pandemia ha ridotto il mio programma di lavoro l’anno scorso, mi sono resa conto che non potevo più rimandare. Ho finalmente trovato il coraggio di consultare un terapista e di affrontare le mie esperienze di giovane tennista. Ora, un anno dopo, ho deciso di condividere pubblicamente la mia storia” inizia Pam. Il suo racconto è diviso in un riassunto della sua vicenda intima, e poi in una seconda parte (molto dettagliata) in entra in quegli anni per lei molto complicati, fortunati in campo ma difficili per il rapporto che si era venuto a creare con il suo allenatore, Don Candy, oltre 30 anni più grande di lei.
    “Il riassunto di questa storia è che ho avuto una relazione inappropriata e dannosa con il mio allenatore, molto più grande di me, iniziata quando avevo 17 anni ed è durata poco più di cinque anni. Di seguito ho esposto i dettagli del mio viaggio doloroso ed emotivo. Non è stato facile svelare quello che è successo, ma credo che questa sia una questione importante e che deve essere portata allo scoperto. La mia motivazione principale è far sapere alla gente che tutto quel che mi ha successo mi affligge ancora, molto. Credo che le relazioni di coaching che sorpassano il limite siano così comuni nello sport, in modo allarmate. La mia esperienza particolare, però, è nel tennis, dove ho assistito a dozzine di casi nei miei quattro decenni vissuti da giocatrice prima e commentrice poi. Ogni volta che sento parlare di un giocatore che sta uscendo con il proprio allenatore, o vedo un fisio maschio che lavora su un corpo femminile in palestra, il mio campanello d’allarme suona. Non sono solo le donne a soffrire di relazioni di coaching nocive, ma costituiscono la maggioranza. A volte sono ragazze giovani e uomini molto più grandi. A volte le età sono simili e si potrebbe obiettare che due adulti consenzienti hanno il diritto di fare ciò che vogliono. Ma mescolare la tua vita personale e professionale crea ogni sorta di tensione extra, specialmente nel mondo chiuso dello sport. Per qualsiasi giocatore o atleta che leggerà tutto questo, voglio sottolineare gli aspetti negativi del sorpassare i confini personali e professionali. La mia esperienza suggerisce che, quando separi queste due parti della tua vita, non è solo il tuo benessere emotivo a migliorare, ma anche le tue prestazioni in campo. Che dovrebbe essere un incentivo a rompere il ciclo”.
    Riportiamo alcuni estratti del racconto completo, in cui Pam descrive come si sia innamorata fin da piccola del suo coach e di come lui non abbia subito approfittato di lei, ma poi la situazione sia diventata una vera relazione clandestina che lui, l’adulto, non è riuscito a gestire. Shriver conobbe il suo futuro allenatore grazie a delle lezioni intraprese da piccola nel 1971, quando aveva solo 9 anni. L’americana iniziò ad allenarsi con il coach, crescendo velocemente di risultati.
    “Quando avevo intorno a 13 anni, Don mi disse che lui e sua moglie sarebbero tornati a casa ad Adelaide per qualche mese.  Tornai a casa e mi feci la doccia. E poi, con mia sorpresa, ho iniziato a singhiozzare. Non me ne rendevo conto in quel momento, ma stavo appena entrando nella pubertà e stavo iniziando ad innamorarmi di lui”. I due continuarono il loro percorso insieme, con la rapida ascesa di Pam nel tennis Pro.
    “Nel bel mezzo di un mio periodo non facile in torneo, Don e io ci siamo trovati seduti in un’auto a noleggio fuori da un’arena al coperto a Minneapolis. Avevo appena perso un’altra partita al primo turno e Don mi parlava di cose che avrei potuto fare diversamente: il solito tipo di conversazione allenatore-giocatore. Ho iniziato a singhiozzare. Ricordo molto chiaramente di aver detto: “C’è qualcos’altro qui”. Lui mi ha chiesto: “Cosa?”, e ho risposto: “Mi sto innamorando di te”. Avevo 17 anni, lui ne aveva 50. È qui che le cose avrebbero potuto e dovuto prendere una piega diversa. Se Don fosse stato meglio informato, avrebbe potuto essere più furbo riguardo alle potenziali complicazioni che derivano dall’allenare una ragazza adolescente. Chiaramente, non era un predatore. Quando ho parlato in quell”auto a noleggio, non sapeva cosa fare. Ma aveva questo grande talento per le mai, una finalista agli US Open di soli 16 anni (aveva giocato la finale nel 1978, ndr), e non voleva lasciarmi andare. Ho ancora sentimenti contrastanti su Don. Sì, io e lui siamo stati coinvolti in una relazione lunga e inappropriata. Stava tradendo sua moglie. Ma c’era molto in lui che era onesto e autentico. Lo amavo. Lui era l’adulto, avrebbe dovuto essere un adulto degno di fiducia. In un mondo diverso, avrebbe trovato un modo per mantenere le cose professionali. Solo dopo la terapia ho iniziato a sentirmi un po’ meno responsabile. Ora, finalmente, mi sono resa conto che quello che è successo è colpa di lui. La mia relazione con Don è stata un’esperienza traumatica per me. I postumi sono durati ben oltre il tempo trascorso insieme. La nostra relazione ha plasmato la mia intera esperienza di vita romantica. Ha complicato la mia capacità di formare relazioni normali e ha stabilito determinati schemi che si sarebbero ripetuti: la mia continua attrazione per gli uomini più anziani e le mie difficoltà nel capire come mantenere sani confini. I successivi cinque anni furono un periodo in cui tutto diventava sfocato, quando i confini venivano superati. Ero così giovane, non sapevo come chiedere aiuto. Non capivo in cosa mi stavo cacciando e non sono sicura che lo capisse nemmeno lui. La relazione iniziò a diventare fisica, intima. In realtà non abbiamo avuto rapporti fino a quando avevo 20 anni, due anni e mezzo dopo la nostra conversazione nell’auto a noleggio a Minneapolis. Ma abbiamo condiviso le stanze. Abbiamo fatto praticamente tutto quello che due persone attratte l’una dall’altra possono fare. Don non ha mai abusato sessualmente di me, ma c’è stato un abuso emotivo. Ho provato tante emozioni orrende e mi sono sentito così sola”.
    Una confessione dolorosa che, va avanti raccontando come poi il loro rapporto si interruppe e con altri coach non accadde poi niente dal punto di vista sentimentale. Chiusa quella pagina, Pam visse “i migliori anni della mia vita”, libera da quella relazione. Il suo racconto si chiude con un accusa al mondo dello sport, che porta a queste problematiche, una riflessione e una domanda: “Il nostro primo e più grande ostacolo è la cultura del silenzio. Se vogliamo proteggere gli atleti di domani, più persone devono parlare delle loro storie. Stiamo parlando di insidie che colpiscono molte, molte persone. L’intera questione deve uscire dai luoghi oscuri dello sport. Ma le autorità sono pronte ad ascoltare? In passato delle occasioni sono state perse. Nel 1993, il giornalista investigativo Michael Mewshaw scrisse un libro, Ladies of the Court, in cui suggeriva che il tennis ‘deve avvisare i giocatori sul potenziale abuso [e] avvertire gli allenatori che il comportamento di sfruttamento sarà penalizzato’. La sua ricompensa per aver tentato squarciare quel velo di omertà è stata vedere il suo libro bandito dai tornei. Spero che possiamo fare di meglio nel 2022″.
    Pam Shriver ha dimostrato un enorme coraggio nel mettersi a nudo, nel confessare un passato così difficile nella speranza di poter aiutare i giovani che rischiano (o vivono) situazioni simili.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO