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    Il ritorno in campo di Sinner dopo US Open. Schedule “troppo fitto” nei prossimi due mesi?

    Jannik Sinner in allenamento al China Open

    18 giorni dopo aver alzato lo splendido trofeo di US Open, Jannik Sinner domani mattina (intorno alle 9, 9.30 italiane) tornerà in competizione al China Open, opposto al cileno Nico Jarry. C’è grandissima curiosità e affetto per ritrovare il nostro campione in campo, in questo 2024 tanto bello da sembrare quasi impossibile. Invece è tutto vero. Verissimo. Sinner ha vinto 2 Slam, 2 Masters 1000 e 6 titoli in totale,  risultati eccezionali che lo portano a dominare il ranking mondiale con il ragguardevole bottino di 11.180 punti, solo una manciata di leggende sono riuscite a far meglio nella storia moderna del gioco. Un discreto bottino di quei punti vengono dagli eccellenti risultati dello scorso autunno, quando il Sinner-Express è partito a razzo, diventando veloce quanto un Shinkansen nipponico. Jannik proprio in Cina cambiò passo, l’ha riconosciuto lui stesso nelle parole pronunciate negli eventi pre-torneo a Pechino, dove è stato accolto come un vero Imperatore dalla fantastica accoglienza locale. Dopo le settimane passate a lavorare intensamente, Jannik nel 2023 si presentò in Asia con un servizio più incisivo, un diritto ancor più sicuro in spinta, una condizione fisica stellare e una fiducia nel suo tennis che gli ha permesso di battere tutti gli avversari, alcuni travolti con il suo ritmo infernale riveduto e corretto, altri con cambi tattici importanti e sorprendenti, come Medvedev nella finale di Vienna, clamorosamente sfidato e stroncato sul piano della corsa, lotta e resistenza. Un Sinner stellare, che dall’esordio in Cina alla vittoria in Davis a Malaga perse solo due partite, contro Shelton a Shanghai e contro Djokovic nella finale di Torno alle ATP Finals. Poi solo vittorie, solo partite meravigliose.
    Da domani Jannik entra in una fase per lui nuova: difendere i risultati dello scorso anno. Anzi, se possibile far meglio. Non sarà facile: nel 2023 vinse a Pechino l’ATP 500, vinse a Vienna un altro ATP 500, giocò le Finals di Torino da protagonista vincendo 4 ottimi match e arrendendosi solo a “Nole” per il titolo, e quindi a Malaga trascinò il team di Volandri al successo. Di spazio per migliorare c’è solo negli ultimi 2 Masters 1000, e l’eventuale vittoria a Torino nell’edizione 2024 del Masters. Ma, oggettivamente, sarebbe troppo chiedere a Jannik di fare un nuovo filotto del genere, o addirittura vincere tutti i prossimi tornei finendo la stagione imbattuto. Di avversari tosti ce ne sono eccome, assai agguerriti, vogliosi di sgambettare il più forte su piazza. La speranza è che Jannik nelle prossime settimane giochi un gran bel tennis, solido, sicuro, che in campo si senta bene e si diverta, esplodendo la magia e potenza dei suoi colpi. E in questo scenario ideale, lontano da infortuni o problemi di altro tipo, i risultati sicuramente arriveranno. Ma, la vera domanda, è probabilmente un’altra. Jannik Sinner da qua a fine novembre ha davanti un calendario personale assai fitto: il torneo di Pechino, già iniziato, poi il 1000 di Shanghai; quindi si torna in Europa, per Vienna (dove difende il titolo 2023), l’ultimo 1000 in stagione di Paris-Bercy, e via a Torino per le Finals. Ovviamente non può mancare a Malaga, in Davis Cup, dove sarà la punta di diamante della nostra squadra, per cercare di confermare il titolo 2023, obiettivo che lo stesso Sinner ha dichiarato massimo nella sua testa. Questa corsa nelle prossime 8-9 settimane, non sarà fin troppo impegnativa? Riuscirà Jannik a tenere al massimo condizione fisica, tecnica e mentale, per ripetere le meraviglie dello scorso anno, o addirittura far meglio nei M1000?
    Proprio in questi giorni è assai animato il dibattito sulla durezza sfiancante della stagione, di un calendario troppo ricco di impegni a cui i big devono presenziare, con un sistema di classifica che premia la continuità più della qualità. Zverev, Alcaraz, ma anche altri, hanno sparato contro il sistema, arrivando a dire che la motivazione a giocare così spesso non c’è affatto (Carlos) o che nemmeno un clamoroso sciopero “contro se stessi” visto in teoria l’ATP è un’associazione dei giocatori non servirebbe a niente (Zverev). Parole poi pronunciate nel corso della Laver Cup, meravigliosa esibizione, assai attraente e divertente, ma non esattamente “necessaria”, tanto che molti sul web hanno criticato aspramente le parole del n.2 e 3 del mondo.. Più sfumata e direi intelligente la risposta a distanza di Sinner sul tema: ok, ci sono i tornei, e alcuni sono considerati “mandatory”, ma… si può anche dire di no, rinunciare e non muore nessuno. Gestione, parola decisiva per poter presentarsi in campo al meglio e giocare per vincere, non solo per partecipare, preservando al meglio testa e fisico.
    Proprio per le parole secche – come sempre nel suo stile – e lucide di Sinner sul tema calendario-impegni, non sarebbe forse meglio rinunciare a qualcuno dei suoi prossimi appuntamenti, anche a costo di perdere qualche punto in classifica, per arrivare davvero al top al culmine dell’anno, ATP Finals e Davis Cup? E se si, quali? Bella domanda… Lasciando perdere totalmente la questione sponsor ed eventuali contratti coi tornei, aspetti di sicuro importanti ma sui quali c’è sempre un margine di trattativa guadando all’obiettivo primario di salvaguardare il corpo e la testa per i grandissimi appuntamenti, la scelta di quale evento sarebbe da sacrificare non è facile. Si potrebbe puntare su Vienna, torneo 500 quindi non obbligatorio, ma è campione in carica… È vero che il margine di sicurezza nel ranking è ampio, ma gettare via 500 punti è sempre un peccato. E poi, per la famiglia Sinner, il torneo della bellissima capitale dell’impero austro-ungarico è a un passo da casa, e dove si ci trova bene si torna sempre volentieri. Allora un torneo da sacrificare potrebbe essere forse Bercy, dove lo scorso anno Jannik non fece granché – ricorderete il ritiro dopo aver terminato la sua partita quasi all’alba… – e assai vicino alle Finals di Torino. Però è uno dei pochi eventi dove il pusterese può incrementare il suo bottino di punti, e chissà che questo non possa essere uno stimolo a tornare.
    Probabilmente Jannik sceglierà il da farsi cammin facendo, attento alle sue prestazioni da qua in avanti, in relazione a quante partite giocherà e da come reagirà il suo fisico allo stress delle partite. In caso vincesse tanto, forse mollare qualcosa potrebbe essere un’opzione importante per arrivare fresco e ben allenato a Torino e poi Malaga. Se per caso arrivasse qualche stop imprevisto, ecco che il suo finale di stagione si accorcerebbe naturalmente e quindi non ci sarebbero problemi di sorta (scenario che, ovviamente, speriamo non si avveri!).
    In chiusura mi preme sottolineare due aspetti.
    1) Jannik ha già dimostrato di esser piuttosto bravo a livello di gestione dei suoi impegni. Ha preso scelte impopolari – vedi il no alla Davis lo scorso anno a settembre – quando sentiva di dover lavorare e non giocare, quindi anche se oggi è n.1 e la pressione del tour su di lui maggiore, la sensazione è che continuerà a gestirsi in modo strutturale, guardando al medio periodo e non al breve;
    2) Non facciamo l’errore di considerare che il suo straordinario autunno 2023 sia la normalità. No. Lì fu straordinario, alzò il suo livello di gioco fino alle stelle diventando imprendibile e vincente, ma non dobbiamo assolutamente chiederglielo di nuovo. Si ci riuscirà saremo i primi a gioire, se arriverà qualche sconfitta… pazienza, il suo 2024 è già così qualcosa di unico e bellissimo. La sua Straordinaria Normalità sta nell’essere un tennista e persona capace di capire e sentire quel che è meglio per lui, e agire di conseguenza. Fidiamoci di Jannik, non resteremo delusi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rybakina sarebbe ferma non per un infortunio alla schiena per esaurimento nervoso causato dal suo ex coach

    Vukov insieme a Rybakina

    Elena Rybakina è la grande assente, insieme a Iga Swiatek, della leg asiatica, una delle più importanti per il WTA Tour sia a livello economico che promozionale. La campionessa di Wimbledon 2022 è ufficialmente fuori dalle competizioni per un problema alla schiena, ma dalla Russia la nota giornalista Sofya Tartakova, che segue il tour in vari tornei ed attiva con un canale YouTube sul tennis (in russo) molto seguito, afferma che la verità è tutt’altro. Rybakina sarebbe da diverse settimane in preda a severi problemi psicologici per l’eccesso di stress accumulato nell’ultima fase della sua collaborazione con il suo storico coach Stefano Vukov, che in più occasioni è stato ripreso con atteggiamenti pesanti ed aggressivi con la sua assistita. I due collaborano da quando Elena era teenager, ma la situazione è nettamente peggiorata nell’ultimo periodo, tanto che gira voce che il coach sia stato addirittura bannato dal tour nelle scorse settimane. Ne ha parlato anche Andy Roddick nel suo famoso podcast, dove ha affermato: “Ovviamente c’è molto di più da raccontare, ma non possiamo avere un’opinione precisa su qualcosa di cui ufficialmente non si sa nulla. Il suo allenatore è stato bandito dal Tour: c’è una lista di allenatori disponibili e lo hanno cacciato via. Non vieni cacciato via per niente”.
    Queste invece le parole sulla faccenda, assai dettagliate, fornite dalla giornalista Tartakova, nel suo canale Tennis Bolshei, che riportiamo integralmente (tradotte dal russo da un collega kazako).
    “Molte persone non capiscono il motivo dei problemi di salute di Rybakina. Dicono che ha problemi alla schiena, questa è la ragione ufficiale; ha anche avuto problemi allo stomaco, Tuttavia, come hanno detto le persone coinvolte nella sua carriera professionale, in questo momento Elena è molto stressata, è qualcosa di psicosomatico. È in un momento caotico, in uno stato di completa disorganizzazione, non riesce a giocare. Tutte queste difficoltà che sta affrontando in questo momento derivano dalla tremenda pressione subita dal suo ex allenatore Vukov“.
    “Dicono che Stefano era effettivamente andato negli Stati Uniti ed era pronto a continuare a lavorare con Elena, ma che lei ha deciso che si sarebbero lasciati a causa di… Non voglio usare parole troppo grandi, ma diciamo a causa dell’atteggiamento non del tutto corretto nei suoi confronti” continua Tartakova. “Che lui la ‘mangiava’ tutto il tempo, come dicevano le persone intorno a Elena. I suoi genitori l’hanno difesa, perché non riusciva a uscire da questo circolo vizioso”.
    “Da un lato, stiamo parlando dell’allenatore che è stato con lei da quando aveva 17 anni, che lei, insieme alla sua famiglia, ha scelto. È chiaro che erano molto uniti, che ha vissuto i momenti migliori della sua carriera grazie al lavoro insieme, ma dall’altro lato i suoi genitori hanno insistito sul fatto che Elena avesse bisogno di un cambiamento nella sua vita da tennista. C’erano pressioni, insulti, parolacce che uscivano costantemente dalle labbra di Vukov. E ora sta soffrendo, cercando di liberarsi di questi problemi psicologici. La situazione è molto difficile per lei”.
    Il nome di Vukov è stato apparentemente rimosso dalla lista degli allenatori approvati dalla WTA, ma non c’è stata alcuna conferma ufficiale che sia stato bandito, anche la notizia gira nell’ambiente, come confermano le parole di Roddick.
    Tartakova in merito aggiunge: “Ho cercato di trovare informazioni sul fatto che sia stato sanzionato all’interno del WTA Tour. Ne ho già parlato mesi fa, c’era presumibilmente una dichiarazione che era stato sospeso all’interno del circuito. Nessuno lo ha confermato ufficialmente. Lo scopriremo presto, se trova un’altra giocatrice, allora questo divieto non esiste. Secondo Vukov, non ha alcun divieto”.
    Una storia sicuramente brutta e complicata, visto che si parla di un comportamento al limite delle molestie, o che l’abbia addirittura superato provocando il collasso emotivo di Rybakina. Sarebbe importante un’indagine approfondita da parte della WTA e che la posizione del coach fosse chiarita in modo ufficiale. Elena intanto è ferma proprio da US Open, dove non scese in campo per il suo match di secondo turno.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Tokyo: buon esordio di Berrettini, supera Van de Zandschulp in due set

    Matteo Berrettini a Tokyo

    Esordio vincente per Matteo Berrettini all’ATP 500 di Tokyo: con una prestazione solida al servizio e sprazzi di buon tennis il romano batte per 6-3 6-4 Botic Van de Zandschulp, confermando la sua superiorità sull’olandese (quarta vittoria in altrettante sfide). Novanta minuti di tennis concreto per Matteo, contraddistinto da 7 Ace (nessun doppio fallo) e i suoi schemi preferiti, diritto potente e molti tagli col back di rovescio che hanno tolto ritmo e proposto palle basse e scomode sulle quali Van de Zandschulp ha spesso fatto molta fatica. Troppi gli errori per l’olandese, soprattutto nella prima fase del match, dove ha stentato a centrarsi e trovare ritmo col servizio. Matteo ha iniziato male, subendo un break a freddo, e poi ne ha concesso un altro servendo per il primo set sul 5-1, ma dopo aver chiuso il primo parziale è stato assai solido e ha annullato l’unica chance del contro break nell’ottavo game con la sua combinazione servizio e diritto, perfetta. Al secondo turno ci sarà il vincente di Fils – Fritz.
    Berrettini avrebbe potuto chiuderla anche con un punteggio più netto senza quelle piccole fasi negative, ma non c’è mai stata la sensazione che la partita potesse scappargli di mano. Ha servito mettendo in campo il 72% di prime palle, vincendo il 71% dei punti, e anche in risposta è stato molto ficcante sulle seconde palle non sempre veloci e angolate dell’olandese. Nello scambio Botic ha strappato alcuni bei punti tirando a tutta il suo diritto potente, ma quando c’è stato da costruire, imbastire lo scambio e rincorrere, Matteo è stato assai più svelto, reattivo e continuo. Proprio la rapidità generale e velocità nella copertura del campo dell’azzurro è forse la notizia più importante della giornata, indica una buona condizione atletica e la sua voglia di giocare da protagonista questo torneo e il finale di una stagione che gli ha portato 3 tornei ATP, e dalla quale vuol ancora togliersi qualche soddisfazione e soprattutto salire nel ranking per essere testa di serie agli Australian Open 2025.
    Buoni i tempi degli attacchi a rete di Matteo, e ottimo l’uso del taglio col rovescio. Questo, insieme al servizio, è stato il colpo che più ha sostenuto il suo tennis e creato problemi all’olandese. Infatti sia con il back incrociato, lento e profondo, che con il taglio di rovescio improvviso in lungo linea, Berrettini è riuscito a spostare l’avversario e non permettergli di colpire una palla consistente e di buona altezza. Botic si piega ben poco sulle ginocchia, e quando è costretto a rincorrere sulla destra il suo equilibrio è spesso modesto. Una buona prestazione complessiva per l’azzurro, dopo le tre vittorie in Davis Cup a Bologna.
    Contro Fils Matteo non ha mai giocato, contro Fritz non ha mai vinto. Al secondo turno, comunque vada, ci sarà una bella sfida.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il match con bagarre immediata. Berrettini serve solo prime palle ma commette due errori gravi (diritto e volée) e l’olandese strappa un break immediato. Immediata è anche il contro break di Matteo, grazie agli errori di Van de Zandschulp (un doppio fallo, un rovescio, e un tocco pessimo di volo sulla palla break). Berrettini è meno falloso dell’olandese, e il suo tocco è migliore, come sulla splendida palla corta nel terzo game, imprendibile. 2-1 per l’azzurro, che scappa in vantaggio con un break nel quarto game. Il diritto di Botic non è affatto centrato, e anche la prima palla non va, così che Matteo sulle seconde può spingere forte con il suo diritto potente. L’olandese salva la prima chance sul 15-40 con l’Ace, ma sulla seconda Berrettini tira una bella risposta angolata e poi un diritto vincente, per il 3-1. Con due Ace il romano vola 4-1, poi continua a spingere e pungere col diritto, bellissimo il diritto in corsa che lo porta 0-30 nel sesto game. Continui alti e bassi per Van de Zandschulp, qualche colpo di qualità ma anche troppe incertezze, inclusa una seconda di servizio troppo lenta e facilmente aggredibile da Berrettini. Il game è lungo, l’italiano trova anche un bel passante di rovescio lungo linea a una sola mano, gran controllo e polso d’acciaio. Dopo dodici punti Matteo si procura una palla break con un errore di rovescio banale. Berrettini è fortunato sul primo passante, deviato dal nastro, quindi chiude con una seconda bordata. Doppio break e 5-1 Berrettini, quinto game consecutivo. Serve per chiudere il parziale l’italiano, ma non ci riesce. Botic trova i due migliori diritti del suo incontro, due spallate vincenti imprendibili. Sul 30 pari Matteo spara lungo un diritto in corsa, gli costa la palla break e il break arriva, con tocco di volo mal calibrato (da posizione difficile). Il 90% di prime palle in campo per l’azzurro, ma due break subiti. L’olandese si porta 3-5 con un buon turno di servizio – e meno errori – quindi Berrettini serve di nuovo per il set. Di nuovo un errore di volo per Matteo, 30 pari, rimedia con un Ace al centro e sul set point un altro. 6-3 Berrettini.
    Van de Zandschulp inizia male anche il secondo set. Un doppio fallo, un altro erroraccio in costruzione che gli costa una palla break. Si salva Botic, ma ne concede un’altra arrivando male su di un back di rovescio “maligno” di Berrettini. L’italiano strappa il break con un passante di rovescio deviato dal nastro e reso imprendibile. 1-0 Berrettini, con un game solido al servizio e diritto pesante consolida il vantaggio, 2-0. L’olandese ritrova la prima di servizio, più precisione col diritto e attacca la rete con buon tempo. Matteo continua a servire con buone percentuali, spinge col diritto e taglia ottimamente la palla col back di rovescio, traiettorie che “l’Orange” mal digerisce. Il set segue i turni di battuta senza altri scossoni, dopo le incertezze della prima fase ora il tennis di VDZ è più continuo, sostenuto anche da una prima palla più efficace. Appena c’è da toccare la palla, la miglior mano di Matteo c’è (e ottime anche le rincorse, sia difensive che verso le rete). 4-3 Berrettini. Arriva un turno di servizio più incerto per il romano, con un paio di ottime giocate ma anche troppo campo lasciato al rivale. Ai vantaggi Matteo sbaglia un back di rovescio all’interno di uno scambio lungo e tattico, gli costa una palla break. La cancella di prepotenza con il suo schema principe, servizio potente e diritto inside out vincente. Con due Ace di fila, sesto e settimo, si porta 5-3. Eccellente reazione dal primo momento di difficoltà del set. Van de Zandschulp forse paga mentalmente lo scoramento della chance non sfruttata. Sbaglia due rovesci cross, molto bloccato con le gambe nell’esecuzione, crolla 15-40 con una volée toccata in rete, ecco due match point per Berrettini. Non va il lob di Matteo sul primo, ottimo l’attacco col diritto dell’olandese sul secondo. Con un Ace Botic resta aggrappato al match, 4-5. Matteo serve per chiudere. Solido l’azzurro, battuta efficace, diritto potente giocato con profondità. Con un’altra pallata di servizio imprendibile vola 40-0, altre 3 palle match. Basta la prima, muore in rete la risposta di Van de Zandschulp. Una buona vittoria, prestazione solida che gli apre le porte del secondo turno, dove probabilmente ci sarà Taylor Fritz (o Fils).

    van de Zandschulp – Berrettini ATP Tokyo Botic van de Zandschulp34 Matteo Berrettini66 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 30-0 40-04-5 → 4-6B. van de Zandschulp 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 ace3-5 → 4-5M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 ace ace3-4 → 3-5B. van de Zandschulp 30-0 30-15 40-15 40-302-4 → 3-4M. Berrettini 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-302-3 → 2-4B. van de Zandschulp 15-0 30-0 40-0 40-15 ace1-3 → 2-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 1-3B. van de Zandschulp 15-0 30-0 40-00-2 → 1-2M. Berrettini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-1 → 0-2B. van de Zandschulp 15-0 30-0 30-15 df 30-30 30-40 40-40 40-A0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 ace ace3-5 → 3-6B. van de Zandschulp 0-15 df 15-15 30-15 40-15 40-302-5 → 3-5M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-5 → 2-5B. van de Zandschulp 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 df A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A1-4 → 1-5M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 ace 40-151-3 → 1-4B. van de Zandschulp 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-40 ace1-2 → 1-3M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2B. van de Zandschulp 15-0 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 40-A1-0 → 1-1M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 15-400-0 → 1-0

    Statistiche
    🇳🇱 B. van de Zandschulp
    🇮🇹 M. Berrettini

    Punteggio servizio
    218
    271

    Ace
    5
    7

    Doppi falli
    4
    0

    Percentuale prime di servizio
    63% (41/65)
    72% (42/58)

    Punti vinti con la prima
    66% (27/41)
    71% (30/42)

    Punti vinti con la seconda
    33% (8/24)
    44% (7/16)

    Palle break salvate
    50% (4/8)
    33% (1/3)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    Punteggio risposta
    171
    195

    Punti vinti in risposta sulla prima
    29% (12/42)
    34% (14/41)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    56% (9/16)
    67% (16/24)

    Palle break convertite
    67% (2/3)
    50% (4/8)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    Punti vinti a rete
    58% (11/19)
    50% (5/10)

    Vincenti
    18
    22

    Errori non forzati
    32
    24

    Punti vinti al servizio
    54% (35/65)
    64% (37/58)

    Punti vinti in risposta
    36% (21/58)
    46% (30/65)

    Punti totali vinti
    46% (56/123)
    54% (67/123)

    Velocità massima servizio
    218 km/h
    218 km/h

    Velocità media prima di servizio
    198 km/h
    206 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    160 km/h
    169 km/h LEGGI TUTTO

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    Tim Mayotte: “Si gioca troppo? La soluzione è facile”

    Tim Mayotte, ex n.7 al mondo

    Si gioca troppo? Sì, ma è possibile trovare una soluzione, anche facile, per sopravvivere. Così Tim Mayotte, ex stella del tennis USA degli anni ’80, indomito interprete del vero serve and volley, risponde alle critiche rilasciate lo scorso weekend a Berlino da Alcaraz e Zverev sulla durezza della stagione tennistica e sui troppi impegni richiesti ai giocatori. Zverev aveva tuonato contro il sistema, che conosce molto bene essendo anche nel board dell’ATP come rappresentante dei giocatori, affermando che non esiste uno sport che finisce la seconda settimana di novembre e riprende il 29 dicembre; Alcaraz aveva detto di sentirsi poco motivato a giocare alcuni tornei, per colpa una stagione troppo affollata che non consente di staccare la spina e stare un po’ di più a casa e allenarsi. Parole che non sono passate inosservate anche a Mayotte, che così risponde sul tema, dando la sua soluzione.
    “La soluzione è facile. Non giocare la Laver Cup. Non andare in Australia fino alla settimana precedente all’avvio degli Australian Open. Non giocare esibizioni. Ridurre gli impegni per servizi fotografici e per gli spot pubblicitari e riposare. I giocatori lo dicono da sempre, ma continuano a riempire i loro programmi con eventi da grandi guadagni“.

    Easy solution.Don’t play the Laver Cup.Don’t go to Australia until week before the OpenNo exhibitionsCut back on photo shoots for commercials and rest
    Players been saying this forever but they continue to fill their schedules with big money everts https://t.co/clpHV0BEWG
    — Tim Mayotte (@TimMayotte) September 24, 2024

    Ad una risposta della giornalista canadese Stephanie Myles, che afferma quanto sarebbe stato difficile per Zverev rifiutare la Laver Cup in Germania, così risponde ancora Mayotte:
    “Sta parlando del programma in generale. I giocatori vogliono fare più soldi e riposare di più. Le due cose non vanno d’accordo” conclude lo statunitense.
    Parole nette, che vanno dirette al cuore del problema: guadagnare di più, giocare di meno. Due esigenze difficili da conciliare. La soluzione di Mayotte in fondo è di puro buon senso, per una volta Gentleman Tim, famoso per la sua correttezza in campo, è stato tanto tagliente quanto le sue volée vincenti…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Chengdu: Shang un fulmine! Scrive la storia, primo cinese a vincere un torneo ATP in patria. Musetti è sconfitto in due set

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Non c’è lieto fine per Lorenzo Musetti all’ATP 250 di Chengdu. Il secondo miglior tennista italiano nella classifica ATP è battuto in finale da un fantastico Juncheng “Jerry” Shang (7-6(4) 6-1 lo score), bravissimo a mettere in campo tutto il suo talento di colpitore, anticipo, varietà di soluzioni offensive e copertura del campo. Il 19enne di Pechino, che da anni vive e si allena in Florida, vince il suo primo torneo ATP e lo fa nel suo paese, non era mai accaduto finora. Impressionante anche la sicurezza e solidità del classe 2005, non ha tremato mai di fronte al suo pubblico e in un’occasione così importante, rimediando all’unico momento “no” del match – il contro break subito sul 6-5 quando serviva per il primo set – giocando un tiebreak eccellente. Musetti invece perde la terza finale in stagione, dopo quelle del Queen’s e Umag.
    Lorenzo non ha giocato una brutta partita, tutt’altro, ma “Jerry” complessivamente ha comandato gli scambi forte di una reattività clamorosa che gli consente di avventarsi sulla palla in totale anticipo e scaricare accelerazioni con angoli spesso imprendibili, e pure imprevedibili. Lungo linea o cross non fa differenza: con il suo equilibrio dinamico, controllo del corpo e dei colpi, riesce a sorprendere cambiando continuamente angolo per l’affondo, e questo ha messo in crisi la pur ottima capacità difensiva e grinta di Musetti, che ha lottato come meglio ha potuto fino alla metà del secondo set, quando Shang ha toccato il cielo con un dito trovando 20 minuti di tennis irresistibili e spaccando la partita a sua favore. Il cinese vinto perché ha comandato i tempi di gioco ed è stato talmente rapido da annullare le variazioni e cambi di ritmo dell’azzurro. In più turni di battuta del toscano è stato proprio il servizio a tenerlo a galla, perché Shang alla prima palla più corta o aggredibile non s’è fatto pregare, entrando a tutta e sbagliando davvero poco per la profondità e angolo dei suoi fendenti. Shang ha risposto con maggior aggressività, nonostante Musetti abbia servito il 75% di prime palle in campo. Di sicuro, la battaglia in risposta l’ha vinta il cinese, e questo è stato molto importante.
    La partita è stata molto equilibrata nel primo set, con Musetti bravo a servire bene e controbattere le accelerazioni di Shang con tagli e cambi di ritmo potenti col diritto, o qualche sbracciata di rovescio delle sue. Ha salvato due palle break nel quinto game, poi è andato sotto sul 5 pari, ma è stato duro nello spingere e mettere pressione all’avversario, incappato in un turno di servizio senza prime palle e contro brekkarlo. Decisivo alla vittoria del cinese il tiebreak del primo set: Lorenzo ha iniziato male, regalando il primo punto di volo, errore che forse l’ha un po’ irrigidito. Lì Shang ha trovato un paio di vincenti splendidi che l’hanno fatto decollare verso il successo. Irresistibile il cinese nel secondo set, una sorta di macchina infernale per anticipo e traiettorie vincenti. Ha tirato a tutta da ogni posizione di gioco, annullando le contromosse dell’azzurro, con alcune accelerazioni davvero impressionanti. Bravissimo.
    Musetti esce dal campo sconfitto, nonostante una prestazione non negativa sino alla metà del secondo set. Shang gli è stato superiore per aggressività e decisione nel trovare soluzioni offensive. Il cinese ha risposto con più incisività, mentre Lorenzo ha bloccato troppo spesso la risposta, non trovando una profondità adeguata. Prendersi qualche rischio diretto in più poteva forse mandare un segnale. Il piano dell’italiano era chiaro: non dare ritmo all’avversario, che se può impattare su palla veloce e pulita può farti malissimo; ma le variazioni di Lorenzo non sono state abbastanza ficcanti da togliere il tempo di gioco al cinese. Per questo forse “Muso” avrebbe dovuto sporcare di più la palla alzando la parabola col diritto, per non consentire a Shang di aggredire la palla rapida in anticipo, ma oggettivamente il classe 2005 ha messo una pressione e velocità in campo da rendere le contro mosse di Musetti molto, molto difficili. Non era facile nemmeno tatticamente selezionare il colpo migliore per Lorenzo: infatti il cambio in lungo linea di rovescio – una delle armi migliori della sua faretra – ha incocciato molte volte sul rovescio cross di Shang, un fulmine nell’avventarsi sulla palla e chiudere l’angolo con un “stretto” quasi sulla linea. Nemmeno è stato facile per Lorenzo girarsi sul diritto a sinistra e caricare l’inside out, perché “Jerry” ha spesso annullato lo svantaggio con un diritto lungo linea profondo davvero preciso.
    Davvero un gran bel Shang, che vince il suo primo ATP con merito confermando un talento davvero importante. Peccato per Musetti, stoppato da un rivale giovane, in forte ascesa e in grandissima giornata.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La finale dell’ATP 250 di Chengdu inizia con Musetti alla battuta. Nel terzo punto si capisce che partita sarà: “Jerry” corre benissimo, rimette tutto e cerca un buon anticipo, ma non rischia le righe, quindi lo scambio è lungo e alla fine prevale la variazione col back di rovescio di Lorenzo, che manda fuori ritmo il classe 2005. Va fuori giri Shang col diritto sul 40-15, ancora su di un bel back basso e rapido. 1-0 Musetti. Carica bene il diritto mancino Zhang nel suo primo turno di battuta, comanda e chiude a 15, 1 pari. Ottima anche la precisione, profondità e aggressività del diritto di Musetti, rapido a spingere la risposta del cinese. Trova il primo Ace del match “Muso”, game a zero e 2-1. Stupenda l’accelerazione di rovescio cross di Shang, ne trova due di fila nel quarto game, una più bella e definitiva dell’altra, invece il diritto tende a scappargli lungo quando tira a tutta. 4 vincenti col rovescio, e 2 pari. Buon tennis, tanti punti vincenti e tennis offensivo. Molto interessante la trama tattica del match: Shang anticipa e chiude gli angoli, Musetti varia ritmi e rotazioni. Nel quinto game Jerry forza un paio di errori di Lorenzo, che si ritrova sotto 30-40. Salva la prima palla break del match con un ottimo servizio. Concede una seconda PB, rischiando un diritto vincente dopo il servizio che gli esce. Ancora un’altra eccellente prima di servizio, potente, lo salva. Musetti spinge appena può dall’angolo sinistro, deve evitare di stuzzicare il rovescio di Shang visto che il suo cross è micidiale per timing e angolo. Con grinta, Musetti si porta 3-2. Si scorre sui turni di battuta, tennis molto aggressivo da parte di entrambi. Nell’ottavo game è molto bravo l’allievo di Tartarini a lavorare la palla e governare lo scambio, back di rovescio sul diritto del rivale e via avanti. 0-30. Sul 15-30 Lorenzo spreca una chance, il secondo passante di diritto era fattibile ma lo tira lungo. Poteva essere doppia break, invece con 4 punti di fila, lo score è 4 pari. Il servizio sostiene l’azzurro, 5-4 (72% di prime palle finora, vincendo il 78% dei punti). Sul 5 pari Lorenzo smarrisce la prima palla, e Shang entra molto deciso fin dalla risposta, mettendo grande pressione. Musetti prova ad accelerare per uscire dalla scambio ma sbaglia un diritto e poi un rovescio, scivola 15-40. Bravissimo Shang a costruire un gran scambio, bloccando Musetti a sinistra e quindi tirando un diritto lungo linea vincente fulminante. BREAK Shang, 6-5 e servizio. Era proprio il servizio a sostenere il gioco dell’italiano, appena è calato ecco che il cinese ha preso il sopravvento dalla risposta. Anche Jerry smarrisce la prima palla, …la tensione… Miracolosamente tiene in campo uno smash, poi sbaglia un diritto, 15-30. Musetti è bravo a spingere tanto col rovescio cross, e Juncheng sbaglia. 15-40, prime palle break per Lorenzo. Ottimo il cambio di ritmo col diritto cross, Shang non contiene in difesa. Contro BREAK Musetti, grande reazione (solo seconde palle per il cinese). Tiebreak. Combina un doppio disastro Musetti nel primo punto, non chiude una volée alta non difficile e poi intercetta un passante destinato ad uscire nettamente. Ci pensa Shang a restituire il punto, errore gratuito. Con un altro diritto vincente il cinese si riprende un mini-break, velocità clamorosa di uscita della palla dalle sue corde. Si gira 4-2, out la risposta di Lorenzo. Il toscano vince i suoi due punti al servizio, 4-5. Con un Ace esterno imprendibile Shang vola 6-4, due Set Point. Altro Ace, finisce 7 punti a 4. Bravo Shang a giocare con grande aggressività il tiebreak, si è preso i punti decisivi con ottime accelerazioni, ma quel primo punto perso male dall’azzurro non ci voleva. 1 ora di ottimo tennis complessivo.
    Musetti in risposta cerca di aggredire il rivale all’avvio del secondo set, ma è davvero eccellente la difesa di Shang, bravissimo ad abbassarsi sulle ginocchia su due accelerazioni e trovare un angolo difensivo perfetto. 1-0 Shang. Ha bisogno di punti col servizio Musetti, ancor più in questa fase dove Shang è velocissimo, aggressivo e non sbaglia praticamente niente. Lorenzo prova ad attaccare la rete ma non chiudendo la volée è comodo per il cinese arrivare e trovare il passante. Non è fortunato ai vantaggi Musetti, un rovescio da metà campo incoccia il nastro e diventa un assist per il rivale. Palla Break Shang. Attacca la rete Lorenzo, ma gioca di volo da troppo lontano e la volée di rovescio non è tagliata abbastanza, muore lunga. BREAK Shang, 2-0. Forte del vantaggio, Jerry è scatenato: gioca veloce, profondo, attacca subito la palla trovando angoli perfetti, è tutto preciso e rapidissimo. Forse Musetti dovrebbe provare a sporcare di più la palla, alzare le parabole per togliere ritmo all’avversario, che invece spara l’Ace #5 e si porta 3-0. L’azzurro interrompe la striscia del rivale con un solido turno di battuta, è necessario trovare la zampata in risposta per riaprire l’incontro. Ci prova a tutta Lorenzo, il diritto è pesante in risposta e nel passante, 15-30. Sulla velocità e angolo in anticipo Shang è irresistibile, spettacolare come si prende il punto del 30 pari. Dura la lotta, ma il più duro – anche fisicamente – è Jerry, 4-1. Il cinese è “on fire”, tutto prova e tutto gli riesce. Clamorosa l’accelerazione di diritto vincente in corsa sul 30 pari, un lungo linea telecomandato, come il miglior Agassi per anticipo e controllo. Palla del doppio break. Musetti prova a cambiare col lungo linea di rovescio, il suo colpo, ma gli esce di poco. BREAK Shang, 5-1, solo un passo per scrivere una pagina di storia. Frustrazione a mille per Lorenzo, che pur giocando tutt’altro che male non riesce più ad arginare la velocità del rivale. La lascia scorrere con rabbia su ogni palla, tirata col massimo della forza. Strappa due palle per recuperare un break, sul 15-40. Shang cancella la prima con un Ace; non gestisce bene la palla corta Lorenzo sulla seconda, con un tocco a chiudere che gli scappa di metri. Poi è Musetti a cancellare il primo match point con una risposta a tutto braccio, una delle poche. Chiude al secondo Shang, out il lob dell’italiano. È il suo primo titolo ATP, a 19 anni, e primo in casa. Grandissima prestazione, a tutto tondo, a tutto campo. Vittoria meritata, e possiamo dire “primo di molti”. Troppo talentoso e completo il cinese per restare solo una meteora. Musetti c’ha provato, non ha giocato affatto male ma la rapidità del rivale è stata superiore.

    Lorenzo Musetti vs Juncheng Shang ATP Chengdu Lorenzo Musetti [1]61 Juncheng Shang76 Vincitore: Shang ServizioSvolgimentoSet 2J. Shang40-30 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-401-5 → 1-6L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 30-401-4 → 1-5J. Shang 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-3 → 1-4L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-150-3 → 1-3J. Shang 15-0 30-0 ace0-2 → 0-3L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A0-1 → 0-2J. Shang 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* 1*-2 2*-2 2-3* 2-4* 2*-5 3*-5 4-5* 4-6* ace ace6-6 → 6-7J. Shang 0-15 15-15 15-30 15-405-6 → 6-6L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-405-5 → 5-6J. Shang 15-0 30-0 40-0 ace5-4 → 5-5L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-154-4 → 5-4J. Shang 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-3 → 4-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 4-3J. Shang 15-0 30-0 30-15 40-15 40-303-2 → 3-3L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-402-2 → 3-2J. Shang 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-402-1 → 2-2L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace1-1 → 2-1J. Shang 0-15 15-15 30-15 40-15 ace1-0 → 1-1L. Musetti 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0

    Statistiche
    🇮🇹 L. Musetti
    🇨🇳 J. Shang

    Punteggio servizio
    257
    286

    Ace
    2
    5

    Doppi falli
    0
    0

    Percentuale prime di servizio
    75% (46/61)
    68% (49/72)

    Punti vinti con la prima
    61% (28/46)
    73% (36/49)

    Punti vinti con la seconda
    53% (8/15)
    52% (12/23)

    Palle break salvate
    40% (2/5)
    67% (2/3)

    Giochi di servizio giocati
    9
    10

    Punteggio risposta
    118
    179

    Punti vinti in risposta sulla prima
    27% (13/49)
    39% (18/46)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    48% (11/23)
    47% (7/15)

    Palle break convertite
    33% (1/3)
    60% (3/5)

    Giochi di risposta giocati
    10
    9

    Punti vinti a rete
    44% (4/9)
    50% (2/4)

    Vincenti
    12
    21

    Errori non forzati
    31
    27

    Punti vinti al servizio
    59% (36/61)
    67% (48/72)

    Punti vinti in risposta
    33% (24/72)
    41% (25/61)

    Punti totali vinti
    45% (60/133)
    55% (73/133)

    Velocità massima servizio
    216 km/h
    212 km/h

    Velocità media prima di servizio
    193 km/h
    188 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    147 km/h
    149 km/h LEGGI TUTTO

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    Tiley: “I giocatori devono guadagnare di più. Un ecosistema sano funziona quando si ha il giusto numero di giocatori che si guadagnano da vivere”

    Craig Tiley

    “Il tennis non deve cadere nell’autocompiacimento. Tutto va molto veloce. I giocatori devono guadagnare più soldi. Un ecosistema sano funziona quando c’è il giusto numero di giocatori che guadagnano abbastanza da permettersi un allenatore ed essere sereni per il futuro”. Queste due frasi importanti estratte dalla lunga e interessante intervista rilasciata da Craig Tiley, CEO di Tennis Australia e direttore degli Australian Open, al magazine Clay. Tiley, uno dei personaggi più influenti nel mondo della racchetta e capofila del progetto “Premier Tour” guidato dagli Slam, che attualmente sembra essersi un po’ arenato, ha spaziato su molti temi, dalla situazione del “suo” torneo al tennis internazionale Mette anche in guardia dall’ascesa del mondo arabo nel tennis, cercando di proteggere a spada tratta l’inizio stagione da tempo focalizzato in Australia e che potrebbe esser messo in pericolo dall’ipotesi di un Masters 1000 in Arabia Saudita. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti dell’intervista.
    “Novità per l’Australian Open 2025? Abbiamo il mandato che almeno il 50% delle strutture per i tifosi cambi ogni anno, ma ci sono cose che non possono essere cambiate. Non puoi cambiare edifici permanenti. Quindi portiamo costantemente avanti l’esperienza e stiamo attualmente lavorando con il team su alcune esperienze per i fan molto innovative e anche su una combinazione di esperienze dei giocatori con loro. Ne abbiamo una lista di circa 50, ma prendiamo una decisione finale, scegliamo le cinque migliori e le realizziamo. E questo è il ritmo normale o il programma normale che seguiamo ogni anno. L’anno scorso abbiamo testato il movimento del pubblico durante le partite e un nuovo concetto di bar sugli spalti, il pubblico l’ha adorato. Cerchiamo di avvicinare tifosi e giocatori. Abbiamo creato molta più ombra per i nostri tifosi su tutti i campi, perché il nostro obiettivo finale è avere tutti i posti all’ombra. E così, ogni anno faremo alcune cose che daranno ai fan un’esperienza molto diversa, e non sarà diverso per il 2025”.
    “Penso che il tennis sia un buon prodotto. Posso parlare bene degli Australian Open e dell’estate nell’emisfero sud fino agli Australian Open. Gennaio è uno dei periodi dell’anno più seguiti per il tennis, perché gli Australian Open si svolgono nel fuso orario di India, Cina, Giappone e Sud-Est asiatico. E il pubblico è enorme. E la gente ha sete di tennis. È estate. È l’inizio. Tutti i giocatori tornano a giocare dopo la pausa. Quindi, sul calendario, gennaio è uno dei mesi più ricchi, uno dei mesi più visti. Ed è un ottimo modo per iniziare la stagione con stadi pieni e tanta emozione. Spesso senti i giocatori dire che ci sono troppi tornei. So che tutti stanno cercando di trovare una soluzione. E probabilmente porterà a chiedersi come funzionano insieme gli Slam e il Tour. Tutto quello che posso dire in questo momento è che ci sono conversazioni in corso”.
    Anche per Tiley sono pochi i giocatori che riescono a “stare bene” facendo i professionisti. “Questo è un problema per il nostro sport, è una sfida per il tennis. I giocatori devono guadagnare più soldi. Un ecosistema sano funziona quando c’è il giusto numero di giocatori che guadagnano abbastanza da potersi permettere un allenatore, possono permettersi di viaggiare e possono mettere da parte abbastanza soldi per fare investimenti per il futuro. È un gioco legato alle prestazioni, quindi devi anche crescere di categoria per avere più opportunità. Questo deve continuare ad esistere, ma ho sempre saputo, dal mio periodo come allenatore universitario a quello come allenatore professionista, fino alla gestione aziendale, di aver sempre sostenuto un maggior compenso per i giocatori. Fortunatamente, agli Australian Open ho avuto una posizione di leadership e ho potuto prendere decisioni; una delle prime cose che abbiamo fatto quando sono arrivato è stata aumentare drasticamente i compensi dei giocatori”. In effetti negli Slam tutti i giocatori nei tabelloni principali ottengono un prize money ragguardevole, anche perdendo al primo turno, Così non si può certo dire per chi naviga nelle qualificazioni degli ATP o Challenger.
    “Penso che il pericolo più grande per il tennis oggi sia l’autocompiacimento. I leader pensano che ciò che abbiamo sia soddisfacente? Perché il mondo si muove molto velocemente. L’unica costante che è cambiata dopo il COVID è la velocità. Quindi abbiamo bisogno di uno sport agile, che sappia adattarsi e muoversi. Se riposiamo sugli allori e diventiamo compiacenti, perderemo. Questa è la prima cosa. La seconda cosa è che la direzione e la gestione dello sport sono molto disintegrate e decentralizzate. Funziona meglio quando tutto è collegato. Quindi i leader devono trovare un modo per stare di più insieme. Ha molto senso per i giocatori, per i tornei. Insieme non solo ci si protegge meglio a vicenda, ma ci tiene al riparo anche dai disturbi, e hai anche la possibilità di fare più cose. E la terza cosa è fare in modo di continuare a sostenere il percorso, facendo in modo che i bambini abbiano una racchetta in mano“.
    “Siamo fortunati nel tennis, guarda i grandi campioni. Nel femminile è arrivata Coco, così come sono emersi Jannik e Carlos. Tutti pensano, oh, Roger Federer, Rafa, Serena, Venus, se ne sono andati! Quale sarà il prossimo? Ricordo gli anni in cui Andre Agassi, Pete Sampras e Steffi Graf se ne andarono, cosa faremo? Il tennis sarà un disastro. E anche prima, c’è stato un periodo in cui nessuno poteva dominare, Pat Cash ha vinto Wimbledon ma molti erano i campioni. Dobbiamo assicurarci di lavorare per il mio terzo punto, per continuare a investire lungo il percorso e convincere i ragazzi a prendere in mano una racchetta”.
    “Premier Tour? È un tentativo di riunire le persone e tenere conversazioni, tutte le parti interessate, sono in corso proprio ora” taglia corto Tiley, che poi dice la sua in modo schietto sul possibile M1000 in Arabia: “Siamo stati molto chiari su questo punto. Per lo sport del tennis, iniziare la stagione in questo modo, in Nuova Zelanda, Hong Kong, Australia, è la cosa migliore per i giocatori in viaggio. È la cosa migliore per promuovere gli Australian Open. Quel mese di gennaio, come dicevo prima, è uno dei più visti dal pubblico. E penso che quando tutti lo guardano significa che è ciò che ha più senso. Quindi continuiamo a prendere decisioni sulle cose che hanno più senso”.
    Un Masters 1000 in Sud America? “Oh, è difficile, devi chiederlo a qualcun altro, perché non sono io a prendere le decisioni al riguardo. Collaboriamo con la COSAT e la Federazione Brasiliana di Tennis nella promozione degli Australian Open in Sud America. Andre Sá, che è brasiliano, lavora per noi, è il direttore delle nostre relazioni con i giocatori. Lavoriamo a stretto contatto col Sud America. Lavoreremo di più lì perché crediamo che sia un’altra regione come l’Asia. Il Sud-Est asiatico e il Sud America sono regioni in grande crescita. Da lì sono arrivati ​​grandi campioni. Penso che abbiano eventi e penso che sia importante avere eventi. Sul livello di questi eventi se ne potrà parlare, ma è importante che esistano”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Cilic in finale a Hangzhou con il secondo ranking più basso di sempre

    Marin Cilic

    Tanta passione, la voglia di tornare dopo un brutto infortunio, la mentalità del campione che non ti fa mollare mai, nemmeno quando la carriera sembra ormai ai titoli di coda. Tutto questo e molto di più ha dimostrato Marin Cilic nel corso del torneo ATP 250 di Hangzhou. Il campione di US Open 2014, a distanza di 10 anni dal suo più grande successo in carriera, 35 primavere sulle spalle e un gran numero di gravi infortuni, ha ritrovato un gran bel tennis in Cina, tornando in finale sul tour maggiore dopo due anni esatti (settembre 2022). C’è riuscito battendo in semifinale un tennista in gran forma come Brandon Nakashima, superato per 6-4 7-6. Domani giocherà la 37esima finale in carriera, sfidando l’idolo di casa Zhizhen Zhang, a sua volta alla prima finale assoluta sul tour maggiore.

    Marin’s moment 🙌@cilic_marin seals his place in the #HangzhouOpen final with a 6-4 7-6 win over Nakashima! pic.twitter.com/LaoCYvi5Bj
    — Tennis TV (@TennisTV) September 23, 2024

    Grazie a questo successo, Cilic è sicuro di scalare il ranking ATP, tornando tra i primi 300 del mondo anche in caso di sconfitta, attestandosi almeno alla posizione n.276. Ma è proprio il ranking del croato ad inizio torneo ad essere incredibile, e dargli la possibilità di stabilire un record assoluto in caso di vittoria. Marin infatti all’avvio del torneo cinese era n.777 in classifica! Questo lo pone già come secondo tennista con ranking più basso a conquistare una finale sul tour maggiore. Il record appartiene all’olandese Raemon Sluiter, che approdò alla finale sull’erba di Den Bosch nel 2009 da n.866 in classifica.
    Ecco i primi 5, con classifica più bassa, finalisti in un evento ATP
    Raemon Sluiter – n.866 – S’Hertongenbosch 2009
    Marin Cilic – n.777 – Hangzhou 2024
    Pat Cash – n.590 – Seoul 1990
    Kevin Ullyett – n.574 – Nottingham 1999
    Lleyton Hewitt – 550 – Adelaide 1998

    Chiudiamo con una curiosità: Cilic è in tabellone al 500 di Tokyo. Il suo avversario di primo turno? Kei Nishikori, da lui battuto esattamente 10 anni nella finale di US Open, e come il croato a caccia di un difficile rientro nel tour. Corsi e ricorsi storici…
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    WTA 1000 Pechino: grande chance per Paolini (e Sabalenka) in ottica ranking

    Jasmine Paolini (foto Getty Images)

    Il WTA 1000 di Pechino, o China Open, è una delle tappe più importanti della stagione femminile e culmine della leg asiatica. Quest’anno c’è un motivo in più per seguire il torneo: la nostra Jasmine Paolini e Aryna Sabalenka potrebbero spiccare il volo in classifica con un’ottima performance in campo. Infatti le assenze della n.1 Swiatek e di Rybakina rendono l’azzurra e la bielorussa ancor più favorite per una “deep run” nel torneo, che consentirebbe di strappare un nuovo best ranking per la toscana e avvicinare terribilmente la n.1 per la campionessa di US Open 2024.
    Il 2024 di Paolini resta forse la miglior stagione di sempre per una tennista italiana. Non è arrivato il titolo Slam, come accadde per Schiavone e Pennetta qualche anno addietro, ma le due finali giocate a Parigi e Wimbledon – su due superfici molto diverse! – la vittoria al 1000 di Dubai e quella in doppio dell’Oro Olimpico, con l’attuale n.5 in classifica, rendono l’annata di Jasmine complessivamente la più consistente della storia moderna del nostro tennis femminile. E con bel China Open Paolini potrebbe addirittura scalare un’altra posizione in classifica, issandosi a un clamoroso n.4, che uguaglierebbe il best ranking toccato da Francesca Schiavone (31 gennaio 2011).
    È davvero pazzesco se ripensiamo a dove si trovava Jasmine solo un anno fa. L’italiana ha concluso il 2023 come numero 30 al mondo e 12 mesi addietro era intorno alla posizione n.40. Paolini ha 5.348 punti in classifica, appena dietro la numero 4 Rybakina, con 5.871 punti. Tuttavia Elena alla fine del China Open perderà i 390 punti guadagnati con la semifinale raggiunta nel 2023, scivolando a 5.481 punti. Al contrario, Paolini è stata l’anno scorso è stata battuta al terzo turno a Pechino, con solo 65 punti da difendere.
    Se Paolini arriverà nei quarti di finale, avrebbe i punti necessari a toccare il suo nuovo best ranking, scavalcando Rybakina ed eguagliando il record di Francesca Schiavone. Ma non è finita qua: ipoteticamente Jasmine potrebbe addirittura insidiare la terza posizione attualmente detenuta da Jessica Pegula. Per farlo, Jas dovrebbe vincere il torneo, mentre Pegula dovrebbe cadere all’avvio del China Open. Scenario molto complicato, ma con ancora diversi tornei da giocare – Wuhan e le ricche WTA Finals – Paolini può ambire al gradino più basso del podio WTA. Incredibile se pensiamo quello che era il ranking e gioco dell’azzurra prima di iniziare il bellissimo percorso con Renzo Furlan, che ha rivoltato il tennis e mentalità della nostra formidabile campionessa, trasformandola in giocatrice più offensiva, completa e vincente.
    Il WTA 1000 di Pechino è una chance clamorosa anche per Aryna Sabalenka per avvicinare considerevolmente Iga Swiatek che, affaticata, ha deciso di non andare in Asia quest’anno. Swiatek perderà sicuramente i 1.000 punti ottenuti col trionfo a Pechino nel 2023,  scendendo da 10.885 punti a 9.885. Sabalenka, che attualmente ha 8.716 punti, non potrà sorpassarla nemmeno vincendo il torneo: infatti scalerà i 215 punti ottenuti nel 2023, battuta nei quarti da Rybakina. Tuttavia in caso di un suo ottimo torneo, il gap con la polacca si ridurrà in modo considerevole. Se Aryna vincerà a Pechino il suo quarto titolo del 2024, arriverà a 9.501 punti, meno di 400 punti dietro Swiatek, e quindi il sorpasso sarebbe possibile con un bel torneo al Wuhan Open, al via dopo Pechino.
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